La multinazionale sudcoreana Hyundai si allea con la startup californiana Canoo. Questa collaborazione farà nascere una nuova piattaforma per la futura generazione di veicoli elettrici firmati dal colosso asiatico. Verrà quindi riprogettata l’architettura “skateboard” messa a punto dalla giovane impresa con sede a Torrance.
Alleanze in nome della sopravvivenza
Ulrich Kranz, CEO di Canoo, ha dichiarato in un’intervista a CleanTechnica che “il mondo della mobilità sta vivendo uno dei momenti più sconvolgenti nella storia dell’uomo e molti non ne sono ancora consapevoli“. Così, in uno scenario contemporaneo caratterizzato da grande incertezza, i marchi storici dell’industria automobilistica stanno cercando soluzioni per poter sopravvivere. Tra le tendenze in atto più facilmente riscontrabili ci sono gli accordi tra colossi automotive e startup che oscillano tra il settore dei trasporti e quello hi-tech. Rivian (leggi qui) e Ford, oppure Aeva e Porsche, solo per citare un paio di esempi. L’iniziativa di Hyundai prosegue questo filone (arrivando peraltro poche settimane dopo l’annuncio della partnership con la società inglese Arrival).
87 miliardi di dollari in gioco
L’intento del costruttore asiatico è molto chiaro: portare sul mercato automobili elettrificate (dalle piccole EV ai PBV) a prezzi convenienti, sfruttando la modularità come strumento per la semplificazione del processo produttivo (e degli investimenti). Questi ultimi saranno comunque elevati. La casa di Seoul prevede infatti un’impegno finanziario di 87 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. 52 saranno dedicati all’acquisizione e allo sviluppo di tecnologie avanzate per la mobilità attraverso il marchio Hyundai.
Gli altri 25 saranno utilizzati per potenziare il brand Kia, con l’obiettivo di raggiungere il 25% di veicoli full electric sul totale delle vendite nel 2025. Pertanto la fiducia nel progetto Canoo è molto elevata. Lo confermano le parole di Albert Biermann, Responsabile R&D di Hyundai Motor Group: “Siamo rimasti impressionati dalla velocità e dall’efficienza con cui Canoo ha sviluppato il proprio innovativo EV, dimostrandosi un partner tecnico ideale per noi in questa fase di transizione. Vogliamo diventare leader della futura industria automobilistica“.
Il lancio sul mercato arriva nel 2021
Pur essendo stata fondata a dicembre 2017, l’impresa statunitense ha avuto un percorso di crescita molto veloce. In soli 19 mesi è passata dagli studi su carta alla costruzione del proprio monovolume. E, nel 2021, dovrebbe esserci il lancio commerciale della vettura. Il successo di questa società deriva anche dalla qualità delle risorse umane di cui dispone. Attualmente può contare su oltre 300 dipendenti, molti dei quali provenienti da famose realtà automotive. Come il designer Richard Kim, con trascorsi in BMW e Faraday Future. La sua esperienza lavorativa ha inciso fortemente sull’identità del minivan elettrico. Specialmente nell’abitacolo, in cui la distribuzione dei volumi e delle superfici dà l’impressione di essere all’interno di uno spazio zen piuttosto che su un mezzo di trasporto.
Questa sensazione è accentuata dalle tonalità pastello dei tessuti e delle luci d’atmosfera a LED, così come è evidente la ricerca di una purezza materica e formale. Come testimoniano le raffinate texture dei rivestimenti (legno 3D e fibre ottenute da PET riciclato) che richiamano il design della BMW i3. Allo stesso modo, la plancia è minimalista e priva di grandi schermi (risulta abbastanza esplicito il legame con il progetto Mini Vision Next 100). Può accogliere uno smartphone che, sincronizzato con l’app Canoo, può fungere tranquillamente da navigatore. In più, grazie all’assenza del motore endotermico e dal piantone dello sterzo (c’è infatti la funzione drive-by-wire), la parte frontale del veicolo è costituita da un ampio parabrezza panoramico.
La modularità è sempre di moda
L’architettura componibile di Canoo certifica la bontà di questa soluzione progettuale. Il monovolume ha un’impronta a terra paragonabile alla Toyota Prius, ma può accogliere fino a 6/7 passeggeri ed essere riconfigurato in tanti modi. Forse i progettisti hanno osservato con attenzione il concept Capsula di Italdesign, oppure no. In ogni caso, la sfida per creare veicoli elettrici connessi, autonomi e condivisi non coinvolge soltanto la West Coast. A Torino la startup TUC Technology (fondata da Ludovico Campana e Sergio Pininfarina, nipote dell’omonimo imprenditore piemontese) sta lavorando alacremente sul proprio progetto di piattaforma multimodale e intelligente. L’idea piace (ha vinto il premio MAUTO “Avv. Giovanni Agnelli” 2019) e sembra avere un buon potenziale. Verrà acquistata da qualche casa automobilistica? Lo scopriremo presto.
– leggi anche: I ragazzi della Sion ce l’han fatta: 50 e più milioni
Vale la pena di spendere due parole anche per TUC, per il suo telaio a culla continua con ruote aggettanti all’estremità della struttura per mezzo di monobracci a sbalzo.
Il circuito del telaio si innalza verticalmente creando la culla che ospita varie configurazioni.
A questo concept mancano le sospensioni e il powertrain facilmente definibili applicando lo schema sospensivo della gloriosa Citroen 2 Cavalli e i motori elettrici coassiali alle ruote per realizzare una multifunzionale citycar.
TUC è anche e soprattutto un connettore digitale con fissaggi strutturali per sedili, cruscotti, schermi e altri componenti.
TUC è pensante, ha una scatola magica al centro della culla, si chiama Brain ed è più di un cervello, è un supercomputer collegato al Cloud TUC Brain che comunica scambiando dati tra il veicolo, l’utente e il cloud.
Quindi alla TUC Technology basta aggiungere:
Sospensioni della 2 Cavalli;
Batterie disposte anche in verticale nella culla del telaio per conseguire un’autonomia considerevole;
Motori elettrici wheel hub.
http://www.designhmi.com/2019/02/12/tuc-technology/
https://oppositelock.kinja.com/hydropneumatics-are-dead-long-live-some-other-weird-ci-1744945019
Caro Alberto, proprio questa settimana è in programma un nuovo evento della startup torinese:
http://www.tuc.technology
Chissà se si terrà e, soprattutto, chissà che cosa verrà annunciato.