Tre Piaggio Ciao, uno bianco, uno rosso e uno verde come la bandiera italiana, sono il biglietto da visita di un’azienda toscana che ha trovato il modo di commercializzare un kit di conversione elettrica per il ciclomotore simbolo degli anni 70-80, diribblando le astruse normative di omologazione.
Ostacolo burocratico, questo, che ancora blocca il kit di conversione Retrokit per il Vespino sviluppato dai ragazzi riminesi di Motoveloci (leggi).
L’e-Ciao firmato da Ambra Italia
La soluzione per l’e-Ciao? Sfruttare i pedali già esistenti sul modello originale e limitare la velocità a 25 km/h evitando in tal modo targa e obbligo di omologazione, che avrebbe costretto ad una costosa certificazione ad hoc per ogni singolo esemplare. Trasformandolo a tutti gli effetti in una e-bike, invece, ogni vecchio Ciao abbandonato in cantina può rivivere in elettrico grazie all’ingegno, e all’intervento di Ambra Italia, azienda di Rufina, in provincia di Firenze (qui il sito).
Tra la fine degli anni 60, quando fu lanciato, e l’inizio del nuovo millennio, quando andò in pensione, il ciclomotore di Pontedera fu venduto in oltre tre milioni e mezzo di esemplari. Era azionato da un monocilindrico a due tempi da 48 cc di cilindrata, molto inquinante. Perciò oggi non può circolare a causa delle nuove norme antinquinamento. Vista la grandissima diffusione, però, molti vecchi Ciao giacciono ancora inutilzzati nelle cantine e nei garage degli italiani, che non hanno il coraggio di disfarsene.
Parti da zero? Sono 4.500 euro
Il kit creato da Ambra Italia può rimetterli in strada, con qualche ritocco al telaio, un motore da 250 W nel mozzo della ruota posteriore, un piccola batteria e un moderno sistema di gestione.
Il kit completo costa 2.800 euro, ma con circa 4.000 euro Ambra Italia si farà carico direttamente della trasformazione, compreso restauro e riverniciatura. Il mezzo alla fine uscirà come nuovo, seppur “declassato”. Per chi non avesse un ferrovecchio da convertire, Ambra si fa carico di rintracciarlo sul mercato. Il costo aggiuntivo si aggirerà sui 500 euro. Poco più, insomma, di uno scooter elettrico nuovo e di una ebike di buon livello.
Già pronti i ricambi e gli accessori
Telaio e parte elettrica sono certificate da Accredia e il Ciao elettrico viene fornito con una documentazione completa. Anche l’aspetto esteriore non è troppo compromesso dalla conversione. Nella parte centrale dove era alloggiato il motore termico sono sistemate le batterie, inserite in una struttura che contribuisce anche a rinforzare la struttura. Su questo particolare si è concentrato il lavoro di Tiberio Casali, padre del progetto e fondatore di Ambra Italia. Con lui ha collaborato Marco Batistoni, “mago” delle due ruote personalizzate, nel suo laboratorio La strana Officina.
Ambra Italia fornisce anche ricambi originali e accessori in optional, come la borsa in pelle dell’artigianato fiorentino.
E’ una bella trovata, il mitico Ciao spinto da una piccola batteria standard base motorino, con prestazioni da bicicletta. Basta dare un colpetto ai pedali, Piaggio ha fatto ancora colpo dopo One.
Salve. Da ragazzo ne ho avuti due e mi ricordo che, non erano comodi come bici in quanto la sella non era concepita per un prevalente utilizzo a pedali. La sella è larga ed in più ammortizzata dunque l’esatto contrario delle selle montate sulle bici elettriche e non. Il Ciao è un motorino non una bici. Saluti
Idea simpatica e ben congegnata ma non è un veicolo troppo pesante rispetto alle e-bike “normali” ? Chi… pedalerá, vedrá !
bho, a me sembra un veicolo troppo pesante poi costa troppo, poi ho letto di questi due che l’hanno pensata e non mi sembra che ne parlino troppo bene…. cercate il loro nome su internet….