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Perchè Vaielettrico? Guardati Di Caprio in “Before the flood”

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Training Academy Varta

“Before the flood” non è un film nuovissimo. Fu girato nel 2015 e presentato per la prima volta nel 2016. Fu prodotto e interpretato da Leonardo Di Caprio in collaborazione con National Geographic. Non avemmo occasione di vederlo allora, ma l’abbiamo visto ieri sera, trasmesso per la prima volta da una televisione italiana, La7, in prima serata.

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Non sappiamo ancora che audience ha avuto, ma speriamo che sia stata alta. Il sabato sera è tradizinalmente un timing ideale per avere i massimi ascolti. Tanto più in periodo di lock down. Speriamo che l’abbiano visto in tanti, perchè un conto è sentire autorevolissimi scienziati lanciare appelli contro il cambiamento climatico, un conto vedere fiumi  precipitare in mare dalle pareti dei ghiacciai della Groenlandia, il cui spessore già allora, cinque anni fa, si era assottigliato di decine di metri.

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Così si sciolgono i ghiacciai della Groenlandia

Un conto è vedere gli spot di Amazon ora tutti incentrati sulla sostenibilità e un altro seguire il batiscafo di Di Caprio navigare sott’acqua in un deserto grigio di ex barriera corallina. Un conto compiacersi dei programmi ambientali di Eni+pinco pallino, un altro sorvolare a perdita d’occhio ex forsete canadesi trasformate in paludi nere dall’estrazione del petrolio da sabbie bituminose. O la foresta pluviale indonesiana incenerita da fuoco doloso e rimpiazzata con le piantagioni di olio di palma.

Tutto questo, noi lo sapevamo già: scriviamo da anni del surriscaldamento globale causato dall’uomo con la combustione di carburanti fossili. Eppure “Before the Flood” (Punto di non ritorno, in italiano) ci ha fatto impressione. Anche perchè se fosse girato oggi, dopo altri cinque anni di temperature medie record, i fenomeni rappresentati sarebbero due volte più estremi.

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Canada, estrazione di sabbie bituminose

Ci ha fatto impressione soprattutto per un fatto: come è possibile, ci siamo chiesti, che tanti di noi, con figli e nipoti o solo perchè appartenenti al genere umano, riescano ancora dormire sonni tranuilli? Come mai in tanti, anche nel microcosmo del nosto Vaielettrico, usano ancora la calcolatrice per capire se il passaggio dall’auto termica a quella elettrica possa rappresentare un risparmio di 100 euro l’anno o un maggior costo di 250? Davvero un’ora in più di tempo per la ricarica, su un viaggio una tantun di 500 o 600 chilometri,  rappresenta un ostacolo tanto ostico da impedirci di utilizzare un veicolo che inquina la metà? Dov’è la coscienza di chi si indigna per “i soldi delle tasse” investiti negli incentivi all’auto a batterie?

E’ già successo nella storia, seppur su scala infinitamente più piccola, che civiltà si siano estinte per inerzia. Successe agli abitanti dell’Isola di Pasqua che sradicarono gli ultimi alberi d’alto fusto per erigere i loro Mohair, e così non ebbero più di che costruire barche da pesca. Furono decimati dalla fame e si ridussero da 30 mila a poche centinaia.

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Leonardo Di Caprio intervista Elon Musk

E successe ai Vikinghi colonizzatori della Groenlandia meridionale. Disboscarono per creare pascoli per le loro mandrie, e gli animali distrussero il manto erboso che inaridì e franò. Le mandrie si assottigliarono e venne meno ogni forma di sostentamento. Ma i coloni non poterono fuggire:  non avevano più legname per le imbarcazioni nè per riscaldarsi. Attorno al 1.300 dc gli ultimi morirono di fame e di freddo.

Bene, questo è il documentario di Di Caprio, ormai postato su YouTube. Vogliamo averlo anche qui, su Vaielettrico, da linkare ogni volta che qualcuno firmerà un commento “Vaidiesel” o “Vaimetano”.

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16 COMMENTI

  1. Vi ringrazio di tirare il campanello di alarme

    Perche La transizione energetica serva a salvare il mondi deve essere piu veloce del precipitarsi della situazione

    La presa di coscienza mondiale del emergenza climatica e stata ralentata nella mancata elezione di Al Gore che avrebbe permesso di guadagnare 15/20 anni per portare gli stari uniti e il mondo verso questa marcia forzata

    Non inisteremo mai abbastanza sulla neccessita di fare recuperare il grandissimo ritardo del trasporto commerciale verso questa transizione con tutti mezzi possibile spingendo fortemente anche il retrofit che puo essere particolaremente attrativo in questo settore specialmente sui veicoli allestiti

    Sempre in questo settore vanno tirati fuori del bosco tutti gli industriali che continuano a fare finta di andare in questa direzione ma che di fatto si agrapano a un status suo del business as usual e fanno di tutto purche i lori modelli elettrici non possano ragionevolmente fare concorenza alla loro gamma di prodotti termici

  2. Era ora che se ne parlasse.
    Mesi fa avevo consigliato di mettere sul sito due link:
    – quello che portava a vedere Before the flood;
    – quello che portava a vedere “Who killed electric cars” (in inglese ma sottotitolato).

    Mettere i link e permettere ai frequentatori di vedere questi film è un dovere morale.

  3. Vi racconto un aneddoto off topic. Il mio comune si aggiudicò fondi europei per costruire un impianto di teleriscaldamento per un nuovo complesso di case popolari, al fine di emettere meno co2 nell’ambiente. I soldi dall’Europa arrivarono in abbondanza (di impianti se ne potevano comprare 2) ma la scelta non fu di comprare l’impianto ma, incomprensibilmente, di affittare le componenti dello stesso. Dopo qualche anno i soldi per il noleggio finirono e l’imprenditore chiuse baracca e burattini: 160 famiglie dovettero quindi dotarsi della “caldaietta” e fare tutti i lavori, il tutto a spese proprie.

    Risultato:
    – nessuno si è dimesso
    – la comunità europea non ha fatto partire alcuna richiesta di restituzione dei soldi sprecati
    – nessun magistrato ha indagato (qui in Toscana i magistrati devono essere molto molto impegnati o sotto organico perché le indagini contro la malapolitica si contano sul palmo di una mano …)
    – nessun giornale ne ha parlato, se non qualche trafiletto
    – i cittadini hanno continuato a votare gli stessi partiti autori dello scandalo

    Oppure potremmo parlare della terra dei fuochi: l’unica legge attualmente vigente in Italia, approvata nel 2015, prevede il carcere per chi inquina il territorio. Ma siccome siamo in Italia, chi viene scoperto può evitare qualunque problema con la giustizia se accetta di bonificare: un chiaro invito a provarci, tanto se poi sei proprio sfortunato, ti beccano e ti condannano, con i soldi guadagnati rimetti tutto a posto e sei libero come un fringuello.

    O anche potremmo parlare di Milano, città “dimezzata”, come titolano i giornali: io sarei ben felice di poter lavorare in smart working vita natural durante, come fatto nell’ultimo anno, in pratica prendendo l’auto solo nel weekend e non tutti i giorni, ma non c’è nessuna legge che incoraggi le aziende a un comportamento ecologicamente sostenibile, tanto che il mio capo ha inviato una mail a noi dipendenti, in piena zona rossa, invitandoci a rientrare in azienda perché c’è necessità di prendersi ogni giorno un caffè tutti assieme (sì, ha scritto proprio così, tutti a bere il caffè gomito a gomito senza mascherina).

    E poi ci sono i paesi in via di sviluppo, quelli che hanno un parco auto preistorico e ancora molte persone che l’auto vorranno comprarla: se anche noi in Europa annullassimo le nostre emissioni, sarebbe solo una goccia nell’oceano della CO2 emessa a livello planetario.

    Sono tante le cose che si potrebbero fare, ma politicamente non vedo nessuno che abbia qualche idea valida per affrontare il problema in modo sistemico, a 360 gradi. L’approccio è molto superficiale, speriamo in Cingolani, mi sembra il primo che meriti un po’ di fiducia, staremo a vedere ma nel frattempo il governo Draghi ha appena autorizzato l’estrazione di petrolio da 7 nuovi siti in Italia, M5S unico partito contrario. E’ credibile parlare di auto elettrica se nel frattempo si continua a perforare il territorio con nuovi pozzi petroliferi?

    • Aggiungo un altro episodio di cattiva politica. Col Covid, gli atenei pisani hanno sperimentato la didattica a distanza. Un successo cosmico, felici docenti e professori, percentuale di promossi salita notevolmente ad ogni sessione. Entrambi lavorano di più e meglio, evitando di perdere tempo per il tragitto scuola – lavoro ed evitando occasioni di distrazioni tipiche della “socialità” dell’ambiente universitario.

      MA … eh, come fanno i bar senza gli studenti che consumano? E i padroncini di appartamento come campano senza speculare sugli affitti a nero esorbitanti pretesi dagli studenti fuori sede? E allora la politica (evito di fare nomi) è andata a protestare dai rettori accusandoli di “uccidere” la vita della città e questi quindi hanno dovuto dimezzare la dad, rientrando in presenza al 50%. Real politik.

      Questa è la politica (e l’università) in Italia e nel mondo, dove tutti a piangere per i “danni” dall’online nonostante i palesi benefici per le tasche per gli italiani (i depositi sui conti sono mediamente aumentati durante gli ultimi 12 mesi, perché uscendo meno si spende meno): con lo smart working le mie emissioni di co2 e di nox sono calate di oltre l’80%, in pratica molto ma molto più che se avessi acquistato la più ecologica auto elettrica e mi fossi recato a lavoro tutti i giorni in presenza. Eppure secondo diversi studi ben il 25% degli italiani potrebbe passare in modo definitivo senza colpo ferire allo smart working (e a regime ancora di più). Ma no, siamo italiani, le soluzioni semplici, gratuite, sicuramente efficaci non ci piacciono, meglio puntare su altro …

  4. Complimenti a la7 che ha scelto di mandare in prima serata before the flood. Pazienza se ormai, passati alcuni anni, riporta una situazione purtroppo già peggiorata.
    Quando i talk di rai e mediaset inizieranno a parlare seriamente di climate change? Robe tipo domenica in, unomattina, amici, nonèladurso, etc etc, con una rubrica di 3 minuti al giorno su rinnovabili e abitudini di consumo ecologicamente responsabili potrebbero fare un gran favore a tutti noi. Quando succederà? troppo tardi? Tra l’altro la tv pubblica dovrebbe essere proprio obbligata a farlo!
    Dobbiamo costringere i nostri politici a scegliere: o milioni di voti di persone che vogliono un pianeta vivibile per i loro figli e nipoti, o l’inazione e i favori alla vecchia lobby del fossile. Questi favori sono ancora terribilmente troppi!

  5. Costano troppoooo…. Poi le stanno infarcendo di orpelli elettronici che non servono a nulla , x non parlare dei mega schermi del piffero. Tutto ciò pesa e costa . L’auto è un mezzo con 4 ruote e un motore , ok gli airbag , ok abs, mettiamoci il controllo di trazione, poi basta…il resto è fuffa, ragazzi , utilitarie con la telecamera x parcheggiare 😂😂😂,

  6. Sono d’accordo…. ma se i produttori di auto non propongono vetture a 15.000 euro con pochi fronzoli elettronici non se ne viene fuori. L’80% della popolazione usa utilitarie prevalentemente per spostamenti di breve o medio raggio, la percorrenza media è di 1.000 km al mese. È non hanno necessità di guida autonoma, assistenti vocali o telecamere. Per andare al supermercato o andare al lavoro basta un’auto semplice e funzionale. La Panda elettrica quando arriva?

    • La Panda elettrica esiste già, solo si chiama Dacia Spring e costa, con gli incentivi statali, meno di 10k, meno della Panda a benzina e molto meno dei 15k da Lei invocati.

      Dopodiché penso sia utile smettere di ragionare sul nero costo di acquisto e pensare invece al costo mensile d’uso (costo acquisto/10 anni + costi manutenzione + costi consumi).

      • Dario… dopodiché penso sia utile smettere di ragionare sul fatto che a tutti diano 10 k di incentivo.
        A me x la mia Toyota Aygo di 10 anni e qualche mese (abito in Brianza ,zona inquinatissima) danno 1.500€.
        Dove prendo gli 8.500 che mi mancano per la Spring?
        Magari Massimo può aggiungere un link per capire dove trovarli?

        • Lei mi chiama in causa, ma io non ho capito la sua domanda. Chi è che le dà 1.500 euro? Il rivenditore, lo Stato, la Regione Lombardia? E se dovesse sostituire la sua Toyota con un’altra auto termica che le darebbe 8 mila euro?

        • Per chi non rottama nulla l’incentivo è cmq di 6000 euro, poi se si permuta un’eventuale auto da non rottamare ci sarà la cifra che l’auto data in permuta vale più eventuale sconto della concessionaria.

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