In Gran Bretagna, la costruzione dei nuovi reattori nella centrale nucleare di Hinkley Point subiranno ulteriori ritardi a causa dei danni che l’impianto potrebbe provocare alla fauna ittica che vive alla foce del fiume Severn. Gli interventi necessari per proteggere i pesci dal risucchio degli impianti di raffreddamento porterebbero a nuovi clamorosi ritardi.
Hinkley Point C rappresenta la prima centrale nucleare britannica da 30 anni a questa parte. Ma il progetto ha già accumulato ritardi e notevoli un aumento di costi. Così come avvenuto ai due impianti inaugurati nel corso degli ultimi anni in Europa, Olkiluoto in Finlandia e Flamanville in Francia.
Edf, in crisi la centrale nucleare di nuova generazione dalla Normandia alla Finlandia
Non è un caso che le tre centrali hanno in comune la stessa tecnologia e lo stesso operatore: nucleare di terza generazione, sviluppato da Edf (Electricité de France), colosso mondiale del settore sempre più in difficoltà. Sia l’impianto finlandese, sia quello sulla costa della Normandia sono entrati in servizio oltre 10 anni dopo la data inizialmente prevista. Con costi aumentati fino a quattro volte il preventivo. Stessa sorte della centrale nucleare del Dorset, a metà strada tra Galles e Cornovaglia.
Già nel 2023, EDF aveva annunciato che la centrale di Hinkley Point non sarebbe entrata in funzione prima del 2031. Con un costo che raggiungerà i 35 miliardi di sterline, secondo i valori del 2015, a cui bisognerebbe aggiungere inflazione e costi attualizzati dei materiali. Una debacle, per dirla alla francese. Una lezione che non sembra prendere in considerazione il governo italiano che si sta avventurando in un programma altrettanto incerto di ritorno al nucleare. Con una nuova tecnologia ancora tutta da sperimentare.
Trecento altoparlanti per spaventare i pesci
Il nodo principale della disputa riguarda le misure di protezione per le popolazioni ittiche del Severn. Per quale motivo? La centrale utilizza un sistema di raffreddamento che preleva enormi quantità d’acqua, rischiando di risucchiare e uccidere tonnellate di pesci ogni anno. Per ridurre l’impatto negativo, EDF aveva inizialmente proposto un “dissuasore acustico per pesci”: l’installazione di 300 altoparlanti subacquei capaci di emettere suoni paragonabili al rumore di un jumbo jet 24 ore su 24 per tutti i 60 anni di vita della centrale. Ma il piano è stato abbandonato a causa di problemi legati alla sicurezza dei subacquei incaricati della manutenzione. Ma anche per dubbi sulla reale efficacia della contromisura a salvaguardia della fauna ittica.
La nuova centrale nucleare di Hinkley Point “beve” l’equivalente di una piscina olimpionica ogni 12 secondi
Come risolvere l’inconveniente che potrebbe portare alla morte di un numero di pesci per un peso complessivo compreso tra le 18 e le 46 tonnellate all’anno? La soluzione B prevede la trasformazione di 340 ettari di terreno lungo il Severn in una palude salata, in modo da creare nuovi habitat per la fauna marina. Ma la proposta ha sollevato opposizioni da parte degli agricoltori e dei proprietari terrieri locali, portando EDF a rinviare la consultazione pubblica e la decisione finale.
Mark Lloyd, amministratore delegato del Rivers Trust interpellato dal quotidiano Guardian, ha evidenziato come il sistema di aspirazione della centrale preleva ogni 12 secondi l’equivalente d’acqua che riempie una piscina olimpionica. Il che significa “un volume d’acqua superiore alla portata combinata di tutti i fiumi che sfociano nell’estuario del Severn“. Secondo Lloyd, l’assenza di misure adeguate “mette a rischio specie rare e in via d’estinzione e compromettendo l’intero ecosistema del Mare d’Irlanda“.
La strategia “nucleare” inglese è troppo costosa?
Hinkley Point C è considerato un elemento cruciale per il raggiungimento dell’obiettivo di emissioni zero del Regno Unito entro il 2050. La centrale, una volta operativa, dovrebbe generare circa il 7% dell’energia elettrica nazionale. Tuttavia, i continui ritardi e il crescente costo del progetto sollevano interrogativi sulla sostenibilità economica dell’investimento.
Dal 2007, anno in cui EDF aveva previsto che la centrale sarebbe stata operativa entro il 2017, il progetto ha subito numerosi rinvii e aumenti di costi. Nel 2016, dopo l’approvazione definitiva, la data di completamento era stata fissata a giugno 2027 con un costo stimato di 18 miliardi di sterline. Oggi, la cifra è raddoppiata e la data di inaugurazione sempre più incerta. E giusto per non farsi mancare nulla, gli stessi problemi stanno ponendo seri interrogativi sul il progetto gemello di Hinkley Point, la centrale di Sizewell nel Suffolk, che ha visto un’impennata dei costi, arrivando a 40 miliardi di sterline. Stando così le cose, quanto reggerà la strategia nucleare del governo britannico?
Intanto in Vietnam si è deciso di puntare sul nucleare…🥰
si vabbè.. è un progetto del 2009, ancora fermo, voluto fortemente dalla Russia
nel frattempo il Vietnam sta installando rinnovabili
“Un SMR in media ha una potenza di circa 300 megawatt, quindi l’investimento dovrebbe attestarsi attorno a un miliardo di euro ciascuno”
Progetto in fase di realizzazzione in Belgio , fine lavori 2025 , Tesla MegaPack
87 milioni di dollari per un accumulo chimico di 300MWh con potenza istantanea di 75MW
moltiplichiamo per 4 per arrivare alla potenza massima dell’ SMR
costo 348 milioni di dollari
quanto spenderemo per poter caricare quell’impianto di accumulo ?
che accordi fareste con i vostri vicini per comprare i loro esuberi da rinnovabili o baseload inutilizzato ?
altri 350 milioni di eur tra reti avanzate e rinnovabili bastano ?
niente materiale fissile da manipolare stoccare trasportare ,COMPRARE su un mercato che se fosse come “dicono” così strategico starebbe alle stelle
niente scorie da sorvegliare,conservare e monitorare per decenni,secoli e millenni(le più pericolose)
almeno chi propone queste strnzte ,
abbia l’onestà di dire cosa pensa veramente e il fine ultimo del nuculare in Italia ;
vogliamo diventare una potenza nucleare e partecipare alla decimazione,anzi all’estinzione dell’umanità con le notre bombette rigorosamente made in Italy
alla festa finale vogliamo partecipare con i nostri botti
disgusto e fastidio
per un mondo illogico e troppo nazionalista,campanilista per i miei gusti
..e ai prezzi attuali Eupopa-Usa costruire un “piccolo” reattore da 300 Mega-Watt sono:
0,3 Giga-Watt x (16 miliardi a GW)
= 4,8 miliardi
sono Fratin e soci che sparano “a sentimento” cifre molto più basse, con questo grado di non serietà professionale, personalmente non gli affiderei nemmeno la toilettatura di un barboncino, già troppa responsabilità
Ho preso apposta la dichiarazione ufficiale dei costi , da il sole24ore
i costi delll’accumulo in belgio sono reali in dollari 87 milioni di dollari per 300 Mwh
in Giappone ha appena fatto un accordo con tesla per un accumulo da 548MWh 548 MegaPack da 1 megawattora ciascuno
chi offre di più ?
esempio di”piede pesante”:
Doncaster ( UK ) 3+2 Giga.Watt-h
di B.e.s.s. Sungrow raffreddati al liquido
https://www-ess–news-com.translate.goog/2025/01/30/fidra-secures-consent-for-3-1-gwh-british-battery/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
l’elemento limitante delle batterie in questo contesto è la capacità, non tanto la potenza
Non ho i dettagli del progetto specifico, ma tutti i grandi progetti in UK sono stati gestiti in modo fallimentare negli ultimi anni, vedi anche HS2, con tanto di tunnel speciale per preservare i pipistrelli. Del resto, la stessa Brexit e’ stata lanciata senza avere uno straccio di piano di attuazione.
Mi sa tanto di modus operandi.
puo essere 🙂
però le loro tempistiche lunghe e spese alte sono allineate agli altri (pochi) progetti Europei o Americani iniziati negli anni 2000 e termitati ora
sono tutti sui 15-25 anni (fase studio+educazione),
e circa 16 miliardi a GW installato (in euri del 2025)
in effetti gli Inglesi forse fanno un poco peggio, potrebbero sfondare 18-20 miliardi a GW installato,
ma lo sviluppo temporale del loro cantiere è anche il più vicino al 2025
confermerebbe un trend storico: ogni anno che passa, i costi per costruire i reattori salgono più dell’inflazione
sto faticando a smettere di ridere dopo aver letto dei dissuasori acustici per pesci
potrebbe essere un caso, ma è solo una delle centinaia di pezze che si mettono su una tecnologia che di suo non funzionerebbe, non a prezzi ed esternalità accettabili
aumenta di costo ogni decennio che passa, è come voler rimettere a forza sul mercato le cassette VHS o i filmini in pellicola super-8; sembra che sopravvivrà in modica quantità giusto nei paesi che hanno anche la filiera militare da mantenere aggiornata e allora non badano a spese e casini
ps: notata la cura nei dati, aver riportato l’anno di riferimento del valore in euro e che il valore va ricalcolato con l’inflazione
in realtà per la filiera militare non serve mettere impiedi tutto quel cinema. Per l’uso militare l’uranio subisce , tramite l’uso delle “centrifughe ” un alto arricchimento” degli isotopi di U-235 fino ad oltre all’85%, per la filiera energetica hai invece un processamento diverso che spinge l’isotopo U-238 ad oltre l’80%mentre l’U-235 a valori tra il5 edil 20%. maggiore è la % di U-235 minore è la massa critica necessaria per creare una bomba più veloce ed efficace sarà la reazione ; praticamente per arrichire uranio a scopi militari non ti servono fare costosi impianti per produrre energia elettrica ed aspettare il riprocessamento del carburante atomico per destinarlo a scopo militare
in teoria, specie se vuoi farne poche di bombe, ma in pratica avere una filiera estesa aiuta, e gli Stati che si gettarono nel nucluare civile lo fecero con ambizioni di entrare nel club degli armamenti atomici e/o del commercio dei materiali per armamenti.
al’epoca persino l’italia “stracciona” in passato aveva tentato di usare gli impianti civili di ritrattamento piemontesi per produrre e commerciare materiali da armamenti
hai una sinergia tra le due filiere, come spese comuni, come centri di logistica, trattamento e ritrattamento dei materiali, oltre a depositi scorie, accesso a tecnologia e suo trasferimento; mettiamoci anche i sommergibili, oltre ai missili; e formazione e aggiornamento dei tecnici
per dirne una, in Francia mi pare usano i reattori civili per rigenerare le scorte di trizio che siccome decade in pochi anni, va sostituito ciclicamente nelle bombe a fusione dell’arsenale
nei report annuale WNISR 2024 ( o 2023) c’era un calcolo e in infografica per le spese della filiera nucleare civile e militare atomica Inglese, in una parte consistente le voci di spesa erano in comune alle due filiere
https://www.worldnuclearreport.org/The-Annual-Reports
=== anche le ricerche per la fusione,
sono in odore di essere finanziate anche per motivi militari
cioè c’è il motivato dubbio che per almeno 80 anni e forse mai la fusione non possa portare a generare di energia a costi ragionevoli (al contrario delle rinnovabili) e/o con ragionevole semplicità e/o con generazione più accettabile di scorie sull’intera filiera rispetto al vecchio nucleare a fissione
mentre sono ricerche utili per perfezionare le moderne armi a fusione, e questo aiuta a sostenerle
PS: considera il plutonio in natura non esiste, lo formi nei nuclei dei reattori
i reattori civili ne producono meno di quelli dedicati, ma lo producono, e sono in una certa misura configurabili nel nucleo per farlo di più o di meno;
il plutonio viene poi estratto nei centri di ritrattamento (come Sellafield in Inghilterra) dal materiale esausto dei reattori
la Cina sino all’anno scorso ancora importava plutonio dalla Russia, penso sia un segno la sua produzione ancora non gli bastava per ampliare la flotta di missili
invece in America pare siano già pieni di scorte di plutonio accumulato in decenni, e anzi è un costo e un rischio sorvegliarlo nei depositi, e allora voglia di fare nuovi reattori li ce ne è poca già da tempo
Basta balle.
Nazioni senza armi nucleari ma con reattori presenti, in fase di costruzione o programmati:
Argentina, Armenia, Bangladesh, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Corea del Sud, Cechia, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria.
La maggior parte di questi non ha in casa la filiera dell’arricchimento e processamento dell’uranio.
La maggior parte delle centrali nucleari servono per fornire energia elettrica e termica, non per le bombe atomiche, per le quali servono reattori specifici per ottenere un prodotto di qualità, anche a discapito della potenza ottenuta.
L’unico modo per ritenere sensata l’associazione “centrali nucleari –> bombe atomiche” è essere affetti da un fortissimo bias di conferma.
anche stavolta agisci da trollino nuculare e da maleducato,
alché non mi sento tenuto a parlarti troppo gentilmente;
e tu sai che ti ho già postato le statistiche altre volte, però ogni volta fai finta di niente e ricominci la caciara
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il dato statistico significativo, dove la correlazione si vede anche a occhio, è partire da chi ha armamenti atomici:
sono una manciata di paesi al mondo, e si nota che sono praticamente tutti anche con centrali nucleari civili
1) Paesi con armi nucleari
https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_con_armi_nucleari
USA
Urss
Inghilterra
Francia
Cina
India
Corea del nord
Pakistan
e in passato anche:
Ucraina
Bielorussia
Kazakistan
Sudafrica
2) viceversa se partiamo da chi ha centrali atomiche civili,
è ingannevole fare solo un elenco per farle sembrare tante,
perché:
– l’elenco è composto di un gruppo di paesi ristretto rispetto ai ben 193 paesi del mondo, e anche qui c’è una correlazione statistica inversa con chi ha armi atomiche, anche se meno evidente di quella diretta citata sopra se non fai un grafico;
la correlazione è meno evidente perché il gruppo è misto di altre situazioni:
– paesi che hanno fatto annunci valgono come il 2 di picche,
come il vietman che hai citato qua sopra con altro nick-name
– alcuni paesi che citi sono stati nell’orbita di influenza dell’URSS, che li ha colonizzati anche tramite le centrali atomiche, di cui gestiva comunque tramite Rosatom il ritrattamento dei materiali dei nuclei, e allo stesso tempo essendo stati vassalli ne inibiva una filiera militare autoctona
– altri paesi sono stati nell’orbita USA, che li ha usati come basi per i suoi armamenti, anche in questo caso inibendo una filiera di armamenti autoctona anche se le centrali civili ci sono (Canada, Corea del sud, etc)
– alcuni paesi vobbero avere le armi per intimidire i propri nemici ma gli USA premono perché non le abbiano; e allora intanto si dotano della tecnologia civile, sottointendendo ai loro nemici che cosi avebdo ora la tecnologia atomica potrebbero anche costruire di nascosto bombe in breve tempo (es. Paesi medio oriente)
– alla fine rimangono quasi soli i paesi con armamenti atomici citati sopra
PS: il materiale esausto viene sempre riprocessato, anche nei paesi che fanno eccezione alle correlazioni citate qui sopra, vale persino per le scorie dell’Italia, l’Inghilterra le parcheggia a Sellafield ma prima di restituirle estrae il plutonio
correlation is not causation.
Le nazioni più povere o piccole tendono a non potersi permettere investimenti nucleari né ad aver bisogno di molti GW.
Le nazioni più potenti al mondo tendono a voler esercitare deterrenza nucleare.
Esiste una correlazione tra nazioni con centrali nucleari e armi atomiche, ma non una conseguenza diretta.
Molte nazioni europee hanno continuato a costruire centrali anche dopo la fine della guerra fredda e in fase di disarmo. Sostenere che fossero costrette dagli USA e l’URSS è complottismo becero e incoerente.
Non ho idea di quale sarebbe la nazione che ho citato che sia un nickname del Vietnam.
Siccome l’affermazione nel Post Scriptum su Sellafield mi puzzava, ho chiesto a ChatGPT di verificarne se fosse vera. Indovina cosa mi ha risposto? XD
Abbiamo già sostenuto una conversazione pressoché identica in passato, trovo sconcertante che tu insista con le stesse argomentazioni palesemente fallaci