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Parlamento Ue: entro 2030 meno 40% di emissioni dalle navi

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Dalle barche esce veleno
Fumi traghetti
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Il Parlamento europeo ha votato per l’inclusione delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo nel sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE. Uno strumento per ridurre del 40% le emissioni navali. Finalmente un intervento più vigoroso  sulla cenerentola della mobilità sostenibile, anche se non siamo all’anno zero e per capirlo basta visitare la nostra sezione dedicata alla nautica. 

Al Parlamento europeo una larga maggioranza per ridurre le emissioni

La politica europea nella sua maggioranza, ma pure tanti rappresentanti dell’opposizione, ha votato per la revisione del sistema europeo per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo, il “regolamento UE-MRV“. Questi i numeri che fanno ben sperare: 520 parlamentari a favore, 94 contro e 77 astenuti.

Serve un piano di azione per un accordo globale

tanto fumo dai caminiL’Organizzazione marittima internazionale (IMO) secondo i parlamentari europei ha compiuto progressi insufficienti nel raggiungere un accordo globale sulle emissioni di gas a effetto serra (GHG). Manca un piano d’azione e a  tante leggi mancano i decreti attuativi. I parlamentari hanno chiesto alla Commissione di esaminare le misure decise dall’IMO, nonché gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi: “E’ urgente, è necessario un ambizioso accordo globale sulle emissioni di gas serra dalle navi“. Questa la posizione del Parlamento Europeo.

La riduzione delle emissioni per tutte le navi non solo le più grandi

Il Parlamento chiede l’ingresso del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS e qui un link per vedere il funzionamento del meccanismo) non solo per le navi di 5000 tonnellate lorde. gi armatori devono ridurre le loro emissioni medie annuali di CO2 durante il servizio di trasporto per tutte le loro navi di almeno il 40% entro il 2030. Una politica più impegnativa

Le parole della relatrice al Parlamento europeo Jutta Paulus

parlamentare verde
La relatrice Jutta Paulus

Su questo tema la relatrice  Jutta Paulus,rappresentante dei Verdi, è abbastanza chiara: “Il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di CO2 è importante, ma le statistiche da sole non riducono un solo grammo di gas serra. Questo è il motivo per cui stiamo andando oltre la proposta della Commissione e chiediamo misure più severe“.

I fondi delle quote per soluzioni green e porti verdi

Il sistema delle quote potrebbe ottenere risorse da dedicare a  sviluppare infrastrutture portuali dove è possibile produrre energia da fonti rinnovabili per le navi e altri interventi. Il trasporto marittimo è una fonte significativa di emissioni di gas serra anche per l’uso del “carburante bunker” di bassa qualità utilizzato nei motori delle navi. Basta affacciarsi nei nostri porti per vedere colonne  di fumi dense e velenose.

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7 COMMENTI

  1. Percorre 50 km, vogliamo scherzare? ritorniamo alla navigazione costiera con triremi se le navi cargo ogni 50 km devono ricaricarsi. Sono chiatte, utili ed intelligenti per il trasporto merci fluviale. Perfetto e sono favorevole, mica contrario, ma da qui a sentire i commissari europei con le loro idee idiote e che non funzionano mai ce n’è di strada da fare. Vogliamo i cargo elettrici? Esistono già da decenni, sono le navi a propulsione nucleare, non inquinano, possono stare in mare per mesi ma sono osteggiate per motivi ideologici dagli stessi maoisti verdi. Non voglio passare sempre per un disfattista. OK sono stracontento se tutte le chiatte e tutto il trasporto fluviale diventa NON INQUINANTE, ci guadagniamo tutti.

  2. Non è ben chiaro cosa vorrebbe il parlamento europeo. La riduzione dell’inquinamento dovuto al trasporto marittimo come verrebbe applicata? Ad oggi le flotte mercantili europee sono trascurabili a livello mondiale e ( con l’uscita del Regno Unito) in ordine di importanza le maggiori potenze europee mercantili europee, Malta, Italia, Grecia e Paesi Bassi messi insieme contano meno di Panama e poco più del Giappone, ma molto meno di Cina/Hong Kong e di Indonesia. Quindi? Si obbligano le navi cinesi ad attraccare solo se non inquinano? Credo che chiunque sappia che sarà solo un modo per danneggiare l’industria cantieristica italiana e greca e favorire la cantieristica nord europea, obbligando le flotte internazionali a fare scalo nel Regno Unito , Gibilterra, o Norvegia e poi fare trans shipping verso il continente oppure in Turchia o Russia e poi proseguire su ruota. Intanto i cantieri italiani chiudono mentre le chiatte fatte nel nord Europa spopolano. Geniale il commissario verde della Danimarca

    • Caro Luca il Parlamento Europeo ha chiesto un allineamento con l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) per un pacchetto globale come si fa sul clima. Penso che tutti i Paesi del mondo che intendono commerciare con una potenza con l’Europa e vendere qui i prodotti volere o volare si adegueranno alle norme.

      • Strano, la Cina ha firmato l’accordo di Parigi ma ha continuato sia a fare nuove centrali a carbone sia ad aumentare ogni tipo di emissioni di gas inquinanti e gas serra. Quindi come al solito saranno solo le flotte continentali a doversi adeguare, probabilmente fallendo nel tentativo, mentre come è successo finora i concorrenti, slealmente faranno altro e rimarranno gli unici attori. Storia già vista quella delle leggi inutili e dannose volute dai marziani verdi a Bruxelles. Risultati? Bollino rosso sul parmigiano e l’olio d’oliva. Tagliamo i parlamentari europei.

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