Il colosso cinese pronto ad invadere il mercato con dieci modelli nei prossimi quattro anni tra elettrici e ibridi, intanto quella presentata al Salone dell’auto di Monaco di Baviera ha tutta l’aria di essere già una vettura molto interessante per il Vecchio Continente
È stato il Salone dell’auto di Monaco di Baviera il teatro per annunciare l’arrivo sul mercato europeo del brand cineseGreat Wall Motors e del suo portfolio di prodotti. Tra questi il SUV plug-in premium Wey Coffee 01 ma soprattutto l’auto 100% elettrica compatta ORA CAT.
Ora Cat, la 100% elettrica del colosso Great Wall Motors
La Cat sarà solo la prima auto di una gamma di quattro modelli elettrici di ORA, questo il nome del brand, destinate all’Europa, che debutteranno entro il prossimo biennio. In totale, tra ibrido ed elettrico, l’azienda cinese entrerà nel mercato europeo con ben dieci modelli da qui al 2025, come annunciato da Xianghua Ciao, CEO Great Wall Motors, proprio durante il Salone dell’auto di Monaco.
Caratteristiche tecniche, fino a 400 km di autonomia
Quanto comunicato dall’azienda lascia davvero ben sperare in termini di affidabilità e prestazioni. La vettura è lunga di 423 centimetri, larga 182, alta 159 e e con un passo di 265 e peso di 1.510 kg. Verrà sviluppata sulla piattaforma denominata L.E.M.O.N destinata alla produzione dei veicoli elettrici GWM e messa in vendita con trazione anteriore e con due distinte batterie: una da 49 kWh in grado di produrre un’autonomia di 300km e l’altra da 64 kWh con autonomia di 400km, quest’ultima versione avrà una potenza di 171 CV per 250 Nm di coppia.
Stile vintage, auto moderna
Una delle caratteristiche più evidenti sono le linee esterne vintage. Gli interni, invece, sono sobri e puliti ma anch’essi con un’aria molto vintage, uniti ad un volante a due razze e sedili con linee verticali. In plancia presente il tipico display da auto elettrica, con LCD circolare per il quadro strumenti. La grande novità riguarda la tecnologia di bordo, implementata grazie all’esperienza di Great Wall Motors e dei suoi partner nello sviluppo della stessa.
In totale ci sono ben 18 sensori sulla vettura: 12 a ultrasuoni, 5 radar e una telecamera anteriore. Ai quali si aggiungono altre quattro telecamere per la visione a 360 gradi. E un’altra presente all’interno dell’abitacolo per il riconoscimento del volto del conducente e il monitoraggio dell’attenzione del medesimo.
Prezzo e data di arrivo nel mercato italiano di Ora Cat
Senza dimenticare che i dati raccolti saranno processati dal chip Qualcomm Snapdragon 8155, per un’assistenza alla guida di livello 2 molto interessante per una vettura di queste dimensioni e di questo prezzo. Il prezzo, appunto. La casa non ha ancora comunicato niente di ufficiale. I primi listini dovrebbero arrivare comunque entro 30/60 giorni, ma i rumors parlano di un listino di base attorno ai 25.000 euro iva inclusa. Con i vari incentivi esistenti, la Ora Cat potrebbe essere acquistata intorno ai 15/18 mila euro, un prezzo molto interessante e decisamente concorrenziale. Arriverà in Italia entro la metà del 2022 e sarà prenotatile già dalla fine del 2021.
Da 0 a 100 in otto secondi, top speed da 160 km/h
La Ora Cat è capace di sprigionare una potenza di 171 cv, che le permette dunque di passare da 0 a 50 km/h in 3,8 secondi e da 0 a 100 km/h in 8,5. Con una velocità massima dichiarata di 160 km/h.
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Auto interessante, soprattutto per il prezzo e l’autonomia. Auto europee con stessa autonomia costano più di 30mila euro. Penso che per portare un italiano ad acquistare UNA SOLA auto elettrica a famiglia si debba garantire la stessa autonomia di un’auto a motore e un prezzo adeguato pari a quello a motore. Per giungere a questi requisiti in Europa ci vorranno almeno 10 anni di attesa (soprattutto per prezzi ribassati), per cui ben vengano auto asiatiche ( e peno che anche Toyota, Suzuki, Nissan e altre siano asiatiche e ben conosciute qui da noi). Riguardo poi al crashtest, penso che sia compito di un conducente non mettersi alla guida in stato di ebbrezza, assonnato o stanco, e soprattutto rispettare i limiti, non fumare, non usare il cellulare e con la tecnologia di oggi si ha un bel aiuto anche nelle auto cinesi come questa. Se poi voglio fare una bravata e affrontare una curva a U a 200 km/h op uin soprasso assai azzardato, allora…. non c’è crashtest che tenga, ma…. me la sono voluta!
Ora che la Zoe non sarà più prodotta (e quelle in vendita a Km 0 o usate hanno ancora un prezzo molto alto per me o hanno batteria a noleggio), sostituita dalle nuove ID “x” più care, in attesa della nuova R5 o R4, un bel pensierino per questa Ora Cat lo faccio volentieri, visto il prezzo e l’autonomia e considerato che non mi posso permettere l’acquisto di più di una auto familiare e se la compro, compro elettrico, a occhi chiusi, un bel risparmio per le mie tasche e per salvare il nostro pianeta.
Puoi essere sano quanto vuoi, ma se qualcuno ti c’entra non puoi farci nulla. Solo l’accurata progettazione delle zone ad assorbimento d’urto della macchina possono mitigarne le conseguenze.
Parliamo un po’ di questi veicoli: il Wey Coffee 01, secondo alcuni rumors, potrebbe costare 50000. Parliamo però di un ibrido con batteria da ben 41,8 kWh, 150 km di autonomia in elettrico e, in elettrico, 0-100 in 7″ e 135 km/h di velocità massima. Abbinando il 2.000 benzina, si raggiungono i 450 cv e gli 847 nm di coppia. Dentro lusso a go go con plastiche morbide, pulsanti touch, tanta tecnologia. Pazzesco, letteralmente pazzesco.
Passiamo adesso all’Ora Cat. Siamo già davanti ad un “best in class” / “best buy” / “editor pick”. In pratica porta oggi in Europa quello che Tesla porterà tra 3 anni con la Model 2 (o Model Q). Prezzo ipercompetitivo (che può godere degli incentivi di oggi, che sono alti e che sono destinati a decrescere negli anni), autonomia soddisfacente che supera la barriera dei 400 km. Tecnologia, lusso, estetica. Queste sono le elettriche che ci piacciono, ora sì che si comincia a ragionare!
Per la cronaca, dopo la Norvegia in Germania è appena sbarcata Nio che tra qualche giorno inizia a vendere le ET7, le sue superberline a guida autonoma, in consegna dal Q4 2022. I produttori cinesi presto faranno la corsa per venire a vendere qui da noi e il motivo è semplice: al momento in Cina le vendite vanno a gonfie vele e loro non riescono a stare dietro agli ordini (con ritardi che si accumulano anche per via della crisi dei chip), ma destinare una parte dei loro prodotti qui in Europa significa garantirsi fin da subito una brand awareness che poi col tempo ripaga bene, perché qui in Europa i margini sono più alti e anche perché se vogliono detronizzare i vecchi brand e colpirli dove fa più male è qui in Europa che devono venire, a casa loro, nella loro fortezza ad oggi inespugnata. Ormai le cinesi continuano ad inanellare successi, tutte prendono le 5 stelle ai test euro’n’cap e sono tutte più tecnologiche e all’avanguardia rispetto alle europee. I brand “old school” non riescono a competere contro i brand “high tech”: è notizia di questi giorni del ritiro di Ford dal mercato indiano, dove ha investito moltissimo accumulando solo perdite.
Benvenuti cinesi, vi stavamo aspettando …
Bellissima e sfiziosa, non vedo l’ora di poterla toccare con mano in concessionaria.
400km con 64kWh mi pare parecchio inefficiente, per essere gentili.
Crashtest EuroNCAP?
Personalmente vorrei che ci fossero dazi del 400% per veicoli di provenienza asiatica.
Quando cominceremo a difendere i nostri posti di lavoro?
Perché per poter spendere, le persone devono guadagnare e per farlo devono lavorare.
Quella che lei auspica, Athos, si chiama autarchia e non ha mai dato buoni frutti. L’Europa, più saggiamente, sta pensando invece di imporre dazi “sociali” e “ambientali”. I primi compensano le minori garanzie contrattuali per i lavoratori, i secondi il maggior inquinamento prodotto da regole ambientali più permissive.
Se imponessero dazi ambientali, i costi delle auto cinesi salirebbero dell’800%.
Non ho trovato crashtest di questa “Cat”, e le cinesi non si sono mai distinte positivamente per i punteggi ottenuti dalle loro auto.
Spero che i costruttori europei si diano una svegliata.
Una bella sveglia ai costruttori europei (qualcuno in verità se l’è data) sarebbe molto meglio dei dazi, sono pienamente d’accordo con lei. Lo stimolo della concorrenza significa proprio questo.
Il discorso dei dazi è sì, molto complesso.
Giustamente un “imprenditore” cerca di andare a produrre dove ha meno costi. Il problema è che in occidente, ci sono delle garanzie per i lavoratori, welfare, sicurezze sul posto di lavoro che hanno dei costi decisamente alti.
Importare prodotti fatti in zone dove il processo produttivo è “semplificato” per risparmiare, è controproducente per noi tutti.
Esagerando ci porta ad acquistare prodotti sempre più economici di qualità sempre minore, in quanto il nostro portafoglio è sempre più debole. e generalmente di nuovo questi prodotti vengono prodotti lontano dal ricco occidente.
insomma, vediamo che si è generato un volano non molto piacevole.
Diciamo che la politica dovrebbero cercare di salvaguardar a lungo termine la salute economica dello stato/unione, senza essere autarchica.
Infattil’Europa, come ho scritto, sta pensando ad introdurre dazi sociali e dazi ambientali. Entrambi hanno l’obiettivo di mettere ogni paese produttore sulla stessa linea di partenza. Poi, però, se uno è più bravo, più efficiente e più innovativo è giusto che prevalga sul mercato globale. Verrebbe da dire: è la concorrenza, bellezza!
Athos posso aiutarti io. https://www.hodangnhan.com/2021/08/great-wall-motor-ora-haomao-ora-good.html La Ora Good Cat (da noi in Europa solo “Ora Cat”) ha ottenuto 5 stelle nei test c-ncap di crash (sono i test cinesi e sono severissimi come i nostri) Considera che la Ora è venduta anche con un suo autopilot (dunque sicurezza attiva importante), non all’altezza di quello di Tesla ma comunque molto evoluto.
L’epoca delle cinesi che si sbriciolano nei crash test è finita da tempo. In Cina è tutta una corsa alla sicurezza, con punteggi molto severi che portano ad una vera competizione tra i produttori (per cui non basta lì dire 5 stelle, in molti, come XPeng, vanta anche record di categoria riportando il punteggio completo in centesimi). Questi risultati vengono poi confermati in Europa: è notizia di questi giorni che Lynk & Co 01 e NIO ES8 hanno confermato le 5 stelle cinesi ai crash test dell’Euro’ncap.
Avremmo dovuto cominciare qualche decennio fa con dazi seri sull’export cinese, basato sui diritti ridicoli dei lavoratori che vivono oltre la Grande Muraglia, siamo letteralmente pieni di prodotti cinesi e non certo da ieri.
Ma vista la grande voglia dei nostri industriali di produrre “dove costa meno per poi vendere qui” non sono mai stati messi dazi sensati, tutto qui. Non è inazione, è avidità di chi, purtroppo, comanda i nostri governanti che hanno mostrato ben poca spina dorsale.
L’unica speranza è che i lavoratori possano ottenere diritti simili a quelli europei anche in Cina, allora le cose cambierebbero. E qualcosa si è mosso negli ultimi anni, vedi il crescente tasso d’istruzione e i crescenti diritti dei lavoratori in Cina, seppure ancora arretrati rispetto a quelli europei, e qual è stato il risultato? Che i solito furbi hanno trovato una “nuova Cina”: prima la Malesia, poi il Vietnam e ora anche la Cambogia, poi chissà quale altro paese. Forse un giorno il “giro” arriverà alla fine e ci saranno diritti decenti ovunque, ma la vedo lunga, molto lunga…
Nel frattempo abbiamo solo dazi su base sociale e ambientale, e speriamo che pesino quanto serve.
Non dimentichi comunque che uno smartphone a 150 euro o una t-shirt a 5 euro un consumatore europeo non li troverebbe mai, se non fossero prodotti in Asia. Alla fine sono i consumatori a fare il mercato.
Mai detto il contrario, ma di sicuro i dazi, anche quelli di cui parla lei, non li decidono certo i consumatori
La cina non e’ un concorrente da libero mercato, secondo me. Lo stato italiano deve provverere al recupero dei 400 milioni dati a suo tempo all’alitalia. In eu siamo pronti a bacchettarci gli uni con gli altri (polli di Renzo?) per gli aiuti di stato mentre I cinesi conquistano I mercati globali. Ha, dimenticavo, la nostra strategia: “delocalizzare” in india. Attenzione, non e’ piu’ la delocalizzazione del brambilla che va a costruire il capannone in romania. La nuova “delocalizzazione” sono accordi con contract manufacturer al principio del costo piu’ basso. Che ben vengano I dazi sociali/ambientali, ma vedo pochi buoi rimasti nella stalla. Molte cose andranno ricostruite. Prendiamo la proposta di questi dazi come buon auspicio
Resta il fatto, Roberto, che mai nella sua storia il made in Italy ha esportato tanto quanto negli ultimi dieci anni e con un saldo positivo fra import ed export in continua crescita. Si è chiesto perchè?
Concordo.
La piattaforma Hunday ( E-Kona, E-Soul, ) con 64 kw/h “garantiscono” percorrenze che superano i 450 km. La povera Renault ZOE, se non ricordo male, con 50 kw/h garantiva percorrenze tra i 385 e i 395 km.