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Pazza idea, la Lancia rinasce elettrica

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Il concept della Lancia Fulvia coupè presentato nel 2003
Charxcontrol

E se fosse Lancia il brand elettrico di casa FCA? Tra gli appassionati della Casa torinese, mai rassegnata al declino cui l’ha condannata mamma Fiat, c’è chi culla il sogno di un rilancio clamoroso, che farebbe onore agli anni eroici in cui il fondatore Vincenzo Lancia era considerato un coraggioso e geniale innovatore. L’idea, per la verità un po’ pazza, nasce però da una constatazione logica: ci sono grandi nomi dell’auto in giro per il mondo che hanno deciso di affrontare la magnifica quanto impegnativa strada delle emissioni zero con marchi diversi da quelli usati abitualmente. Un po’ per suggellare la novità, un po’ forse per mettere le mani avanti in caso di qualche flop, tutt’altro che da escludere in un mondo ancora inesplorato.

E così la Mercedes ha creato EQ Power Division e nel 2019 lancerà la EQA, ovvero la nuova versione full electric della Classe A, già vista come anteprima nello splendido prototipo svelato a Francoforte 2017. Mentre la Volvo ha deciso che si affiderà al brand Polestar, che in precedenza si occupava delle versioni sportive della casa svedese e che dal 2015 è interamente di proprietà del gruppo.
Per la Lancia sarebbe un modo splendido per ripartire: ormai nel listino è rimasta solo la Ypsilon nelle sue più svariate versioni, un modello che tiene ancora bene il mercato, ma che risale pur sempre al 2003, pur con i successivi restyling, e che non può avere quindi davanti a sé una vita infinita.
Per la verità in casa FCA da qualche tempo si sussurra di una Maserati elettrica, concepita per entrare nella fascia alta del mercato degli ev premium, praticamente inventato dalla Tesla, ma prossimamemte battuto anche dai tedeschi, a partire dalla stessa Porsche. Ma chissà che Sergio Marchionne, prima di lasciare il comando del gruppo tra un anno e mezzo, non decida di dare un’ultima speranza a un marchio glorioso come Lancia. Sarebbe un bel modo di salutare da parte di chi, lo dicono i numeri, ha già resuscitato l’intero gruppo Fiat, dato per moribondo quando il manager italo-canadese entrò al Lingotto ormai tre lustri fa.

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