Pi-pop: eBike senza batteria. Possibile? Sì, perché questa bici francese utilizza un supercondensatore che immagazzina l’energia della pedalata e la rilascia quando serve.
Siamo nel centro della Loira, in Francia. Dove l’azienda Pi-Pop ha ideato e costruito una bici elettrica senza batterie né ricarica. Non ha bisogno di energia elettrica perché si ricarica quando pedali grazie al suo super condensatore. Si tratta di una piccola rivoluzione made in France nell’industria del ciclo. Anche da un punto di vista ecologico, perché uno dei problemi legati alla mobilità elettrica è quello dell’approvvigionamento delle materie prime.
Dopo sette anni di ricerca e sviluppo, l’azienda di Orleans ha vinto la sua scommessa: produrre una bici elettrica senza batterie e senza ricarica. Secondo l’annuncio dei suoi creatori, si tratta “della prima bicicletta elettrica al mondo che ha bisogno solo di… te!”.
Come funziona l’eBike Pi-Pop?
Per raggiungere questo obiettivo Pi-Pop è dotata di un sistema di super condensatori che consente una ricarica ultra rapida dell’energia immagazzinata. A differenza di una bicicletta elettrica convenzionale, la cui batteria viene ricaricata dalla rete, il super condensatore utilizza l’energia prodotta dalla pedalata muscolare. Insomma, pedalando in piano o in discesa, carichi i supercondensatori che ti permetteranno poi di affrontare le salite e i falsopiani con il supporto del motore elettrico. Il supercondensatore riesce ad immagazzinare velocemente una grande carica di energia elettrostatica, che scarica altrettanto velocemente e con grande potenza.
Cosa cambia? Poca energia e grande potenza
A differenza della batteria tradizionale, che immagazzina energia elettrochimica, il supercondensatore riesce però ad immagazzinare poca energia, quindi può assistere la pedalata solo per brevi tratti.
I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici. Innanzitutto il super condensatore non richiede metalli preziosi come il litio la cui estrazione è ampiamente denigrata. Durante il suo utilizzo non necessita di energia elettrica per funzionare e quindi il numero di ricariche è pressoché illimitato. L’azienda stima la durata di questa “batteria” di nuova generazione in dieci o quindici anni rispetto ai tre-cinque anni di una batteria elettrica convenzionale.
Inoltre, il sistema offre anche un certo comfort di utilizzo poiché l’utente non è vincolato al numero di chilometri che può percorrere. Infatti, mentre pedala, ricarica la sua batteria. Abbastanza per godersi lunghi viaggi con la mente leggera. Composto da materiali comuni come alluminio, carbonio, cellulosa e polimeri, il supercondensatore può essere quasi completamente riciclato. Costo della eBike Pi-Pop: 2.450 € per l’ultimo modello che ha un peso complessivo di 20 kg.
Un lungo viaggio
È il risultato di diversi anni di ricerca e sviluppo svolti dall’azienda di elettronica, STEE, che inizia nel 2016 e che impiega 25 persone a Olivet. «Il vantaggio è che non è necessario aver ricaricato la batteria quando si vuole portare fuori la bicicletta. Consumiamo meno, e in più questi componenti non contengono metalli preziosi» sottolinea l’azienda.
Per ora i pezzi realmente prodotti sono 20, che utilizzano biciclette muscolari normalmente in commercio dove inserire la nuova tecnologia. STEE, che normalmente produce schede elettroniche, ha avviato a inizio anno la produzione di circa un centinaio di unità aggiuntive e intende produrne mille a regime. La piccola azienda ha inoltre appena siglato con il marchio Boulanger la futura distribuzione dei suoi prodotti.
La bicicletta senza plug-in qui presentata come una novità è già da anni realtà su un progetto iniziato al politecnico di Milano nel 2013.
L’articolo sottolinea l’utilizzo di un supercondensatore, unica vera differenza, che però non spiega la necessità di 7 anni di ricerca – ed è evidente che l’assenza di ricarica non dipende dalla scelta della tipologia di accumulo di energia. In più il condensatore si scaricherà più rapidamente di una batteria e tendenzialmente pesa di più a parità di carica.
Ha forse senso nel “risparmio” di metalli rari, ma lascerei questo argomento per le auto, che necessitano di batterie enormi rispetto a quelle delle biciclette.
Sotto il link, magari scrivete un articolo su di loro che hanno fatto la stessa invenzione 10 anni prima: https://www.zehus.it/prodotti/horizon
Da estimatore di vaielettrico anche io trovo questo articolo molto poco lucido. Pare di stare leggendo un media generalista che sa poco o nulla di batterie e di mezzi a propulsione elettrica. Questa ebike sarà una delle cose più scomode e faticose da usare. Peccato per questo articolo entusiasta che sembra molto poco ponderato, forse un copia incolla dal sito del produttore e poco controllo pre pubblicazione?
Boh non mi sembra un articolo cosí “generalista”, è vero che si concentra soprattutto sui pregi del condensatore ma accenna anche al problema della minore durata dell’assistenza (per la minore capacitá che questa soluzione tecnica offre rispetto alla classica batteria)
Ma voi di vaielettrico da che parte state? “Metalli rari come il litio”: non è un metallo raro! “Le batterie durano dai 3 ai 5 anni”: falso, con la garanzia che spesso raggiunge gli 8 anni data dal produttore stesso. E poi , questa bici , può sostituire un e-bike in qualsiasi tipologia d’uso,? Non credo proprio!
Bisogna dire che nel suo sito (linkato dall’articolo) il costruttore non nasconde le limitazioni del condensatore rispetto al classico accumulatore, cioé la minore quantitá di energia che puó immagazzinare e l’autoscarica molto maggiore. Viene anche precisato che la bici, per i motivi appena elencati, puó affrontare salite non oltre i 500 metri di lunghezza e il 10% di pendenza.
/// la garanzia che spesso raggiunge gli 8 anni data dal produttore stesso \\\ La garanzia di 8 anni è lo standard nel settore auto dove le batterie adottano sistemi di gestione assolutamente non paragonabili a quelli del settore bici e dintorni dove bisogna soddisfare ben altri requisiti di peso e dimensioni
Corretto. Abbiamo rivisto l’articolo per mettere in evidenza questo limite intrinseco dei supercapacitors. Interessanti gli studi, già avanzati, su sistemi di accumulo ibridi che utilizzano supercondensatori e batterie integrati.Tesla con Maxwell, via alla sfida dei supercondensatori o Nawa Racer, la moto a supercondensatore prende forma
Ho una e-bike da 13 anni (E-Atala del 2010 )ed ha ancora le batterie al litio originali, seppure con autonomia un po’ limitata
Ha ragione, abbiamo corretto
Boiata pazzesca. Un motore con regen è notevolmente più pesante di uno senza, che implica un maggiore sforzo del ciclista. Per non parlare di percorsi un piano: il condensatore può ricaricarsi solo a patto di fare fare un maggiore sforzo al ciclista.
Altra fake news è la durata della batteria di 3-5 anni. Personalmente ho una batteria di 4 anni e circa 7000km ancora in perfetta efficienza, avrà perso forse il 10-15 percento di autonomia
Diciamo che hanno voluto replicare su una bicicletta il principio delle auto ibride ma con suercondensatori. La proverei se fosse disponibile al test