Nuove batterie e ricariche fast nei piani Stellantis. In arrivo auto con 800 km di autonomia e rifornimenti in grado di immettere 32 km di percorrenza al minuto.

Nuove batterie, anche prive di nickel e cobalto
Ai piani alti del super-gruppo nato da PSA e FCA si rendono conto che “autonomia e ricarica rapida sono fattori cruciali per l’adozione su larga scala dei veicoli BEV”. Come arrivarci? Nel report pubblicato l’8 luglio Stellantis spiega come affronterà questa sfida. Spiegando che i pacchi-batterie saranno configurati in modo differenziato per diverse tipologie di veicoli. Si va dalle configurazioni più piccole per le citycar (minimo 37 kWh) fino ai pacchi ad alta densità energetica destinati alle vetture ad alte prestazioni e ai veicoli commerciali (fino a 200 kWh). Ponendosi due scadenze fondamentali:
- per il 2024 è previsto l’impiego di due tipologie di batterie per le diverse esigenze dei clienti: un’opzione ad alta densità energetica e una priva di nichel e cobalto.
- per il 2026 è invece prevista l’introduzione della prima tecnologia competitiva per le batterie allo stato solido, il vero salto di qualità in termini di costi e autonomia.

Obiettivo: costi abbassati del 40% entro 3 anni
Non si tratta solo di aumentare la densità energetica delle batterie (e quindi l’autonomia dell’auto). Ma anche di abbassarne i costi, che incidono in modo determinante sui listini finali. E qui c’è un target preciso: “L’obiettivo è quello di ridurre i costi dei pacchi batterie di oltre il 40% entro il 2024 e di un ulteriore 20% o più entro il 2030” scrive Stellantis. Come? “Tutti gli aspetti del pacco-batterie possono concorrere alla riduzione dei costi. L’ottimizzazione generale del pacco, la semplificazione del formato dei moduli, l’aumento delle dimensioni delle celle e i progressi nella chimica delle batterie“. E infine Stellantis vuole investire anche nelle reti di ricarica rapida in tutta Europa. Il partner scelto è l’italiana Engie EPS, nata da uno spin-off dei Politecnici di Torino e Milano. L’obiettivo è essere capillari e ultra-rapidi allo stesso tempo. Anche se 32 km/minuto sembrano tanti: a che potenze pensano di ricaricare?
SECONDO NOI. Si ripropone il dilemma di cui abbiamo già parlato leggendo i progetti dei due maggiori concorrenti di Stellantis, Renault e Volkswagen. Ovvero: comprare oggi o aspettare i tre anni che ci separano da batterie più performanti e meno costose?
Io penso che i molti proclami che ascoltiamo dai vari AD di molte aziende devono essere prima comprovati dai fatti. Certe promesse e le scadenze di cui parlano ( entro il 2024…entro il 2026…) mi sembrano un po’ come delle scuse per cercare di recuperare il tempo perduto rispetto a chi sta molto più avanti , vedi Tesla, , un modo per rallentare il mercato dell’elettrico attuale per beneficiarne poi in seguito, quando anche loro saranno più competitivi.