Per rilanciare il nucleare nel mondo occorrono 5 trilioni di dollari di investimenti, 250 miliardi in Europa. Lo sostiene Finance Watch, un think tank indipendente. Ma per la costruzione di nuovi impianti serviranno fondi pubblici. E il futuro del nucleare dipende da Bruxelles, se cambieranno le regole sui vincoli di bilancio
Si parla tanto di rilanciare la costruzione di nuove centrali nucleari nel mondo, per accelerare i processi di decarbonizzazione. Ma quando si arriva al dunque, si scopre che gli investitori privati si fanno da parte e i cantieri partono solo se c’è la disponibilità di fondi pubblici.
Nucleare, quattro nuove centrali in Repubblica Ceca saranno finanziate da investimenti pubblici
Non è una gran scoperta, visto che i due paesi che più di altri stanno costruendo nuove centrali nucleari, Cina e Russia, dipendono interamente da finanziamenti governativi. E anche il piano da 6 miliardi di euro appena annunciato dalla Repubblica ceca per quattro nuove centrali entro il 2040 verrà pagato dal governo di Praga.
Le incertezze sui permessi, le opposizioni locali, la remunerazione sul capitale investito: sono tante le incertezze – quando si parla di nucleare – che tengono a distanza il capitale privato.
Lo scrive Finance Watch nel suo report sul tema: “Né le banche né i fondi di private equity dicono di essere disposti ad assumersi il rischio di impianti che di recente hanno avuto la tendenza a costare miliardi di dollari oltre il budget e accumulare anni di ritardo nei cantieri“.
Se questa è la situazione, anche il disegno dell’Unione europea per utilizzare il nucleare nella strategia per abbattere le emissioni di CO2 potrebbe presto scontrarsi con un serio problema finanziario. Per un motivo molto semplice: “A questi livelli di investimento, si rischia di far esplodere tutti i limiti tollerabili sui deficit di bilancio“, si legge nel documento di Finance Watch.
In altre parole, i Paesi interessati al rilancio del nucleare vorrebbero capire come Bruxelles potrebbe consentire una spesa aggiuntiva in queste proporzioni senza l’intervento di investitori privati.
Il ministro Pichetto vuole le centrali nucleari perché i pannelli solari rovinano il paesaggio
Anche il governo italiano è uno spettatore interessato. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha annunciato come imminente l’avvio in Parlamento della discussione per superare i due referendum in cui gli italiani hanno bocciato l’uso del nucleare.
Gli esponenti del governo di destra – nonostante l’opposizione di un nutrito gruppo di scienziati italiani – continuano a ripetere di voler utilizzare la tecnologia Smr (small modular reactor), in pratica piccoli impianti meno costosi per portare energia ai distretti industriali interessati. Ma chi paga, ancora nessuno l’ha detto.