In Tibet, su una superficie di 610 chilometri quadrati, l’equivalente dell’intera città di Chicago, ha preso forma un ambizioso progetto cinese che unisce energia rinnovabile e pastorizia. Un’iniziativa che, per dimensioni e impatto sul paesaggio, sarebbe difficilmente realizzabile in Europa, dove l’urbanizzazione e la sensibilità paesaggistica generano spesso forti opposizioni. Ma in un territorio vasto, spopolato e semi-desertico come quello tibetano, l’impresa diventa possibile.
Pannelli frangivento per mitigare la desertificazione
Secondo i tecnici, i pannelli non solo producono energia, ma agiscono anche come barriere contro il vento, contribuendo a ridurre la dispersione di polveri e sabbia. Questo effetto secondario rallenta la degradazione del suolo e favorisce la crescita dell’erba, creando condizioni ideali per il pascolo. Le greggi, infatti, si muovono liberamente tra le installazioni e brucando l’erba. Non a caso, sono state soprannominate “pecore fotovoltaiche”.

Energia pulita per 5 milioni di famiglie
L’impatto visivo dell’impianto è evidente, ma i benefici sono molteplici. Oltre a fornire energia a circa 5 milioni di famiglie, il progetto contribuisce alla lotta contro la desertificazione e promuove una convivenza virtuosa tra tecnologia e tradizione pastorale. Esperienze simili le abbiamo già documentate in Texas (leggi), Australia (leggi) e persino alla periferia di Vienna, dove le greggi pascolano tra i filari dei pannelli (leggi).
In Australia, l’ombra delle strutture, secondo uno studio diffuso dai gestori dell’impianto, avrebbe migliorato la qualità della lana delle pecore merinos, dimostrando come l’integrazione tra agricoltura e fotovoltaico possa generare vantaggi.

Wang Anwei, responsabile energetico della prefettura di Hainan, ha definito il progetto “vantaggioso su più livelli”: «Le imprese producono elettricità, il suolo si rigenera, e gli abitanti dei villaggi possono continuare a praticare la pastorizia in modo sostenibile».
La sfida di portare l’energia verde nelle aree industriali
I sette milioni di pannelli rappresentano una grande risorsa, ma non mancano le criticità se si allarga lo sguardo all’intera Cina. Le ha sottolineato ai giornalisti Zhang Jinming, vicegovernatore della provincia del Qinghai. «La distribuzione delle risorse energetiche verdi è in contrasto con l’attuale distribuzione industriale del nostro Paese. La rete elettrica cinese è stata adattata alla produzione costante delle centrali a carbone piuttosto che a quella più variabile e meno prevedibile dell’eolico e del solare». C’è necessità di una grande trasformazione della rete e ci sono investimenti in corso. In sintesi: si produce soprattutto nelle aree spopolate, ma c’è necessità di trasferire l’energia delle aree industriali.
Agrivoltaico avanzato: una balla che non c’è legame con agricoltura
Nonostante l’importanza del carbone nella produzione energetica la Cina ha installato pannelli molto più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo (leggi) e l’investimento sta iniziando a dare i suoi frutti. Le emissioni di carbonio del Paese sono calate nei primi mesi del 2025 (leggi).



“japan news” cita che 2/3 dell’installazione è già stata realizzata.. in totale arriverà a 7 GW.. che come scrivevo occupano circa 25 km2 (dispersi nei 610 km2 totali)
Grazie per il contributo, notizie che girano sul web è generico e non corretto. E’ stato organizzato un tour con 30 professionisti internazionali e decine di testate giornalistiche prestigiose hanno diffuso questi numeri. Ho provato con l’intelligenza artificiale a fare il conto è mi ha dato i tuoi numeri. Però se vado a vedere l’estensione dei parchi solari più estesi al mondo si vola molto più in alto rispetto ai 25 km2. Alla somma della superficie degli impianti bisogna aggiungere tutte le strutture di gestione dell’energia e le strade interne di collegamento utili per la logistica e la manutenzione dei pannelli. Qui in Cina stiamo parlando di agrivoltaico con greggi di pecore che non si limitano a usufruire, ci sono diverse foto che lo documentano, degli spazi stretti delle interfile, ma spazi ben più ampi eci sono anche le case dei pastori. Hanno inteso la superficie totale come quella dell’intero parco agrivoltaico.
capito, avranno considerato l’intera area in cui sono dispersi, magari a gruppi, i pannelli, così la notizia è anche più di effetto
ho pensato di precisare 25 km2 per evitare equivoci in Italia 🙂
la IA che recupera dati dal web, molti obsoleti, installazioni datate con pannelli con bassa efficenza 18% o 20%, potrebbe indicare una densità di potenza per m2 più bassa delle attuali
pannelli FTV utility economici oggi si parte da 23%:
– efficenza 23%, significa 230 watt nominali per metro quadro
– pannelli sono montati inclinati, sopra 1 m2 di terreno ci installi 1,15 m2 di pannello, cioè siamo a 264 watt per metro quadro
(e poi se sono bifacciali la resa cresce ancora)
aggiungendo 9 zeri (Giga cioè Miliardo):
264 Giga-Watt su 1 Giga-m2 cioè 1000 Km2
con pannelli futuri con eff. luminosa 26%:
300 GW su 1000 km2
(in italia a terra ne metterei 275 GW, circa 920 km2)
questo lo spazio NETTO, poi vanno aggiunte le spaziature tra le file dei pannelli, e lo spazio lasciato intorno ad essi;
allora lo spazio LORDO delle installazioni di FTV a terra è tra 2 e 3 volte la stima del netto
per agrivoltaico evoluto lo spazio occupato aumenta ancora un po’ a parità di potenza, perchè i pannelli sono montati meno fitti
Si certo ho capito lo spirito ed è utile come hai fatto sottolineare che non è solo un copri e incolla di pannelli anche se alzati da terra.
conto a spanne direi spazio occupato LORDO (pannelli + spazi liberi):
1,8 – 1 MW x ettaro – FTV tettoie parcheggi
1,5 – 1 MW x ettaro – FTV a terra
1,2 – 0,8 MW x ettaro – agrivoltaico semplice
1 – 0,6 MW x ettaro – agrivoltaico evoluto
per pannelli attuali con efficenza del modulo 23%;
nei prossimi 15 anni pare avremo efficenze sino a 35%,
la densità di potenza per ettaro aumenterà
forse la news sta girando sul web con qualche errore, cioè
forse l’area coperta da pannelli sarebbe solo una piccola porzione dell’altopiano da 610 km2
parlano di 7 GW di potenza nominale come installazione, corrisponde a 25 km2 di area ombreggiata dai pannelli.. contando anche le spaziature tra le file dei pannelli si arriva a 40-50 km2
oppure parlano di 7 milioni di pannelli, se anche fossero quelli grandi da 800 watt ognuno, saremmo a 5,6 GW, cioè ancora un po’ meno, circa 20 km2 di aree ombreggiate
comunque progetto integrato con pastorizia e interessante da seguire.. tra l’altro a quelle altezze i pannelli ricevono un alto irraggiamento solare