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Piano auto elettrica e gigafactory di Termoli, il governo batte un colpo

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manifesto del non tifoso
Manifesto del non tifoso/L'auto elettrica ha delle criticità che vanno risolte
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Potrebbe arrivare la prossima settimana in Consiglio dei ministri il decreto che delinea i controni del piano auto.

L’argomento è stato al centro, ieri mattina, di un vertice a Palazzo Chigi tra i ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro delle Infrastrutture e della mobilita’ sostenibili, Enrico Giovannini, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. A presiedere l’incontro in mattinata è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Garofoli.

Incentivi, filiera, batterie e stazioni di ricarica

Il piano comprenderebbe nuovi incentivi per le auto elettriche, contratti di sviluppo e accordi di innovazione per sviluppare la filiera dei fornitori di microchip, batterie, componenti per auto elettriche e impianti per la ricarica. Inoltre misure per il trasferimento tecnologico, fondi Pnrr su ricerca e Ipcei, importanti progetti di comune interesse europeo.

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Il Consiglio dei ministri potrebbe affrontare il piano auto elettriche la prossima settimana

A Termoli 370 milioni (su 2,5 miliardi di investimento)

Nel vertice si sarebbe parlato anche della Gigafactory Stellantis di Termoli. Un accordo di massima tra governo italiano e l’ad Carlos Tavares sarebbe già stato raggiunto. Il gruppo Stellantis investirà nella riconversione dell’impianto 2,5 miliardi, dei 30 complessivamente stanziati nel piano 2025 per l’elettrificazione di tutti i 14 brand del gruppo. Lo Stato Italiano contribuirà con  370 milioni.

Quello di Termoli sarà il terzo mega stabilimento europeo della casa italo-francese dedicato alla produzione di batterie per i nuovi modelli elettrici.

L’esecutivo sarebbe ora impegnato a cercare le risorse per sostenere il comparto auto nel suo complesso  per la transizione elettrica. Ed evitare le conseguenze occupazionali e sociali dell’abbandono della tecnologia termica. Questo almento fanno sapere fonti interne al governo.

Nei giorni scorsi le associazioni della filiera automotive avevano sollecitato un intervento per evitare il rischio di perdere circa 73 mila posti di lavoro a causa dello stop alla vendita di nuove auto termiche a partire dal 2035.

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Martedì 8 febbraio Bruxelles aveva diffuso l’European Chips Act  con l’intento di ridurre la dipendenza dell’Europa dalle forniture estere di microchips cruciali anche per l’industria dell’automotive e degli impianti di ricarica. E l’associazione europea dei costruttori di automobili Acea aveva lamentato il grave ritardo nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica.

Ricariche a rilento: l’allarme di Acea

«Il ritmo attuale di crescita è in ritardo rispetto alla domanda dei consumatori di auto a ricarica elettrica. Negli ultimi cinque anni, le vendite di auto elettriche sono cresciute quattro volte più velocemente rispetto all’accumulo di punti di ricarica. Le vendite di auto elettriche sono aumentate di oltre 10 volte tra il 2017 e il 2021, mentre il numero di caricabatterie pubblici nell’Ue è cresciuto di meno di 2,5 volte nello stesso periodo» aveva dichiarato il presidente e ceo Oliver Zipse.

Tornando alla gigafactory molisana,  molti osservatori ipotizzano che l’intesa sia stata propiziata dalla restituzione anticipata del prestito statale di 6,3 miliardi ottenuto dalla controllata FCA ad inizio pandemia.

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Lo stabilimento Stellantis di Termoli: diventerà la prima gigafactory italiana

I piani elettrici di Stellantis su Termoli e Melfi

Termoli occupa attualmente 2.400 addetti e produce 360 mila motori termici all’anno, circa la metà della sua capacità produttiva. La sua conversione a Gigafacroty di batterie dovrebbe salvare il posto di lavoro a tutti i dipendenti. Altrettanto avverrà a Melfi che ospiterà la nuova piattaforma STLA Medium. E’ una delle quattro del Gruppo utilizzate nella futura gamma elettrificata di tutti i suoi 14 brand.

Le batterie saranno in carico invece a Automotive Cells Company – joint venture con Total e  Mercedes Benz che punta a raggiungere una capacità  globale di almeno 120 GWh entro il 2030.

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7 COMMENTI

  1. @Gio & @Vittorio, nessuna Multinazionale che si rispetti nel settore Automotive impianta o rinnova senza incentivi in nessun luogo al mondo. La stessa Tesla ha abbandonato la fiorente California per il più ben detassato Texas!

  2. Speriamo che la facciano comunque, sarebbe un buon segno. Poi non mi dispiacerebbe che mettessero anche un bel centro di ricerca in Italia. Sono anni che lavoro nel campo della trazione elettrica e ho sempre dovuto limitarmi al ferroviario. Sarebbe bello se i neolaureati avessero questa possibilità. Io mi sono laureato in ingegneria elettrica al Politecnico di Milano nel 2008 e mi sono beccato subito l’era Marchionne: il letargo culturale della ricerca sulla trazione elettrica in Italia.

  3. Io non riesco proprio a capire: perché questi signori si prendono 375 milioni (non si se mi spiego) per fare una fabbrica e gli altri imprenditori invece devono fare con i loro e con i prestiti? “Se non me li dai non faccio la fabbrica”….e chissenefrega !!! tanto le fabbriche Fiat sono in perenne cassa integrazione perché questi signori sanno fare finanza non industria.

  4. È il solito sistema Fiat. Se non arrivano i soldi dello stato non fanno nulla. Anzi vanno a farlo altrove.

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