Nuove fabbriche di EV ovunque, ma Italia non pervenuta

Nuove fabbriche di EV ovunque: auto, scooter, camion, batterie, cavi…Ogni giorno in Europa l’annuncio di un nuovo stabilimento. L’Italia? Non pervenuta.

Nuove fabbriche di EV.
La pre-produzione di Tesla Model Y nella fabbrica di Grunheide, Germania.

Nuove fabbriche di EV: Germania, Francia e i Paesi dell’Est Europa

Gli investimenti si polarizzano in due direzioni. O il blocco Germania-Francia, il cuore del mercato dell’elettrico, con ricadute sulla Spagna, da sempre  piattaforma produttiva dei due Paesi che guidano in Europa. Oppure le solite nazioni a basso costo del lavoro dell’Est. In Polonia, per esempio, è stato appena inaugurata la fabbrica di Phoenix  nel Parco Tecnologico di Rzeszów-Dworzysko. Sono 15.000 m²,  realizzato in 5 mesi, tempi inimmaginabili da queste parti. I dipendenti sono già 300:  su 8 linee di produzione vengono prodotti cavi di ricarica in AC, prese socket Tipo 2 e prese CHARX connect Ma il grosso degli investimenti si sta concentrando ancora una volta sulla Germania. Si è parlato tanto della fabbrica di Tesla, da cui usciranno le prime auto il mese prossimo. E naturalmente di quanto stanno facendo i costruttori di casa. Ma quel che colpisce è l’incredibile numero di fabbriche di componenti di tutti i tipi, dai cavi di ricarica alle batterie. Compresi impianti di produzione di idrossido di litio: Rock Tech Lithium ne sta per installare un secondo nel Brandeburgo.

nuove fabbriche di EV
L’ultimo tavolo al Ministero della Sviluppo Economico.

In Italia? Un piano non c’è, per ora si fanno tavoli…

E l’Italia? L’Italia una terra di mezzo che non sembra interessare a nessuno. Non è né un mercato di riferimento con grandi costruttori come Francia e Germania, né un Paese con basso costo del lavoro come Polonia o Romania. Un’immagine, la nostra, ancor più indebolita dopo che FCA è diventata una provincia di Stellantis e Torino solo uno dei tanti poli produttivi del colosso francese. E il governo? L’automotive non sembra interessare. Al ministero dello Sviluppo Economico si tengono solo tavoli pletorici. Con associazioni che si agitano più per chiedere sostegno alle produzioni in crisi (soprattutto legate al diesel) che per parlare di futuro. Non esiste un piano automotive, da più parti  reclamato, al punto che Confindustria e sindacato sono terrorizzati dell’andazzo. L’unico grande investimento in programma, la riconversione della fabbrica di motori Fiat di Termoli in una Gigafactory per batterie, è rimesso in discussione da Stellantis. Che, guarda caso, conferma invece che si faranno analoghi impianti in Francia e Germania.

Nuove fabbriche di EV
Luca De Meo, n.1 del Gruppo Renault: sta riportando in Francia produzioni che erano state decentrate. Lo stesso fa VW in Germania.

Nuova fabbriche di EV al posto di chi chiuderà

Al governo italiano l’elettrico non sembra piacere, ma non è che i destini del mondo si decidano a Roma. Se l’automotive, come ormai è chiaro a tutti, va verso un futuro improntato sulle auto a batterie, bisogna prenderne atto e salire sul treno in corsa. Senza farsi bloccare dalle solite lobby, brave più a batter cassa che a creare posti di lavoro. Ma da queste parti, purtroppo, siamo specializzati  nell’aprire tavoli sulle crisi aziendali, più che a immaginare come costruirci un futuro. Dopo i sindacati, anche gli industriali sentono puzza di bruciato. Fanno presente che l’Italia è passata da 1,8 milioni di veicoli prodotti nel 1997 ai 700mila nel 2021. Francia e Germania serrano i ranghi, approfittando della svolta elettrica per riportare in patria produzione finite chissà dove. La Renault addirittura con un piano chiamato non a caso Renaulation. Ma noi no: incrociamo le dita, sperando che sia solo una moda passeggera. Ma Anfia-Clepa-PWC stimano che così facendo se ne andranno altri 63 mila posti di lavoro tra 2025 e 2030.

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Visualizza commenti (32)
  1. EV(nontanto)Fanatic

    “Ma noi no: incrociamo le dita, sperando che sia solo una moda passeggera”

    Non avrei saputo dire in modo più coinciso la mentalità tipo della classe dirigente industriale e politica italiana.

    Così di insegue (anche perdendo business e soldi), invece di anticipare i cambiamenti.

  2. GKN Driveline è uno dei centri di eccellenza per elettrificazione di GKN. Marelli produce e sviluppa in Italia motori e componenti per motori elettrici e loro sistemi di controllo. STM a cui si è affiancata Tower Semiconductor, sta finendo il nuovo impianto Agrate R3 dove si produrranno semiconduttori su wafer di silicio da 300 mm, dedicati alle tecnologie di potenza ed analogiche in primis, componenti utilizzati anche nella mobilità elettrica. L’investimwnto di STM è di più di Euro 1 6 miliardi. Toner installerà la sua fonderia di silicio e produrrà per conto terzi. Vi sono altre investimenti in corso in Italia. Se non si pubblicizzano…

  3. Che tristezza, e pensare che in Europa siamo leader nell’automotive, purtroppo non solo il governo non fa niente ma ha smesso anche di stanziare soldi per gli incentivi, non che in passato abbia fatto molto di più, ormai sono almeno trent’anni che non si fa una politica industriale, a differenza degli altri paesi come Germania e Francia, non la vedo molto bene, soprattutto perché abbiamo ministri come CingolENI che sono tutto tranne che favorevoli alla transizione ecologica, rischiamo di perdere anche quel primato,primato che ha fatto chiedere alle aziende tedesche di aiutarci perché molte cose prodotte per le loro vetture le facciamo noi.

  4. Giampaolo Carboniero

    Tranquilli, appena Giorgetti e Cingolani riceveranno le istruzioni da ENI si daranno da fare, cominceranno a istituire una Commissione di studio sulla possibilità di introdurre la mobilità elettrica in Italia e se essa è compatibile con i desiderata della Confindustria nazionale, poi si dovranno trovare i fondi, pubblici naturalmente, per gli investimenti necessari a creare lavoro e, non c’è bisogno di dirlo, il necessario utile per gli imprenditori. ( Non siamo un paese comunista!)

  5. L’Italia non ha mai avuto una politica industriale mai.
    Hanno fatto la differenza i grandi talenti come olivetti.
    Grande imprenditore visionario il nostro elon musk, purtoppo del secocolo scorso.
    Primo calcolatore elettronico personale al mondo, neanche la nasa ci era riuscita, da cui prenderanno spunto i moderni pc.
    Unica azienda europea capace in quel contesto storico di acquisirne una americana, in modo da poter entrare in quel mercato.
    Ma l’italietta di quei tempi non poteva permettersi un tale sgarbo.
    È il resto della storia la conoscono tutti anche se si fa finta di niente.
    È si dobbiamo proprio ringraziare i governi succubi e incapaci e anche la Fiat per tutto quello che saremmo potuto essere ma non saremo mai.

  6. Ma state ranquilli.
    Siamo iraliani ve lo siete dimenticati?
    Se ci arriva il fango al naso è meglio.
    Appena stiamo per annegare….colpo di reni e ci tiriamo fuori.
    Tante volte non avrebbero scommesso un soldo bucato su di noi…
    Eppure…
    Paragone Italia Svizzera in 500 anni.?
    Loro quadrati precisi stabili neutrali…
    Orologi a cucù banche cioccolata e poco altro
    Noi omicidi guerre tradimenti instabilità eppure….
    RINASCIMENTO RINASCIMENTO RINASCIMENTO
    Pittori scultori astronomi scienziati scoperte epocali e poi…
    Ferrari Maserati lamborghini e chi più ne ha più ne metta….
    Scommettiamo su chi se la caverà meglio alla fine?

    1. i soliti luoghi comuni…..guarda che la CH non é solo banche e cioccolata…é fortissima nella meccanica di precisione, elettronica, chimica a farmaceutica. E scusa se é poco

      1. Ciao gio’ e io che ho detto?
        Mai sminuito gli schvizzeri ma noi se permetti direi che abbiamo avuto una storia leggermente più movimentata….
        Poi gli svizzeri che noia….
        Anche questo luogo comune?

        1. mi riferivo esclusivamente alla frase in cui dici “orologi a cucú, banche ecc ecc” ed ho ribadito che non é cosí…..ho voluto specificarlo perché é quello che erroneamente pensano in molti. Ció detto, li conosco abbastanza abitando vicino a loro….

  7. silvana carta

    ENI ha in mano il governo e decide le politiche economiche a suo piacimento.

    Ora a Sanremo ci fanno credere che ENI è sinonimo di energie rinnovabili.

  8. Nello Roscini

    visto che de facto non c’è più un’industrai automotive UFFICIALMENTE italiana
    ma un sacco di aziende che lavorano per l’atomotive MONDIALE
    dai freni
    ai sedili
    ai cerchi in lega
    ecc..
    ecc..

    e qualche CORAGGIOSO produttore di microcar
    perchè non dare più libertà agli artigiani ,
    all’aftermarket
    perchè non facilitare l’immatricolazioni di :
    esemplari unici ,
    piccole serie ,
    retrofit elettrici ,
    ricondizionamenti

    Serve una TUV Italiana al più presto,
    o il futuro non sarà grigio, ma nero pece

    i miei due centesimi

  9. Alla fine è la naturale conseguenza dellavere una classe politica che viene votata in base a cosa dice e non in base a cosa fa, dove la pubblicizzazione di un minimo non risultato viene distorto come fosse la fonte della vita eterna, dove c’è campagna elettorale 365 giorni l’anno perché sanno che il governo dura il minimo indispensabile a maturare un vitalizio quindi che senso ha far programmi se non ho il tempo di attuarli? Ammesso che ci siano parlamentari e membri del governo che vogliono arrivare a quel ruolo per fare realmente la differenza che non vengano schiacciati da chi sarebbe danneggiato dai risultati altrui.
    Ahimè vedo più politicanti nei salotti tv, cene di rappresentanza e su Twitter che dietro la scrivania a far progetti assieme ai loro collaboratori, di sicuro guadagnano più dal profilo Twitter e dalle “consulenze” che dal lavoro di governante, quindi perché sbattersi più di tanto? Infondo ti sei solo candidato per avere la responsabilità di guidare un paese e da te dipendono quasi 70 milioni di persone… E per l’immunità parlamentare in taluni casi

  10. In Italia non si producono elettriche se si esclude la 500e che viene prodotta a Mirafiori dove stanno facendo gli straordinari per stare dietro alla domanda. Unico stabilimento dove ciò avviene, mentre quelli dove si producono termiche sono in perenne cassa integrazione (pagata da noi). Eppure se si leggono gli articoli è tutto un piangere sul fatto che la transizione all’elettrico sta portando a tracolli dell’occupazione. Addirittura un articolo addossava all’elettrico i 2.000 esuberi alla Magneti Marelli e società simili. “Dove soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono mulini a vento”(cit.)…altri fanno scrivere articoli contro questo cambiamento.

    1. No , non sono pagate dalla fiscalità generale, I dipendenti delle industrie private versano lo 0.5 % del proprio stipendio presso il fondo destinato al sostegno della cassa integrazione , piuttosto sono quelli come me ( che non lavoro presso Stellantis) che dopo 35 anni di lavoro senza mai aver fatto cassa integrazione sostengono con il fondo da loro finanziato le varie casse dell’industria privata con più di 15 dipendenti.

      1. Beh io sono dipendente di industria privata da 30 anni e non ho mai fatto cassa integrazione. Come vedi siamo proprio noi che paghiamo la cassa integrazione perenne degli stabilimenti Fiat.

        1. sante parole….alla fin fine la Fiat ci ha dato meno di quello che ci é costata. Col senno di poi dico che GA doveva vendere 50 fa….

  11. “L’Italia una terra di mezzo che non sembra interessare a nessuno.”
    Secondo me l’Italia è un paese conformista, conservatore, immobilista. E’ ed è sempre stato un paese arretrato, una specie di terzo mondo in seno all’Europa. Poi si vanta di essere uno dei più grandi paesi industrializzati, ma le sue imprese sono familiari, piccole piccole, non hanno la possibilità di finanziarsi la ricerca per sviluppare tecnologie nuove… ed ovviamente la ricerca nell’università pubblica non ha fondi…
    Stiamo apettando un Salvatore? Un signor Tesla che venga a costruire dei posti di lavoro? Io abito nello stesso comune di uno stabilimento di una nota multinazionale delle sigarette. Questo stabilimento è stato costruito ed avviato con il plauso del Sindaco e di tutte le forze politiche, sono state annunciate centinaia di assunzioni, è stato aperto un accesso all’autostrata appositamente per lo stabilimento… ma la realtà occupazionale della zona non è che sia cambiata dalla notte al giorno! Se viene qualcuno in Italia, non lo fa per i nostri interessi, ma per i suoi!
    Dobbiamo imparare a guidare da soli la nostra auto (preferibilmente elettrica!)

    1. In momenti di grandi cambiamenti come questi sono gli Stati a guidare e sostenere le industrie nazionali. In particolare nell’automotive. L’hanno fatto gli Stati Uniti, quando GM e Jeep-Chrysler avevano le gomme a terra e Barack Obama si è preso sulle spalle salvataggio e rilancio. Lo stanno facendo Francia e Germania, spartendosi gli enormi capitali messi a disposizione dall’Unione Europea per la riconversione all’elettrico. Noi, invece, ci arrocchiamo sull’esistente, negando l’evidenza del nuovo che avanza.

  12. Accetto l’invito dei moderatori di non scendere su lagne politiche. Solo 63 mila? Allora è una buona notizia! Pensavo peggio

    1. io ho letto – credo su QR – che gli esuberi sono 73k quindi aggiungiamone altri 10k ; si comincia con la Bosch di Bari…

  13. TUTTI PER STRADA!!!
    Io, lavorassi in Fiat (ultima rimasta) non dormirei sonni tranquilli. Ma nemmeno nell’indotto!!
    Ma poi la colpa non è tutta loro. Un governo serio sarebbe già andato da Musk e gli avrebbe servito su un piatto d’argento luogo e sgravio fiscale. O forse si sarebbero duvuti spendere con le aziende per condurle al cambiamento …
    Nio …. oppure Catl o Xpeng o altre decine di produttori.
    ohhh….. 4 o 5 anni fa. Adesso è tardino.
    Metti che questi arrivino domani … (la favola di pinocchio).. … .. fai i permessi… fai i permessi … fai i permessi… comincia a costruire …. fermati che un comitato del NO ha deciso che non è bello vedere la fabbrica … fai i permessi… fermati che arriva un assessore comunale che vuole la mazzetta… continua a costruire… si fa male uno che era in subappalto di un subappalto di un appalto e arriva lo spisal… comincia una causa e si fermano i lavori per 13 anni. Ricomincia dopo 13 anni e quello che si è fatto male fa ricorso e aspetta altri 3 anni in cassazione… poi altri 2.
    Ricomincia … ma no.. fermo che il marciapiedi non è a norma per 30 cm perciò bisogna demolire tutto e ricostruire. Ricomincia e poi il comune cambia destinazione d’uso alla zona. Poi la provincia ha cambiato idea e lì l’uscita autostradale non la vogliono più fare.
    Passano 57 anni e tutto muore.
    ECCO PERCHE’ NON CI VENGONO.
    In Italia non è che manchi un piano industriale, è che come piano industriale c’è una cosa che nessuno capisce e non hai la certezza di poter cominciare un progetto per poterlo portare a termine. Sono riusciti a trasformare la SEMPLIFICAZIONE IN COMPLICAZIONE AGGIUNTIVA.
    Poiiiii… ci sono le eccezioni.
    Quelle che ti fanno vedere in televisione in prima serata su Rai 1 dell’imprenditore siciliano che fa scafi in fibra di titanio- carbonio – vibranio per gli emirati arabi e che non ha nessun concorrente perciò vende le sue barche in tutto il mondo.
    Oppure ti sbavano gli occhi con LA GRANDE BELLEZZA. Un inno alla gloria di una capitale morta i cui resti servono oggi solo a fare da immagine.
    Ecco… ITALIA GRANDE IMMAGINE NIENTE SOSTANZA. Vienici anche tu.
    Direi che si salvano ancora le aziende agricole perché almeno quello… vuoi che si mangi anche male?? ehhh no…

    1. Già, purtroppo tutto vero! Presto occorrerà fare domanda al comune con approvazione della provincia e modifica alla planimetria catastale per piantare un chiodo al muro ed appendere un quadro! Ovviamente dopo aver pagato ingegneri per il progetto, pagare ed attendere la lentezza spasmodica della burocrazia italiana (se non ungi adeguatamente), se il chiodo lo pianti qualche centimetro fuori da quanto in progetto, rischi il sequestro penale per abuso edilizio! Con tutte le spese che ne conseguono. Dimenticavo: per piantare il chiodo, devi chiamare un’azienda certificata! Perché il proprietario del chiodo o del quadro non ha le abilitazioni specialistiche e non è iscritto all’albo! E se è un fai da te, non paga le tasse! e, di conseguenza, scatta l’evasione fiscale!
      Presto sarà così!
      Ma noi, giustamente, abbiamo i politici che ci meritiamo!
      D’altra parte chi li elegge siamo noi italiani e non gli alieni.

    2. Finalmente un commento serio. Non sembra neanche essere scritto da un italiano. È l’immagine dell’Italia vera che tutti conosciamo benissimo ma che nessuno ha mai il coraggio di dire. D’altra parte cosa possiamo aspettarci da un sistema di potere marcio e corrotto non da oggi ma da sempre? La descrizione della distruzione operata dalla partitocrazia in Italia è esatta. Questo è un paese senza società e senza stato. Lo stato è soffocato dalle canaglie della partitocrazia che ne hanno occupato tutti gli spazi di potere riducendolo a un corpo inerte, inefficace e corrotto, ridotto a bottino dai ducetti di regime e dai loro portaborse e complici. Il tessuto sociale è ridotto in brandelli. Il sogno di una classe media distrutto da quando all’inizio degli anni 70 è iniziato i l’impoverimento progressivo e inarrestabile degli italiani. Interi strati sociali sono piombati nella povertà. La fine degli accordi di Bretton Woods che imponevano la stabilità del cambio lira-dollaro (625 lire/1 dollaro a partire della fine della guerra in poi), che ha consegnato definitivamente la politica monetaria alle bande della partitocrazia, è stato l’inizio della rovina per gli italiani. Dopo alcuni anni di sbandamento iniziale i nuovi padroni del governo della moneta hanno inaugurato una nuova era di svalutazione coatta della lira col conseguente innesco di inflazioni aggravate dalle immancabili speculazioni mai contrastate dal regime. Il micidiale binomio svalutazione-inflazione ha massacrato i redditi fissi (il lavoro dipendente) soprattutto i redditi fissi bassi ridotti in povertà, mettendo fine a quel embrione di classe media che si era faticosamente costituita nel dopoguerra. Per colmo di beffa il regime ha tolto di mezzo la scala mobile, ultimo, seppure insufficiente, baluardo a difesa del potere d’acquisto degli strati poveri della popolazione. Poi è iniziato il saccheggio, senza più misura né ritegno, delle risorse pubbliche da parte di tutti i partiti ispirato da Craxi e dai suoi tanti complici e referenti. Di queste cose la propaganda di regime non parla mai. Per il regime gli anni 70, 80 e 90, sono gli anni del terrorismo e del abbondanza. La falsificazione della storia da parte del regime partitocratico è stato forse il delitto più riuscito e ripugnante dei suoi innumerevoli crimini, tutti impuniti. Gli italiani nati dagli anni 60 in poi, abbeverati soltanto ai mezzi di comunicazione sociale del regime, non conoscono nulla della storia di questo paese, ad eccezione della grottesca propaganda dei partiti. È ovvio che. ammesso che ci sia una vita d’uscita da questa fogna, la salvezza dell’Italia e dei suoi cittadini non passa attraverso la partitocrazia e dei loro interessati referenti, che è causa e beneficiaria del male. L’unica via d’uscita è rimuovere questo potere mafioso e criminale che è il vero ostacolo alla democrazia in questo paese, essendosi abusivamente appropriato della sovranità che l’art.1 della costituzione attribuisce esplicitamente al popolo (Art.1 la sovranità appartiene al popolo…). La sovranità cui si riferisce la costituzione è la stessa che spettava al re secondo lo statuto Albertino, in vigore fino alla proclamazione della Repubblica. Questo è un documento che tutti gli italiani farebbero bene a leggere, perché dà un idea di cosa si intende per sovranità nel contesto in cui la costituzione è stata redatta. E dà soprattutto un idea di come la sovranità del popolo sia stata del tutto ignorata da chi dalla la guerra in poi ha usurpato il potere assegnato dalla costituzione al popolo (e non ad orde di fantomatici rappresentanti). Per mettere fine al regime che affama ed vessa gli italiani basterebbe dare attuazione alla proclamazione di democrazia beffardamente inserita dal regime a fondamento della Costituzione. Basterebbe istituire in Italia il referendum propositivo senza quorum e senza bisogno di chiedere permessi al regime, fatto che renderebbe vano ogni strumento di democrazia. Questo sarebbe il primo passo verso quella democrazia che in Italia non è mai esistita, se non nei proclami beffardi e nelle sordide autocelebrazioni con cui quotidianamente ci affligge la propaganda del regime.

      1. Ok, ha fatto un bel minestrone mettendoci dentro proprio tutti gli ingredienti del qualunquismo da Bar. Ora basta. Si è accorto di essere su Vaielettrico, oppure fa copia incolla a casaccio su tutti i siti?

    3. Musk usa le gigapress bresciane.
      E chissà quanti particolari sono fatti con macchine italiane.
      Poi se le fa assemblare in Germania da robot con zero manodopera non so che vantaggi in termini di occupazione ci sia…
      E chi lavora in musklandia si lamenta di obiettivi altissimi con persone che sclerando…

  14. E l’Italia?

    L’Italia fa profezie autoavveranti, ovvero non fa nulla per la transizione ecologica cosicchè tra qualche anno qualcuno potrà dire: Visto? Io l’avevo detto che si perdevano mille mila posti di lavoro…

    A proposito, io un ingegner Cane alla guida del ministero della transizione ecologica lo vedrei bene, peggio dell’attuale non può fare

    1. Nello Roscini

      non sai chi è l’ingegner cane ?
      non sei abbastanza boomer come noi

      mille milioni , anzi millemila pistoni , come vasi da fiori ,
      monoblocchi come fioriere in città

      e la nostra riconversione dell’automotive è fatta !

      millemila miliardi di pistoni ..
      roba che fa girare la testa

    2. Concordo.
      Caligola insegna; nominò il suo cavallo senatore.
      Oggi? neanche gli asini, potrebbero offendersi.
      Ma resta di fatto che i politici italiani li elegge il popolo italiano e non chi vive su Marte.

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