Serve un decreto ad hoc per omologare le due ruote convertite in elettrico. Dopo le difficoltà denunciate da Max Ratano per la Vespa (guarda) abbiamo risentito Alex Leardini di Motoveloci, del cui Retrokit ci siamo spesso occupati (clicca qui).
Al Ministero dei Trasporti sanno bene che per riomologare i motocicli bisogna andare fino in Germania. Una trasferta più burocratica che tecnica, senza logica e molto costosa soprattutto sul piano ambientale: sono milioni i mezzi super inquinanti a spasso per le nostre città. Alex Leardini, con i soci romagnoli di Motoveloci, conosce bene il quadro legislativo e le logiche della politica. “Le norme sono state pensate e scritte quando ancora non esistevano soggetti imprenditoriali che, come noi, che propongono sul mercato un kit specifico per le due ruote”,sottolinea l’ingegnere. “Le strade sono due. Integrare e modificare, oppure scrivere un decreto nuovo che recepisce le necessità dei produttori, e quindi degli acquirenti, che vogliono convertire la loro moto“.
A Roma stanno lavorando a una nuova norma
Leardini conferma a Vailettrico.it che al ministero stanno studiando il dossier per rispondere a questo vuoto normativo. Vuoto che impedisce di fatto, se non spendendo delle cifre considerevoli ( vicine o superiori ai 10 mila euro), la conversione della vastissima flotta delle due ruote. Vecchi macinini che a breve non potranno più circolare. “Abbiamo stimato un parco complessivo di circa 2 milioni di Vespa in Italia – sottolinea Leardini – un veicolo euro 6 inquina il 95% in meno di un veicolo Euro 0“. Tanto e troppo veleno per l’ambiente.
Si omologa con trasferta in Germania
Per l’elettrificazione di questo patrimonio, anche culturale, è necessario abbattere i costi e snellire le procedure, attualmente complicate e con troppi passaggi come spiega Leardini: “Ogni Vespa deve passare dal territorio tedesco e dal TUV (ente di certificazione, Ndr) per eseguire tutte le prove ed ottenere così l’autorizzazione alla circolazione in terra teutonica”. Ma non è finita, c’è un passaggio successivo: una nuova reimmatricolazione in Italia.
L’omologa costa 3000 euro
Il prezzo di tutto l’iter di omologazione è sui 3000 euro a Vespa, sottolinea l’imprenditore romagnolo: “Senza contare tutte le prove da eseguire prima come EMC ed altre che costano una decina di migliaia di euro per ogni modello di Retrokit”. Quindi: “Serve una legge che dia la possibilità di realizzare questi kit omologati in Italia, che possano essere installati da qualsiasi meccanico con abilitazione meccatronica”. Lavoro per meccanici formati. Il passaggio finale negli uffici della Motorizzazione: “Per certificare la corretta installazione e rilasciare la nuova carta di circolazione, dove si attesta che il motore ora è elettrico e non più termico”.
Snellire la procedura
Questa la proposta in generale, ma più nel dettaglio: “Servirà uno snellimento rispetto al decreto Retrofit per le autovetture, dove sono riportati vincoli tecnici e di installazione fortemente limitanti per un motoveicolo. L’installazione su un’autovettura prevede competenze e formazioni specifiche, che non sono necessarie per un kit “plug and play”. Tradotto: ormai la gran parte dei meccanici ha competenze di meccatronica. Limitare il mercato degli installatori rappresenta un limite per questo mercato, che ha forti implicazioni ambientali.
Le novità del nuovo Retrokit
Batteria estraibile e motore da 9,5 Cv
Affrontato lo spinoso tema dell’omologazione, il rappresentate di Motoveloci ci aggiorna sulla terza versione del kit per la Vespa: “L’abbiamo migliorato per garantire affidabilità e durata. La batteria è stata modificata nella forma, per renderla più facilmente estraibile”. Per quanto riguarda le specifiche tecniche: “Il motore è stato migliorato con un raffreddamento ad olio, trasmissione mista a cinghia e ingranaggi, centralina completamente programmabile e freno motore rigenerativo. Potenza massima 7 kW (9,5 cavalli), autonomia di 80 km, tensione di 72 Volt, velocità massima impostabile 90 km/h. Con App dedicata per cruscotto e dati di navigazione”. Speriamo che si sblocchi il problema burocratico, può esserci lavoro per tanti meccanici.
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