Nuovi ingredienti nella Zuppa di Porro: la fanta-matematica

ripara le batterie

C’è un nuovo ingrediente nella Zuppa di Porro: la fanta-matematica.  La sfoggia nell’ultimo lavoro dedicato a demolire l’assunto secondo cui le auto a batterie sarebbero più sostenibili di quelle diesel. Il titolo è “Sicuri che la vostra auto a pile sia così green? Occhio al “serbatoio”.

zuppa di porro fanta-matematica
Impianto per l’estrazione di litio da salamoia in Cila

La conclusione, sa va sans dire, è che no, lo sono immensamente meno anche solo calcolando il devastante impatto energetico della produzione delle celle, partendo dall’estrazione del litio, per arrivare al prodotto finito (quindi generosamente trascurando tutto il resto: rame, alluminio, grafite, cablaggi, assemblaggio, BMS e infine l’alimentazione durante 8-10 anni di vita). I conti li vedremo dopo.

Ma torniamo alla matematica, che definiamo “fanta” in almeno due sensi: fantasiosa e fantasma. Fantasiosa perchè dopo un fuoco di fila di moltiplicazioni arriva a un risultato che sta alla realtà come il terrapiattismo sta all’astrofisica. Fantasma perchè non uno dei circa 30 dati scientifici utilizzati nel calcolo può essere controllato alla fonte. E l’autore che li rielabora resta ovviamente anonimo.

zuppa di porro fanta-matematica
Le celle delle batterie al litio

Quel che conta, però, è il numero finale, quello che dà sapore alla Zuppa di Porro. Ed è questo: le sole celle di un pacco batterie da 50 kWh richiederebbero un consumo di energia equivalente a 15.060 litri di gasolio. Per possessori o aspiranti utilizzatori di una BEV questa è una gran brutta notizia: hanno acquistato un’auto elettrica sperando di non bruciare più petrolio e invece ne hanno già virtualmente consumati per una percorrenza equivalente di 270 mila km prima ancora di uscire dal concessionario.

Ma è anche una gran bella notizia perchè hanno fatto il miglior affare della vita. Avrebbero pagato infatti la batteria a meno della metà del suo valore reale. Ovvero, tutto il resto, carrozzeria, elettronica, interni, motore l’hanno ricevuto in gentile omaggio dal car maker.

MG4 Luxury
Super-prezzo / La MG4 ha le dimensioni della Golf, ma con il super-bonus costa 22.500 euro.

Chi per esempio ha acquistato una MG4 Standard con batteria proprio da 50 kWh (anzi , esattamente 51 kWh) sborsando al massimo 26.900 euro (29.900 euro di listino, meno il bonus senza rottamazione di 3.000) si ritrova sotto i piedi una batteria che di sole celle, esclusi assemblaggio, elettronico, cablaggi e contenitore) varrebbe 27.030 euro. Infatti per la fanta-matematica della Zuppa di Porro questo sarebbe il costo puro dei 15.060 litri di gasolio “bruciati” per produrle.

Visualizza commenti (61)
  1. Leonardo (R)

    Non ci vedo nulla di male a prendersela con chi spara cavolate antiscientifiche e così facendo danneggia un po’ tutti.
    Ancora peggio se lo fa per il vil denaro.

  2. Alessandro D.

    Insomma: un piattino di zuppa di porro per il sottile piacerino di dire che vi è indigesto alla fine non ve lo fate mancare mai mentre le notizie divertenti tipo la Super Seven elettrica o la prova della Tesla con il cambio PlayStation vengono messe a data da destinarsi o direttamente bypassate. Sembra proprio che in fondo vi piaccia soffrire. 😂😂😂😂

    1. Leonardo (R)

      Beh aspetta tutte le notizie hanno una loro dignità ma non si può mettere sullo stesso piano l’impatto del cambio PlayStation con quello ben più importante del plagio conclamato di un’intera popolazione, anestetizzata contro i suoi stessi interessi perché ai piani alti hanno deciso che l’Italia più resta arretrata e più facilmente ci si può spartire la torta.

    2. Ciao!
      a me è piaciuto cogliere l’occasione per condividere nei commenti alcuni dati “base” e fonti ( tonn Co2 per produrre una batteria) che avevo già cercato per mia curiosità

      e anche leggere info che non sapevo dai commenti degli altri utenti

      Se era solo per lo show-man, e non per noi altri, non ci dedicavo un minuto :):);)

      ———
      PS News più leggere:

      – mannaggia mi sono perso un link che volevo postare a uno spot della Volvo EX30 guidata completamente sommersa e allagata, con tanto di pesce che nuota dentro l’abitacolo

      (su youtube, ma testi in ideogrammi cinesi, non si trova facilmente con google)

  3. PORRO E’ COME UNA TIKTOKER CON LE …… FUORI….
    Ma dai.. di cosa stiamo discutendo?
    Porro si atteggia non come un giornalista ma come una tiktoker che si mette in mostra su un video per attirare l’attenzione.
    A fine giornata lui festeggerà per le visualizzazioni dei suoi video e articoli (in quanto è pagato per questo risultato e non per la sensatezza di quello che dichiara).
    Per me potrebbe anche dichiarare che l’energia atomica è green. Non cliccherei su un suo articolo neanche morto.
    Più notizia fa ciò che lui pubblica…. più soldi si porta a casa. E’ accattonaggio.
    Ovviamente lui dovrebbe far parte di un ordine (quello dei giornalisti) che non brilla per richiami ai professionisti incompetenti.
    Ragazzi, piuttosto di spendere 20 minuti per provare il contrario facciamo altro di più produttivo.
    C’è una categoria di giornalisti che fa questo sistematicamente per accaparrarsi visualizzazioni e notorietà, fregandose bellamente della propria reputazione. In un paese conservatore come il nostro figuriamoci quanti si nutrono di queste menate per poi sparare a zero nei bar del paesino appena vedono uno che passa con un’auto elettrica.
    L’Italiano medio ha una memoria a breve e lungo termine che finisce nel dimenticatoio, quando saremo tutti a bordo di una elettrica nessuno si ricorderà delle baggianate sparate da Porro, Formigli e.. perché no… anche di qualche politico conservatore.

  4. STIMA IMPATTO CO2 per produrre una batteria

    In breve, nel 2023 (sotto trovate le fonti dei dati):

    >> batteria LPF da 60KWh prodotta in Cina (caso peggiore) circa 3-3,5 tonn.CO2 emesse
    >> batteria NCM da 75kwh prodotta in Cina (caso peggiore) circa 5-5,5 tonn.CO2 emesse

    Comprende il packaging del pacco batteria (anche il BMS batteria)

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    KM / LITRI EQUIVALENTI IN GASOLIO ( la Porrata del giorno )

    1 litro di gasolio bruciato sono 2,650kg di CO2, con i processi per portare/trattare il petrolio “dal pozzo al serbatoio dell’auto”, circa +20%, sono 3,180kg di CO2 emesse

    3,5 tonn CO2 per produrre in Cina una batteria LFP da 60Kwh (meglio che 50kwh),
    equivalgono a bruciare nel motore a pistoni 1100 litri di gasolio;
    Porro trollava in TV 15.000 litri, cioè un errore di oltre 10 volte

    Per una berlina a gasolio segmento D, media 17km/litro, sono 18.700km

    =================

    PUNTO DI PAREGGIO

    Alimentando una auto elettrica con elettricità del mix energetico europeo 2022, questa “emetterà” circa metà Co2 al km rispetto ad una auto a gasolio, e ancora meno rispetto a una a benzina (questi dati li salto per sintesi, ma ci possiamo tornare)

    Sommando la CO2 per produzione batteria (pari a 18700km percorsi a gasolio)
    e la CO2 emessa al km dalle rispettive auto, e confrontando i risultati, si trova un “punto di pareggio” in emissione di Co2 ad un certo chilometraggio; è il punto oltre il quale l’elettrica effettivamente inizia a far risparmiare decine di tonnellate di Co2

    – elettrica LPF 60KWh prodotta in cina e auto diesel pareggiano entro 40.000km,
    – entro i 30.000km tra elettrica e benzina

    ==========================================================

    Fonti dei dati:

    ====
    2019:
    Il lavoro più autorevole (ora un po’ datato) è un noto studio svedese nella revisione 2019:
    https://www.ivl.se/download/18.34244ba71728fcb3f3faf9/1591706083170/C444.pdf

    >> 61-107 kg di Co2 per kwh per batteria NCM 111 (fuori produzione)
    >> 52 -92 kg di Co2 per kwh per batteria NCM 811 – NB: DATI COMPRESO PACKAGING
    >> non considerava ancora le batteria LPF (sappiamo meno energivore da produrre)

    Le interviste del CNR, M.I.T., TeT, e vari “tool online” di calcolo che stimano la Co2 di un pacco batterie o del ciclo di vita dell’auto spesso derivano i dati da questo studio

    ====
    2022:
    Uno studio aggiornato al 2022 è questa pubblicazione:
    https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0921344922004402

    i risultati sono riassunti in un grafico:
    https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0921344922004402-ga1_lrg.jpg

    Nell’articolo specificano che il packaging (da celle -> a pacco batteria completo) non è incluso, ma può essere conteggiato aggiungendo un contributo modesto in termini di CO2 (non si parla del costo aggiuntivo “economico”, ma in energia, CO2 emessa), pari ad aggiungere un +10%

    >> NCM: 84/ 64/ 52 kg CO2-eq kwh se prodotta nel 2020 in Cina/ Usa/ Eu
    >> LFP: 67/ 49/ 38 kg CO2-eq kwh se prodotta nel 2020 in Cina/ Usa/ Eu
    >> previsione di valori di C02 ridotti del 55% nel 2030, e del 75% nel 2040

    Una batteria LPF da 60 kwh prodotta nel 2020 in Cina (mix energetico peggiore, con carbone) equivaleva a circa 4 tonnellate di CO2

    Ad oggi nel 2023, LPF da 60KWh prodotta in Cina dovrebbe attestarsi a 3 tonnellate di CO2
    e una NCM da 75kwh prodotta in Cina a circa 5 tonnellate di CO2 (meno se prodotta altrove)

    ====
    In aggiunta, il report 2021 della azienda europea di batterie “Northvolt” specifica che:

    – il costo di produzione in Co2 di una batteria si dimezza se viene usata energia 100% rinnovabile per alimentare la fabbrica (come nei loro impianti in Svezia-Norvegia-Germania)

    – se in aggiunta si usano materie ricavate dal riciclo di una precedente batteria (come loro si sono già attrezzati a fare) si scende a un (eccezionale) valore di 10-15 kg di C02-eq per kwh

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    1. Nello Roscini

      Rinnovabili più economia circolare
      è la chiave per comprendere il senso della rivoluzione elettrica

      ogni kg di idrocoarburo bruciato è perso per sempre , serviranno milioni di anni per ricrearlo,
      tranne una percentuale minima di biogas ,che potremmo produrre dal trattamento dei rifiuti organici

      senza considerare i danni all’ambiente e alle persone nelle grandi città

  5. roberto gallerani

    Non seguo la trasmissione di Porro, ma forse in questo articolo si fa confusione tra “costo energetico di una batteria” cioè l’energia necessaria a produrla, e prezzo alla pompa del gasolio. Ora, se consideriamo il prezzo industriale del gasolio, senza cioè iva ed accise, oggi pari ad Euro o,744 risulta che 15.060 litri del medesimo hanno un costo industriale di Euro11.204,66: questa cifra potrebbe essere in linea con il costo di una batteria per autotrazione che oggi ha un costo di circa $ 150/kwh

    1. Corretto Roberto. Il costo effettivo delle batterie da autotrazione è stimato mediamente in 151 dollari a kWh, equivalenti a circa 138 euro (fonte Bloomberg NEF). Quindi una batteria da 50 kWh dovrebbe costare circa 6.900 euro o 7.500 dollari. A maggior ragione le sembra credibile che solo l’energia per produrla, esclusi cablaggi, elettronica, lavorazione per l’assemblaggio, involucro, logistica e via dicendo, valga quasi il doppio, cioè 11.204 euro? Secodo lei questi due dati sono in linea con qualsivoglia attività economica o piuttosto con un’opera pia di beneficienza?

      1. Beh è appurato che è credibile anzi un fatto. Non è un caso che le batterie in Cina sono prodotte usando come energia industriale il carbone che ha un costo inferiore al gasolio. Senza contare il fatto banale e noto a tutti che ad esempio la MG venduta a 34mila euro non dà profitti e che il gruppo Geely vende in perdita come TUTTI i produttori di EV con l’eccezione di Tesla. e con BYD che disperatamente tenta il pareggio malgrado si proclami Re del Mondo.

      2. roberto gallerani

        Vede sig. Degli Esposti, mi sembra (ma potrei sbagliarmi) che nel suo pregevole articolo si faccia un po’ di confusione tra costi di produzione e costi energetici. Cercando di rivedere i dati di Porro, ho trovato che attribuisce alla produzione di un pacco batterie da 50 kwh un “costo energetico” di 65,4 MWh, dato che potrebbe anche essere reale. Ma il costo dei 65MWh di spesi per produrre il solo pacco batterie varierà, e molto, a seconda delle fonti energetiche utilizzate dal produttore, e questo si riverbererà sul prezzo industriale, che potrebbe quindi variare (magari non molto, ma comunque variare) rispetto ai $ 150 circa che ho indicato. Del resto è acclarato che la fabbricazione di un BEV comporta inizialmente, oltre al maggior prezzo, una maggiore emissione di CO2 legata ai processi produttivi ed ai conseguenti “costi” energetici al riguardo, dato che nessuna factory usa solo energie a zero emissioni. Il problema è molto complesso e richiederebbe analisi molto attente, date le molteplici variabili che lo condizionano

        1. Vede, signor Gallerani, sulle analisi comparative delle emissioni LCA (quelle serie) questo sito, e il sottoscritto, scrivono ormai da cinque anni. Ne sono uscite molte, di autorevolissimi istituti di ricerca, che ogni volta abbiamo diligentemente riportato o sintetizzato con l’ausilio di docenti universitari. Per esempio I veicoli elettrici azzerano le emissioni? No, oggi le dimezzano soltanto. Mediamente, tutte le analisi concordano sul fatto che in fase di produzione l’auto elettrica richiede il 30% in più di energia. Questo comporta maggiori emissioni per una quota in tonnellate di CO2 che dipende dal mix energetico utilizzato. Mix che poi influisce anche sulle emissioni in fase di utilizzo durante la vita del veicolo, determinando in che tempi recupererà il gap iniziale e passerà in vantaggio. Quindi non siamo noi a fare confusione e tanto meno a sottovalutare la complessità del problema. Proprio per questo, di fronte ai grossolani calcoli della solita Zuppa di Porro ci siamo limitati a metterne in evidenza il paradosso economico. Se lei dispone di dati più seri per sostenere che la matematica della Zuppa è migliore della nostra non deve fare altro che condividerli.

          1. Leonardo (R)

            Sono preoccupato Massimo: oggigiorno non si dovrebbe mai sottovalutare il potere degli arrampicatori di specchi, di cui Porro è certamente rappresentante apicale e apparentemente il signor gallerani fedele adepto. 🤦

          2. Il grande problema qui è il famoso caso degli spalatori di m.
            Gli studi scientifici si arrovellano per calcolare nei minimi dettagli (anzi sempre sul lato conservativo) l’impatto della produzione dei differenti veicoli, ma i loro articoli vengono coperti da m. appunto, spalata senza alcun ritegno.
            Perché il lato conservativo non è corretto? Perché la Cina è enorme, cosa ne sappiamo di quale energia viene utilizzata in quale fabbrica? È giusto che contiamo il mix generale solo perché magari nella produzione di manufatti a buon mercato la Cina va giù pesante col carbone, mentre magari per le batterie anche loro hanno impianti con fotovoltaico (perché contrapposto a tutti i nei, la Cina è leader anche in questo).
            E io, come utente finale, che carico la mia auto con almeno 60% di fotovoltaico, devo rifarmi sempre i conti da solo?
            Di fronte a tanta m. io sono tentato di ribattere uguale: c’è sufficiente produzione di energia rinnovabile al mondo per costruire e fare viaggiare tutte le auto attualmente in fabbricazione e in circolazione, prendiamocela tutta noi nei calcoli e lasciamo a tutta l’altra industria il carbone. Così torniamo a parlare di veicoli a emissioni 0, espressione diventata quasi tabù!

          3. Leonardo (R)

            @Marco1113 più che altro in Cina stanno aumentando la produzione da fonti rinnovabili al doppio o forse il triplo della velocità che abbiamo noi. Da un momento all’altro ci troveremo con i cinesi che ci guardano dall’alto in basso perché le loro produzioni saranno a minore intensità delle nostre.
            Quindi a forza di spalare m. l’unico effetto finale possibile e che ci troveremo sommersi dalla m.

          4. roberto gallerani

            Ci sono tanti dati. Ad esempio, il TCS ha pubblicato tempo fa una stima relativa alle emissioni di CO2 legate alla produzione ed all’utilizzo di ICE e BEV. Secondo tali dati la sola fabbricazione di una Renault Clio 90 TCE comporta l’emissione di 8,4 ton. di CO2; per la Zoe 52 Kwh dello stesso produttore siamo a 16,9 ton. Non pretendo certo che tali numeri siano inappellabili, ci mancherebbe. Li riporto solo per sottolineare che possono esistere differenze anche non piccole tra una stima e l’altra: questo era il succo del mio intervento. Del resto, in medicina, ad esempio, per introdurre novità nella pratica clinica non si fa mai riferimento ad un singolo studio, per quanto ben fatto, ma a revisioni sistematiche della letteratura su un singolo argomento e linee guida tratte da dette revisioni sistematiche. Sfrutto, mi si perdoni, l’occasione per tranquillizzare il sig. Leonardo: non sono assolutamente adepto del sig. Porro, le cui trasmissioni non seguo, così come non seguo tutti i cosiddetti “talk show” in cui lo spettacolo è legato a chi urla più forte, e che “nuocciono gravemente alla salute” di chi vi assiste

          5. Nell’arco di vita, però, la Clio brucia petrolio per l’equivalente di sette volte il suo peso ed emette CO2 per venti volte. La Zoe zero, se alimentata con energia da fonti rinnovabili

          6. Leonardo (R)

            @roberto gallerani grazie, ora sono più tranquillo.

            A parte gli scherzi, per il discorso emissioni occorre anche considerare i numeri di produzione, ovvero occorre fare attenzione a paragonare le emissioni di un veicolo fatto in centinaia di migliaia di esemplari con uno fatto in milioni perché le economie di scala non riducono soltanto i costi ma aumentano anche di molto le efficienze.

  6. Beh, si parla sempre della CO2 emessa dalle attività antropiche e si da la colpa ai combustibili fossili.
    Ma la popolazione umana nel 1850 era di 1 miliardo di persone e adesso siamo 8 miliardi. Dunque è ovvio che la CO2 doveva aumentare e aumenterà sempre con l’aumentare della popolazione umana. E non solo il problema della CO2 ma anche l’inquinamento dell’acqua e di tante altre cose.
    Il discorso auto termica o auto elettrica è marginale e alla fine potrà impattare per lo 0,1% dell’inquinamento globale e quindi non cambia nulla.

    1. Ciao :):) la buotade dello “0 virgola” la hai già fatta 3 volte in 15 gg,
      unita alll’argomento “benaltrismo” ( “e ma ci sono anche altri problemi”)

      Vediamo:
      – 8 tonnellate annue di Co2 emesse in media a singola persona

      – mezzi di trasporto impattano per il 25-30%,
      – le case un altro 30%,
      – industria/servizi 30-35%

      Girando con un’auto termica in un anno emetti circa 2-3 tonnellate di Co2,
      è il 30% della tua quota annua (15% se fai media con un altro che non guida un’auto)

      Non è tracurabile, anzi è uno dei punti meno difficili da efficentare
      (fare i cappotti termici alle abitazioni sarà più complicato)

      Passi a guidare in elettrico e già risparmi 1-1,5 tonnellate di Co2 all’anno
      (calcoli compresi di energia per produrre e riciclare il veicolo, cioè calcolo LCA)

      E tra pochi anni il risparmio di Co2 in elettrico aumenta ancora, con più corrente da fonti rinnovabili nel mix energetico italiano, europeo e di tamnti altri paesei

      1. E un grosso incendio quante migliaia di tonnellate di CO2 produce? E una eruzione vulcanica tipo quella del Krakatoa quanto inquina? E 8 miliardi di persone che si riscaldano, respirano, defecano quanta CO2 e quante porcherie emettono?
        Ma davvero tu che con la tua automobilina a batteria ti senti un eroe e credi di salvare il mondo? Combattere la CO2 nell’atmosfera è come svuotare l’oceano con un secchio. Se voi ci credete fate pure, buon divertimento!

        1. Ti possiamo dare ragione solo sul Krakatoa, che emette CO2 fossile.
          Ma visto che siamo in una fase geologicamente abbastanza stabile non dobbiamo temere eruzioni enormi che ci scombussoleranno il clima come in occasione di qualche estinzione di massa passata.
          Combattere le emissioni da energie fossili è come chiudere il rubinetto che porta acqua nuova in una piscina, mentre la respirazione umana e animale non fa altro che fare girare la CO2 già esistente, come la pompa per filtrare l’acqua della piscina (non importa quanto grande è la portata della pompa, l’acqua sempre quella rimane).
          Ma se non chiudiamo il rubinetto che porta acqua nuova la piscina tra poco trabocca. PS un quarto dell’ “acqua nella piscina” ce l’abbiamo già messa noi in solo poco più di 100 anni (25%, altro che 0,1%).

        1. Guido Baccarini

          E allora invochiamo l’asteroide di 65 milioni di anni fa, magari stavolta i mammiferi si evolveranno meglio e non staremo a benaltrizzare rassegnati sull’ineluttabilità del nostro destino già scritto.

          La Terra, agli uomini, sopravviverà. E’ l’uomo che non sopravviverà a se stesso.

        2. Caro Massimo,
          dell’effetto serra (ad oggi circa +1°, ed previsto in futuro arrivare a circa +2° oppure sino a +4°, in base a quante riduzioni di emissioni saranno attuate)
          e delle relative future guerre tra popoli in movimento per acqua e terra abitabile, in realtà se ne fregano quasi tutti, come esseri umani siamo fatti così, viviamo alla giornata, lasciamo debiti da risolvere ai nostri nipoti

          ma se l’argomento ti incurisiosisce, le anomalie climatiche passate e il confronto con la situazione attuale, qui in pochi minuti c’è una bella spiegazione, asciutta, senza ideologia, in pochi grafici, del Fisico Battiston:
          https://youtu.be/5DvPgbKuuMU?t=784

          Detto questo,
          le auto elettriche aiutano a ridurre le emiisioni in modo non trascurabile,
          ma si diffondono principalmente per altri motivi, più terra a terra:

          – avere auto più comode, piacevoli, prestanti, provare per credere

          – non essere ostaggio delle officine di riparazione per le mille difettosità-guasti costosi delle complicate auto termiche recenti, ormai spesso situazioni insostenibili per chi non ha un portafoglio a fisarmonica, nel corso di vita di un’auto termica praticamente tra tagliandi e riparazioni la ricompri una 2a volta

          – spendere meno di “carburante” e di manuntenzione ordinaria

          – meno di bollo e meno costi di parcheggio a Milano (giustamente dico io)

          – togliere particolato fine dei motori dal “mio” garage e dalla “mia” città,
          per non far arrivare anche i nostri figli già a 50 anni con l’arteriosclerosi al cervello o al cuore o malattie anche peggiori (per la Pianura padana si stima un costo sanitario di 3000e annui)

          – far dipendere meno lo Stato delle importazioni di carburanti fossili, cui segue maggiore disponibilità di risorse pubbliche per servizi più utili;
          meno soldi ai fornitori di petrolio, più soldi allo Stato, cioè anche a me

          – fare parte del “pacchetto completo” che si sta sviluppando, ovvero utilizzo di fonti rinnovabili ed elettrificazione (in quanto moto più efficente e svincolabile dei combustibili fossili) di più servizi possibili, non solo l’auto, che nell’insieme e su miliardi di persone farà una bella differenza

          Per il resto il pianeta non è in pericolo, caso mai è in pericolo la sua “abitabilità” per l’uomo

          ma come sopra, per oggi possiamo discutere anche solo del risparmio sul portafogli e già ce ne è di avanzo

        3. Alla base della esigenza di ridurre la CO2 sta il principio di prudenza. Il modello che regola il clima è così complicato che il margine di errore delle previsioni magari si dimostrerà più ampio, ma è certo che proseguire così non sia razionale.

          Certo che le catastrofi ci sono sempre state, abbiamo anche avuto periodi molto più caldi di quelli previsti dall’Ipcc, ma non tutto il globo era abitato, non c’erano le infrastrutture di oggi e, se si desertificava un’area o se veniva sommersa una porzione di costa, le persone semplicemente scappavano alla ricerca di un nuovo habitat. Poi ne morivano anche parecchie, per dire: non credo che oggi accetteremmo morte e carestia con la stessa rassegnazione. Alla fine le völkerwanderungen alla base delle calate dei barbari rappresentano un modello realistico di quanto succedeva (anche se il motivo era l’impovrimento dei terreni coltivabili perché non praticavano la rotazione agricola): gente disperata e bellicosa che, in massa, con donne e bambini, scappava alla ricerca di uno spazio vitale. Non so se auspicare condizioni simili.

    2. Nello Roscini

      l’elettrificazione abbinata alle rinnovabili
      può contenerla e in casi virtuosi azzerare l’emissione per se e per gli altri
      mai sentito parlare di:
      case passive ?
      consumano zero co2 !!
      case attive ?
      producono più energia di quanta ne consumano ..

      economia circolare ?
      per porro le batterie costano e il costo equivale a litri di m.. pardorn idrocarburi
      per me è un fattore 20 di m… pardon di co2 che viene immesso in atmnosfera INUTILMENTE

      perchè una batteria non è benzina che viene bruciata o BUTTATA a fine vita
      come per le batterie al pimbo , proprio perchè costosa , verrà riciclata all’infinito
      senza contare la seconda vita come powerwalle , proprio nelle case eologiche ,
      che sarebbe meglio chiamarle SOSTENIBILI e economiche d’ ora in poi

      su queste pagine è stato detto e ridetto migliaia di volte
      da numerose fonti autorevoli a cominciare dal prof. Armaroli del CNR
      mica da un Porro qualsiasi

      che se tutto va bene ha una laurea in “scienze” politiche ..
      leggo da wikipedia “economia e commercio”

      peggio mi sento ,
      il futuro in mano a un contabile
      le persone prive di immaginazione
      incapaci di prevedere le crisi del loro settore (economia)
      figuriamoci cambiamenti climatici e tecnologia ..

      per fortuna Musk , oltre a una laurea in Economia come Porro ..
      ne ha una in Fisica

      altrimenti la rivoluzione elettrica sarebbe arrivata con decenni di ritardo

      il mio solito pistolotto semiserio
      su Porro e quelli come lui che sono ridicoli

      imho

      -_-

      1. Occhio che sulla sua laurea (che poi era una laurea breve, cioè un bachelor degree della Penn) c’è stata pure una causa:) Comunque ne capirù sicuramente più di Porro, questo è sicuro.

        1. Nello Roscini

          Lo so che in USA il sistema formativo è moltro diverso da quello italiano ..
          ho conosciuto ingegneri di 20 anni che avevano studiato in usa

          i am an engineer !
          i am a maker !

          comunque rispetto a un Porro o un Formigli (degni successori di un Emilio Fede qualsiasi)
          io mi sento un “astrofisico nucleare”;
          citazione da “Giudizio universale” R.Benigni

          per me ..
          sono messi li apposta per far montare la testa a noi “inferiori” di fantozziland

    3. Guarda, il modello è molto, ma molto più complesso, ma ci sono ottime ragioni di essere preoccupati. I trasporti, comunque, almeno un 15% delle emissioni di CO2 lo cubano. Se ti fa piacere, qui trovi un riassunto dei dati ufficiali che sono gli stessi usati nei vari IPCC, corredati da alcune mie osservazioni.

      Dal 1880 al 1930, anche se la CO2 aumentava di parecchio, non vi fu alcun significativo aumento di temperatura, vedi qui https://www.c2es.org/content/changes-in-climate/#:~:text=The%20Earth's%20average%20surface%20temperature,responsible%20for%20the%20observed%20warming

      Si può speculare che la seconda rivoluzione industriale riguardasse prevalentemente Europa ed USA, ma siamo appunto nell’ambito delle opinioni e non dei dati e poi nessuno misurava la CO2, abbiamo solo opinabili stime ex post delle emissioni in atmosfera.

      Come calcoliamo oggi la CO2 in atmosfera? Ecco, anche su questo il metodo è un po’ casereccio (nel senso di non eccessivamente affidabile) perché si prende essenzialmente in esame il dato dell’osservatorio di Mauna Loa che, dal 1958 ad oggi, stima un aumento del 40% circa. Non abbiamo grandissima certezza sulla CO2 del passato, anche remoto, e, nella comunità scientifica, sul punto non c’è una posizione condivisa. Sul sito del CNR si trova il relativo grafico https://www.isac.cnr.it/sites/default/files/2020-03/CO2.pdf . Si usa un osservatorio in mezzo al mare perché lì c’è poca attività antropica che potrebbe influenzare le misurazioni, ma ci si lega ad un’unica rilevazione.

      Fatto sta che, durante la seconda guerra mondiale lo sforzo produttivo dell’industria bellica determinò un aumento di temperatura notevole, poi riassorbito negli anni ’50. A metà anni ’60 la temperatura, per un paio d’anni, era quella del 1880. All’inizio degli anni ’70 la situazione era del tutto tranquilla e, solo verso la fine, ci fu un aumento molto, ma molto significativo ed assai preoccupante della temperatura.

      Il tutto non è lineare rispetto al grafico dell’aumento di CO2 rilevato a Mauna Loa, sicché ci deve essere un altro “complice” della CO2.

      Qui alcuni grafici spostano a metà anni ’80 l’aumento di temperatura, ad essere precisi.

      In ogni caso, non c’è alcuna verà linearità tra le emissioni di CO2 e l’aumento della temperatura ma ciò non è una buona cosa, né un motivo per fregarsene della CO2. E’ ovvio che più CO2 in atmosfera porti ad un aumento della temperatura, ma è anche assai probabile che sia intervenuto qualcosa a rompere l’equilibrio (di per sé magari malato) tra l’immissione di sempre maggiore CO2 con l’emissione di altri sottoprodotti che ne bilanciavano l’effetto climalterante. Gli studi più condivisi nella comunità scientifica fanno riferimento alla riduzione della SO2, dovuta al minor uso del carbone. Va infatti ricordato che la rivoluzione industriale si fondò sul carbone e non certo su benzina o gasolio e che i cieli di Londra, guarda caso sino agli anni ’70, erano grigi proprio per quel tipo di emissioni.

      Un’ipotesi ragionevole, a naso, è che a pari quantità di CO2 immesse in atmosfera non corrisponda necessariamente lo stesso aumento di temperatura sino a che non si rompa l’equilibrio con altri fattori di segno opposto (come ad esempio la SO2). Banalmente come la goccia che fa traboccare il vaso o come il concetto della fisica quantistica di quantità discrete di energia.

      Una riprova del fatto che, con più SO2 in sospensione, farebbe più freddo, l’abbiamo avuta con l’eruzione del vulcano Monte Pinatubo che, nel 1991, determinò una consistente riduzione della temperatura media nell’anno successivo dell’ordine di mezzo grado, mica noccioline (visibile nel grafico sopra indicato).

      Un’alternativa all’SO2 è quella di usare il CaCO₃, cioè il carbonato di calcio, e di mandarlo in sospensione per “filtrare” la radiazione solare. Progetto di Harvard del 2019 ripreso dal Congresso USA recentemente https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2023/06/Congressionally-Mandated-Report-on-Solar-Radiation-Modification.pdf

      Idee interessanti ma potenzialmente molto pericolose perché non è facile ricavarne le ricadute indirette e non attuabili domattina.

      Comunque la si metta, il principio di prudenza impone di ridurre la CO2 e di farlo presto, anche se i meccanismi esatti di alterazione del clima, checché ne dica la stampa generalista che si schiera tra “è tutto certo” ed i c.d. negazionisti del “sono tutte frottole”, non sono chiari al 100%.

      Tralascio il discorso sulle emissioni inquinanti, perché lì i dati ci sono ed è certo che generino malattie e morti.

      1. anche l’allevamento causa riscaldamento atmosferico , in piu ci sono i cicli solari da tenere in considerazione , oggi si allevano qualcosa come un miliardo di bovini (fonte sviffinfo
        https://www.swissinfo.ch/ita/economia/l-agricoltura-svizzera-sperimenta-un-mangime-che-riduce-il-metano-dei-bovini/47882094#:~:text=Una%20mucca%20emette%20tra%20i,di%20CO2%20all'anno.)
        poi bisogna considerare che il pianeta E come una gigantesca batteria , e che ha un inerzia spaventosa per cui il riscaldamento avviene in maniera lenta e il vero problema sono gli scombussulamenti nei fenomeni climatici , basti vedere le ondate di caldo , seguite da grandine , o inverni gelidi in posti caldi, é questo , insieme allo scioglimento dei ghiacciai , che da soli riflettono la radiazione solare e mantengono le temperature basse , a generare tutti questi danni.

        1. Sul metano (che non è tutta colpa dei bovini ed ovini) le stime sono che sia aumentato 2,6 volte rispetto all’era preindustriale, la CO2 solo 1,57 volte. Ma l’inerzia, per parafrasare la tua espressione, ovvero la persistenza nell’atmosfera della CO2 è maggiore, mentre il metano e derivati si trasforma più in fretta. Certo che è un problema anche quello -direi anche poco meno del 50% del problema complessivo- ma, mentre è possibile convincere la gente relativamente benestante dell’occidente a cambiare auto, non è altrettanto plausibile convertire in poco tempo l’economia di paesi, anche poveri, che basano sul bestiame la loro economia.

      2. Il meccanismo che porta al riscaldamento globale è ben noto già da fine 800 (vedi studi di Arrenius), quanto al metodo di misurazione, prendendolo da due stazioni poste lontano da ogni attività antropica, delle due sottostima la media.
        La concentrazione del passato è altresì ben nota fino ad 800 mila anni fa dai carotaggi delle calotte glaciali.
        Ovviamente, la temperatura non segue immediatamente la CO2 perchè il sistema ha una enorme inerzia.

        1. Sì, tutto vero.

          Però i carotaggi non forniscono informazioni dirette sulla CO2 in atmosfera per il semplice fatto che il ghiaccio è sul suolo. La relativa concentrazione è stata inferita dalle “bolle d’aria” presenti nel ghiaccio ed è una rilevazione con un altissimo margine d’errore. La misurazione diretta della CO2 in atmosfera ce l’abbiamo solo dal 1958 a Mauna Loa (ora anche altrove ovviamente). Se non è cambiato qualcosa, la temperatura invece la rilevano a Vostok. Due posti, come giustamente sottolinei, non molto frequentati.

          Verissimo il discorso dell’inerzia del sistema con riferimento alla CO2. Al contrario la diffusione in atmosfera di elementi “oscuranti” come l’esempio dell’eruzione del Monte Pinatubo, ha effetti quasi immediati: come una sorta di ombrello.

      3. Ciao, ho letto con interesse;
        metto un link qui a grafici ben fatti, la crescità diventa regolare dal 1970-1980 circa:

        https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/fact-checking-i-cambiamenti-climatici-10-grafici-32170

        Interessante il discorso SO2, poi mi sembra che l’andamento si possa spiegare già con la sola forza bruta dei numeri in crescita esponenziale della Co2

        Emissioni Co2 dalla combustione di fonti fossili:
        1800 001 tonn/sec
        1850 006 tonn/sec
        1900 062 tonn/sec
        1950 187 tonn/sec (inizia effetto volano, inizialmente lento)
        2000 756 tonn/sec

        Mi sono fatto un ripasso:

        variazioni di temperature di più gradi ne abbiamo avute sul pianeta molte negli ultimi 20.000 anni, ma lentissime, eravamo quattro cavernicoli che potevano spostarsi da un punto all’altro e tirare a campare in periodi glaciali o caldi e avere migliaiai di anni per adattarsi a questi cambiamenti

        le temperature si sono stabilizzate negli ultimi migliaia di anni, e le nostre società sono fiorite; cambiamenti ci sono stati ma limitati ad es. a mezzo grado (si parla della media su più anni, non del singolo inverno che è sempre leggermente diverso dal precedente), e già questo ha in parte in passato cambiato molto il modo di vivere

        la retta di crescita attuale della temperatura dagli anni 70-80 attuale è rapidissima,
        un caso eccezionale; punta a vari gradi in più soli 100 anni, non avremo tempo di “adattarci”, se non con sforzi tecnologici mai possibili in passato

        e ora siamo 8-10 miliardi, ci saranno poche aree abitabili non già contese dove possono spostarsi alcuni miliardi di persone dalle aree che diventerebbero inabitabili (temperature oltre 40° e siccità di acqua),

        a parte le disussisoni su cambiamento livelli e acidità oceani, flora, piante, etc,
        un rischio concreto e prevedibile è di moltiplicare guerre e migrazioni bibliche e aree con siccità

        qualcuno calcola 1 miliardo di persone che necessiterebbero di cambiera zona abitabile per ogni grado di rialzo termico in aggiunta al grado che già è salita la temperatura

        – ad oggi siamo a +1° grado

        – Word.Metereologic.Organizaztion stima potremmo essere a breve +1,5°
        https://www.ilpost.it/2023/05/17/1-5-limite-riscaldamento-globale-2027/

        – gli scenari attuali prevedono ormai minimo di sforare i 2 gradi di rialzo, che arriverebbero a 4 se non venissero intraprese azioni di contenimento delle emissioni

        Le azioni di contenimento ci sono, la Cina stessa al contrario dei luoghi comuni sta correndo molto per arrivare alla neutralità carbonica prima di noi (neutralità= emissioni pari a quanto assorbito dalla sua vegetazione)

        magari le azioni sono meno del programmato, ma ci sono quasi dappertutto, perchè fortunatamente ridurre il consumo di fossili inzia a coincidere con risparmiare anche soldi/risorse, l’energia da rinnovabili costa meno, ormai spesso anche del carbone

        L’analista Dario Fabbri in una intervista raccontava che in onestà inzialmente gli Stati avanzati non si curavano di ridurre le emissioni, posponevano la questione “ambientale”; a motivarli maggiormente è stato di recente il risparmio ottenibile “in portafoglio” e in minore dipendenza estera che le fonti rinnovabili permettono

        Il ripasso sulle varie anomalie climatiche nella storia del pianeta lo ho fatto da qui:
        https://youtu.be/5DvPgbKuuMU?t=855

        1. Vedo che anche a te piacciono i numeri:)

          Non pretendo di dare la colpa alla sola riduzione della SO2, tra l’altro bruciare carbone non è che facesse poi così bene… Fatto sta che l’equilibrio climatico è apparentemente saltato proprio negli anni in cui abbiamo iniziato a darci da fare per ridurre l’uso del carbone e l’inquinamento in genere: magari non c’è un nesso diretto, però fa incavolare. Magari ci saranno altre 10 concause che mi sfuggono, non è il mio campo.

          Gira e rigira, il principio di prudenza è l’unico razionalmente applicabile.

  7. A me risulta che Porro sballa i dati di un fattore x10 se riferito al 2023;

    il punto di pareggio mediamente è già sceso a circa 35.000 km,
    riferito al mix energia Europa per le ricariche e a un veicolo prodotto nel 2023

    il punto di pareggio si accorcia ogni anno, con l’efficentamento tecnologico della produzione,
    questo è da tenere a mente se si discute un qualsiasi dato su questo tema

    l’impronta di Co2 delle batterie è in costante discesa, indirettamente lo si percepisce anche dal costo economico industriale, in buona parte è correlato al costo energetico di produzione

    come altri hanno scritto, qualche anno fa (es. ricerche del 2021 su auto prodotte nel 2019) il punto di pareggio era a circa 75.000-80.000 km per auto alimentate da corrente mix europeo

    oltre all’anno di produzione, e al mix energetico con cui si alimenta l’auto,
    dipende anche dalla chimica della batteria, dai processi produttivi, e dal mix energetico con cui produci l’energia con cui alimenti la fabbrica della batteria e dell’auto

    il caso peggiore, ma anche il più tipico al momento, sono le batterie cinesi, fatte in modernissimi efficenti impianti robotizzati, anche migliori delle fabbriche americane, ma alimentati da energia in parte buona ancora prodotta dal carbone (fanno progressi enormi ogni anno nel mix energetico, ma per ora la situazione in cina è questa), e con per le batterie usano materie “primarie”, non ancora materie riciclate, per cui con un certo peso di impronta di Co2;

    dal 2022-2023 inoltre, c’è da distinguere anche tra LFP e NCM

    andando molto più indietro negli anni,
    le primissime Tesla roadster e Model S, oltre che prima generazione, erano anche auto molto sportive, non esattamente come una buona Nissan Leaf, ed effettivamente costavano molto per produrle in energia/Co2, i primi pacchi batteria erano semi artigianali con celle dei fornitori per computer Laptop; la produzione costava (in energia e e in valuta) più di un’auto normale, forse come una Ferrari medio di gamma, che infatti eguagliavano in esclusività e prestazioni, per cui dato già all’epoca da mettere in contesto,

    e ad oggi preistoria, una model 3-Y è di fatto un’auto sportiva ma al costo energetico di produzione ormai simile ad una berlina media termica, e anche il prezzo commerciale parificato ne è una spia indiretta

    circa 10 tonnellate equivalenti di Co2 per produrre una berlina segmento D termica,
    e circa 14 tonnellate equivalenti di Co2 per produrre una Model 3

    al più 4-6 tonnellate di Co2 per la batteria NCM 79kwh; meno per la versione LPF 60Kwh;
    il resto dell’auto poi ha costi energivori un po minori di produzione rispetto alla auto termica

    poi nel ciclo di vita complessivo (LCA: produzione, uso, riciclo) si scopre che l’energia per produrre l’auto è una una frazione relativamente piccola rispetto ai consumi su strada;

    l’elettrica consumerà circa 20 tonnellate eq di Co2 contro le oltre 40 della termica, contando il mix attuale di generazione elettricità; nei prossimi anni aumneterà la corrente generata da fonti rinnovabili e il distacco aumenterà ulteriormente

    Ma al momento il conto LCA di una eletrrica è circa “la metà” di una termica di pari categoria, poi in alcuni casi può essere meno o più; e tra 7 anni sarà probabilmente 1/3

    mi riprometto di condividere una lista di link a dati e ricerche per supportare queste stime

    ci sono 2-3 ricerche famose e autorevoli a cui in cascata i vari ricercatori/divulgatori si rifanno poi per mettere a punto le loro stime oppure i calcolatori online di CO2 per le auto

    1. porro fa il classico ” pentolone del superficiale ” , dove buttta termini a casaccio , dati presi qua e la senza citare le fonti , e il classico sensazionalismo che si confa a un uomo di spettacolo come lui. senza contare l’allarmismo , perbenismo e qualunquismo 😉 ce ne sarebbe per tutti .

      1. Già, mica scemo comunque Porro, ci si paga la/le ville con questo ruolo da clown, da provocatore, show-men/intrattenitore, non più giornalista, poi furbetto su temi che strizzano l’occhiolino anche a qualche parte politica

        praticamente ci trolla tutti, è un Super troll, figurati se crede alle cose che racconta per fare show, non mi sembra una cima ma neanche uno sprovveduto; almeno dai commenti della discussione qui ho letto cose che non sapevo, interessanti

        incredibile ancora i provocatori fanno audience in tv invece di far scappare il pubblico (non ho la tv da decenni ma qualcosa mi arriva da internet)

        una volta che la faccia da “giornalista” la ha persa, una figura da ciabattaro in più o in meno non gli cambia, anzi rimane sulla cresta dell’onda TV

        ..con rispetto parlando per i ciabattari..

  8. Nello Roscini

    a questi macachi andrebbe messa in una mano
    una bottiglia da un litro di benzina o diesel
    nell’altra 20kg di qualsiasi cosa ,forse gli si accenderebbe qualche neurone in più ..

    è questo il rapporto tra combustibili fossili e CO2 prodotta
    1Kg di fossile bruciato = 20 kg di CO2 prodotta
    e sono stato pure generoso

    ma la CO2 è un gas ,
    impalpabile
    incolore

    incomprensibile per macachi che a livello scientifico hanno una cultura da medioevo
    e glki eretici simo noi che ci sbattiamo a commentare inutilmente in queste pagine

    adda passà a nuttata

    1. nello roscini

      ho scritto una stupidaggine i lfattore è 2 e qualcosa non 10
      comunque da fonte attendibile (chatgpt)

      un’auto che percorre 10000 km l’anno
      a una media di 20 l per 100 km

      a benzina produce 4680 kg di CO2
      con il diesel 3733 kg di CO2
      TUTTI gli anni

      in peso equivale a diverse batterie per EV
      quella di una model S pesa 600 kg

  9. Poi secondo porro invece le auto a combustione non hanno nessuna criticità, nessun metallo raro o costoso! Linde come l’aria di montagna! …si si, Porro Porro..

  10. Fares Brandoli

    🤣🤣🤣🤣🤣

    Questo il porro se lo é fumato!

    In realtà non mi spiego come Elon Musk abbia concesso un’intervista ad un detrattore del genere, anche se entrambi repubblicani, mi sembra un paradosso

    1. A volte sospetto che Musk stia trollando i politici, compresi i conservatori americani con cui va a braccetto negli ultimi anni ( mi pare che in precedenza simpatizzasse con i democratici, ma appunto quando erano loro incarica )

      che magari finge di essere anche lui un Red Neck invasato conservatore, di sposare anche le loro battaglie ideologiche più deliranti, di aizzare le risse populiste su Twitter e in Tv, per avere attenzioni, e gli appoggi politici ed economici necessari a sotenere e non intralciare i progetti delle sue aziende

      se fosse così, un po’ spergiudicato, ma forse a quel livello di espansione delle aziende e nel contesto americano, potrebbe essere “necessario” fare anche questa manfrina politica e non inimicarsi nessuno

  11. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che la maggioranza della gente non ha idea di cosa si stia parlando e si beve qualunque zuppa si trova nel piatto. Ci dovrebbe essere un controllo sull’informazione, non è ammissibile che a questa gente sia permesso di dire castronerie così gigantesche senza nessuna conseguenza.

  12. Il vero problema è che Porro sa benissimo due cose:

    1) che sta scrivendo pura fantasia (tanto oggi che valore avrà mai la realtà);
    2) che questa fantasia piace molto al navigatore medio, che gli procurerà tanti bei soldini a forma di click.

  13. Riuscirà l’auto elettrica a resistere al devastante attacco di Porro? Tesla sopravviverà ai suoi servizi? Temo di conoscere la risposta.

  14. Vuoi vedere che adesso spingeranno sui motori termici che funzionano ad ammoniaca!!! O forse no perché viene dalla Cina.
    Giusto per la neutralità tecnologica.
    News da altra testata: “La cinese GAC ha messo a punto un motore che brucia ammoniaca. Il vantaggio? Emissioni di carbonio ridotte del 90% rispetto ai motori alimentati con carburanti convenzionali.”

    1. Sull’ammoniaca ci stanno lavorando in molto, non solo cinesi, vedi il semi di Imogy, USA, e i tanti progetti verso l’ammoniaca come combustibile per navi come NoGAPS e altri. L’ammoniaca a differenza dell’idrogeno non richiede di essere tenuta a pressioni altissime, ma come l’idrogeno verde si produce anche lei con rinnovabili e può alimentare sia motori ICE che fuel-cell, e ha una densità energetica ben più alta delle batterie

  15. Tutto il ragionamento è farlocco perché, anche con le stime di qualche anno fa, il punto di pareggio della CO2 era attorno agli 80.000 km. Non so dove abbiano tirato fuori i 270.000 che mi sembrano uno sproposito….

    Detto questo, si parla di emissioni equivalenti di CO2, non di avere effettivamente “bruciato” del gasolio, sicché non è nemmeno vero che, per fare le batterie, siano stati spesi 27.000 Euro. E’ una battuta divertente, ma non corrisponde del tutto nemmeno alla fantamatematica della zuppa:)

    1. E se ricordo bene era un calcolo fatto da Volvo su un’auto con un’ottantina di kWh di batterie, altro che 50, e prendeva a riferimento il mix europeo di produzione dell’energia, che grazie soprattutto all’est Europa è peggiore di quello italiano

      1. Ricordo quel report (2021 o 2020) firmato da Volvo, era girato sui siti di tecnologia;
        si riferiva alla loro prima generazione di veicolo elettrico (progetto del 2019), non molto efficente e pesante, e prodotto con le tecniche più energivore di ora

        Mi pare stimava un punto di pareggio a 77.000km con mix europeo dell’epoca,
        e 110.000km se alimentato con il mix energetico della Polonia (molto carbone)

        In pochi anni ci sono stati grossi progressi, punto di pareggio accorciato parecchio;
        oggi persino Volvo per EX30, che pure non è votato all’efficenza o alla leggerezza, dichiara un dato più favorevole, 30 tonnellate di Co2 equavalenti su intero ciclo di vita (produzione, uso, riciclo), credo sia circa la metà dell’equivalente termico

        1. siamo nella giusta direzione ! stando a cleantechnica , oggi il 16% delle auto vendute nel mondo sono alla spina , e il 10 pure elettriche . considerando come per produrre batterie serva energia che attualmente prendiamo molto spesso da fonti fossili , le prospettive future sono molto rosee, secondo tony seba nei prossimo decennio ( intorno al 2030/ 2035 ) i combustibili fossili saranno considerati obsoleti , e effettivamente guardando il trend si vede una curva esponenziale negli investimenti sul rinnovabile , a questo ritmo non dico che il petrolio sparira’ , ma molto facilmente invece di estrarre e bruciare 80 milioni di barili al giorno , anche considerando la crescita di vari paesi , dovremmo vedere un calo molto repentino entro i prossimi 5 anni , gia oggi si puo stimare che l’elettrico da solo contribuisca a far risparmiare circa l’1% di petrolio ( 800K/ 1 milione di barili al giorno) .

          l’unica cosa da dire su elettrico per me é che non e come un coltellino svizzero , non possiamo affidarci a lei per tutto , servono trasporti pubblici elettrici e infratrutture urbane pensate per le persone e non per le auto , ma questo discorso sarebbe troppo lungo da fare qui sotto . se qualcuno chiede vi cito ancle le fonti per i calcoli di cui sopra 🙂

  16. caprone manicheo

    A questo mondo c’è chi vende l’anima al diavolo e chi no.

    Lui come tanti altri lavora per confondere le persone nella speranza che nell’indecisione restino ferme su quello che conoscono meglio, il termico.

    L’unica cosa positiva nel profilo di Porro è che lui perlomeno ha il coraggio di difendere direttamente i fossili, gli altri lo fanno in modo subdolo, parlando di idrogeno, centrali a fusione entro 7-8 anni, biocombustibili ed e fuel.

  17. Anche ammettendo che i conti siano corretti, e ci vuole un grossissimo sforzo di buona volontà per farlo, per produrre una batteria serve l’energia contenuta in 15K litri di gasolio corretto???
    Cioè l’energia che usa un auto termica consumando 15K litri di gasolio ma questo gasolio è nato nel serbatoio di questa auto termica?
    Quanta energia è stata utilizzata per PRODURRE E FAR ARRIVARE NEL SERBATOIO quei 15K litri di gasolio?
    E quanta energia è stata utilizzata per produrre l’auto termica e tutto quello che consuma in 270K km? Perché il gasolio è solo uno dei prodotti che l’auto termica consuma, poi c’è l’olio motore, il liquido di raffreddamento del motore ed un altro centinaio di parti che l’auto elettrica non ha…

    Il punto è sempre lo stesso…. a parte i probabilissimi magheggi di matematica ma va aggiunto anche il solito magheggio di considerare per l’auto elettrica tutto sin dalla culla mentre per quella termica solo ed unicamente le emissioni che escono dal tubo di scappamento come se tutto il resto nascesse di sua spontanea natura senza bisogno di essere prodotto….

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