Abbiamo scritto più volte di efficienza della ricarica, ben sapendo che parte dell’energia prelevata dalla rete viene dissipata durante il trasferimento alla batteria. E in genere l’efficienza diminuisce al diminuire della potenza di alimentazione. Roberto ci chiede però se sia più efficiente una ricarica domestica attraverso il cosiddetto “carichino” in dotazione a ogni auto elettrica oppure attraverso un impianto dedicato come una wall box. Risponde come sempre Alberto Stecca, co fondatore e Ceo di Silla Industries. Le domande vanno inviate alla mail info@vaielettrico.it.
“Buongiorno,
Mi chiamo Roberto e leggo con interesse le risposte che fornite ai nostri quesiti.
Vorrei porvene uno riguardo le wall box e gli EVSE (impropriamente chiamati
carichini) forniti dalle case automobilistiche agli EV per le ricariche domestiche.
A parte la potenza di ricarica, ha un rendimento più alto la wall box oppure l’EVSE?
Nel senso, chi spreca minor energia per la ricarica dell’auto elettrica?
Grazie e buon lavoro.„
La dispersione di una Wall Box è circa la metà
Risposta – Le forme di ricarica domestica più comuni sono la colonnina o wall box e il carichino, normalmente in dotazione con l’auto.
Questi sono due dispositivi molto diversi tra loro. A dimostrarlo non sono solo le caratteristiche (la colonnina è un dispositivo smart e multifunzione, mentre il carichino è un semplice alimentatore alle cui estremità vi sono un connettore di tipo 2 e una spina elettrica), ma anche le misurazioni del livello di efficienza della ricarica.
Ecco i dati dell’Automobil Club tedesco
In test recenti effettuati da ADAC (Allgemeiner Deutscher Automobil-Club, il più grande club automobilistico d’Europa con sede a Monaco di Baviera) la percentuale di perdita di carica alla presa domestica (quindi col carichino) va dal 10 al 30%, mentre la perdita di carica con una wall box raggiunge al massimo il 9,7% caricando ad 11kW, con valori medi tra il 5% ed il 10%.
La ricarica con la colonnina è preferibile perché tiene sotto controllo la dissipazione di energia ed è quindi più conveniente nel lungo periodo, oltre che più sicura sia per l’auto che per l’utilizzatore.
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Queste sono fesserie. Un’efficienza di conversione del 70% vuol dire che il 30% della potenza viene dissipata come CALORE. Un carichino da 3 kW dissiperebbe 900W sotto forma di calore (un phon in pratica). Chiaramente è una panzana ridicola ed è indegno che si riportino delle parole tanto sbagliate. Per capirsi, l’inverter di potenza da 10 kW di un impianto fotovoltaico ha rendimenti dell’ordine del 97-98%. Un dispositivo di conversione con efficienza del 90% è un cesso incommercializzabile.
Eppure le perdite ci sono ed alcuni modelli purtroppo raggiungono veramente il 30%. Le temperatura viene dispersa principalmente dall’on board charger che converte da AC a DC ed in altra parte dalla batteria (dovuta alla sua resistenza interna). Effettivamente il dispositivo di ricarica, che sia wallbox o carichino, contano poco, per questo non si scaldano
Perdite pari al 30% sono una sua valutazione, oppure è un valore che ha letto da qualche parte?
Nel secondo caso, potrebeb citare la fonte?
Mi riferivo alla Zoe che con caricatore da 22kW purtroppo a basse potenze ha dei rentimenti veramente bassi. Nel sito azoenzo è stata misurata una efficenza del 69% ricaricando a 10A monofase.
Buongiorno. Senza voler salire in cattedra, ho la sensazione che ci sia un po’ di confusione. Le wallbox domestiche, come anche il “carichino” caricano esclusivamente in AC, poi ci pensa il convertitore AC/DC a bordo della vettura a caricare la batteria di trazione rispettando i parametri (massima potenza prelevabile, ecc.) negoziati con wallbox o “carichino” tramite le linee di controllo del connettore Tipo 2.
Se il convertitore a bordo auto è progettato per una potenza di ricarica di 7,4 kW ed ha a disposizione quella potenza allora lavorerà al massimo del rendimento, se viceversa ha a disposizione solo 3 kW perchè wallbox o “carichino” lo limitano allora il rendimento sarà inferiore. Si evidenzia così che a parità di potenza disponibile (es. 3 kW) il convertitore progettato per 7,4 kW lavorerà “meglio” di uno progettato per 11 kW.
Aggiungo che nel carichino o nella wallbox non ci sono componenti “attive” sulle linee di potenza (io ho una Mennekes, l’ho installata con un amico elettricista e posso assicurare che sulle linee di potenza ci sono solo un misuratore di V/A/W, un dispositivo di sicurezza ed un teleruttore, quindi nulla che possa far parlare di “rendimento della wallbox”).
Una nota che mi lascia sempre perplesso quando leggo di installazioni e prezzi delle wallbox; la norma CEI prevede un interruttore differenziale di tipo B per la ricarica di veicoli elettrici, in quanto unico tipo in grado di proteggere in caso di dispersioni di corrente lato CC. Un apparecchio del genere costa, solo lui, quasi 500 € per sistemi trifase, poco meno per sistemi monofase. Di questo non ho mai letto nulla negli interventi degli utenti di VaiElettrico, che pure leggo assiduamente da prima di essere soddisfatto utente di VW ID.3 58 kW. Questo mi preoccupa un po’, perchè con la corrente elettrica non si scherza.
Per chiarezza informo inoltre gli interessati che l’aumento di potenza contrattuale ha un costo, una tantum, di circa 50 € + 70 € per ogni kW in aumento rispetto alla potenza disponibile all’origine, così per esempio per passare da 3 a 10 kW si pagheranno, ripeto una tantum, 50 + (70 * (10-3)) = 540 €; il passaggio da monofase a trifase ha invece un costo della sostituzione del gruppo di misura (contatore) che corrisponde a circa 25 €.
Cordiali saluti.
Concordo con lei Marco che c’è molta confusione, in parte dovuta al nome “carichino” che induce a ritenere che esso sia un caricabatterie che contine un trasformatore ed un convertotore ac/dc, ma di fatto è una “Wall Box” mobile (potremmo chiamarla “Mobile Box”) e, come lei a corettamente scritto, non contiene alcun trasformatore e nememno un convertitore ac/dc.
Domanda alla Redazione e ai lettori di Vaielettrico: qualcuno di voi sa chi ha inventato il nome “carichino”?
C’è comunque una differenza: l’EVSE carica in modo 2 e non può essere utilizzato su suolo pubblico, mentre le wallbox caricano in modo 3 e possono essere utilizzate in pubblico
“la norma CEI prevede un interruttore differenziale di tipo B per la ricarica di veicoli elettrici”
Molte wallbox (voglio pensare la maggior parte), ad esempio la Wallbox Pulsar Plus, hanno protezione contro corrente CC integrata, per cui è sufficiente un differenziale di tipo A.
Se la wallbox monta un differenziale di tipo B, a monte non ci può installare un differenziale di tipo A, ma solo di tipo B.
Non so se “monti un differenziale di tipo B”, quello che so è che montano protezioni apposite che consentono, da manuali di installazione delle wallbox stesse, l’installazione di differenziali di tipo A.
Poi, se vuoi informazioni più tecniche chiedi alle varie Wallbox, Prism, Dazebox, ecc., perché lo dichiarano esplicitamente.
Ad esempio Dazebox dichiara: https://www.dazetechnology.com/it/prodotto/differenziale-sistema-ricarica-auto/
“Al fine di ottenere la massima sicurezza ed evitare spiacevoli sorprese in fase di installazione, tutte le DazeBox hanno l’RCM incluso e pertanto sarà sufficiente abbinarle ad un interruttore differenziale di tipo A. Per le wallbox senza RCM è invece raccomandata l’installazione di un interruttore differenziale tipo B che supplisca alla minore protezione dell’impianto.”.
Per Wallbox sul seguente sito (https://www.shop4ev.com/it/blogs/news/die-wallbox-pulsar-plus-11kw-mit-900-kfw-forderung) leggo:
“Poiché la Wallbox Pulsar Plus è dotata di una protezione contro la corrente residua CC, l’elettricista deve installare un ulteriore FI di tipo A, come di consueto con le wallbox. Il Pulsar (SENZA Plus) non ha una protezione differenziale CC e quindi richiede un interruttore differenziale di tipo B significativamente più costoso.”.
Dazebox, per citare una che un amico ha controllato, dichiara piena compatibilità con differenziali di tipo A, avendo la protezione CC integrata nella wallbox stessa. Magari anche Prism abbia lo stesso, nel caso inviterei quelli di Silla a rispondere qui. Potrebbe essere interessante metterlo come parametro nel tool di ricerca delle wallbox.
Per i prezzi, anche nel caso si necessitasse di un differenziale tipo B, almeno per i monofase il costo non è “poco meno”, è più un “molto ma molto meno”: ho trovato questo in dieci secondi di ricerca di uno che reggesse i 32A massimi di un contatore monofase, siamo a 102€ ivati, ed è un Siemens non una cinesata su Aliexpress. (https://it.rs-online.com/web/p/interruttori-magnetotermici-mcb/7721460).
Tutto sommato una spesa accettabile (sempre che sia necessaria, in base appunto alla wallbox).
Mi autorispondo, anche Silla monta un RCD tipo B a bordo:
“Prism integra un RCD di tipo B (20mA AC, 6mA DC).”
(https://silla.industries/wp-content/uploads/2022/01/Manuale-Prism-SOLAR-RFID-v.-2.1.1-web-rev-20211213.pdf, pagina 8)
Ok va bene tutto ma chiedere un parere su wallbox Vs. carichino a chi la wallbox le produce e vende farà sempre venire il dubbio dell’oste e il 🍷🍷🍷
Seguo interessato. Concordo che i confronti andrebbero fatti a parita’ di potenza. Io con il carichino a 10A dissipo il 10%
basta con la leggenda delle wallbox e carichini miracolosi
stile Wanna Marchi
chiunque abbia visto uno schema di funzionamento e sappia leggerlo
sa che è banale
cercate openevse e li troverete
c’è un relais e un elettronica di controllo che non fa altro che collegare la rete all’auto dopo aver negozaiato al velocità di carica con l’auto
PUNTO
le perdite se ci sono ,dipendono SOLO ed esclusivamente dalla qualità sezione dei cavi e dalla lunghezza dei cavi e da qualche milliwatt di microcontroller
non sufficenti per giustificare carichini e wallbox , venduti a peso d’oro
tutto
IMHO
PS
se vi si guasta il carichino , non buttatelo
se il cavo che va all’auto è in buone condizioni, vale ancora la pena usarlo per un kit fai-da-te di cui sopra .
è il pezzo che costa di più di una UALLBOX
PS del PS
chiunque sappia cosè l’effetto Joule sa che dipende dalla corrente che passa nel cavo
meno Ampere uguale meno dispersione lungo i cavi
peccato che poi una parte del risparmio la perdiamo nel maggior tempo necessario a caricare la batteria e appunto in tempi d’attesa
inoltre nella maggior parte dei casi la maggior parte della dispersione avviene dal quadro di rete alla presa/wallbox
my 2 cent
Per chi è in grado di farlo da solo o con elettricista amico, oltre quelli di OpenEV, ci sono ad esempio anche questi disponibili direttamente in UE: https://shop.gwl.eu/Electric-Cars/
Non conosco i costi produttivi di una wallbox, ma non si può paragonare un prodotto commerciale a un fai-da-te casalingo. Per dire, certificazioni? Omologazioni? Stress test dei componenti? Se succede qualcosa all’impianto a causa della soluzione casalinga l’assicurazione risponde?
Che poi vorremmo tutti le migliori wallbox a 300€ è un altro discorso, ma secondo me il ragionamento “il mio falegname con 30.000 lire la faceva meglio” vale fino a un certo punto.
PS: questo non c’entra niente con le risposte “dubbie” sulle dispersioni.
Mah io carico sempre con il carichino datomi in dotazione con l’acquisto dell’auto, in effetti può essere che abbia una perdita del 20%, forse con una wallbox da 3,5 kW dissiperei un 10%, certo quelle da 7 o 11 kW non si possono adottare in un impianto domestico standard monofase.
Ma un 10% di dissipazione in più rispetto al una WallBox ammesso che sia vero mi comporta un sovrapprezzo sulla ricarica comunque economica di appena un 10% non è che mi dispero per questo.
Dobbiamo sempre tener conto che se vogliamo coinvolgere il maggior numero di cittadini all’uso delle BEV dobbiamo anche evitare di instillare paure di dover fare spese eccessive oltre all’acquisto dell’auto che già di per se costa molto.
Poi chiaro che se uno può permettersi una Tesla può anche passare al Trifase e farsi mettere anche una WallBox da 11/22 kw, ma è chiaro che parliamo di un numero ristretto di persone e che non possono rappresentare il futuro della mobilità elettrica di massa.
Niente da aggiungere ai commenti già fatti se non che le comparazioni si fanno con gli stessi parametri (ad esempio 13A contro 13A e non certo monofase 2kW contro trifase 11kW) e che dispersioni del 30% forse le potresti fare con un carichino costruito come certi caricabatterie senza marca da telefono… e dire “dal .. al …” ha lo stesso valore dei saldi “Sconti fino all’80%” quando lo sconto medio è del 30% e c’è un singolo prodotto scontato dell’80%.
Trovo la risposta superficiale e scorretta, non all’altezza di Silla che fa ottimi prodotti.
Concordo…
Ma di che stiamo parlando? Certo che è più efficiente una carica trifase a 11 kWh che una monofase a 3 kWh. Ma io mi sono fatto due conti: per avere una wallbox trifase 11kWh a casa ci vogliono 1650 euro di oneri per il nuovo allaccio e contatore, minimo 1500 euro di wallbox e 650 di elettricista per cablaggio e installazione. Fa 3800 euro. Il carichino da 16 ampere lo ho pagato 250 euro. Mettiamo che si abbia efficienza totale con la wallbox (non è vero) mentre si perda il 20% con il carichino da 16 ampere collegato con la schuko. Mettiamo che io paghi la corrente 50 cent al kWh (non è vero). Per ripagare i 3.550 euro di investimenti in wallbox e potenza dovrei “risparmiare” 7.500 kWh cioè aver caricato .37.500 kWh, .o 187.000 km di autonomia. Quindi anche ragionando con cifre assurde non vale la pena acquistare una wallbox. A meno che non si sia speso oltre 100k per una Porsche e si voglia caricarla a casa in 4 ore. In quel caso…beh…manco telo poni il problema….
– il carichino da 16 ampere collegato con la schuko-
Le chiedo scusa in anticipo, è quasi una deformazione professionale ma la cosa mi crea sempre un certo malessere fisico… 😉
Valuti una presa industriale “blu”; caricare regolarmente a 16 ampere “pieni” per tante ore e diversi giorni alla settimana con la schuko sul lungio periodo può essere fonte di pericoli.
Ho una Zoe da 3 anni e una ë-C4 da 1 anno e prima della Citroen una ibrida plug-in, tutte sempre caricate con un carichino Morec Type 2 con presa Schuko che eroga o 12A o 16A. Ho fatto installare in garage da un elettricista vero una presa dedicata che prende corrente direttamente dal cavo di rete, con il suo differenziale dedicato, messa a terra e cavi di sezione adatta (i 650 euro IVA inclusa di cui sopra). Mai avuto problemi di surriscaldamento, sganci o altro.
Non conosco i dettagli del suo impianto, ma 650€ comprensivi di IVA per montare una presa Schuko e un magnetotermico, adeguatamente serviti da cavi … per esperienza diretta mi sembra veramente un gran bel pagare. Poi chiaramente tutto può essere. Per quanto riguarda la scelta tecnica, chiaramente contento lei contenti tutti. Io personalmente mi sarei tolto qualsiasi residuo di pensiero montando una interbloccata industriale “blu” da 16 ampere. Tanto più che cercando bene costano più o meno la stessa cifra. Chiaramente anche il carichino deve essere dotato di spina industriale. Per bruciarsi una schuko può metterci anche anni. Come può metterci anche molto meno. Il problema è che lo fa partendo dall’interno e quindi prima che lei se ne accorga e i danni dentro possono già essere presenti da parecchio.
Grazie della risposta, si sente che lei è del mestiere e lo esercita seriamente. Terrò presente il suo avvertimento e qualora si verificasse un problema non esiterò ad informare la community
Riguardo il prezzo, ho ricontrollato la fattura e la mia memoria era fallace: pagai 549 euro iva inclusa non 650. Il lavoro comprendeva la realizzazione di una nuova linea di una decina di metri dal quadro principale, con cavi da 20A posa della canalina antifiamma, realizzazione di un q.e. di servizio con un differenziale e la famigerata presa Schuko e l’adeguamento del dispersore di terra perché la Zoe è schizzinosetta anzichennò da questo punto di vista e se non ha una messa a terra più che perfetta non carica nemmeno a morire. Inclusi i materiali. Allora non mi era parso esoso. Se mettere una presa blu ci ragionammo con il tecnico ma alla fine la decisione fu che non ne valeva la pena.
Sono 2 anni che carico col carichino a 16A con presa shuco, mai preso fuoco nulla. Ovviamente la linea che dal contatore arriva alla presa è abbondantemente dimensionata. La Wall box per caricare a 3 kW non ha senso
Potrebbe avere senso per gestire i carichi ed evitare che salti il contatore e/o aderire alla sperimentazione Arera e passare da fornitura da 3kW a 6 kW (notturni e festivi) senza spendere nulla……
Generalmente prendere fuoco non prende fuoco niente. Anche perché, sempre che non mi sbagli, le plastiche con cui sono fatte le prese e le scatoline e il materiale elettrico in genere dovrebbero essere ignifughe. Quello che le può succedere è che una mattina scende in garage, trova il salvavita dedicato alla sua presa di ricarica che è scattato, le casca l’occhio sulla presa e si accorge che ha visibilmente cambiato forma. A quel punto prova a estrarre la spina del suo carichino e si accorge che questa è diventata tutt’uno con la presa. Insomma, alla fine niente di grave: semplicemente si tratta di buttar via presa e carichino. Sempre che lei non sia “audace” come il sottoscritto e approfittando della contingenza con un taglio netto, lasciandosi un adeguata lunghezza del cavo, si libera della spina Schuko e la sostituisce con una spina interbloccata da accopiare alla apposita presa (che tanto a quel punto dovrebbe comprare lo stesso, visto che la scatolina della schuco si è gremata).
Va da sé che io quest’ultima cosa non gliel’ho mai detta e comunque, qualora, farebbe decadere la garanzia del carichino.
Mi sembra il caso di fare chiarezza!
1)Il carichino e la WallBox (in AC) dissipano entrambi molto poco: possiamo stimare intorno al 1%.
2)Le perdite sono tutte concentrate nel caricatore (convertitore AC-DC & regolatore di carica) montato nell’auto e nella efficienza (elettrochimica) della batteria.
3)Tutti i caricatori hanno una efficienza più elevata quando funzionano alla loro potenza nominale, mentre le perdite aumentano quando lavorano a bassa potenza.
Ecco quindi spiegata l’affermazione: con una auto dotata di caricatore da 11 kW:
-se uso il carichino a 10A (2,3 kW) posso pensare di avere perdite globali del 20%
-se uso la WallBox a 16A trifase (11 kW) posso stimare le perdite intorno al 10%.
Sono elevatissime le perdite. Avrei pensato molto meno.
Quindi caricando in trifase a 11 kW sulla mia auto ché accetta massimo 11kw in AC per 75kw accettati dalla batteria ne ho prelevati totali 82.5??? E a bassa velocità con carichino a 2.3kw per 75kw ne preleverei 90???
Vabbeh, ma a casa normalmente non ho una wallbox da 11 kW…
Stesso pensiero mio. Mi piacerebbe vedere i dati ad esempio di ricarica a 24A con una wallbox, equivalenti a 5.5kW, un valore che immagino possa diventare molto comune per chi in casa ha il monofase: richiedo un aumento di potenza del contatore a 6kW, che sono poi 6.6 di massimo reale, e quindi ho margine per caricare l’auto molto velocemente senza dover passare al trifase (al netto di dover dimensionare i cablaggi per reggere 24A costanti, ovviamente).
A casa mia, a titolo di esempio, ho utilizzato cavi da 6 mm2 e settato la wall box a 28A per la rete (6.44 kW) e 31.8A (il massimo) con il surplus del fotovoltaico.
Poi le pinze amperometriche fanno il resto
Stimo molto il Signor Stecca e ammiro la sue capacità imprenditoriali e su come ha fatto crescere l’azienda che ha creato. Ma sono rimasto molto perplesso dalle risposte che ha dato e ho qualche dubbio sulla loro correttezza. Sarebbe possibile avere il riferimento alla pagina internet con i dati pubblicati da ADAC sull’efficienza delle stazioni di ricarica? Grazie.
30% col carichino? E che è fatto di legno? Non mi pare nessuno qua abbia mai segnalato perdite superiori al 10/15% o sbaglio io?
Dalle Wall mi aspettavo molto meglio, il 5% come massimo più che come minimo
Risposta pretenziosa a mio parere……
Lascia intendere che una wall box sia più efficiente quando nel raffronto fatto (a parte che una dispersione del 30% vorrei proprio capire dove l’hanno misurata…) la differenza non la fa l’apparato che ricarica ma la potenza impiegnata….
Grazie al cavolo che ricaricare a 11 kWh ha meno dispersione che ricaricare a 3 kWh semplicemente perchè ci impieghi 1/4 del tempo….
Ma non si dice che per ricaricare a 11 kWh non basta dotarsi di una Wall box ma è essenziale avere a disposizione quella potenza…
La domanda posta dal lettore specificava di confrontare le 2 soluzioni alla medesima potenza di ricarica infatti ha scritto “a parte la potenza di ricarica” e perciò la risposta è ingannevole, a partire dal titolo, perché non è affatto vero che a parità di potenza la wall box disperde di meno…. la dispersione si abbassa solo se si ha la possibilità e/o volontà d’impegno una potenza più elevata ma restando alla stessa potenza del cosiddetto “carichino” i 2 valori bene o male si equivalgono….
Poi, come per le wall box, anche per i “carichini” non si può fare di tutta l’erba un fascio… ci sono quelli più efficienti e quelli meno ma quello, come già detto. vale per entrambe le soluzioni…
La risposta del carissimo Loris è sicuramente corretta, ma mettere in comparativa una wallbox che carica a 11 kW in trifase con un carichino che lavora a 10 Ampere in monofase… insomma, limitiamoci a dire che sarebbe stupefacente constatare che la dispersione della wallbox fosse maggiore di quella del carichino.
Sarebbe dunque molto curioso sapere i dati relativi a un carichino che lavora per esempio a 16 ampere (Mi raccomando: presa interbloccata e spina industriale…☝️) messo a confronto con una wallbox che erogasse la medesima corrente. Non ho la risposta, ma può essere benissimo che la wallbox a parità di amperaggio abbia comunque una dispersione minore.
Mi viene una ipotesi, se la wallbox trasforma in continua e il trasformatore disperde meno di quello sull’auto? Dico cazzate e le Wall son sempre solo in ac?
Le Wall ricaricano sempre in A.C. è la certezza te la da il connettore che hanno: l’ingresso in D. C. Dell’auto è attraverso il connettore C C.S. (i 2 poli in D.C. sono quelli in basso di dimensioni più grandi), con il connettore tipo 2 al massimo in auto puoi far entrare una corrente trifase ma comunque per forza in A.C.
Ok ipotesi da escludere hehe grazie 🤟