Home Scenari Più punti di ricarica (64.391) in Italia e sempre più ultraveloci

Più punti di ricarica (64.391) in Italia e sempre più ultraveloci

9

Vuoi leggere questo articolo senza pubblicità? Entra qui e abbonati a Vaielettrico Premium
ADV

Sono diventati 64.391 i punti di ricarica ad uso pubblico installati in Italia. Rispetto a fine 2023 sono aumentati di di 13.713 unità. «Il Paese è sulla strada giusta, ma serve più coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per portare avanti un processo di infrastrutturazione indispensabile» ha commentato Fabio Pressi, AD di A2A E-mobility e presidente di Motus-E presentando a KEY di Rimini la sesta edizione dello studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”. 

I punti di ricarica lungo le autostrade sono 1.087 a cui vanno aggiunti gli altri 3.447 collocati a meno di 3 km dai caselli autostradali. In raffronto al resto d’Europa, e in rapporto con un parco auto elettriche tra i più esigui, l’Italia non è messa male.

Una rete di ricarica che non sfigura in Europa

Tanto che ha centrato il 75-80% dei parametri di adeguatezza fissati da Bruxelles. Facendo meglio di Paesi come la rancia, la Germania e il Regno unito, sempre citati come esempi di transizione elettrica avanzata.

L’Italia si distingue anche come uno dei Paesi con la maggior quota di caricatori fast o ultrafast, cresciuti l’anno scorso del 47% fino a rappresentare il 22% del totale. Non si può certo dire, quindi, che ci manchi una moderna rete di ricarica veloce in corrente continua.

Restano gli squilibri territoriali (57% dei punti di ricarica sono al Nord, il 20%  al Centro e il 23% al Sud. L’analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati evidenzia infine che nel 94% del territorio è presente almeno un punto di ricarica nel raggio di 10 km; e nelle grandi città si arriva a 2000 punti di ricarica.

Pressi auspica perciò che «vengano estesi i termini per l’utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l’impiego e supportare la crescita dell’infrastruttura nelle zone meno coperte”

Tariffe care e il 16% delle colonnine ancora spente

Diminuisce, ma di poco, la quota di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali: oggi è al 16% contro il 18% del 2023). Restano insomma vischiosità burocratiche a ritardare il collegamento alla rete da parte dei distributori locali dell’energia. «E’ il momento di valorizzare al massimo il lavoro fatto con un maggior coordinamento pubblico-privato – sollecita Pressi -, anche attraverso l’atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE)».

E resta il nodo delle tariffe,  cervellotiche, poco trasparenti e tra le più care d’Europa.

-Iscriviti alla newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico-

Apri commenti

9 COMMENTI

  1. Antonio hai ragione. Nello scrivere “spostare quelle messe a casso” ho riassunto, in maniera grossolana, come sono state disposte tante AC e tante DC attuali.
    Le DC andrebbero installate in tutti i distributori di carburanti, autostrade e fuori.
    Le AC nei parcheggi e diffuse nei quartieri. Già si comincia a vedere delle AC nei lampioni.
    A Verona ne ho viste qualcuna.
    A Brescia stanno lavorando in quella direzione.

  2. Sarebbe da migliorare la fruibilità delle colonnine di ricarica con un sistema unico di pagamento, così come avviene per i distributori di carburanti.
    Diversi gestori/fornitori e possibilità di utilizzo di una sola scheda/applicazione.

  3. Ottimo che cresca il numero totale di colonnine, così come la frazione di quelle ad alta potenza, e che cali il numero di quelle non operative.
    Adesso è ora di affrontare anche il tema dei costi di ricarica, prendendo spunto da quanto fatto nella telefonia mobile per combattere le posizioni dominanti e predisporre regole che permettano la sana concorrenza fra gli operatori, e predisponendo prezzi dell’energia per gli operatori meno oberati di tasse e imposte varie (vedi https://www.vaielettrico.it/tariffe-di-ricarica-ai-raggi-x-ecco-i-numeri-dellanomalia-italiana/)
    Rimangono poco affrontati anche i punti relativi alla normativa per l’installazione di colonnine di ricarica condominiali e all’installazione delle colonnine a bassa potenza per la ricarica lenta notturna nei quartieri residenziali, entrambi essenziali – assieme all’introduzione di auto elettriche dei segmenti A, B e C a prezzi paragonabili alle pari segmento termiche – per democratizzare, semplificare e diffondere l’uso dell’auto elettrica anche e soprattutto nelle città, dove tantissimi non hanno un box ove ricaricare.

  4. Tutto bello…
    Adesso cominciamo a riparare quelle guaste da mesi, quelle installate e spente da mesi, farle funzionare tutte in roaming con una tessera o con le carte di credito/bancomat, a costi sensati, spostare quelle installate a casso, e metterle in posti più logici….
    Addestrare i vigili urbani ad intervenire in maniera puntuale, e magari educare tutti gli automobilisti BEV o ICE ad un uso corretto della loro occupazione.

    • Roberto magari incomincino a mettere le AC sotto le case degli italiani ( soprattutto a quelli che non hanno box disponibili) e a diminuire i prezzi delle ricariche… le superfast in autostrada a costi da gioielleria e qualche multa in piu nei divieti di sosta non cambia certo il grosso del problema

      • Il mio unico grosso problema, fin’ora, sono state le colonnine di Enel, visto che sto ancora usando una loro tessera in “omaggio”. Una volta su due non riesco a caricare. O non vede la spina inserita, o parte e dopo un secondo mi dice carica terminata, grazie arrivederci.
        Mai avuto un problema in tutte le altre in roaming.

        • Roberto scusa .. capisco il tuo problema con Enel ..ma questo cosa c’entra con la carenza delle AC nelle zone residenziali per poter ricaricare comodamente la notte a dei prezzi “umani” come ho prima segnalato?

Rispondi