La piattaforma Ortosolare è la dimostrazione che le aziende agricole puntano sulla produzione differenziata e convergente: frutta, verdura ed energia. Si tratta di aziende leader: Jingold Spa, conosciuta per i kiwi e la cooperativa Terremerse con grande produzione agricola. L’iniziativa è nata dall’impulso di Sun’Agri e sarà presentata al Salone dell’Agrivoltaico di Rimini (leggi).
L’esperienza di 30 impianti agrivoltaici in Francia
Ortosolare è una piattaforma dedicata allo sviluppo di progetti agrivoltaici costituita in rete d’impresa. In prima linea Sun’Agri (leggi) che ha dato vita all’iniziativa di aggregazione per l’agrivoltaico dinamico avanzato.

L’azienda francese può contare su oltre 30 impianti attivi e altrettanti in costruzione in Francia. Chi fa parte della rete? Open Energy Srl e EPR Srl (società d’ingegneria e di co-sviluppo impegnata da tempo nel Nord Italia), Viride Srl e RGM Srl (società EPC, installatori con anni di esperienza su impianti medio-grandi). Sul terreno agricolo Jingold Spa e Terremerse Soc. Coop.

Come mai si è creata la rete? «Per mettere a fattor comune le proprie forze per offrire alle imprese agricole clienti tutte le competenze necessarie per passare dall’idea allo sviluppo di un progetto agrivoltaico dinamico, fino alla sua concreta realizzazione, inclusa la ricerca dell’investitore».
Vista la complessità delle procedure, senza dimenticare le competenze altamente specialistiche necessarie per ottenere una simbiosi tra produzione energetica ed agricola, si è creata una aggregazione con competenze diverse.
«Vogliamo essere un partner affidabile, mettendo al centro le esigenze delle imprese agricole». Parole di Ilenio Bastoni, direttore del settore ortofrutta e Op di Terremerse, nonché vicepresidente della rete.
«L’idea di sviluppare questa iniziativa è nata dalla proposta di collaborazione di Sun’Agri, che lo scorso anno ci ha coinvolto in un primo progetto di noccioleto agrivoltaico in Piemonte. Da lì abbiamo compreso il potenziale di questa sinergia». Un dato interessante è relativo alle entrate: «Un impianto agrivoltaico ben progettato garantisce un reddito stabile e certo fin dal primo anno, compensando l’attesa per l’entrata in produzione delle colture».

I divieti del Dl Agricoltura spingono l’agrivoltaico dinamico
Come abbiamo spesso scritto il Decreto Agricoltura ha vietato il fotovoltaico a terra, ma anche l’agrivoltaico di tipo 2 che permette la coltivazione tra i filari. Una soluzione economica per i terreni residuali e colture a bassa marginalità.
Da Ortosolare a questo divieto si guarda in modo positivo: «Hanno aperto grandi prospettive per l’agrivoltaico. Ci prepariamo a cogliere tutte le opportunità che arriveranno dai nuovi bandi con le agevolazioni per il 2025». Il riferimento è anche al bando finanziato con le risorse europee del Pnrr.
Raffaella Bisconti, direttore di Sun’Agri Italia e presidente della rete sottolinea il processo di ricerca delle aziende che «sono state qualificate e validate nel tempo. Alla rete la nostra azienda porta tutta la propria expertise in campo agri-tecnico e il valore aggiunto della nostra tecnologia Avd e delle strategie di pilotaggio agronomico basate sui nostri brevetti e sui software d’intelligenza artificiale». Una gamma di servizi abbastanza per l’agricoltore che non ha risorse e competenze.
Differenti i modelli di gestione offerti. «L’impresa agricola, ad esempio, può investire in prima persona nell’impianto oppure può decidere di cedere il diritto di superficie a soggetti terzi investitori, percependo un reddito integrativo e continuando come sempre la propria attività agricola sotto l’impianto». Sono contemplati anche modelli di co-investimento. «In ogni caso – chiude Bisconti – si tratta di un’operazione win-win tra benefici agricoli e transizione energetica, cucita su misura per ogni singolo progetto».