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Piano Mattei, che follia: “portare” il gas in Africa invece delle rinnovabili

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La premier Giorgia Meloni (foto dal sito stampa di Palazzo Chigi).

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Nonostante il potenziale enorme delle rinnovabili, per il rilancio energetico dell’Africa il governo italiano propone di utilizzare il gas naturale. Lo si legge nelle 120 pagine del Piano Mattei approdato alla discussione parlamentare. Ma chi costruirà gasdotti e centrali? E e con quali soldi?

Sono anni che gli esperti parlano delle rinnovabili come soluzione ideale per garantire l’accesso all’energia elettrica per milioni di cittadini africani che al momento non hanno un allaccio alla rete. Il perché è semplice: le rinnovabili si possono produrre e consumare in loco. Il gas va trasportato per migliaia di chilometri.

Eppure, all’interno del Piano Mattei, quello che il governo Meloni considera un punto di forza della sua iniziativa diplomatica ed economica per “fermare” i flussi migratori, si parla tanto di gas naturale (e di biogas, giusto per rimarcare il concetto).

rinnovabili cina

Il Piano Mattei non indica tempi e investimenti da destinare al fabbisogno energetico dell’Africa

Innanzi tutto, cos’è il Piano Mattei? Un documento con cui il governo Meloni spiega come riannodare i rapporti economici con i Paesi dell’Africa su basi paritarie. Il riferimento è al padre dell’Eni: fu Enrico Mattei a stringere i primi rapporti con Libia e Algeria destinando ai governi locali più di quanto avessero mai avuto da Big Oil.

L’intento è sicuramente nobile: garantire l’accesso all’elettricità in un continente dove sono almeno 600 milioni i cittadini che ne sono privi (in crescita del 4% dai livelli pre-covid). E la domanda è destinata a crescere, visto che a breve il 56% della popolazione vivrà nelle aree urbane.

La soluzione viene indicata dalla maggior parte degli esperti nelle rinnovabili. Il potenziale del fotovoltaico è tale che potrebbe coprire il 60% della produzione globale e l’eolico (soprattutto off shore) sarebbe in grado di coprire per 250 volte il fabbisogno attuale di tutta l’Africa.

Tra l’altro, se è vero che l’Africa non dispone di una sistema adeguato di reti elettriche per il “trasporto” dell’energia, è altrettanto vero chel’energia rinnovabile si consuma nell’area in cui si produce. Nella logica dell’autoconsumo.

Invece, pur riconoscendo che il futuro sarà delle rinnovabili (ma senza indicare tempi e risorse), il Piano Mattei punta tutte le sue carte immediate sul “gas naturale”.E viene presentato come descritto nella direttiva Ue sulla tassonomia per giustificarne il suo utilizzo.

Il gas naturale è la fonte fossile a minor impatto emissivo nella produzione di elettricità e può contribuire alla sostituzione del carbone, accompagnando al contempo la crescita delle fonti rinnovabili “.

E’ quello che Big Oil a livello globale (Eni in Italia) continua a ripetere in questi anni per convincere Bruxelles e opinione pubblica che la transizione sarà ancora lunga e che le rinnovabili hanno bisogno di avere un “tutore”.

Per gli esperti il futuro energetico dell’Africa passa dalle rinnovabili

In Europa potrebbe avere ancora un senso e comunque il gas ha la data di scadenza al 2050 (e del resto c’è chi propone il rilancio del nucleare per lo stesso scopo, sostenendo che è pulito).

Ma in Africa dove, di fatto, si può costruire da zero o quasi una politica energetica, pensare di investire sul gas (per quanto sia una risorsa disponibile), costruire centrali a ciclo combinato e gasdotti per il trasporto appare una follia.

Non per nulla tra i progetti subito spendibili per intensificare i rapporti tra l’Italia e i Paesi Africani, viene citato sia il cavo che Terna andrà a costruire tra Tunisia e la Sicilia, sia il “corridoio” che dovrebbe portare idrogeno “verde dalle coste africane alla Germania”.

In entrambi i casi – elettricità e idrogeno – sono prodotti dalle rinnovabili nei paesi africani del Mediterraneo. In sintesi: a loro il gas, a noi le energie verdi. Basterebbe già questa estrema sintesi a capire di cosa si parla.

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14 COMMENTI

  1. Sempre sul pezzo, grazie Giorgia e viva la democrazia! Chi vince le elezioni governa finalmente…prima avveniva anche senza vincerle stranamente

    • “Prima” intende durante il fascismo, vero?
      Perché forse non ricorda (o non sa) che la nostra è una democrazia parlamentare. il che significa che i governi si formano nel parlamento attraverso la formazione di maggioranze, non attraverso metodi alla “chi vince comanda per sempre”…

  2. SCOOP: prossimo piano del governo! Portare il ghiaccio in Antartide e smentire la folle teoria del surriscaldamento globale coi fatti.

  3. il gas in africa al posto del sole. Sarà un nuovo Franco CFA, un altro guinzaglio. Ma poi lamentiamoci che vengono tutti qui..cosa strana dopo che li condanni a essere miserabili per sempre.

  4. Se smettiamo di bruciarlo noi, possiamo sempre rivenderlo a qualcuno a prezzo maggiorato.
    L’affarista umano non si smentisce e non si smentira’ mai. Devastare e bruciare, per fare soldi a palate, è il mantra, con complici i governi prezzolati.
    L’unica speranza sta nei governi Africani, i quali dovrebbero avere la forza ed il coraggio, di rispondere: ma il gas bruciatelo voi nelle vostre case e fabbriche.
    Ma credo che non ci sia speranza…

  5. e nel frattempo che noi “gingilliamo” col Piano Mattei …
    la Cina riempie tutto il continente africano di pale eoliche, impianti F.V. e … veicoli BEV
    (e se fanno come in altri paesi… ovviamente anche strade e superstrade dove usarli)

  6. Ognuno propone quello che è capace di fare e ENI è capace di posare tubi , fare rtorri di estrazione ecc , il tutto dovra essere manutenzionato , sempre da Eni . Questo a livello geopolitico portera dipendenza , mentre se installo rinnovabili NON abbiamo la filiera e la situazione a termine non creera dipendenza .
    Per cui ? Io sono per le rinnovabili senza se e senza ma , ma geoplitica e $ vanno sul gas

    • Non so cosa intenda esattamente, ma secondo la IEA nel 2024 verranno investiti 2 trilioni di dollari sulle rinnovabili e 1 trilione di dollari sui fossili cioè carbone, petrolio e gas. Non mi sembra proprio che il gas sia in cima alla lista degli investimenti.

  7. Naturale e logico in un territorio dove deserti e sole praticamente fanno da padrone cosa c’è di strano portare del gas a pagamento quando potrebbero farsi tutta l’ energia che vogliono praticamente gratis ,senza inquinamento e devastazione di territorio, a giusto dimenticavo il problema è” gratis” ,gratis e una brutta cosa molto brutta e funziona malissimo.

    • Il problema è che con l’energia prodotta da fonti rinnovabili l’Africa di colpo diventerebbe energeticamente indipendente dall’Europa.
      Infatti una volta costruiti gli impianti, specie nel caso del fotovoltaico, avrebbero costi irrisori di gestione e di manutenzione, non avrebbero bisogno di personale così specializzato e con il vantaggio di avere una produzione di energia praticamente tutto l’anno.
      Sarebbe un incubo per gli stati europei che invece vorrebbero continuare ad esercitare il controllo, in stile nuovo colonialismo, sul popolo africano legandoli ad infrastrutture e centrali che richiedono comunque competenze tecniche per la gestione e la manutenzione; in sostanza con il gas l’Africa avrebbe ancora bisogno del know how europeo per mantenere in piedi tutto il sistema nonostante il gas è una sua risorsa disponibile.

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