La Tesla Model 3 Long Range di Nicola, acquistata nel 2019, oggi ha 203 mila km.
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Occhio alle colonnine segnalate sulle app, ma private e quindi inservibili. Nicola Carlon è un veterano dell’elettrico: guida una Tesla Model 3 Long Range del 2019, con cui ha già percorso 203 mila km (la batteria è all’84%). E qui racconta che cosa gli è successo di ritorno da un viaggio di vacanza. E anche, ancor più interessante, com’è evoluto il mercato della ricarica negli ultimi anni.Â
di Nicola Carlon
Negli ultimi anni il mercato delle colonnine è evoluto moltissimo. Da quando ho la mia elettrica (2019) ho iniziato a veder spuntare colonnine AC ovunque. Anche in posti isolati dove avevano poco senso, visto che si parla di ricarica lenta, per poi venire abbandonate non appena si guastavano in quanto non remunerative. Che strano!
Il check sulla batteria della Tesla Model 3 Long Range di Nicola, acquistata nel 2019: 84% dopo 203 mila km.
Dal 2019, quando comprai la mia Tesla, la situazione ricarica è enormemente migliorata
Poi hanno iniziato a installare le cosiddette FAST da 50kW, anche se quella cifra sul display non l’ho mai vista, anche a batteria “calda”. Almeno molte di queste sono state installate nei pressi di stazioni di servizio o fast food e, timidamente, pure in qualche autogrill. Poi, finalmente, Autostrade per l’Italia si è inventata l’ottima Free To X, che ha iniziato a velocizzare l’elettrificazione degli autogrill con Ultra-Fast che permettono di ricaricare nel tempo di una breve sosta.
Sosta comunque sempre consigliata, infatti il vecchio “Dossier di ricerca sulla sicurezza in autostrada” del CENSIS recita: “Il 60% degli incidenti in autostrada potrebbe essere evitato grazie ad un pit-stop” Parallelamente a tutto questo, anche se con ritmi molto diversi, è cresciuto il numero di colonnine presso strutture ricettive o aziende. Permettendo a clienti e dipendenti la ricarica della loro auto elettrica nel miglior modo: mentre si sta facendo altro.
La rete di Free to X in autostrada, un grande passo avanti.
Poi sono spuntate le colonnine nelle fabbriche e c’è chi ha avuto l’idea di metterle in roaming…
Questo servizio inizialmente era gratuito. Ma poi, con l’aumento vertiginoso del costo dell’energia elettrica in Italia, le strutture che hanno iniziato a chiedere un rimborso sono sempre di più. L’immediata conseguenza di questo cambio è stata la necessità di tracciare meglio i consumi, fino a richiedere un vero sistema di rendicontazione e pagamenti.
In quel momento l’hardware di una semplice wallbox offline è diventato più un impedimento che una semplificazione. E quindi molte aziende produttrici di colonnine hanno aggiunto opzioni specifiche per gestire i pagamenti. Molto spesso online su cloud o gestite da app proprietarie (le ennesime!) A quel punto qualche produttore si è sicuramente chiesto: già che sono online, perchè non le mettiamo in roaming con gli altri operatori? E così molti hanno fatto, ma questa mossa ha dei pro e contro.
Di ritorno da un viaggio ho voluto fafe una devizione per cenare…
Sicuramente aiuta gli utenti a non doversi scaricare l’ennesima app e permettendogli di scegliere la propria o quella che gli fa il miglior prezzo. Per contro però, quella colonnina sarà presente in tutte le app per la ricarica. Ma come fanno gli utenti a sapere che quella colonnina è solo ad uso dei clienti e non pubblica? Molte app di ricarica non hanno questa distinzione, che andrebbe assolutamente implementata onde evitare spiacevoli sorprese. Da gestore del sito EViaggio.it, dove dal 2020 cerco di raccogliere tutte le strutture ricettive dotate di ricarica con l’aiuto della community, da sempre metto l’indicazione se la colonnina è riservata ai clienti o è pubblica.
Ad oggi contiamo quasi 2.600 strutture e quelle che hanno aperto la ricarica a tutti, quindi anche ai non clienti della struttura, si contano sulle dita di una mano. Per questo dico che bisogna fare molta attenzione ad abilitare il roaming su questo tipo di colonnine.
Occhio alle colonnine segnalate! A volte sono dentro le aziende e riservate: all’arrivo col 9%
Porto la mia esperienza dell’altro giorno come esempio negativo. Stavo tornando da un viaggio di piacere e ho voluto fare una deviazione per cenare prima di tornare a casa. Avevo già fatto una sosta in autostrada ricaricando il giusto per poter tornare con la carica al di sopra al 20%, come sono solito fare.  Mi sono quindi chiesto se nei paraggi del ristorante ci fosse stata una colonnina, anche lenta, che mi permettesse di recuperare quanto consumato per la deviazione. Da app Electroverse risultavano ben 4 Repower da 22kW, che però si sono rivelate essere delle wallbox nel parcheggio di un’azienda. Grazie alla funzionalità di segnalazione-problemi dell’app ho avvisato dell’inghippo.
Ma non dovrebbero essere gli utenti ad occuparsi di queste cose, dai tempi della famigerata iniziativa “Adotta una colonnina” di Enel X (come se fossero orfane!). I gestori dovrebbero farsi carico di “gestirle” indicando anche se sono private e/o accessibili e non dietro un cancello chiuso. Poco male, comunque, questa volta sono tornato a casa con il 9%: se non capita tutti i giorni, per la batteria non è un problema.
FLOTTE ELETTRICHE / I consigli di Electrip: video-intervista  di Mauro Tedeschini al country manager Giovanni Fornaro
Ho trovato alcune colonnine private con indicato il costo della ricarica. Poi sono sparite. La normativa dei gestori lo permette? Mi sembra che ci sia clausola che vieti al privato di subaffittare la propria utenza (gli rubo un cliente).
non proprio a tema, ma in Germania stanno studiando come fatturare le ricariche “in trasferta” direttamente nei contratti di fornitura elettrica domestica e se capisco bene poter usare anche (a distanza) l’energia dei propri impianti FTV di casa
Moolto interessante !
Forse in Italia potrebbero proporre qualcosa di simile ENEL, A2A ed ENI (ad esempio) con un contratto che lega il consumo domestico (e l’eventuale produzione FV) con ricariche effettuate sulla rete propria o altri CPO aderenti).
NextCharge (sito e app) riportano anche queste info, e sono di grande utilità proprio quando si cerca o anche solo curiosa a caccia di colonnine nei dintorni.
Ammirevole il lavoro di Nicola Carlon ed il suo sito…ma per quanto si faccia in modo serio e professionale, secondo me dovrebbe esserci una base dati ufficiale, come il sito
Ho trovato alcune colonnine private con indicato il costo della ricarica. Poi sono sparite. La normativa dei gestori lo permette? Mi sembra che ci sia clausola che vieti al privato di subaffittare la propria utenza (gli rubo un cliente).
non proprio a tema, ma in Germania stanno studiando come fatturare le ricariche “in trasferta” direttamente nei contratti di fornitura elettrica domestica e se capisco bene poter usare anche (a distanza) l’energia dei propri impianti FTV di casa
https://www-pv–magazine-de.translate.goog/2025/05/05/banula-projekt-meilenstein-beim-laden-von-elektroautos-mit-eigenem-stromtarif/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
Moolto interessante !
Forse in Italia potrebbero proporre qualcosa di simile ENEL, A2A ed ENI (ad esempio) con un contratto che lega il consumo domestico (e l’eventuale produzione FV) con ricariche effettuate sulla rete propria o altri CPO aderenti).
Secondo me comunque il punto di arrivo saranno contratti “flat” come nella telefonia cellulare (scegli la “taglia” di consumo abituale + eventuale roaming estero), perché anche le reti di ricarica vanno mantenute e la vedo dura con il tasso di utilizzo attuale (che è frenato dalla bassa penetrazione per alti costi di ricarica; se si rifornisse a 0.15/0.25 in HPC sarebbero tutte assaltate.. starebbero pure in coda ad attendere il turno, come vedo ove riforniscono carburanti con -0.08€ di sconto).
NextCharge (sito e app) riportano anche queste info, e sono di grande utilità proprio quando si cerca o anche solo curiosa a caccia di colonnine nei dintorni.
https://www.piattaformaunicanazionale.it/
scusate.. l ho scritto a mano prima invece che “copia & incolla”
Seee aspetta e spera.
La velocità della rete (internet) raramente è compatibile con quella “nazionale”. 🙂
Ammirevole il lavoro di Nicola Carlon ed il suo sito…ma per quanto si faccia in modo serio e professionale, secondo me dovrebbe esserci una base dati ufficiale, come il sito
http://www.piattaformaunicanazinale.it
a dover raccogliere (e tenere sotto controllo! ) gli impianti aperti al pubblico in modo da garantire la sicurezza sia degli utenti che del sistema, nonché prevenire abusi sui prezzi.
Non credo che potrei fare altrettanto in campo idrocarburi (aprire un mio distributore solo perché acquisto all’ ingrosso).