Più rinnovabili pochissimo carbone per Enel Group nella prima metà del 2024. E l’energia pulita frutta anche profitti considerevoli. Ma allora perché disinvestire?
Più rinnovabili pochissimo carbone: 6 mesi d’oro per Enel Green Power
Cominciamo dalle buone notizie. Checché se ne dica e si continui a leggere, non è vero che l’energia elettrica in Italia si produce col carbone. Il bilancio del campione nazionale, l’Enel, parla chiaro: il valore della produzione da carbone è calato del 76,8% rispetto al 2023, da 1,921 miliardi di euro a 445 milioni. Chi dice il contrario, mente sapendo di mentire: finita l’emergenza causata dalla guerra in Ucraina, si è tornati a un trend di progressiva (e speriamo rapida) eliminazione dal carbone. Altro luogo comune da smontare non a chiacchiere, ma coi numeri: la produzione da rinnovabili è marginale, si dice, e comunque non frutta soldi. Per l’Enel decisamente non è così: Enel Green Power nel semestre ha aumentato i ricavi del 21%, da 5,112 a 6,188 miliardi di euro. L’aumento nella produzione da fonti rinnovabili è stata di 7,2 TWh (+5,4 TWh idroelettrica; +0,7 TWh eolica;+1,2 TWh solare; -0,1 TWh geotermica).
L’assillo è ridurre il debito, ma perché vendere proprio pezzi di investimenti in energia pulita (ora in Spagna?)
È la stessa Enel a scrivere nel commento ai risultati semestrali che l’incremento della redditività del gruppo “è riconducibile al positivo contributo dei business integrati guidati dall’ottima performance delle energie rinnovabili“. Performance che “ha più che compensato i minori margini rilevati nei mercati finali e nella generazione da fonte termoelettrica“. Viene da chiedersi a questo punto perché l’azienda continui a cedere quote di asset proprio nel settore delle rinnovabili. Da ultimo è stato annunciata la cessione a Masdar del 49,99% di EGPE Solar, società che possiede gli impianti fotovoltaici di Endesa, la controllata spagnola del gruppo. Corrispettivo: 817 milioni. Altre operazioni analoghe erano già state annunciate, tra cui la vendita di una quota della fabbrica di pannelli solari bi-facciali di Catania. Sappiamo che il primo assillo dell’ad, Flavio Cattaneo, è ridurre l’indebitamento dell’Enel: ok, ma non ci sono altre strade per arrivare al risultato?
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Aumentiamo i prezzi dell’energia, vendiamo pezzi che potranno essere utili, aumentiamo il dividendo azionario e poi vendiamo la società agli americani. Ottime performance, complimenti all’amministratore delegato e al governo.
Evidentemente non riuscirebbero a vendere gli asset né termoelettrici né nucleari ottenendo lo stesso ricavo. Possibile che nessuno voglia quei vecchi impianti
Il management italiano è assolutamente incapace di generare profitto ove tutti gli altri si fanno d’oro….
Dalla gestione dei musei, siti archeologici, teatri e orchestre (vedi Francia, Germania, USA ad es ) fino ai settori industriali (anche quando siamo forti per qualche innovazione) non riusciamo mai a sfruttare nel lungo termine un processo di crescita e creazione di valore… Al massimo si “monetizza” vendendo (o svendendo) a qualche fondo estero …
In Italia non c’è solo la “fuga dei cervelli” .. ma anche quella dei capitali…
In questo periodo viene la depressione a leggere quante aziende di punta vengono smembrate e cedute….
Siamo un paese in svendita….
Mai un mio “mi piace” fu più triste e sconsolato… 😭
In tema di utilizzo di energie rinnovabili mi permetto di chiedere… qualcuno ha esperienza domestica diretta di impiantato fotovoltaico, bev adatta e wallbox bidirezionale per il W2H?
Perché aspettarsi da Cattaneo una visione di lungo periodo e per di più incentrata sullo sviluppo di rinnovabili? L’errore lo commette chi pensa questo. Lui deve massimizzare i risultati di breve per massimizzare i suoi risultati personali e sa quanto sia più che mai incerta la sua poltrona, legata al più che mai incerto destino del governo che l’ha nominato (come tutti i governi italiani).
Perchè Cattanneo farà all’Enel ,
quello Che De Benedetti e Co hanno fatto a telecom
spero di sbagliarmi
ma l’humus è quello
Roma, 25 lug – Enel chiude il primo semestre con risultati in crescita. L’ebitda ordinario a 11,68 miliardi sale dell’8,8% rispetto al primo semestre 2023 per il positivo contributo dei business integrati guidati dall’ottima performance delle energie rinnovabili. Il risultato netto ordinario del Gruppo a 3,956 miliardi (+20,6%) e il risultato netto del Gruppo a 4.144 miliardi (+64,9%). Deboli i ricavi a 38,73 miliardi (-17,9%) principalmente per il contesto di mercato con prezzi decrescenti unitamente ai minori volumi di energia prodotti da fonte termoelettrica e alle minori quantita’ di energia vendute sui mercati finali. L’indebitamento finanziario netto scende a 57,406 miliardi( -4,6% dai 60,163 mld a fine 2023).
L’amministratore delegato Flavio Cattaneo parla di “eccellenti risultati, guidati da una significativa crescita organica realizzata attraverso la rigorosa esecuzione dei pilastri del nostro Piano Strategico’. Per fine anno, aggiunge, “confermiamo il raggiungimento dei target fissati per il 2024. In particolare, i risultati conseguiti e la visibilita’ sul prossimo semestre ci proiettano nella parte alta del range della guidance comunicata ai mercati, che, anche nel rispetto del raggiungimento della neutralita’ di cassa, ci permetterebbe di erogare un dividendo superiore al fisso minimo di 0,43 euro per azione”.
Ricavi in dimuzioni ed utili in aumento strano eh….sarà sempre colpa dell’inflazione….ed intanto alle colonnine prezzi folli…poverini non guadagnano nulla loro