Olio fritto o aria fritta? L’Epa Usa indaga sui bio-carburanti

bio-carburanti

I bio-carburanti, tanto cari al nostro governo che vorrebbe inserirli fra quelli a zero emissioni promossi dall’Unione Europea, puzzano di frode. E l’ente statunitense  per la protezione dell’ambiente (EPA) ha avviato  un’ indagine per vederci chiaro. 
Non deriverebbero infatti da scarti alimentari (in particolare da oli di frittura esausti), bensì da olio di palma importato clandestinamente. E tuttavia godono in America di generosi sussidi. Lo scrive l’agenzia Reuters.

Non tornano i conti sull’importazione dall’Asia di oli da cucina usati (UCO)

L’EPA ha avviato indagini sulle catene di fornitura di almeno due produttori di bio-carburanti rinnovabili a seguito delle segnalazioni di alcuni concorrenti. Ancora riservati i
nomi delle due aziende, poiché le indagini sono ancora in corso.
La produzione di bio-diesel da ingredienti sostenibili, come l’olio da cucina usato, può far guadagnare ai raffinatori una serie di sussidi statali e federali per l’ambiente e il clima, tra cui crediti negoziabili nell’ambito di un programma amministrato dall’EPA chiamato Renewable Fuel Standard.
Ma si sospetta che alcune forniture etichettate come olio da cucina usato siano in realtà olio di palma vergine, più economico ma meno sostenibile.

Il sospetto: materie prime miscelate con l’olio di palma vergine

L’olio di palma, uno degli oli vegetali più utilizzati al mondo, è una piaga per gli ambientalisti e per molti paesi, perché il settore è legato ad abusi sui lavoratori ed è una delle principali cause della deforestazione in luoghi come l’Indonesia.
Si è notata infatti un’impennata delle esportazioni di olio da cucina usato dall’Asia negli ultimi anni, che secondo gli analisti  comporta volumi irrealisticamente elevati rispetto alla quantità di olio da cucina usato e recuperato nella regione.
«L’amministrazione Biden ha creato standard rigorosi per verificare l’operato dei produttori americani, ed è fondamentale che lo stesso controllo venga applicato alle materie prime importate“, hanno scritto sei senatori statunitensi, guidati da Roger Marshall e Sherrod Brown, in una lettera del 20 giugno alle agenzie federali.
Un’altra lettera inviata da 15 senatori al Dipartimento del Tesoro il 30 luglio ha esortato l’amministrazione a escludere materie prime importate come l’UCO da un ulteriore programma di credito d’imposta per i combustibili puliti approvato nell’ambito dell’Inflation Reduction Act.
Anche l’Unione Europea sta indagando sulle materie prime per i timori di frode.
Visualizza commenti (15)
  1. franco zappa

    faccio fatica a capire : per inquinare meno creo il biocarburante , e per farlo metto migliaia di tonnellate di oli di scarto o presunti tali su gigantesche navi che consumano migliaia di tonnellate di carburante e inquinano di conseguenza . una furbata colossale ma solo per le tasche di qualcuno .

  2. Spero in un terremoto che spazzi via questo governo ladro e incompetente e ci dia finalmente un governo Rosso-verde a guida Sclein-Conte con il meglio della cultura italiana che risolva finalmente i problemi dell’Italia….. Compreso quello della produzione-mobilità elettrica e tutto quello che ci ruota intorno comprese le estati ormai troppo roventi

  3. antonio Gobbo

    forse prima di scrivere le condanne varrebbe la pena accertare i fatti non credete?, come dice l’articolo sono in atto delle indagini, quando avremo dati precisi su quali e quanti siano gli attori di questa truffa potremo dire con più chiarezza se di tratta di una tempesta con mare a forza 7 o una bufera in un bicchiere d’acqua.

    1. Antonio hai sicuramente ragione: prima le indagini e le prove…poi i giudizi e le eventuali sanzioni e provvedimenti.

      Però i dubbi sulle effettive possibilità (dati i volumi raccolti) ci sono sempre stati… ed i rischi di “annacquare” gli scarti con prodotti di origine diversa pure (visto che queste frodi in commercio sono frequentissime..e non bastano controlli formali sui documenti di acquisto e trasporto).
      Già un anomalo aumento di certi traffici è un segnale importante.
      Con gli stessi metodi si traccia i giri di idrocarburi “al nero” che escono dalla Russia (sanzionata) e vengono gestiti da paesi compiacenti, che hanno triplicato i bambini volumi di esportazione nei paesi UE…

      Basta non fare finta di niente… A maggior ragione se il sospetto “bio-gate” raggira consumatori inconsapevoli e norme anti-inquinamento.

      Anche i carburanti SAF per aviazione stanno già mostrando i limiti ed autorizzando speculazioni e greenwashing.

      Il nostro habitat vitale non ci sarà ancora a lungo… Già abbiamo troppe potenti manifestazioni con i fenomeni climatici (e già penso preoccupatissimo al fine estate/autunno! ).

      È il momento della serietà e dell’ onestà.. servono scelte concrete e soprattutto efficaci…ed in tempi brevissimi.

    2. Guido Baccarini

      Io non ho letto condanne, neanche nel titolo. È tutto al condizionale e vengono riportate parole di Reuters.

    3. L’unica fonte energetica pulita è l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili al netto dell’inquinamento minimo prodotto per costruire una centrale idroelettrica, le palle eoliche, i pannelli fotovoltaici e i vari sistemi d’accumulo chimico o gravitazionale.
      Tutte le altre fonti sono inquinanti in fase d’utilizzo.
      Pertanto dei biocarburanti sarebbe meglio farne a meno in tutti i casi dove c’è un’alternativa.

  4. gabriele chiarini

    L’utilizzo di carburanti o gas da scarti di produzione agricola o di altri utilizzi ha certamente un valore ed impatto positivo però ha anche creato un problema in quanto per fini speculativi si sono create aziende che non riciclano o utilizzano scarti ma prodotti altrimenti utilizzabili per realizzare solo profitti.
    Infatti per le centrali biogas si coltivano mais ed altre specie vegetali allo scopo di alimentarle invece di ritirare e usare gli scarti dai raccolti: stoppie, etc. E qui nell’ articolo si vede che invece di riciclare gli oli usati nelle cucine si utilizza l’ olio di palma vergine, coltivato espressamente per produrre biocarburanti
    È un processo distorto che implica maggiori costi, maggiore spreco di risorse ( la coltivazione per ricavare Olio di palma è vista come una delle cause della deforestazione) senza risolvere il problema del recupero e riutilizzo degli oli usati.

    1. Alla fine … se il progetto propagandistico sui bio-carburanti si rivelerà una truffa, coinvolgendo magari pure terreni extra UE con il tanto sbandierato “piano Mattei 2.0” e rischiando di far ulteriormente impennare il costo del cibo (già scarso per vicende ucraine e siccità diffusa)… diventerà un gigantesco boomerang sociale…

  5. Non hanno ancora capito ( o lo sanno benissimo) che non bisogna più bruciare niente. Qualsiasi cosa si bruci emette sostanze più o meno tossiche, non c’è altro. Abbiamo a disposizione la più grande centrale nucleare esistente, il sole, e gratis. Usiamola. Non è possibile che per una vile questione di soldi da guadagnare facilmente per qualcuno bisogna continuare ad avvelenarci. Ho comprato da almeno 15 anni un tritarami che uso per ridurre a coriandoli i rami derivanti dalla potatura degli ulivi. Il risultato lo uso come fertilizzante nell’orto. Macchinario elettrico, lo uso di giorno, gira gratis con la corrente del fotovoltaico. I miei vicini ammucchiano i rami e poi gli danno fuoco impestando l’aria con fumo e cenere. Ne abbiamo parlato più volte, mi dicono che non hanno tempo da perdere e soldi da buttare in bollette. Il problema è che la regione glielo consente, ci fosse un divieto e fioccassero le multe una soluzione la troverebbero. Il green per le amministrazioni non esiste, è solo di facciata

  6. Non che ci contassi molto…ma se fosse vero il risultato finale dell’ indagine sarebbe un altro brutto colpo alla credibilità del nostro governo e delle nostre industrie
    Un secondo “bio-gate” difficilmente ci renderebbe credibili nel mondo, specialmente USA ..e darebbe a Trump un’ arma in più per accentuare politiche “difensive” nei confronti dei prodotti non americani. In concomitanza coi duelli sui dazi ai cinesi (e loro ritorsioni) un vero incubo !

    1. Leonardo (R)

      Mah caro damiano l’attuale governo che punta su fossili e surrogati è l’equivalente di un governo agli inizi del ‘900 che puntava su carrozze e cavalli.
      Il destino è ovvio, un po’ meno ovvia l’entità dei danni che riuscirà a cagionare al Paese. Purtroppo non abbiamo alternativa che stare a guardare e opporci nei luoghi e nei tempi opportuni.
      Sono sempre più convinto che le pagine di storia di questo periodo racconteranno dei gravi errori strategici che stiamo facendo per garantirci un futuro il più possibile sereno e prospero.

      1. Più che altro mi meraviglio a sentire molto poco Confindustria… o stanno facendo qualcosa nelle “segrete stanze”, lavorando in silenzio… o stanno preparando la de-industrializzazione … lasciando gli italiani col cerino in mano (e tanto costoso GNL).

        1. A dire il vero, dentro Confindustria c’è anche Elettricità Futura (https://www.elettricitafutura.it/), la principale Associazione della filiera industriale nazionale dell’energia elettrica con oltre il 70% del mercato elettrico italiano, e sono decisamente critici verso il nostro governo.
          Non so perché Confindustria tace: spero che ciò non voglia dire che il ramo Oil & Gas dentro Confindustria è molto più robusto… 😢

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