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Ok le emissioni zero, ma chi ci perde il lavoro? Bill Gates…

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Ok le emissioni zero, ma chi ci perde il lavoro, come chi lavora nel cemento e nelle miniere di carbone? Bill Gates ci riflette nel suo blog GatesNotes.

Ok le emissioni zero, ma senza approcci ideologici

Il fondatore di Microsoft sta partecipando a una serie di eventi in cui si presenta il suo libro Come evitare il disastro climatico. E ogni volta si è sentito porre la stessa domanda: ok le emissioni zero e i progetti per arrivarci, ma che ne sarà di che perde il lavoro in questa transizione?. Gates ammette che è una domanda molto sensata, la cui risposta non può essere un irragionevole e acritico schierarsi da una parte o dall’altra. Da una parte accusando chi si preoccupa dei licenziamenti di essere un negazionista del clima. O, dall’altra, dire che tutto deve restare com’è per non azzoppare l’economia.

Porsi l’obiettivo di arrivare alle emissioni zero nei prossimi 30 anni è un obiettivo ineludibile. “Ma è anche vero“, riflette Gates, “che molte comunità si affidano a un motore economico, come le raffinerie di petrolio, alimentato da combustibili fossili. Se è l’unico lavoro che hai mai svolto, dev’essere straziante immaginare che scompaia“.

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Ok le emissioni zero, ma serve trovare un equilibrio

Come trovare il giusto equilibrio, dunque? Gates ricorda che questa transizione avverrà in un’economia che è già incredibilmente dinamica. “La domanda di lavoratori può spostarsi rapidamente da un settore all’altro e da un’area geografica all’altra. E questi cambiamenti non sono guidati solo dall’energia pulita, ma anche altri fattori come l’automazione e la robotica giocano un ruolo essenziale“. E il know-how di certi mestieri sarà ancora utile. Come? Gates fa l’esempio dei combustibili a idrogeno verde.

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L’articolo di Bill Gates, pubblicato nel sui blog “GatesNotes”.

Se si  rivelano un grande business, avremo ancora bisogno di oleodotti e camion per spostarli, proprio come ci muoviamo oggi nel settore petrolio e gas. Le competenze minerarie potrebbero anche essere utili per l’approvvigionamento di minerali, come litio e rame,  utilizzati nella tecnologie pulite e sempre più richiesti“. E ci saranno opportunità nel costruire e gestire nuove infrastrutture. Come parchi eolici e solari, reti elettriche, fabbriche di batterie, raffinerie per combustibili green, strutture per stoccare elettricità…

OK le emissioni zero, ma con questi 4 principi

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Spariranno le stazioni di servizio? E gli addetti…

Certo, non è detto che le nuove opportunità si creino dove invece si perdono vecchi posto di lavoro. Gates fa l’esempio dell’energia eolica, che si produce per lo più nel centro degli USA, e non negli “Stati del carbone“. Quanto  ai veicoli elettrici, si sa che richiedono richiedono meno manutenzione rispetto alle auto tradizionali. E serviranno meno addetto per ripararli o per lavorare nelle stazioni di servizio. Il passaggio verso nuove opportunità dipenderà anche dalla capacità dei governi di indirizzarlo. “Saranno colpiti i lavoratori e le comunità di tutto il Paese: minatori di carbone in West Virginia, operai in Ohio e North Carolina, case automobilistiche a Detroit, produttori di cemento a Seattle. E non è solo negli Stati Uniti: gli stessi cambiamenti interesseranno i lavoratori di tutto il mondo. Che osa si può fare al riguardo? “Sfortunatamente, non esiste un’unica soluzione che funzioni in ogni settore o comunità”. Sono quattro i principi che, secondo Gates dovrebbero guidare la transizione. Vediamoli

 Regola 1 / Pensa in grande e inizia a farlo ora

I recenti black-out in Texas ci ricordano che condizioni atmosferiche imprevedibili saranno sempre più frequenti.I governi dovrebbero investire ora in aggiornamenti per rendere la rete elettrica e tutte le infrastrutture più resilienti“. riflette Gates. E questo è un esempio di come prevenire un disastro climatico possa aumentare le opportunità di buoni posti di lavoro.ok le emissioni zeroPrima inizierà questa transizione, meglio staranno tutti. Nuove tecnologie come il cemento pulito e il carburante sostenibile per l’aviazione avranno bisogno di impianti di produzione, catene di fornitura e reti di distribuzione. Si impiegheranno molti addetti nella costruzione e nelle operazioni. Chi costruisce il primo di questi avrà un vantaggio sulla costruzione dei successivi.“. Ma nella scelta di dove effettuare questi investimenti, l’equità deve essere un fattore trainante, ammonisce Gates. “Le industrie inquinanti sono ubicate in modo sproporzionato nelle comunità di colore, a scapito della loro salute e del loro benessere. E queste comunità tendono ad essere più vulnerabili“.

Regola 2 / Impara dagli esempi più promettenti

Gates fa l’esempio di Toledo, in Ohio: “È  stata un fulcro per l’industria del vetro per così tanto tempo che il suo soprannome è ‘la città del vetro’. Dopo avere attraversato tempi difficili, i leader locali hanno identificato un nuovo settore in cui le radici del vetro della città erano particolarmente rilevanti: i pannelli solari. Questa produzione è diventata  parte fondamentale dell’economia locale”. E a Pueblo, in Colorado, si sta trasformando una storica fabbrica di ferro nel primo forno elettrico ad arco al mondo alimentato principalmente da energia solare. Un progetto garantirà che almeno 1.000 lavoratori siderurgici mantengano il proprio posto di lavoro e creino centinaia di posti di lavoro nell’edilizia. E nello stato di New York, tutti i progetti eolici offshore sono ora tenuti a pagare gli stipendi prevalenti ai lavoratori che installano le turbine eoliche. I sindacati locali hanno svolto un ruolo cruciale nel promuovere l’accordo.

Regola 3 / Impegna le risorse per farlo funzionare

Ma assicurarsi che la transizione sia giusta ed equa non sarà un gioco da ragazzi. Gates fa l’esempio della Germania, che prevede di spendere più in questo che in ricerca e sviluppo per l’innovazione nel settore dell’energia pulita. Ma non si tratta semplicemente di spendere di più. “Se vogliono competere con l’Europa e la Cina nell’economia verde, gli Stati Uniti avranno bisogno di una generazione di ingegneri e scienziati che si concentrino su queste nuove aree. Quindi la transizione energetica è un altro argomento convincente per migliorare il sistema educativo. Anche miglioramenti relativamente piccoli nelle scuole aiuterebbero i laureati a essere più adattabili mentre passano da un lavoro o da una carriera all’altra”. Il fondatore di Microsoft è convinto che gli innovatori nelle università debbano essere messi in contatto con imprenditori e investitori. In modo che le loro idee possano arrivare dal laboratorio al mercato, “il che stimolerà la creazione di aziende che creano posti di lavoro e opportunità. L’Università di Toledo, ad esempio, è stata un partner importante nella transizione che la città ha attraversato“.

Regola 4 / Rimani sul percorso dopo averlo ideato

Il presidente della Volkswagen, Herbert Diess, con il libro di Bill Gates.

Gates osserva che quasi tutti i partiti politici in Europa si impegnano a evitare un disastro climatico (forse non in Italia…). Quindi, quando assumono impegni di 10 o 20 anni per finanziare l’innovazione o la costruzione di infrastrutture. E il settore privato può prenderli sul serio. Ma negli Stati Uniti, quando si verifica un cambiamento nella leadership al Congresso o alla Casa Bianca, le priorità e le politiche cambiano. Il che rende difficile per le aziende raccogliere capitali per, ad esempio, riorganizzare le fabbriche di acciaio e cemento. Un serio impegno a lungo termine nella lotta al cambiamento climatico da parte di tutti i leader farebbe una grande differenza. Il passaggio a un’economia verde è la sfida più grande che il mondo abbia mai affrontato. “Sono ottimista che possiamo farlo, per tutte le ragioni che spiego nel mio libro“, conclude Gates. “Ma deve andare a vantaggio di tutti, compresi quei lavoratori e le comunità che dipendono dai combustibili fossili di cui dobbiamo sbarazzarci”.

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5 COMMENTI

  1. Qua si parte dall’assunto che si possa scegliere. La verità che nessuno vuole accettare che questo tipo di società non è sostenibile. E anche chi è detrattore si dovrà piegare alle leggi della natura.quando arriveranno tempeste e tornado che spazzeranno via paesi e onde di calore che metteranno in crisi i raccolti, allora altro che preservare certi lavori. Non è fantasia e se anche forse toccherà in parte la nostra generazione quando saremmo ormai settantenni o ottantenni , toccherà in pieno i nostri figli e nipoti. E fregarsene significa firmare una condanna a morte per loro

  2. bha , basterebbe tornare a una vita meno alienante ..
    fino a pochi decenni fa bastava un salario per mandare avanti una famiglia
    oggi ne servono almeno due
    nessuno si è accorto del raddoppio delle ore lavorate per famiglia
    nei primi del 900 ci sono state lotte per le 8 ore
    e poi nessuno si è accorto del raddoppio per famiglia ?
    strano non trovate ?
    basterebbe portarle a 5 ore ,sarebbe un bel passo avanti anche per l’occupazione
    se poi ci aggiungiamo un po di formazione , direi che 4 potrebbero bastare

    uno startrekkista più pericoloso di un komunista
    “il denaro non esiste nel 24esimo secolo ,
    l’acquisizione della ricchezza , non è più la forza motrice delle nostre vite
    noi lavoriamo per migliorare noi stessi ; e il resto dell’umanità !”

  3. Non mi sembra che qualcuno si sia mai posto il problema per tutti i laboratori della piccola distribuzione che hanno chiuso a causa delle vendite online…

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