Più elettriche che diesel: clamoroso sorpasso in Francia nelle vendite di auto in settembre. I veicoli a batterie salgono al 16% di quota di mercato.

Più elettriche che diesel, con le EV al 16% di quota
I numeri parlano chiaro: nel mese scorso in Francia sono state immatricolate quasi 22.500 auto elettriche, contro 20.316 diesel. Un sorpasso definitivo? Gli analisti sono cauti, dato che il mercato è in parte falsato dalla carenza di componenti, che allunga a dismisura i tempi di consegna di alcuni modelli. Ma il sorpasso di settembre sembra segnare l’epilogo di una tendenza che durava ormai da diversi mesi. Anche perché gli acquirenti di auto elettriche in Francia non sono grandi flotte di noleggiatori o aziende, ma privati che scelgono proprio di cambiare motorizzazione. In tutto a settembre si sono vendute di 141.142 auto, con un mercato che, pur crescendo del 5,5% rispetto al 2021, resta ben lontano dai livelli pre-Covid. I dati italiani verranno invece resi noti domani, 6 settembre, in ritardo di alcuni giorni a causa di un problema tecnico.

Best-seller resta la Megane, arretra la 500e al 7° posto
Tornando al mercato francese, modello leader nell’elettrico si conferma la Renault Megane E-Tech, con 2.897 immatricolazioni, davanti alla Tesla Model 3 con 2.202 consegne. Seguono la Dacia Spring, con 2.170, la Peugeot e-208 (2.129) e la Renault Twingo (1.387), che per per una volta sopravanza la 500e (1.269). Arretra ancora la Renault Zoe, con appena 1.118 auto vendute, davanti alla Peugeot e-2008 (867) e alla Volkswagen ID.3, che chiude la top ten con 632 consegne. Sul totale del primi 9 mesi del 2022, invece, la Peugeot e-208 si conferma prima con 14.111 immatricolazioni, davanti alla Dacia Spring (13.022) e alla Fiat 500e (12.454). Seguono Twingo, Zoe e Model 3, ognuna con poco più di 10 mila immatricolazioni. Ma è facile prevedere che la Mégane, in consegna solo da maggio, presto si inserirà nelle primissime posizioni, essendo già arrivata a 9.154 immatricolazioni a fine settembre.
Non conosco i prezzi attuali, ma fino all’anno scorso la differenza non era per niente marcata:
https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Electricity_price_statistics
Da notare come il prezzo medio in Norvegia sia di 0.22, contro i 0.23 italiani e 0.20 francesi, eppure in Norvegia la diffusione delle auto elettriche è altissima. Siamo sicuri che c’entri solo il prezzo dell’elettricità per influenzare la diffusione delle auto elettriche?
Metti il disel a dieze euro l. e vedemo sa succede
C’entra il potere d’acquisto anche.. Inventando numeri, se lo stipendio medio in Italia è 1500,in Francia 2000 è in Norvegia 3500, capisci bene che quel 20 centesimi al kwh incidono in maniera molto molto diversa, oltre al fatto di poter accedere molto più facilmente ai prezzi delle elettriche attuali.
In Norvegia sono anche estremamente pochi, la metà della popolazione della Lombardia per far un paragone, in numeri assoluti è più facile convincere e gestire punti di ricarica pubblici sufficienti e capillari per tutti.
Ora, almeno in Italia, quel 23 centesimi è diventato 70 centesimi, a chi ha uno stipendio medio da norvegese peserà meno che a uno che ha stipendio da reddito di cittadinanza, penso sia abbastanza normale
Premessa, non so perchè la mia risposta è finita qui, era in risposta ad Alberto qua sotto, che citava il nucleare francese come motivo delle maggiori vendite, mentre si vede che l’elettricità costa uguale in Italia e Francia. E ultimamente il nucleare francese è parecchio mitizzato (https://www.qualenergia.it/articoli/francia-nucleare-da-esportatore-di-energia-basso-costo-a-malato-europa/)
Per gli stipendi, in parte è vero, c’è un 17% di differenza media tra noi e i Francesi, stando a questo grafico che ho trovato:
https://www.statista.com/statistics/557777/average-annual-salaries-in-europe/
(fidandoci di statista.com, che solitamente ha dati affidabili).
Io però ci vedo anche una maggiore ritrosia culturale a comprare auto elettriche qui in Italia, perchè di persone col potere di acquisto per prenderle ce ne sono anche qui. Chi compra un’auto premium da 60k in Italia potrebbe tranquillamente prendere una Model Y, di cui in giro se ne vendono a secchiate.
Qui i secchi sono vuoti, le Tesla che giravano hanno riportato ai loro paesi i turisti anseatici.
La prevalenza è delle decennials e ultra decennials da rottamare ma che nessuno porta a compimento perché non ci sono incentivi neppure per eliminarle, le poche vetture nuove sono le rumene Sanderos.
Certo che no. Infatti in Norvegia c’è stata una campagna persecutoria (che c’è ancora) nei confronti delle ICE. Semplice.
Cioè: tutta la politica sta facendo la guerra al diesel e qualcuno si sorprende che non vengano più acquistate auto con quella motorizzazione? Bizzarro….
La guerra è pure figlia del fatto che con la massiccia diffusione del diesel la raffinazione è in difficoltà in quanto da un barile di petrolio si ricava molta più benzina che gasolio.
Riflesso del nucleare che offre un costo del kWh nettamente inferiore rispetto a quello italiano oltre ad essere ovviamente concorrenziale con il più elevato costo del gasolio a parità di percorrenza per vetture di segmento analogo.
Va inoltre detto che Francia e Polonia sono i due paesi europei con i più importanti giacimenti di shake gas, oggetto di moratoria in Francia dal 2013 e mai in precedenza sfruttato.
Domanda: nelle 20.316 diesel sono comprese anche le hybrid, plug in ecc?