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Per laurearsi converte in elettrico la vecchia 850

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Scrivere la tesi sul retrofit della propria auto. Una 850 FIAT acquistata appositamente per convertirla. E’ la storia di Marco Di Talia, modenese che con il padre costruisce trenini per parco giochi. Naturalmente con motore elettrico.

Da sinistra il direttore della scuola Giorgio Marotta e il neo laureato Marco di Talia

Convertire l’auto d’epoca

Incontriamo Marco nella sede dell’ISSAM ovvero l‘Istituto Superiore di Scienza dell’Automobile. Insieme al neo laureato c’è Giorgio Marotta, direttore della scuola fondata dal padre 48 anni fa, nel 1971, che oggi si è adeguata ai tempi con corsi dedicati ai motori elettrici.

Sono convinto della superiorità del motore elettrico – esordisce il ragazzo – Ho impostato la mia tesi sul sulla conversione di un’auto che rispondesse alle esigenze di mobilità della mia famiglia L’ho scelta anche perché volevo dimostrare che si può fare il retrofit su tutti i modelli. Anche quelli storici, anche quelli meno ricercati come la 850“. Marco è stato fortunato nella ricerca: “L’ho comprata per 2500 euro a Monza, ma è targata Modena perché il primo proprietario era di Vignola. L’ autonomia è di 100 km, le batterie sono 48 V per 180 Ah, e soddisfa le esigenze di mobilità familiari”. 

Il prezzo del retrofit: circa 15 mila euro 

Quanto è costata la conversione? Inserendo anche il prezzo di acquisto dell’auto, la spesa totale è stata di 17.500 euro. Per la conversione si è speso  circa 15 mila euro. “In particolare 5.900 più IVA per il kit montato dalla Newtron – un’azienda di Messina– poi 6000 euro per le batterie, infine le spese per l’omologazione e 900 euro per il ritiro e la consegna dell’auto con la bisarca”. Questi i prezzi. “Naturalmente quando si fa il retrofit sono importanti anche le condizioni dell’auto dal punto di vista della carrozzeria e delle parti meccaniche. Io sono stato fortunato e alcuni piccoli interventi sono stati compresi all’interno del prezzo della conversione“. La Newtron (qui il sito) ha già realizzato il retrofit di diverse “vecchiette”, come dimostra questo video relativo a un Maggiolone VW.

Risparmio su carburante e manutenzione

L’investimento del giovane modenese sarà in parte recuperato nel tempo: “Per sei anni, il tempo di garanzia delle batterie,  pagherò pochissimo per il carburante. Un risparmio che ho stimato in circa 4 mila euro. Poi sulla manutenzione, il bollo, posso circolare nelle Ztl e non pagare i parcheggi“. Anche quello delle strisce blu è un risparmio. “Questo è il bilancio economico di questa scelta, ma poi sono soddisfatto di avere più agilità negli spostamenti cittadini“. Senza dimenticare “l’esperienza confluita nella mia tesi di laurea”. Abbiamo sfogliato il lavoro del giovane e oltre interessanti cenni storici sulla mobilità elettrica, il funzionamento del motore, la spiegazione sulle diverse tipologie di batterie si legge il resoconto economico dell’operazione di conversione.

Oltre l’auto la passione per i trenini elettrici

Ma non è finita qui il giovane, non a caso ha frequentato la scuola che ospita studenti da tutto il mondo e lavora anch’essa nel campo della… mobilità. Una mobilità un po’ particolare: i trenini che si spostano all’interno dei parchi-giochi. Una tradizione di famiglia con l’azienda Ital Resina, fondata dal padre Angelo. Specializzata nella costruzione di giostre, a cui si sono aggiunti i trenini. Un mondo dove ancora si vedono modelli con motori diesel. Ma anche qui avanza la conversione a emissioni zero. “Pensiamo a grandi spazi dove c’è un’alta concentrazione di persone, soprattutto bambini, con tanti trenini che passano di continuo -spiega Marco -. Il problema inquinamento esiste. Noi li costruiamo in elettrico ed hanno anche un utilizzo turistico. Li abbiamo esportati in Francia, al Lago di Garda, a Vasto ma pure a San Paolo in Brasile dove li usano nella versione locale della Oktober Fest. Sono mezzi omologati per andare in strada, la velocità è ridotta a 20/25 kmh e, dipende dal numero di vagoni, si riescono a trasportare fino a 24 persone“.

— Guarda anche: il kit elettrico per ogni modello, da omologare. E qui l’articolo “officine cercansi per convertire auto e moto”.

 

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9 COMMENTI

  1. Salve Roberto,
    la scelta di Marco, lo ha scritto anche nella tesi, è dettata anche da un beneficio economico ovvero avere un’auto d’epoca con una gestione a basso costo – risparmio su carburante, manutenzione e pure il parcheggio – alla fine produce un risparmio. In quattro anni Marco ha stimato un risparmio di 4 mila euro che riducono il prezzo dell’auto.

    • Sì, ma è un pezzo unico, artigianale, non si può fare confronti con i prodotti industriali. Sono le cifre che spende chi restaura auto d’epoca. E l’850 ormai è una macchina storica, che si rimette a nuovo più per passione che per interesse.

  2. Buonasera Massimo; in Italia ci sono aziende come questa che producono mezzi in funzione, per esempio, nel centro storico di Lubiana https://www.vaielettrico.it/lelettrico-made-in-italy-nella-metro-di-londra/
    Ma pure alcuni esperimenti interessanti https://www.vaielettrico.it/modello-sirmione-in-centro-storico-con-la-navetta-elettrica/
    e sui taxi diverse città stanno facendo qualcosa https://www.vaielettrico.it/bologna-fa-il-pieno-di-taxi-elettrici-51-domande-per-30-nuove-licenze/
    Ma è troppo poco, c’è tanto da fare. E’ la scelta elettrica è quella che fa più bene ai nostri polmoni

  3. Bravo il modenese. Perché non si possono fare mezzi welettrici per spostamenti nelle città con centri storici ed anche per poche persone tipo mini taxi. Darebbero conforto e lavoro a molti giovani .. succede solo in italia. All’estero vanno con tante soluzioni. Dai risciò a buggy. Trenini bici etc. Tutto semplice nel rispetto del territorio e per utilità. Come mai la motorizzazione e così lenta? Mah..

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