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Rilanciare il nucleare? Perché non metterlo sulle piattaforme petrolifere…

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Saipem e Newcleo hanno firmato un accordo per il rilancio del nucleare: studiare la possibilità che mini centrali possano fornire energia “pulita” alle piattaforme petrolifere e per l’estrazione di gas. E un domani per trasportare parte dell’elettricità prodotta sulla terraferma

Energia “pulita” che si mette al servizio della produzione di combustibili fossili. A prima vista, è un controsenso. Non è la prima volta che accade. Ma è quello che prevede l’accordo sottoscritto da Saipem, una delle eccellenze ingegneristiche italiane, assieme all’ex start up Newcleo, attiva nel nucleare di nuova generazione.

L’obiettivo? Valutare se “la tecnologia Small Modular Lead-cooled Fast Reactor di Newcleo” possa “fornire energia elettrica a zero emissioni alle installazioni offshore di petrolio e gas e migliorarne quindi le performance di sostenibilità“.

In prospettiva, l’accordo prevede una seconda possibilità: “Estendere l’uso della tecnologia per generare energia elettrica a zero emissioni attraverso unità nucleari galleggianti collegate con la rete elettrica a terra o ad altri utilizzatori“.

In buona sostanza, di cosa si tratta? E che senso ha quando esiste già la possibilità di alimentare impianti off shore grazie alle rinnovabili, a partire dall’eolico? Ma soprattutto quanto costerebbe? E quando potrebbe essere operativo il primo impianto nucleare galleggiante?

Saipem e Newcleo studiano come produrre energia nucleare da centrali al servizio delle piattaforme petrolifere

Tutto parte da Newcleo, società fondata tre anni fa, da Stefano Buono, fisico e imprenditore, già collaboratore del Nobel Carlo Rubbia e diventato famoso per aver venduto per 3,9 miliardi una società per la radiodiagnostica a Novartis (dopo averla quotata al Nasdaq).

Nella sua nuova avventura, Buono ha lanciato Newcleo (raccogliendo in breve tempo più di 400 milioni), per lavorare su nuova tecnologia in ambito dell’energia nucleare: reattori a fissione di piccola taglia. Una variante della tecnologia SMR (small modular reactor) che prevede la costruzione dei reattori in fabbrica e la successiva collocazione nei siti. Si tratterebbe in sostanza di rendere a modello i propulsori nucleari di sommergibili e portaerei.

E’ la stessa di cui parlano sia Confindustria sia il governo per il rilancio del nucleare in Italia (assieme alle centrali di grandi dimensioni di quarta generazione).

Stefano Buono

Governo e Confindustria per il rilancio del nucleare

La particolarità della tecnologia di Newcleo? Promette “una maggiore efficienza nell’utilizzo dell’uranio estratto rispetto ad altri tipi di reattore convenzionali a fissione, grazie al riutilizzo del combustibile esausto utilizzato da altri reattori“, come si legge nella nota pubblicata assieme a Saipem.

Torniamo quindi al progetto di collaborazione delle due società. In sintesi, i mini reattori forniranno elettricità e calore alle piattaforme petrolifere (per evitare che emettano CO2). Ma potrebbero diventare anche mini-centrali nucleare offshore per la produzione di elettricità da trasportare poi sulla terraferma.

La commercializzazione dei mini reattori nucleari di Newcleo non potrà avvenire  prima del 2032

Senza entrare nel dibattito pro o contro il nucleare, la domanda è: quando potrebbe essere disponibile a livello industriale la tecnologia dei mini reattori? E se non sia il caso di utilizzare tecnologie mature, come l’eolico off shore, per ridurre l’impatto delle emissioni della attività estrattive.

Come già avviene nel resto del mondo, a partire dalle piattaforme nel Mare del Nord. Per quanto rimanga il controsenso nell’utilizzo di energia pulita al servizio dei combustibili fossili.

Ma soprattutto rimane tutta l’incertezza sui tempi. In un colloquio con la rivista Fortune, lo stesso Buono ha specificato che le prime autorizzazioni verranno chieste entro la fine del 2024 in vari paesi europei. E che un primo reattore commerciale potrebbe essere pronto nel 2032. 

Del resto, anche i responsabili dei progetti di reattori SMR partiti prima di Newcleo ammettono che non ci saranno prototipi operativi prima del 2030.

Una tecnologia in cui crede anche l’Unione europea, pensando che il mini nucleare un domani possa sostituire il gas e affiancare le rinnovabili nella transizione energetica. Ma ci sarà tempo di capire se arriveranno sviluppi pratici e quali saranno i costi e chi pagherà.

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19 COMMENTI

  1. che ipotizzino l’uso per piattaforme petrolifere, dove si genera l’energia a caro prezzo con un generatore a gasolio ? (25 censt a kwh?) da un’idea della gabola sui costi:

    – 5 cents/kwh – rinnovabili già rodate (prezzi europa)
    – 9 cents/kwh – metano ciclo combinato (prezzi europa)
    – 13 cents/kwh – metano ciclo semplice (prezzi europa)
    – 16-23 cents/kwh – nucliare grandi taglie di nuova costruzione in occidente
    – 23-60 cents/kwh – nucliare piccola taglia SMR

    == fattore di scala

    un reattore più è piccolo e più costa (per unità di energia prodotta);
    per le taglie molto piccole che erano state ipotizzate inzialmente per gli SMR, es. 80 MW, si arriva a un fattore costo X10;
    poi applicando un ipotetica produzione in serie prefabbricata (reattori modulari) di alcune parti dell’impianto, anche se riducesse i costi di un fattore 3, non si arriva a compensare questo fattore di scala iniziale cosi negativo

    PS: non è roba mia, ci sono noiosi studi su questo; reattori molto piccoli e/o con combustibili e refrigeranti esotici, che ogni tanto citano sui media come “novità”, sono già stati studiati dagli anni ’60 e scartati per uso civile, relegati ad usi militari

    == equivoco ingannevole

    per usi civili i meno peggio erano i reattori ad acqua e di grande taglia; e oggi sono andati fuori mercato per i paesi che hanno alternative; almeno in occidente costano troppo, ci vuole una vita a costruirli, e il danno al territorio in caso di incidente in area popolata è fuori scala, non è coperto dai massimali dell’assicurazione

    ecco che l’industria nucleare e chi ne cura la comunicazione, ha pensato di proporre la favoletta degli SMR, già in uso in ambito militare, per uso civile,
    mentendo sui costi, e sui tempi di realizzazione di nuovi prototipi di taglia intermedia e successivi impianti di test reali; per me niente di commerciabile è ipotizzabile prima del 2050

    più realisticamente i progetti ad uso civile verranno abbandonati, come appena successo per i progetti SMR ad uso civile NuScale (America), EDF (Francia), Rolls-Roys (Inghilterra) per i costi non comprimibili

    mentre le innovazioni in campo “rinnovabili” si susseguono quasi ogni mese andando a coprire anche le ultime nicchie dove ancora non erano adatte

    • trovo esilarante come R.S. provi a cimentarsi in conti pindarici anche in ambiti specifici dove è palese che non sia affatto competente 🤣

      Per carità, neache io lo sono, ma se mi costringessero a farlo credo che terrei conto perlomeno del fatto che:
      1) dire “5 cent/kWh per le rinnovabili” è ridicolmente generico.
      2) Ovviamente R.S. non ha citato fonti, ma immagino che faccia riferimento ad una media pesata dove il fotovoltaico la fa da padrone.
      Sospetto che una piattaforma petrolifera non abbia la superficie necessaria per essere alimentata prevalentemente con pannelli fotovoltaici. Ottenere spazio sulla piattaforma sembra parecchio più costoso che sulla terra ferma
      3) R.S ha bellamente ignorato anche i capacity factor.
      Queste (non meglio specificate) rinnovabili funzionerebbero anche di notte e senza vento? quante batterie sono necessarie per escludere l’eventualità di un fermo impianto con mancati introiti milionari?
      Non ha neanche accennato al possibile compromesso di adottare generatori a gasolio per mitigare questo rischio.
      4) non ha nemmeno accennato il fatto che (presumibilmente) l’estrazione petrolifera abbia esigenze energetiche abbastanza costanti durante la giornata e durante l’anno, che è uno dei punti forti del nucleare.

      Per carità, ad occhio neanche io direi che il nucleare sia una tecnologia adatta a questo specifico scopo (più che altro per le economie di scala), ma se dovessi argomentare le mie opinioni lo farei in modo oggettivamente migliore di come lo fa R.S.

      • Sul web la competenza è inversamente proporzionale all’arroganza esibita;
        sopra sta trollando, prova a svalutare la persona e confondere il messaggio; oltre a lui, sul nuculare, mi capita di smentire un gruppetto di nick-name usati da un disinformatore web professionista; le fonti le cito ma non sempre, per sintesi nei messaggi brevi

        approfondiamo i punti citati da Alexander

        non ho ignorato i capacity-factor; il costo LCOE di singola fonte energertica per definizione include già nel calcolo le ore di funzionamento, cioè i capacity-factor; non capirlo è parlare a membro di segugio

        quello che va aggiunto sono i costi di stabilizzazione di un una rete con un certo mix energetico, usando centrali a metano o in futuro accumuli energia; in un mix con più rinnovabili questi costi raranno modesti, e in buona parte sono necessari anche con il nucelare; aggiungere questi costi non sovverte la “classifica”; i mix stabilizzati più economici si ottengono con economiche rinnovabili, mentre quote di nuculare alzano il costo complessivo

        == studio 2022 Nature (autorevole nelle pubblicazioni)
        sistemi energetici 100% rinnovabili costeranno -30% di un sistema con una quota 9% di nucleare di grande taglia ( figurarsi poi con gli SMR) e decarbonizzerà prima
        https://www.nature.com/articles/s41467-023-44232-9

        == studio annuale dell’ente di ricerca energia australiano

        reattori SMR da 3 a 6 volte (!) più cari di un sistema stabilizzato rinnovabili+batterie (in inglese renevables “firmed”, stabilizzate)
        https://www.csiro.au/en/research/technology-space/energy/GenCost

        scaricatevi i grafici nel riassunto in PDF (PS: in dollari australiani):
        https://www.csiro.au/-/media/Energy/GenCost/GenCost2023-24Final_Executive-summary.pdf

        == anche IEA ormai si è arresa all’evidenza e scrive che nel 2025 i costi di un sistema persino rozzo con una sola rinnovabile+batterie, saranno più bassi delle fossili e a maggior ragione del nucl. di grande taglia (gli SMR poi sono ancora più cari)
        https://www.iea.org/reports/batteries-and-secure-energy-transitions

        === studi di LCOE di singola fonte energetica, i più autorevoli e noti, sono quelli aggiornati anno per anno dagli analisti finanziari Lazard e Blomberg; link diretto ai grafici (anche se non aggiornati al 2024):

        GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
        https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png

        GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
        https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp

        =============
        ora vediamo il discorso del costo “medio” (europeo) delle rinnovabili

        === 5 cents/kwh sono 50 euro/MWh,
        è costo reale medio di aquisto di energia rinnovabile in europa; oscilla tra 43 euro in inverno e 51 euro in estate, fonte: goglatevi “Pexapark prezzi PPA europa”

        === 5 cents è media tra:
        parchi solari, eolico su terra, idroelettrico, chiudono le aste e i contratti europei tra 2 e 5 cents al kwh; eolico marino fixed tra 6 e 9 cents; eolico floating è nuovo, 9-15 cents, ma prezzi in rapida discesa (prima asta francese a Giugno ha chiuso a 8,6 censt) si allineerà al marino fixed

        per un paese che prende decisoni, da considerare anche il trend, rinnovabili scendono di costo negli anni più degli aumenti dell’inflazione, mentre le altre fonti di energia fossili e nucl. tendono a salire (v. grafici postati sopra)

        === prezzo PUN medio 2024 dei paesi scandinavi è appunto circa 3 cents;
        in Spagna, con ancora quote di metano e di nucleare in dismissione, hanno comunque un PUN medio 2024 di 5 cents a kwh

        da notare il trend: ci sono arrivati in soli 5 anni di nuove installazioni di rinnovabili a prezzi stracciati e senza sussidiarle (le aste energia sono pubbiche, trasparenti, e con investitori privati), cioè senza fare debito pubblico, anzi al momento stanno riducendo il debito pubblico (e grazie, stanno risparmiando), l’opposto della Francia che sussidia il PUN;
        la previsione è che Spagna scendera a 3 cents; hanno anche già bollette con prezzo finale (in questo caso compreso di tasse) molto basse

        === capacity factor su piattaforme petrolifere

        nelle reti moderne come quelle europee negli ultimi 10 anni il nucl lavora con capacity factor circa 70% o anche meno (scaricatevi i report di EDF), meno del 90% vantato dai propagandisti

        su una piattoforma in mare, con i consumi variabili e l’aggravante di essere scollegata dalla rete, forse non arrivano a 70%; ammesso che per magia arrivino al 90%, il calcolo dei costi rimane pesante; e rimangolo gli altri aspetti critici di questa tecnologia spece se in centrali piccole (es. produzione scorie e vulnerabilità ad attentati terrostici)

  2. Come non averci pensato prima, in caso di incidente basta affondare la piattaforma, sperando che almeno così si possa spegnere ( forse ) chi se ne frega del mare è sempre stato considerato una discarica .

  3. L’obbiettivo è decarbonizzare e qui si propone di fare una centrale nucleare non per alimentare il paese ma per alimentare l’estrazione di combustibili fossili. Devo incontrare chi ha avuto un’idea così geniale e stringergli la mano.

    • Matteo forse per fagli entrare nella zucca un minimo di lucidità non sono le mani che gli vanno fortemente strizzate.

  4. Mettere SMR a servizio di impianti estrazione petrolio e gas.. 2 fesserie in 1 piattaforma… Farebbero molto meglio e prima a dotare ogni piattaforma di pala eolica flottante…
    Se fossero fattibili in breve gli SMR sarebbero casomai da accoppiare ad acciaierie a ciclo continuo …

  5. “E che senso ha quando esiste già la possibilità di alimentare impianti off shore grazie alle rinnovabili, a partire dall’eolico?”

    Ma come che senso ha? Si chiama “alternativa”, e nessuno ha scritto che si vogliono sostituire le rinnovabili con questi mini impianti a fissione! E’ giusto fare un tentativo; se saran rose, fioriranno!

    • se non coinvolgi in nessun modo soldi pubblici, sei libero di investire i tuoi risparmi in azioni di Newcleo, o anche in un allevamento di gamberi in collina, sempre di “alternative” si parla, e (forse) diventare ricco..

      ..oppure finire con altri investitori in uno schema Ponzi di queste Start-up fototopia ad alto tasso di fuffa, leve finanziarie sui round di ri-finanziamento, e comunicati stampa ad effetto in stile fumetti anni ’60 di Falsh Gordon con l’astronave atomica 🙂

    • Faccia una ricerca su quante piattaforme negli anni hanno avuto un incidente grave (tempeste, esplosioni, perdite, affondamento). Ora le immagini con un reattore nucleare sopra e poi si risponda.
      E provi a chiedersi con una ricerca Google a seguito di quale evento è stato istituito l’ Earth Day.
      Giusto percorrere tutte le strade, ma se alcune sono lunghe almeno 10/15 anni e già sono in forte pendenza, forse è meglio buttarsi sulla strada nota, dato che l’appuntamento che abbiamo non può essere rimandato.

      • ma perché devo farmele io ‘ste domande, che succede anche quando mi rispondo bene? qui si tratta di scelte fatte da chi ha il potere di farlo, e approvate dai governanti di turno e, spero, da comitati scientifici.

        se così non è, ne pagheremo tutti le conseguenze laddove succederà poi qualcosa di catastrofico. così gira il mondo! ma senza sperimentare, non si va da nessuna parte! rimanere statici perché “il mondo là fuori è grande e ignoto, chissà cosa succede” non è quello che ha portato l’essere umano alla conquista. la lezione è che se qualcuno rimane statico, qualcun altro si muove e spesso – e giustamente! – ci guadagna a scapito del primo!

  6. Aspettiamo che il ministro proponga il mini mini reattore che ognuno potrà mettere in garage per l’acqua calda e il riscaldamento…

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