Più rinnovabili e meno carbone per l’Italia in febbraio: il consuntivo Terna sui consumi mostra un quadro più sostenibile, ma si potrebbe fare molto di più.

Più rinnovabili e meno carbone, in un Paese sempre più caldo (+ 2,6°C)
I consumi di energia elettrica in Italia sono in aumento dell’1,6% rispetto al febbraio del 2023, arrivando a 25,3 miliardi di kWh. La crescita, però, è dovuta al solo fatto che quest’anno il mese era bisestile e quindi con un giorno di calendario e lavorativo (21 invece di 20) in più.
Il dato preoccupante è un altro: la temperatura media mensile è stata superiore di ben 2,6°C rispetto allo stesso mese del 2023. Ma da dove viene l’energia che consumiamo? La domanda italiana di elettricità è stata soddisfatta per il 75,8% dalla produzione nazionale e per il restante 24,2% dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 6,1 TWh, il 29,8% in più rispetto a febbraio 2023 (4,7 TWh), superando il valore già elevato di gennaio. A conferma del ruolo sempre più strategico delle interconnessioni con l’estero (soprattutto il nucleare francese). Questo “sia per la sicurezza che per l’economia del sistema“, sottolinea Terna.

Bene eolico e idrico, fonti ‘pulite’ al 32,7%
In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 19,3 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 32,7%, poco meno di un terzo della domanda elettrica (era il 26,8% a febbraio 2023). Un dato che non ci può soddisfare, dato che l’Italia ha potenzialità ben maggiori, vanificate da iter autorizzativi insopportabilmente lunghi. In aumento le fonti idrica (+70,4%), eolica (+26,4%) e geotermica (+4,3%).
In diminuzione la fonte termica come diretta conseguenza della crescita di rinnovabili ed import: -17,5% rispetto a febbraio 2023. Nel dettaglio, si osserva il crollo della produzione a carbone: -75% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pressoché stabile la fonte fotovoltaica (-0,4%). Nel 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 1.330 MW, un valore superiore di 561 MW (+73%) rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il nuovo Ceo Giuseppina Di Foggia ha alzato anche un velo sul piano industriale al 2028 che prevede investimenti record di 16,5 miliardi di euro per potenziare la rete. Previsto un potenziamento delle connessioni tra le varie regioni d’Italia e la predisposizione della rete a una crescente generazione da fonti rinnovabili.
Leggi anche: consumi e bollette in calo, buon inizio 2024 sul fronte domestico
Il 2023-24 è stato un finto inverno… Ho usato di più le PdC con il FV (4kW) che la caldaia a metano; facendo i conti su m³ gas consumato…in media ha lavorato meno di 2 ore al giorno, giusto per mantenere la casa alla temperatura raggiunta in elettrico… generalmente col sole.
Da febbraio son persino riuscito ad inserire pure piccole ricariche per la BEV (quel che basta a coprire gli spostamenti quotidiani…per le gite dei weekend ho dovuto aspettare metà marzo per avere il fabbisogno kW per 4_500km).
Penso che in attesa dei mega – impianti FER (e le relative “dorsali” Terna per fare arrivare i GW agli utenti ad alto consumo)
si debba incentivare/convincere tutti coloro che, pur avendo le possibilità economiche e il posto sul tetto di casa o “a terra” ad installare un impianto FV …
e chi non ha il posto adatto a partecipare ai nuovi gruppi di auto produzione e auto consumo .
Sarebbe anche importante aumentare le possibilità di accumulo (a parte le solite lungaggini burocratiche ed i fenomeni NIMBY -talvolta comprensibili! – per i mega impianti); basterebbe approfittare dell’ abbassamento notevole dei prezzi al kW degli accumuli domestici (e qui @>R.S. è “cintura nera” dei dati)…o anche modificare le leggi per favorire il V2G-V2H già in uso all’ estero… visto che stanno arrivando sul mercato tanti modelli BEV che possono svolgere una funzione tanto benefica per le tasche del proprietario..ma anche di e_Distribuzione ( ! ) stabilizzando la rete nazionale.
In sostanza..con poche modifiche a leggi e regolamentazioni si otterrebbe in breve lo stesso risultato di 1 o 2 centrali nucleari…
(ma mi sa che le lobby & politica preferiscono puntare su queste…).
Febbraio molto piovoso che ha fatto schizzare la produzione idroelettrica, nascondendo lo sviluppo del fotovoltaico, invariato in produzione da un anno fa, pur col 20% in più di capacità. Si noterà nei prossimi mesi l’apporto solare, maggiorato per giunta dalla grande accelerazione nelle installazioni da inizio anno, raddoppi mensili sul già ottimo 2023.
Di questo passo il FV potrebbe installare oltre 7 GW nel 2024, dai 5.3 GW di un anno fa, aggiungendo un ulteriore 20% e più di capacità. Un incremento attorno al 50% in due soli anni dopo un decennio stantio… forse l’unica eredità positiva dell’era Cingolani? Con la differenza che il “costo” di questa accelerazione, senza particolari incentivi, è lungi dall’essere un peso economico, ma anzi un apporto crescente di energia a basso costo.
Cingolani c’entra poco con quello che dici , visto anche che fine hanno fatto lui e il ministro degli esteri Di Maio ..
c’è la fila degli imprenditori che aspettano permessi ..
i confido nell’intelligenza degli italiani , che vanno avanti da sempre
MALGRADO LA POLITICA !
Governi “ciechi” rispetto ai risultati che stavano ottenendo Portogallo,Spagna e Grecia
noi rigassificatori , per continuare a importare il gas di Putin ..
via nave ..
c’è una trasmissione che spiega bene com’era la situazione
con tanto di intervista all’ex ministro
cercare “Scacco matto alle rinnovabili – PresaDiretta 21/03/2022” su youtube
il nuovo governo , ha sostituito la dirigenza Enel ,
una azienda a partecipazione statale , che almeno sulla carta ,andava in direzione opposta dell’Eni ..
se qualcosa si farà ,si farà malgrado la politica
non so voi ,
ma io ricevo pubblicità acquisto azioni Eni su youtube con la faccia del Presidente del consiglio ..
-_-
Beh, in qualche modo le cose sono cambiate negli ultimi 3 anni, credo appunto per via della semplificazione nelle autorizzazioni, che ha chiaramente sbloccato le cose. E’ sufficiente che continui così senza nuovi “tappi” e gli investitori faranno il resto. Ovviamente ho il timore che se un governo anti-rinnovabili si accorge di tale successo, proveranno a interrompere questo circolo virtuoso…
Ciao Carlo, grazie per i dati, molto interessante
per la burocrazia, forse sei più ferrato di me; ti scrivo quello che ho capito dagli articoli sui siti, poi correggimi o scusami se sarò approssimativo:
– sono state semplificate alcune norme sugli impianti domestici o di media taglia; ad esempio sono saliti molto i limiti di potenza per le varie categorie degli impianti; bene ci voleva
– poi ci sono alcune categorie specifiche di impianti soggetti a incentivi e bandi, discorso complicato e potrei sbagliarmi, burocrazia complicata, poca trasparenza forse? e per compensazione o per ragioni elettorali tariffe più generose del necessario, con qualche effetto spiacevole di corsa all’accaparramento e minore discesa dei prezzi futuri di quanto si potrebbe realizzare, ma comunque ben vengano, forse fanno parte di uno zoo complicato con tanti animali diversi diciamo
– dove spiace è per gli impianti grandi (utility scale), quelli soggetti ad iter di autorizzazione nazionale, che potrebbero essere messi all’asta a prezzi del kwh bassi, cioè farebbero abbassare più velocemente i prezzi PUN e l’uso delle centrali termiche; su questi a me sembra (?) invece che come governo facciano ancora ostruzionismo, che si muovano come il gambero, un passo avanti e uno indietro
formalmente vantano che i tempi burocratici del MASE sarebbero migliorati rispetto a 4-5 anni fa, ma come tempistica fa ancora pena, sono ancora sotto organico dopo anni di polemiche su questo, ed hanno un arretrato di pratiche di 5-10 anni?
come se non bastasse il Mase, a volte il lavoro sporco (ritardi, oppure un rifiuto non argomentato) la fo il ministero dei beni culturali, cosi si palleggiano le pratiche.. e nessuno mette mano per chiarire le competenze
anche i decreti che dovrebbero semplificare a volte sembrano scritti con malizia, oppure sono solo fatti non bene, fatti arrivare con ritardi biblici (con effetto di bloccare il settore nell’attesa) e magari contenenti nuove complicazioni (esempio la definizione delle ” aree idonee”, doveva essere una semplificazione e pare essere il contrario, si fa prima a cercare altre aree), oltre a un paio di nuovi balzelli per gli investitori
Ne sai probabilmente più tu di me, in ogni caso gli impianti di livello commerciale o industriale sono la maggioranza della capacità installata, che ha evidentemente beneficiato dei tagli alla burocrazia.
Questa credo sia invece ancora un freno per le installazioni “utility scale”, cioè dal MW in sù, e che dovremmo cercare di aumentare anche per ottenere gli impianti che producano energia al miglior costo (ormai sui 2 cent / kWh!).
L’uso di poco carbone sballava la media pesata delle emissioni carboniche delle nostre fonti energetiche; a inzio 2024, l’impronta carbonica del nostro kwh è scesa a:
– 300 gr di Co2 – stima con fattori emessivi generici per la filiera metano
– 270 gr di Co2 – stima con fattori emissivi di ISPRA per il nostro Paese
aggiungendo circa +22% di emissioni per le dispersioni di rete e di ricarica dell’auto elettrica, ognuno può calcolare quanti gr di Co2 al km emette la sua BEV per i “rifornimenti”
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– 240 gr di Co2 al kwh è la media europea al 2023 (calcolo report EMBER)
ottenuti con circa 45% di quota di rinnovabili (dato 2023); questa percentuale sale circa +3% ogni anno, cioè sta salendo rapidamente
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con 5-6 anni di installazioni di rinnovabili, se iniziassero ad arrivare in porto i tanti iter autorizzativi in valutazione persi nelle paludi dei Ministeri, potremmo arrivare vicini a dove sono ora Spagna e Portogallo:
– 90-110 gr di Co2 al Kwh
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le autorizzazioni dei parchi di rinnovabili vengono palleggiate per anni tra Ministero M.A.S.E e Ministero Cultura
se ho capito correttamente, di recente in alcuni casi gli investitori di progetti di rinnovabili hanno dovuto usare la Giustizia amministativa per chiedere nuove valutazioni in caso di parere negativi ritenuti non motivati, o anche solo per ottenere date certe per i responsi delle valutazioni dei citati ministeri
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intanto i privati e le aziende qualcosa hanno fatto da sè con impianti domestici
mi pare ai dati Terna (306 TWh annui nel 2023) vadano aggiunti ulteriori circa 30 TWh annui (dato 2023) di energia autoconsumata
Bene ma non benissimo insomma.
Servirebbe una accelerazione decisa, ma questo governo (sia quello nazionale che i vari regionali) non mi pare proprio il miglior alleato della transizione energetica.