Piccola batteria fa buon brodo, secondo la Honda. Che bisogno c’è di portare a spasso grandi e costosi accumulatori se poi facciamo un numero limitato di km?
Piccola batteria e piccolo prezzo, se usi l’auto in città
Il mondo dell’auto si sta dividendo in due fazioni. C’è chi pensa che i clienti abbiano bisogno di batterie molto capaci, per battere l’ansia da autonomia. E chi invece ritiene stupido spendere un sacco di soldi per dotarsi di un range da 500 km e più, quando invece usiamo queste macchine quasi solo in città. Un dibattito già aperto su Vaielettrico.it da Paolo Mariano, con un articolo dal titolo: “E se fossimo noi a farle costare meno?“. E ora l’ingegnere capo della Honda, Tomofumi Ichinose, dice la sua in maniera netta: “La maggior parte dei veicoli elettrici utilizza batterie di grande capacità, ma spesso gran parte di quella capacità rimane inutilizzata durante la guida in città“.

Secondo un report della Reuters, è proprio per questo che la Casa giapponese come primo modello elettrico ha puntato su un citycar, la Honda e. Un prodotto che non sarà venduto sul mercato americano, sempre legato ai “macchinoni, ma solo in Giappone e in Europa, da ottobre. Con pacco-batterie da 35,5 kWh e un’autonomia reale che EV-Database stima in circa 170 km. Prezzo: circa 33 mila euro, da cui togliere gli incentivi.
“Stupido spendere per un’autonomia che non usi”
“Ci chiediamo se i veicoli più grandi siano appropriati per le aree urbane e riteniamo che i veicoli più piccoli siano un’opzione migliore per le città“, continua l’ingegner Ichinose. Più che aumentare il numero delle celle-batterie, la Honda ha dato la priorità ad aspetti come la manovrabilità, per consentire facili inversioni a U nelle strade strette. Gli specchietti laterali, poi, sono stati sostituiti con display interni per evitare urti e graffi durante il parcheggio.

Del resto quella delle auto con autonomia e prezzi limitati sembra essere una strada imboccata anche da altri produttori giapponesi. La Mazda, per esempio, sta per lanciare un Suv elettrico, l’MX30, dotato di un pacco-batterie da 35,5 kWh, lo stesso della Honda e. L’autonomia dichiarata (ciclo WLTP) è di circa 200 km, ma il prezzo con gli incentivi si ferma a 30 mila euro (qui altre info). Piccola batteria fa buon brodo, se usi l’auto elettrica quasi solo in città. Meditiamo…
Io ho un sospetto, piano piano il costo delle automobile crescerà indifferentemente dal produttore, la crescita del prezzo prenderà due strade, la prima dovuta alla tecnologia innovativa come l’elettrico e l’idrogeno, la seconda perché tutte le altre verranno supertassate all’acquisto per spingere gli utilizzatori verso la tecnologia più recente. Qualcuno potrebbe dire che così si uccide il mercato, ma credo sia parzialmente vero, quale Italiano rinuncerebbe ad una nuova auto? Sono convinto che saremo disposti a fare finanzianti di 10 anni pur di non rinunciare all’auto privata.
Io sono anche d’accordo con Honda. Per la stragrande maggioranza delle persone non serve un’autonomia da 300 km, ma neanche da 100.
Però non si può pensare di vendere tutto ciò a 37.000€, e raccontare ancora di farci un favore. A 5-6-10.000€ posso starci. Ma a 37.000 no. Ed infatti la concorrenza offre auto che a quel prezzo permettono di fare tutto ciò che serve, eccezion fatta per il mitologico viaggio Bolzano-Agrigento A/R in giornata deciso per un’emergenza all’ultimo secondo da fare in 20 ore
Hahaha, come, non ti capita di farlo almeno una volta al mese??
Hai proprio ragione, a 34k come city car preferisco la 500 “la prima” che è appena uscita, 400 km di autonomia. Oppure la dacia che presenteranno a breve. Ma questa Honda costa come la model 3 😅
Ho avuto auto a benzina, diesel, metano, fra 5 anni cambierò l’ attuale Honda CRV, oggi non posso immaginare quale sarà la soluzione migliore per le mie esigenze, credo la scelta sarà tra una plug in con molta autonomia e magari con vernice speciale con il silicio monocristallino annegato o una a idrogeno, Toyota Mirai o un modello Hundai, leaders indiscussi nella tecnologia delle celle a combustibile FC. Come ogni anno, sono tornato nella mia terra natia, da Reggio Emilia per fare le vacanze estive, ho notato la mancanza assoluta di colonnine di ricarica sull’ autostrada dopo Salerno. Se riesco a ristrutturare la mia vecchia casa, installero’ un impianto fotovoltaico, una Tesla powerpack e un sistema di ricarica per auto elettriche. Se da qui a 5 anni l’ Italia farà progressi nell’ idrogeno, innanzitutto le infrastrutture di ricarica, allora potrei acquistare una auto a celle a combustibile FC alimentata da idrogeno pulito. Ho conseguito la laurea in ing. meccanica a Pisa nel 1982 con una tesi su idrogeno pulito e rinnovabili in collaborazione con Enel. Vorrei ricordare il relatore l’esimio prof. Dino Dini che aveva lavorato al Jet Propultion Laboratory di Pasadena NASA per diversi anni dove di idrogeno e rinnovabili ne aveva visto tante. A Pisa aveva la cattedra di macchine e quella di missilistica. Saluti Antonio Saullo
Non è andata bene col metano, gas ampiamente disponibile in Italia a buon prezzo, come potrà andar bene per l’idrogeno che necessita di infrastrutture dieci volte più complesse? E come risolvere il problema della densità e ergetica dell’idrogeno : 25 litri per kg a 700 bar? L’idrogeno lo si sta abbandonando anche per usi spaziali ultimamente…
Penso che le due tecnologie dovranno convivere, elettrico e termico. A questo bisogna aggiungere il costo che non dovrebbe allontanarsi troppo dai costi delle attuali auto a motore termico. Una batteria con un’autonomia di 100 km è più che sufficiente nell’uso quotidiano da utilizzare prevalentemente in città. Per rasserenare l’ansia da rifornimento basta un piccolo generatore a bordo con una decina di litri di benzina che interviene quando la batteria si sta scaricando. Autonomia totale 350/400 km. Il gruppo generatore è già stato progettato da una azienda italiana, si monta al posto della ruota di scorta…
Il generatore a bordo è già stato provato, alla fine serve solo a placare l’ansia da autonomia, dal punto di vista pratico meglio avere batterie extra al posto dell’extenser e del serbatoio.
Per me spendere 30/35 mila euri per un auto elettrica è davvero superfluo questa corsa per l elettrico cmq non sarà il futuro…il buon vecchio disel è tranquillamente convertibile a metano o GPL…con costi decisamente inferiori…. naturalmente aspettando l idrogeno..
Aspetto che nel lungo termine si muovano con la cattura della CO2, dando così finalmente una prospettiva circolare anche ai carburanti a base carbonio, poi tireremo le somme.
Per allora auto elettrica costerà meno della termica. Idrogeno impraticabile per le citycar, a malapena sufficiente per le grosse auto.
A me spiace il dogmatismo che individua per forza solo nell’auto elettrica la soluzione all’inquinamento. Questa corsa all’elettrico, sta uccidendo anzi tempo possibili preziosi alleati come l’auto a biometano. Sono un felicissimo possessore di una Punto 2012 a metano che era euro 6 già nel 2014. A biometano impatto non troppo di più di una elettrica. Le case automobilistiche, anche a causa dell’impostazione superficiale radical chic di governi come il nostro sono “costrette” ad abbandonare lo sviluppo di questi veicoli. Oggi un’ipotetica metano mild hybrid potrebbe tranquillamente fare 35 km con un euro e stare sotto gli 80g/km. Togliere dal conto degli alleati per ridurre la co2 il metano mon è una mossa furba.
bio o non bio si tratta sempre di bruciare qualcosa con un rendimento sempre scadente in assoluto e rispetto ad un motore elettrico. Non è più tempo di sprechi
A proposito di sprechi. A meno che tu non abbia un tetto solare a casa, e comunque anche se l’avessi saresti infima minoranza per motivi urbanistici, gli sprechi affliggono anche l’auto elettrica. 2020: il 50% energia elettrica è ancora prodotta con fossili (ops!) e l’Italia è virtuosa. Pensa alla Cina. Ti vengo incontro: sia 100 la quantità di elettricità producibile per unità di non rinnovabile. Se anche tutte le centrali fossero a gas (massima efficienza) si avrebbe da 100, 40 di rendimento (ops). L’elettricità prodotta dalla centrale e anche le rinnovabili stanno sulla rete elettrica. Priam passata di trasformatori con rendimento 0.99 (fantascienza) da altissima ad alta, da alta a 240 0.99, poi le inefficienze fisiologiche facciamo 0.8. Quindi 70*099*0.99*0.8 circa 55 dove 70 è 50 rinnovabili e 20 da gas in%. Da 70 siamo arrivati a 55. La tua elettrica si ricarica. Come il tuo smartphone, il rendimento di ricarica non è 1 ma è 0.99. Infine quello di utilizzo
è di 0.9. E arriviamo a 49. Siamo partiti da 70 e il calcolo fatto è molto ottimistico con rendimenti da fantascienza.Quindi anche l’auto elettrica SPRECA e neanche poco. Il bio metano invece è in economia circolare. È prodotto sul posto. La mia auto quindi rende poco ma siamo su 33 vs 49. Bisogna tenere i piedi per terra e fare poca ideologia.
Il biometano prodotto sul posto non è una tecnologia scalabile. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sì.
Il biometano che ti piaccia o no E’ RINNOVABILE a tutti gli effetti. Niente economia circolare, niente filiera corta e locale del biocombustibile (mentre la Cina ha quasi il monopolio delle terre rare per i magneti delle pale eoliche e dei motori elettrici ricorda qualcosa?) , i reflui li lasciamo in discarica, nei fiumi o nei campi e, quando il fabbisogno di elettricità crescerà facciamo la scalabilità di nuovo col carbone, invece di far conto di 8 miliardi di metri cubi di biogas? Se si guardano i numeri, ancora una volta, si può vedere che NON è aumentata la produzione di elettricità e soprattutto la capacità produttiva. Quindi lo spreco rimane. Quindi DEVONO ASSOLUTAMENTE essere percorse più strade contemporanee di produzione energetica rinnovabile. Aspettando le smart grid, aspettando le celle a combustibile, aspettando, aspettando… Tenendo poi conto di una possibile rivoluzione che è la diffusione dello smartworking. Così l’ecologia è garantita o dal lasciare l’auto ferma o dal non comprarla proprio.
Si ma se il biometano è una forma di energia “circolare”…
Sono d’accordo, ma l’auto elettrica è un terminale, la produzione dell’energia un problema che può essere risolto con il solare, eolico e idroelettrico con i combustibili fossili, speriamo sempre meno, e biologici, ma fare una produzione per la produzione di biometano potrebbe ingolfare l’agricoltura, utilizzarlo per produrre energia elettrica e contenere gli scarti della combustione una possibilità.
Una delle possibilità è anche quella di un’auto elettrica modulare senza batteria che permetta di cambiare la batteria scarica con batterie carica e di differente potenza per controllare il peso dell’auto e diminuirne gli sprechi.
Cruciale è che l’Europa adotti uno standard, le colonnine a mio parere potrebbero diventare in breve tempo una reliquia.
Per dover di cronaca (ed eventuali altri lettori) una persona che fa più di 100km al giorno sono io, e sono il primo ad affermare che 200km o poco più siano sufficienti!
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Sarebbero sufficiente se ci fosse una reta capillare di fast charge che possano permettere di fare una ricarica completa comparabile ai tempi attualmente impiegati per fare un pieno di benzina, nella sostanza, la batteria piccola va bene se sviluppi le ricariche super veloci secondo me
Bella idea la batteria piccola….per i produttori! Così saremo costretti a comprare tutti due auto…una per la città e l’altra per i lunghi viaggi.
Seguo da un po’ questo sito e leggendo i commenti ancora mi stupisco che anche qui la mentalità sia così limitata. Fare centinaia di chilometri in una giornata è un esigenza che riguarda una percentuale bassissima degli automobilisti, la maggior parte non si avvicina nemmeno ai 100km al giorno. Per loro un’auto con un’autonomia come quella della Honda sarebbe perfetta. Anche con una presa domestica avresti il 100% di ricarica tutte le mattine. Attualmente possiedo un’auto a metano con autonomia di circa 400km e prima un’altra con ancora meno autonomia. Mai avuto problemi di autonomia nell’uso quotidiano e per quei due/tre viaggi all’anno “fuori range“ basta un minimo di programmazione (cioè cercare su un’app i distributori di metano lungo il percorso). Ovvio che non per tutti è così, ma per me e la maggior parte degli automobilisti quelle autonomie In realtà andrebbero benissimo
Per l’uso che secondo te la gran parte degli automobilisti fa dell’auto bastano i mezzi pubblici. L’auto è avere la libertà di prendere su e andare dove ti pare.
Questa Honda è un giocattolo per bambini.
Sono assolutamente d’accordo con te e credo che la prossima frontiera sarà quella promossa dalla Cina e prima ancora da un imprenditore israeliano, ovvero l’auto senza batteria con batteria a noleggio ed intercambiabile. Permette di superare l’ostacolo tecnologico e di non portare in giro quintali di batteria per fare viaggi molto brevi.
Verissimo. Massimo degli Esposti (che saluto) sa bene che la tecnologia dello scambio di batterie (BSS, battery swap services) è una mia vecchia fissazione, che credo prima o poi dovrà prendere piede.
Scenario: esco da casa con la mia XYZ dotata di un singolo modulo da 15 KWh, ma passo dal “distributore” dove lascio il mio modulo scarico e prendo 4 moduli carichi (per un totale di 60 KWh) che il “benzinaio” ha messo in carica per me (durante la notte, a basso consumo ed alta efficienza). Pago e faccio il mio viaggio lungo, al termine del quale riporterò in carica i moduli.
Pago kilowattora, mica batterie. E porto a spasso i kg di litio che mi servono, mica quelli inutili
Non capisco bene il perché di questa vostra crociata per pe auto dall’autonomia limitata.
Anche perché, elettrico o meno, non c’è assolutamente nulla di sostenibile nel fare il commuting quotidiano in città in automobile.
Ma come “piccola”? Una batteria da 35 adesso é piccola?
Conosco diverse persone che potrebbero farsela bastare una settimana intera!
Sante parole
In attesa di batterie modulari
Sperando che i team di sviluppo (es Centoventi FCA) leggano questo blog
Le elettriche piccole di FCA useranno la piattaforma di PSA.
Senza autonomia l’elettrica non si diffonde, è una questione psicologica, oltre che pratica.
Personalmente i 260km della E UP li vedo ancora un pò stretti.
Se poi l’obbiettivo di qualcuno è fare prodotti poco appetibili per investirci poco e far fallire l’elettrico, questa è un altra cosa.