Perché Tesla ora fa veramente paura (ai concorrenti)

Tesla Model Y

Perché Tesla comincia a fare veramente paura. I numeri del Model 3 sono impressionanti, per senza rete di vendita e investire in pubblicità sui media.

Nelle berline “premium” in testa anche in Europa

Basta guardare il grafico di Car Industry Analysis delle vendite in Europa di berline del cosiddetto “segmento D”, quello delle auto premium. Per capire che più di un campanello d’allarme è suonato nelle stanze che contano delle grandi Case auto. È vero che ormai la polpa del mercato è altrove, soprattutto nei Suv. Ma è vero anche che la facilità con cui Tesla ha preso il comando di un settore da sempre dominato dai costruttori tedeschi fa una certa impressione. Anche perché la Casa di Elon Musk non ha concessionari, non ha vetrine, né una base di clienti su cui costruire le relazioni.

E, soprattutto, non ha ancora lanciato le versioni più economiche del Model 3 (quella da 44 mila euro, incentivo compreso, è in arrivo, guarda). Per non parlare del Model X, che arriverà in Europa nell’ultima parte dell’anno prossimo, con prezzi e tecniche di costruzione ancora più competitivi. E quello sì attaccherà il mercato delle “ruote alte”.

Prima tra le auto con la spina

Lo stesso BMW Group, fonte insospettabile, ha pubblicato una serie di infografiche per documentare lo stato dell’arte nel mercato delle elettriche in Europa. I numeri comprendono anche le vendite di ibride plug-in, settore nel quale Tesla non è presente. Eppure la marca californiana è comunque prima, con una quota del 18%, seguita dalla stessa BMW (13%) e dalla Renault (10%). In soldoni: oggi un’auto elettrica nuova su 5 in Europa è marchiata Tesla. Parliamo ancora di numeri piccoli. Ma sono in tanti a chiedersi che cosa accadrà quando il mercato vivrà l’atteso boom, con l’avvento del nuovo decennio. E quando Tesla, che spesso ha faticato a reggere il ritmo degli ordini, avrà aperto la nuova, gigantesca, fabbrica cinese.

C’è chi scrive: “My religion is Tesla”

Non è solo una questione di prodotti più o meno performanti. Perché Tesla è altro, è un marchio cool. Dopo anni in cui l’automobile è stata vissuta come un male necessario, è arrivato un brand capace di suscitare passioni che non si vedevano da tempo nel mondo delle quattro ruote. I suoi primi promoter sono i proprietari di Tesla, attivissimi sui social anche attraverso i tanti club che sono nati (e nasceranno) in tutto il mondo. Dietro c’è l’idea di un mondo diverso. In cui non vendi solo un’automobile. Vendi la speranza che prestazioni, bellezza e sostenibilità siano conciliabili in un aggeggio sempre connesso, che è più di un’automobile. “Viaggiare con la luce del sole“, come dice Musk. Vero o non vero, sembra proprio che funzioni. Al punto, sul suo profilo social, c’è chi si descrive con la frase: “My religion is Tesla“. L’avrese mai detto per una Casa di auto?

AGGIORNAMENTO. Dopo la pubblicazione di questo report, Tesla ha reso noto il bilancio dei primi 6 mesi del 2019. In chiaroscuro: la Casa di Elon Musk continua a perdere più soldi del previsto ($408 milioni nel secondo trimestre), ma ha realizzato il record di consegne con 95.356 veicoli, sempre nel periodo aprile-giugno.

Musk
Elon Musk

Nel primo trimestre dell’anno erano state consegnate 63 mila vetture. Come leggere questi numeri? Come il bilancio di una Casa che continua ad investire più di quello che incassa, lavorando su prodotti nuovi (Model Y, pick-up, camion Semi…), sulla guida autonoma,  sull’allargamento della rete Supercharger e su nuove fabbriche (il mega-impianto in Cina e uno per le batterie in Indonesia). È questa continua crescita che fa paura ai concorrenti, anche se la comunità finanziaria guarda soprattutto all’ultima riga di bilancio.

– LEGGI ANCHE: a giugno Model 3 l’elettrica già venduta in Italia

 

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  1. Qualche refuso in questo passaggio, temo: “I numeri del Model 3 sono impressionanti, per senza rete di vendita e investire in pubblicità sui media.”

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