Parco agrisolare via con le domande. Si è attivata oggi la piattaforma del GSE per la presentazione delle domande di finanziamento del terzo bando del Pnrr. Le richieste potranno essere inviate fino alle 12 del 14 ottobre.
Si finanziano i pannelli sui tetti, ma anche le colonnine di ricarica e gli accumulatori
Il bando da 250 milioni è riservato esclusivamente alle imprese di produzione agricola primaria con progetti localizzati nel Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
La misura sostiene l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli, incluse le serre, oltre a interventi di coibentazione, rimozione dell’amianto, sistemi di accumulo e colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
Il bando parco agrisolare rappresenta, quindi, una bella spinta all’acquisto di veicoli elettrici: dalle auto aziendali ai furgoni oppure mezzi di lavoro che grazie alla produzione in casa dell’energia possono abbattere notevolmente i costi del carburante. Con pannello e colonnina diventa economico alimentare i propri mezzi, ma anche quelli degli ospiti e dei dipendenti.
Con parco agrisolare il contributo a fondo perduto arriva fino al 80%
Il terzo avviso incorpora le novità e le regole introdotte con il secondo bando del 2023: il contributo a fondo perduto può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili.
Le imprese hanno la possibilità di adottare soluzioni di autoconsumo condiviso e partecipare in forma aggregata. Inoltre, la potenza massima per impianto è fissata a 1.000 kWp, mentre la spesa massima per beneficiario è di 2.330.000 euro.
Le domande presentate saranno istruite dal GSE. tra ottobre e dicembre 2024, insieme allo scorrimento del secondo bando rivolto a tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di assegnare l’intera dotazione finanziaria della misura. Si tratta di 2,35 miliardi da assegnare entro il 2024, come da scadenza europea.
<<Siamo orgogliosi di annunciare il terzo bando della Misura del Pnrr Parco Agrisolare, che rappresenta un ulteriore passo avanti nel nostro impegno per un’agricoltura sostenibile e innovativa”. Parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Bene, bravo ma con il Dl agricoltura si è fermato il fotovoltaico a terra con coltivazione interfilare che poteva permettere di valorizzare terreni marginali e arrestare la fuga dalla campagna.
Lavoro per una società che ha presentato per conto dei nostri clienti diverse domande di ammissione al bando Agrisolare, sia per il primo del 2022 che per quello appena trascorso del 2023.
Per il primo bando abbiamo aziende che hanno eseguito i lavori, è stato allacciato l’impianto alla rete nazionale (e-distribuzione più registrazione su Terna Gaudì) è stato fatto il fine lavori con relativa rendicontazione della documentazione da allegare al portale GSE e dopo alcune integrazioni richieste spesso per banalità, è stato finalmente protocollato il tutto; bene per le domande concluse per prime sono passati oramai quasi 6 mesi e ancora non hanno ricevuto un solo euro di quanto riconosciuto dall’esito!
Ricordo che i tempi previsti nel bando per l’accredito del contributo sono 90 giorni, quindi a chi vogliono prendere in giro?
Ci sono aziende che hanno anticipato migliaia di € chiedendo finanziamenti alle banche per poter realizzare l’impianto e ora si ritrovano in difficoltà perché questi soldi non rientrano e non si sa ancora quando avverrà.
Vi sembra una cosa normale o giusta?
speravo che almeno su queste installazioni “contentino” non facessero casini.. se ti va tienici aggiornati
Come ammazzare l’ economia di un paese … capitolo II …
Ha completamente ragione. Questi i numeri a giugno: “15.000 imprese già finanziate, oltre 3.000 imprese che hanno già concluso l’investimento di cui la meta hanno ricevuto il saldo del contributo, altre 4.000 imprese che hanno avviato i lavori”
Alcuni sui colleghi mi hanno detto che avrebbero iniziato a pagare dal Sud e a Nord ancora niente, infatti il ministro nell’ultimo comunicato parte di scorrimento della graduatoria precedente. Quindi sono in ritardo.
🙏🙏🙏🙏🙏
speriamo vada a buon fine.. senza intoppi “strani”..
Ne abbiamo un bisogno disperato…
Ciao Damiano,
Agrisolare (pannelli sui tetti aziende agricole) e agrivoltaico tipo-1 (pannelli alti montati con strutture tipo pergolati su aree agricole) dovrebbe andare tutto liscio, queste installazioni sembrano tra i pochi tipi che piacciono al governo e che hanno anche il benestare di ENI:
– soggette a incentivi (mi pare in parte tramite aste in parte tramite assegnazione per graduatoria) così si prendono i meriti e la ricoscenza
– incentivi settati ababstanza alti sia di installazione (alti margini per gli installatori) che del prezzo del kwh immesso in rete (in pratica è una sovvenzione ventennale agli agricoltori)
– contingentate a un quantitativo piccolo (i vari bandi agrisolare mi pare totalizzano 1,38 GW totali), così non rischiano di abbassare troppo il PUN
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quello che ostacolano è il FT utility, cioè grandi installazioni con pannelli a terra,
e la sua variante dell’agrivoltaico tipo-2, che sono sempre pannelli bassi, molto semplici da realizzare e manutenzionare, ma con le file un poco più spaziate rispetto al FT semplice, perchè tra le file viene mantenuto l’uso agricolo-pascolo; nell’agrivoltaico italiano la superficie ombreggiata non deve superare il 40%
basso costo (generano kwh a prezzi stracciati), intallabili senza incentivi (agrivoltaico tipo 2) o con Cdf contratti per differenza (FT utility) a prezzi del kwh molto bassi, e con potenziale di installare i primi 20 GW in 12-18 mesi, che avrebbero l’effetto immediato di abbassare il prezzo Pun medio giornaliero
>> l’agrivoltaico tipo-2
lo hanno azzoppato con il DL agricoltura, era la novità (europea) imprevista e intelligente e aveva un iter autorizzativo relativamente snello e favorevole, imponendo i costi per montare i pannelli più in alto, e facendo ripresentare daccapo i progetti
– i costi prima erano 600e a kw installato con ritorno di investimento in 7 anni, in molti prendevano coraggio o si affidavano a ditte specializzate affittando i diritti di superficie
– ora forse sono circa 900-1200e a kw installato, e contando anche la burocrazia, il ritorno di investimento è più a rischio in libero mercato (cioè senza “contratti per differenza” che stabilizzano a un valore prevedibile il prezzo del kwh nelle installazioni incentivate)
>> il FT utility (grandi impianti a terra ma su aree non agricole)
invece è sotto guerra già da anni, tra decreti ostili, autorizzazioni al rallentatore, cavilli burocratici, sovrapposizione delle istanze nazionali, regionali, comunali, ricorsi al TAR ed avvocati; dopo anni i vari tribunali stavano creando una certa massa di giurisprudenza favorevole, sboccandoli, ma ora il governo gli ha dato un’altra mazzata scrivendo il Decreto Aree idonee in modo punitivo
con questa situazione, impianti nuovi rischiamo di avrere soprattutto installazioni domestiche e aziendali, che hanno costi più alti, buoni più per l’autoconsumo, e si parla di aggiungere 5-6 GW annui invece di 25 GW
peccato ci stanno facendo perdere soldi e anni di tempo a noi cittadini,
ma anche agli agricoltori che con l’agrivoltaico tipo-2 potevano integrare un po’ di guadagno e coltivazione dell’energia, senza passare per le strettoie risicate e da click-day dei bandi incentivati, che sono il “contentino” (tra l’altro pagato caro)