Più concorrenza nelle ricariche (e quindi prezzi più bassi??): arriva la legge. La norma è contenuta nel disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025, che dovrebbe arrivare all’esame del prossimo Consiglio dei ministri.
Più concorrenza nelle ricariche per abbassare i prezzi
Non è che in Italia manchino le ricariche: è che la maggior parte è nelle mani di alcuni pochi operatori. “Tale infrastrutturazione… presenta dei rischi a livello concorrenziale, che potrebbero compromettere l’efficienza del settore nascente. A causa della creazione di situazioni di monopolio o di forte potere di mercato locale. In particolare, si fa riferimento “alla possibilità che essa conduca alla concentrazione delle infrastrutture di ricarica in capo a pochi o a un unico soggetto a livello locale“, si legge nella relazione illustrativa.
Troppe posizioni dominanti a livello locale
Quest’ultimo, “in tal caso, risulterebbe l’operatore (il “Charging Point Operator” o CPO) dominante nei confronti della clientela che necessita di ricaricare in una determinata area. Sia nel caso in cui l’offerta ai consumatori finali sia intermediata da altri operatori (i cosiddetti MSP o EMP, detti anche “E-Mobility Providers” o “EMP”). E sia nel caso in cui l’automobilista abbia la possibilità di pagare direttamente l’energia al gestore della colonnina di ricarica.
Tale situazione di potere di mercato locale potrebbe ingenerare incentivi ad aumentare i prezzi delle ricariche. Nonché a porre in essere condotte escludenti a danno degli operatori concorrenti nel mercato complementare degli intermediari (MSP). Questo per favorire la società del proprio gruppo (gran parte dei CPO, infatti, è attiva anche come MSP).
Più concorrenza nelle ricariche: favorire nei Comuni chi ha meno del 40% delle colonnine installate
A riguardo, l’impianto normativo attuale prevede che l’infrastrutturazione è gestita sostanzialmente a livello comunale. I Comuni disciplinano l’installazione, la realizzazione e la gestione delle infrastrutture. E “possono consentire, anche a titolo non oneroso, la realizzazione e gestione di infrastrutture di ricarica a soggetti pubblici e privati.
Anche prevedendo una eventuale suddivisione in lotti, da assegnare mediante procedure competitive, trasparenti e non discriminatorie“. Per questo si è reso opportuno, anche tenendo conto della segnalazione dell’Antitrust, “introdurre una previsione normativa in modo da garantire migliori dinamiche concorrenziali a livello locale“.
Le disposizioni specificano che le procedure di realizzazione e gestione delle infrastrutture devono favorire, “a parità di altre condizioni, la presenza di una pluralità di soggetti. E, dall’altro, il Comune deve dare priorità alle istanze di soggetti che detengano meno del 40% del totale delle ricariche installate o già autorizzate nel territorio comunale“.
- “L’auto elettrica è un campo minato e vi spiego perché”: parla Alessandro Macina di Report (Rai Tre)
Ho comprato una vettura elettrica da due mesi, non ho un garage e ho 77 anni. C’è gente che si meraviglia per la mia scelta e noto che ci sono tanti e tanti pregiudizi molto profondi. Le informazioni che arrivano alle gente sono sintetiche e spesso sbagliate. Quello che non mi piace assolutamente è il far west nel mercato delle tariffe per la ricarica: la maggior parte delle colonnine è a bassa potenza e servirebbero solo se si abita lì vicino: assurdo! Io mi servo a colonnine a 60 kW o anche 250kW e mi rifornisco con calma dal 20% al 80% in una ventina di minuti. Per i viaggi lunghi mi sono (facilmente) organizzato con l’applicazione EVDC e si trovano anche prezzi accettabili. Stranamente alcune ditte nazionali leader hanno prezzi esosi già con le ricariche lente… questo è veramente inaccettabile.
Complimenti Sig. Giorgio.
Qualche mese fa ho chiesto ad una giovane collega (22 anni), che voleva cambiare auto di fare un pensiero sull’EV.
Risposta: non ci penso proprio.
Che dire, non sempre l’età rappresenta bene la giovinezza di spirito… salvo non si tratti del nuovo smartphone.
ma la soluzione è di una facilità disarmante. roaming obbligatorio per tutti, con sovraprezzo del che so +10% sul contratto in uso. quindi esempio: arrivo alla colonnina plenitude e posso usare il contratto electrip (0.40 + sconti vari che mi pare si arrivi a 0.35 o giu di li) e vedi come si abbassa il mercato !!!! se loro la possono vendere a 0.40 non vedo perchè non possas venderla ENI o similari
Eh! Facile!
Ma così fai gli interessi degli italiani, non degli amici del Governo!
Te li vedi, ad esempio, Zafarana e Descalzi, tutti sudati, a dirottare i loro elettroni alle colonnine dei concorrenti per un misero 10%!?
Quando devi caricare, non ti importa di chi sia la colonnina. Ti importa che la colonnina FUNZIONI. Se la colononnina è della topogigio srl che ha 10 colonnine, ho davvero questa garanzia?
Non si possono affrontare questioni di infrastruttura strategica come si affronta il numero di bar in centro storico per favorire la concorrenza.
Però per il libero mercato dell’energia funziona così, di topogigio srl che ti vendono la corrente ce ne sono parecchie. Alla fine sono arrivate pure le poste, famosissime per avere centrali di produzione e reti di distribuzione
Gli operatori che citi sono reseller.
Qui si parla di operatori che installano le proprie colonnine.
Nel tuo esempio sarebbe come se glo operatori installassero i propri contatori, le proprie linee, le proprie centrali, incentivati dal comune.
E’ un po’ diverso come esempio, non credi? 🙂
No. Perché comunque le linee elettriche in bassa tensione sono tutte di proprietà di Enel distribuzione o al limite dell’azienda, di solito la municipalizzata locale. Posso farti un esempio: qui abbiamo una decina di colonnine Unoenergy, non mi pare che loro abbiano una infrastruttura proprietaria, difatti sono allacciate ai quadri elettrici di Dea ( ex Amaie Energia) che gestisce la distribuzione in una parte di Sanremo, l’altra parte è allacciata con Enel
Sarebbe interessante sapere se per scrivere la legge abbiano visionato la struttura del prezzi praticati.
Spero che questo apra le porte ad altri operatori negli autogrill, dove oggi sei costretto ad utilizzare l’unico presente.
L’altra cosa che avrei fatto è qualcosa per snellire i processi burocratici, tipo il silenzio assenso dopo 30 giorni, in modo che il comune a cui si richiede il permesso di installare una colonnina non possa tenere la pratica ferma un mese.
È già incredibile che l’AGCM si sia accorta della situazione di duopolio e di distorsione del mercato tramite il meccanismo del “roaming”.
Che poi arrivi addirittura una legge anti-duopolio e di regolamentazione delle tariffe di roaming, con questo governo non ci credo finché non la vedo pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Ma, in mezzo a tanto fumo, c’è dell’arrosto?
Ma invece di “congelare” il mercato creando delle piccole aree protette in cui i piccoli gestori sono al riparo dalla concorrenza e quindi si guardano bene dal tentare di farla ai grossi player, non era meglio regolamentare il roaming delle tariffe?
Boh, mi pare espressione di una mentalità da bottegai…