“Fai la spesa, accumula punti e risparmia sulla ricarica della tua auto elettrica”. Sebbene la proposta sembri allettante, i risultati sono incerti e stenta ad affermarsi nei centri commerciali. Una iniziativa lodevole è quella di Fabrizio Campanini proprietario della stazione di ricarica “Pieve ti Ricarica”. Siamo nel centro storico di Pieve di Cento, nel bolognese.
Anche qui l’offerta con i punti non è decollata, ma la stazione di ricarica, concepita e finanziata per fornire un servizio alla comunità, è aperta da 5 anni e l’imprenditore continua ad investire. Puntando anche su fotovoltaico e tariffa “bioraria”.

La storia di Pieve ti Ricarica, le colonnine per dare servizi al centro storico
“Pieve ti Ricarica è un’idea che abbiamo concretizzato con mio padre cinque anni fa grazie ai fondi della Regione Emilia Romagna destinati a tenere in vita le attività commerciali e artigianali dei paesi vittime del terremoto. A iniziare dai centri storici”.
La stazione di ricarica nasce, quindi, come servizio a residenti, frequentatori e attività economiche del centro storico. “Un punto di ricarica accessibile a chi lavora o deve recarsi in centro”.
Un’opportunità per gli automobilisti elettrici. E i punti? E lo sconto? “Si scansiona lo scontrino della spesa nei negozi del centro e si ha una riduzione del costo della ricarica del 10%. Ma è un sistema che non ha funzionato”.
Con l’impianto fotovoltaico si punta alla tariffa “bioraria”
Fine della storia? No. Fabrizio rilancia. “L’anno scorso abbiamo installato un impianto fotovoltaico da 50 kW. Acquistare energia e rivenderla non è sostenibile, non ci sono margini sufficienti per avere una remunerazione”.
Quindi via all’auto produzione. Ma non basta, serve una strategia. “Sto pensando a premiare la ricarica durante le ore del giorno quando c’è la produzione di energia”.
Una sorta di tariffa bioraria – prezzi a seconda dell’orario e del giorno della settimana – perché conviene vendere agli automobilisti e non cedere l’energia alla rete. E agli automobilisti conviene? Può essere interessante per chi lavora o ha degli impegni in centro.
Cinque colonnine: 2 DC e 3 AC
Pieve ti Ricarica può contare su due colonnine DC da 140 kW totali, poi «le AC che ricaricano a 22/11 kW e 7,4 per le plugin. Dipende dall’auto».
Le tariffe? «Rientrano nella media del mercato e sono tarate rispetto alla nostra dimensione aziendale. Le abbiamo aumentate di 10 cent un mese fa, siamo a 0,60 euro per le AC e 0,70 per le DC. Garantiamo anche la sicurezza perché si può ricaricare solo su prenotazione con la App. Si entra in un’area recintata e video sorvegliata».
Ma si guadagna? «Ho un mio lavoro e riesco a ricaricare le mie due auto elettriche».

Insomma è difficile fare impresa – soprattutto senza auto produzione – per i piccoli imprenditori.
«Sono proprietario di una Tesla Y performance e una VW ID3. Da quattro anni guido auto elettriche. Per me, visto che ho la mia stazione di ricarica e per di più davanti a casa, l’elettrico è super comodo. Anche lontano da casa, soprattutto con la Tesla, i Supercharger sono più economici, anche rispetto alle nostre tariffe, ben posizionati e ben controllati. Si possono fare dei viaggi lunghi”.
Un vero teslaro: «Non solo per la ricarica, ma per tutti i servizi che offre Tesla, anche per la manutenzione».
Pieve ti Ricarica resta un presidio prezioso, oltre la ricarica il parcheggio custodito, e chissà che le tariffe “biorarie” grazie al solare calino rispetto alle attuali.
60 cent la AC e 70 le DC mi sembrano in linea col mercato. I SUC costano cosí ai non abbonati, plenitude è a 65cent la DC fino al 31 Maggio, electrip a 50 cent.
Insomma se metti 50KW di FV, mi aspetto che di giorno si trovi a molto meno, altrimenti ha senso solo come servizio in un posto dove non ci sono alternative.
Il proprietario ha spiegato bene: acquistare e vendere energia non offre grandi margini. Non a caso punta sul fotovoltaico, la tariffa “bioraria”? Se la cede alla rete non ci guadagna – è il principio primo di ogni attività economica – con la vendita della produzione può ottenere dei margini
Si ma a chi la vende a 70 cent a KWh?
Il punto è li.
Se per rientrare devi vendere a 70cent a KWh la vedo dura a venderla perchè ci sono già attori con migliaia di colonnine che la vendono a quei prezzi e senza avere il FV a fianco.
Vuoldire che è un mercato non aggredibile se non sei un player di certe dimensioni.
Mia opinione.
Daccordissimo con lei e aggiungo io avrei una coop nel mio paese ma non hanno colonnine e sarebbe utile che la loro politica delle ricariche spetti a tutti e non solo ad alcune città.valuterei di più quel supermercato se avessi un tornaconto con sconti ogni tot spesa
Bisogna comunicare a farsi sentire ..
Scrivere agli uffici clienti dei vari marchi… verificare le loro convenzioni…
(Anche i soliti “lamentosi” che scrivono commenti negativi pure qui sul blog .. Se ne mandassero 1 di richiesta a enti pubblici e commerciali ogni 10 commenti “che mancano le ricariche x tutti”… Sa quante richieste arriverebbero ai responsabili?🤣
Per i Comuni occorre contattare Sindaco o Assessore Trasporti/ Viabilità…per far mettere colonnine dove servono..non a casaccio o dove sono mal accettate (pochi posti disponibili..in concorrenza con ICE) o usati per fiere e mercatini.
I diritti vanno difesi (come i posti auto riservati a categorie)..ed anche le opportunità per migliorare vanno difese..
I commercianti sono abbandonati alle loro iniziative..mal supportati ..anche le loro associazioni di categoria dovrebbero aiutarli a fare iniziative simili a quelle descritte in articolo (e fare promozioni e convenzioni per ricaricare) altrimenti verranno travolti dal commercio on-line e sarà solo un gran traffico di furgoni per consegnare a domicilio pure una sola penna BIC
Sono oltre 2 anni (e >33k km) che ricarico ai supermercati (zero tempo di attesa) mentre faccio la spesa .. e per giunta pure Gratis perché uso la conversazione punti supermercato in buoni Ricarica.
(Ho FV a casa…ma quando non produce abbastanza..in 2/3 mesi invernali) i “crediti” accumulati mi fanno viaggiare anche ai sadici prezzi HPC in giro Senza spendere (oppure spendendo molto, molto meno!)
L’ articolo mi rincuora perché è una iniziativa privata da parte di un piccolo imprenditore in cui credo molto.
Punti di ricarica così possono svilupparli anche piccole realtà come i C.C.N. di paesi e città, mettendo assieme risorse per creare piccole stazioni di ricarica con FV e BESS (ove non si può alimentare grandi potenze direttamente); in fondo per chi fa spesa nei negozi di vicinato 20~40 minuti (con HPC 50kW) potrebbero essere piacevoli e possibili nelle realtà minori Se studiati e realizzati da associazione di commercianti.
Idem per le zone turistiche con es. Stabilimenti Balneari e ristoranti vicini..
(in realtà ove si passano tante ore bastano anche semplici prese industriali o WB a bassa potenza -e costo )
A Pieve non ha funzionato, ma è partito 5 anni fa e si tratta di un piccolo comune. Anche i supermercati vedo che non spingono tanto – con eccezioni come la sua – ma è una strada ben percorribile. T
anti automobilisti elettrici potrebbero sicuramente preferire - grazie alle carte fedeltà - i punti per tot ricariche rispetto ai soliti gadget o al set di coltelli per la cucina.
Gruppi Esselunga e Coop ( Tirreno & Firenze..ma avete pubblicato un bell articolo sulle nuove ricariche a marchio Coop di Genova).
Per le società più piccole è e sarà ovviamente più difficile..specie nelle zone a bassa presenza di elettriche (vuol dire che molti puntano su WB propria).
Per i “punti spesa” convertiti…lo facevo già anni e anni fa per benzina x la moto e gasolio per l’ auto… Ora mi torna molto utile per la BEV…visto che viaggia gratis praticamente tutto l’anno 😁
Grazie Damiano, ma sono una parte piccolissima del mondo retail. Ancora non hanno investito su questo tema.