Nucleaare fuori dal piano Enel per l’Italia: il n.1 Flavio Cattaneo non lo considera nel nuovo piano presentato a Roma. “E non lo sarà nemmeno nel prossimo”.
Nucleare fuori… / “Parliamo di almeno 10 anni, non sarà neppure nel prossimo piano”
“In Italia non aumentiamo la generazione di energia e aumentiamo il consumo. Questo è un problema. Anche perchè non abbiamo il nucleare come in Francia e Spagna. E abbiamo visto cosa è successo in Germania, quando hanno deciso di copiare l’Italia e chiudere il nucleare, con i prezzi che sono aumentati“. Lo ha affermato Flavio Cattaneo, Amministratore Delegato di Enel, durante la presentazione alla comunità finanziaria del Piano Strategico di Gruppo 2025-2027. Catteneo ha detto di non aspettarsi grossi cambiamenti nei prezzi dell’energia in Italia.Con riguardo al nucleare, ha messo in chiaro che “parliamo di almeno 10 anni, quindi il nucleare non è considerato in questo piano e non lo sarà nemmeno nel prossimo piano“. Aggiungendo: “C’è chi può contare sull’energia nucleare come Francia e Spagna, chi vi ha rinunciato con impatti negativi sui prezzi come la Germania. E chi, come l’Italia, è dominata da ipocrisie tanto sul nucleare quanto sulle rinnovabili, con processi autorizzativi lenti o addirittura bloccati“.
12 miliardi di investimenti nelle rinnovabili (+15% al 2027)
Gli investimenti totali lordi del Gruppo nel Piano 2025-2027 ammontano a circa 43 miliardi, (+7 miliardi rispetto al Piano precedente). L’Enel prevede di destinare:
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- circa 26 miliardi di euro nelle Reti (+40% rispetto al precedente Piano). Di cui circa il 78% in Italia e Spagna, Paesi caratterizzati da quadri regolatori favorevoli a incentivare gli investimenti, e circa il 22% in America Latina
- circa 12 miliardi di euro nelle Rinnovabili, con un aumento di capacità pari a circa 12 GW. Con un migliorato mixtecnologico che prevede oltre il 70% di eolico onshore e tecnologie programmabili (idroelettrico e batterie). Arrivando a un totale di circa 76 GW di capacità (+15% la produzione rinnovabile al 2027)
- circa 2,7 miliardi di euro nei clienti, di cui circa l’85% nei Paesi con presenza integrata, offrendo un portafoglio di soluzioni bundled con energia, prodotti e servizi.
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Cattaneo — vi dico che è super conveniente, tutto il mondo sbaglia, non sanno fare i conti
Giornalista — allora avrete tanti cantieri aperti?
Cattaneo — noi? nessuno..mica siamo scemi, il nuculare ormai è in perdita, già da fine anni ’90; si fa solo con uno sprofondo di soldi pubblici, e senza penali, con prestiti garantiti e rialzi in corso d’opera infiniti garantiti; cioè se verrà imposto dal governo in italia, concedendo per decreto finanziamenti e tariffe astronomiche, ecco allora noi vogliamo la nostra fetta, a questo servono consorzi e associazioni, a dire c’ero prima io
Giornalista — ma allora in cosa investite?
Cattaneo — in rinnovabili e accumuli, roba seria, costa molto poco, semplice e robusta, si installa subito, c’è un boom in tutto il mondo, e comunque anche vendendo energia a basso costo permette lo stesso buoni margini a investitori privati
Giornalista — ok, e quali rinnovabili state facendo in italia?
Cattaneo — noi principalmente all’estero, in Italia sono nostre molte centrali a metano, che dal covid sono strapagate con il PUN così alto, non ci conviene favorire le rinnovabili, il PUN scenderebbe in fretta, invece ci sta bene la politica di ENI e del governo, tenere alti i prezzi, e già che ci sono, anche i prezzi delle colonnine delle auto elettriche, in fondo mi hanno nominato per fare questo, mica mi metto ora a contraddirli
Giornalista — in che senso a ENEL ed ENI non convinene installare rinnovabili in italia?
Cattaneo — 300 TWh annui di elettrica con pun 12 cents sono 36 miliardi annui solo di costo grezzo per l’elettricità (75 miliardi contando costi di rete e tassazione); poi ce ne sono altrettanti di metano da riscaldamento, e altrettanti in petrolio per autotrazione.. son tante palanche
se a primavera non facevamo il DL agricoltura per bloccare l’agrivoltaico a pannelli bassi, quello rapido e senza incentivi, in 12 mesi venivano installati 15-20 GW di pannelli, il Pun scendeva a 9 cents, e cosi via anche gli accumuli, in 4 anni il PUN arrivava a 6 cents, lo abbiamo visto succedere in Spagna e abbiamo imparato la lezione, non vogliamo che succeda in italia
se il Pun scendesse a 6 cents con le rinnovabili, la fatturazione annua elettricità all’ingrosso in italia passerebbe da 36 miliardi a 18 miliardi (e stessa cosa con metano da riscaldamento e petrolio .. come dicevo son palanche
Giornalista — ma sono palanche nostre
Cattaneo — esatto, vostre, per noi è profitto facile
👏👏👏 ottima “traduzione” 😁
== collezione di bufale
1 — nuculare “nuovo” (16-23 cents-kwh) e “usato” (4 cents-kwh)
Cattaneo in modo disonesto non distingue i costi tra “nuovo e usato”
– continuare ad usare una centrale nuculare già esistente, costruita in passato, in cui non si conteggiano i costi di costruzione e di smantellamento, ormai inevitabili; i soli costi di esercizio, a meno di manutenzioni straordinarie per guasti, come in francia nel 2022, sarebbero circa 4 cents-kwh (non contando il rischio assicurativo)
– costruire ex-novo dei reattori, usarli e poi dismetterli, con spese e regole di sicurezza attuali, oggi in Europa o in Usa, costa circa 16-23 cents-kwh,
secondo gli analisti finanziari Lazard e Blomberg, conti verificabili con un semplice foglio exel; costo che poi si impenna a 40-50 cents-kwh se il fattore di utilizzo delle centrali cala negli anni futuri, come previsto nelle reti europee, che iniziano già ora ad essere inondate di energia di rinnovabili e accumuli, molto più economica
come fa un fonte energetica, il nuculare di nuova costruzione, che costa molto più del già caro PUN attuale medio italiano ( 11 cents), ad abbassare il prezzo medio del mix? non può, a meno di nascondere i costi mostruosi nel debito pubblico invece che in bolletta, qui sta la truffa
2 — Germania
ho scritto in un messaggio sotto
3 — Spagna (e Portogallo, senza nuculare)
guardando gli open-data sul sito “energy-charts”
nel 2018 Spagna aveva una quota di 40% rinnovabili e 20% di nuculare (sovvenzionata da altre tassazioni), e il Portogallo zero nuculare, e il loro prezzo elettricità era comunque determinato in borsa energia dalla quota metano, ed era allineato all’italia
per 5 anni hanno aumentato le installazioni di rinnovabili, ora sono a 55%, e ancora in crescita rapida; contratti d’asta delle loro rinnovabili sono pubblici e sono a prezzo stracciato a 2-3-4 cents al Kwh, prezzo fisso per 20 anni senza rivalutazione inflattiva;
il loro Pun ora è per molti meno giorni all’anno determinato dalle centrali a metano, e risulta la metà del PUN Italiano, risultato ottenuto senza trucchi, senza fare debito pubblico; stesso percorso per il Portogallo
un anno fa in Spagna hanno ratificato di chiudere le loro ultime centrali, le mandano in dismissione lenta; non solo il Pun, ma anche le bollette Spagnole sono basse, nel 2024 scese sotto a quelle Francesi (dati eurostat), che invece hanno un trend al rialzo avendo dovuto diminuire i sussidi degli anni precedenti
4 — Paesi Est Europa
hanno alte quote di nuculare dal 20% al 45%, quote molto più alte dei romanzi fantasy di Fratin e dei sogni bagnati dei costruttori che vorrebbero instascare altri soldi in italia, eppure anche ora questi paesi hanno Pun cari, e con impennate di prezzo specie in estate; viceversa i paesi nordici con rinnovabili sopra il 60%, hanno PUN bassi, con o senza una quota di nuculare
https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=ES&interval=year
provo a spiegarti come una fonte più costosa del PUN attuale potrebbe diminuirlo, anche se probabilmente avrei più chance di convincere un mulo ad essere un’aragosta.
Il tuo ragionamento è fallace perché semplifica i costi di generazione ad una mera media aritmetica a parametri costanti (e da precedenti tuoi commenti sotto altri articoli è abbastanza chiaro che le medie non sono il tuo forte).
Il punto è che le rinnovabili che si possono scalare facilmente e in modo economico tendono ad aver bisogno di sistemi di accumulo (torniamo sempre lì, le nostre discussioni sono un loop).
Se il sistema energetico è basato sul gas (potenza modulabile), non serve alcun accumulo e fotovoltaico/eolico risultano estremamente convenienti.
Man mano che la penetrazione di fonti aleatorie aumenta, aumenta anche la necessità di accumuli energetici (in modo non lineare).
Il caso 100% rinnovabili per una nazione industrializzata e urbanizzata (seppur con una buona quantità di bacini idroelettrici) comporterebbe dei costi stellari in accumuli energetici.
Una piccola quantità di nucleare (seppur costoso), diminuirebbe notevolmente questa necessità, abbattendo il costo “rinnovabili aleatorie + batterie” e di conseguenza la media aritmetica che ti piace tanto.
Ora per carità non linkarmi l’ennesimo articolo a casaccio in cui si mostra che fotovoltaico+batterie costano pochissimo che però non quantifica per quanto tempo queste batterie siano in grado di fornire quale potenza.
Per favore, spezza il Loop.
@kozlov
“…Enel non voglia far nulla in tema nucleare…”, dici tu
ma
“… il nucleare non è considerato in questo piano e non lo sarà nemmeno nel prossimo piano…”, dice Cattaneo
boh, vedi tu.
circa gli accumuli costosi:
il Portogallo viaggia all’81% di rinnovabili in gennaio, come fa?
ma mi stai prendendo in giro???
il titolo di questo articolo è letteralmente “Nucleare fuori dal piano Enel per l’Italia”
Però se googlo “Enel nucleare” ne trovo eccome di piani.
Ovviamente non saranno in grado di renderli operativi né in questo piano né nel prossimo, ma se non è un titolo fuorviante questo non so cosa sia.
E poi per l’ennesima volta:
il Portogallo è una nazione piccola e scarsamente industrializzata che scambia continuamente energia con l’adiacente Spagna (la quale, per la cronaca, ha un ottimo mix nucleare-rinnovabili).
Il Portogallo non ha quindi bisogno di grandi accumuli energetici (che infatti non ha).
Il Portogallo fa bene a non avere centrali nucleari, vista la sua scarsa domanda energetica.
Il fatto che tu abbia specificato il mese di gennaio mi fa ridere, perché suggerisce che ci sia un’ampia variabilità in base al periodo considerato.
Se il Portogallo fosse un’isola staccata dal mondo avrebbe una rete elettrica estremamente instabile e dovrebbe riaccendere le centrali a gas periodicamente, oppure subire blackout.
Noi abbiamo riportato parola per parola le parole dell’ad Cattaneo. Si rivolga a lui, nel caso.
ehm.. no, Portogallo ha gli accumuli, pompaggi idroelettici, circa il 12% della sua energia consumata è gia di provenienza dagli accumuli, e ne sta costruendo altri insieme alla Spagna
questo è un accumulo da 40 GW-h;
costo 1,5 miliardi, cioè 37 euro a kw-h di capacità
https://www.power-technology.com/projects/tamega-giga-battery-hydroelectric-power-plant-portugal/?cf-view&cf-closed
poi vabbè che le rinnovabili sono veloci da installare, però diamo tempo a Spagna e Portogallo almeno altri 2-3-4 annetti per avvicinarsi sempre più a 100% rinnovabili 🙂 🙂 🙂
@Kozlov
no, non ti sto prendendo in giro,
ho solo riportato la frase di Cattaneo, il virgolettato: peraltro, riportato anche da varie agenzie di stampa (ANSA, Adnkronos, ecc).
E’ un virgolettato, non una presa in giro.
circa i lresto:
” Però se googlo “Enel nucleare” ne trovo eccome di piani. ”
non mi sembra che googleare sia quella gran prova scientifica però… se ti azzardi a dire una frase del genere in ambito tecnico scientifico ti cacciano a pedate
“Ovviamente non saranno in grado di renderli operativi né in questo piano né nel prossimo…”: a casa mia queste cose si chiamano specchi per allodole oppure marketing oppure comunicazione oppure desideri oppure vision. oppure FUFFA.
“… il Portogallo è una nazione piccola e scarsamente industrializzata…”: ma sai che c’è? che se c’è da spendere 1 mld di euro è siamo in 10 è peggio che spendere la stessa cifra essendo in 100…
“… che scambia continuamente energia con l’adiacente Spagna (la quale, per la cronaca, ha un ottimo mix nucleare-rinnovabili)….” che, dimentichi di dirci, ha già iniziato a dismettere: saranno così stupidi, o hanno un piano OPERATIVO in corso?
“…Il Portogallo non ha quindi bisogno di grandi accumuli energetici (che infatti non ha)…” smentito poco sopra da R.S.
“…Il fatto che tu abbia specificato il mese di gennaio mi fa ridere, perché suggerisce che ci sia un’ampia variabilità in base al periodo considerato…”: beh, continua a ridere perchè non capisci che citare come ottimo (81%) il mese probabilmente più critico per le rinnovabili significa anche che negli altri mesi si viaggia a percentuali ben maggiori.
Se non capisci questo mi spiace per te ma anche per me,
perchè il Portogallo paga poco la corrente elettrica perchè si è fatto i conti e non corre dietro all’ideologia tradizionalista e ai desiderata dei petrolieri, e quindi le bollette costano meno che da noi.
“…Se il Portogallo fosse un’isola staccata dal mondo avrebbe una rete elettrica estremamente instabile…” … ma così non è, e quindi il governo portoghese, pragmaticamente, si è fatto i conti e ha pensato di risanare i conti pubblici anche con le rinnovabili abbassando il costo del kWh, da integrare con gli scambi con gli spagnoli. Ad oggi direi che ha funzionato.
La strategia italiana sta funzionando? la bolletta è scesa? e quali prospettive apre per il futuro?
Cattaneo ha dato la sua risposta.
si, scusate, in effetti il Portogallo ha accumuli idrici considerevoli.
Mi consolo con il fatto che almeno quanto io dico una sciocchezza lo ammetto senza arrampicarmi sugli specchi (si, sto guardando te R.S., che qua fai tanto l’esperto ma poi scrivi boiate del tipo “20 GW di fotovoltaico nominale con 15% di capacity factor fanno 72GWh ogni giorno” e simili)
Se solo si potessero costruire bacini idrici a piacimento ovunque sarebbe una gran cosa
per chi legge
@Alex
è bugiardo patologico, che tenta di indirizzare le notizie sul nuculare, nelle discussioni a tema energia, già beccato a usare più nick-name, ma che rimedia tante figuracce, e allora passa ad attaccare sul personale, come all’asilo
“Portogallo piccolo e poco industrializzato “..
Ma come ;
i politici italiani ce l’hanno “menata” per decenni che la produzione industriale in Italia era fatta tutta dalla “padagna” ..
e che il resto viveva di sole, agricoltura, turismo ,mafia e burocrazia ..
le do qualche numero del “piccolo Portogallo ”
10 milioni di abitanti , quanti la Lombardia
un sesto dell’Italia intera
produzione 250000 automobili l’anno , la metà di quella italiana ..
ogni portoghese produce il triplo delle auto che produce un italiano ..
come mai ?
energia a basso costo?
politica e pubblica amministrazione meno “costosa” ?
sindacati meno ottusi ?
se poi ci spostiamo in Spagna i numeri sono altrettanto implacabili
secondo paese europeo produttore di automobili , il triplo dell’Italia con 2 terzi degli abitanti
producono 4 volte e mezza le auto che produciamo noi pro capite
HE maaaa noiiiiii…..
abbiamo Maranello …
per quanto ancora ?
sa che in Ungheria producono auto quanto noi ..
con la popolazione inferiore a quella del Portogallo !
dulcis in fundo ..
Slovacchia produzione auto doppia dell’Italia ,
popolazione .. 5,42 milioni di abitanti
praticamente Roma e provincia !
d’oh!
PS
questo paese ha bisogno di un bagno d’umiltà a tutti i livelli
e di essere riformato radicalmente a cominciare dalla pa ,la politica e sopratutto le aziende “partecipate”
energia in primis
@R.S
Non mi stupisce che mi accusi di usare più account.
Per i complottisti è naturale inventare storie simili.
Nessun altro mi ha mai fatto questa accusa prima, nemmeno gli admin.
Buffo anche che tu dica che IO rimedio figuracce quando TU hai palesemente scritto parecchie cose che evidenziano le tue lacune sul tema energetico.
Ad esempio parlando di un inesistente PUN tedesco, confondendo costi e prezzi, la questione della media che ho citato prima, ignorando il meccanismo dei prezzi marginali, considerando l’LCOE come prova schiacciante.
Se non fossimo in un’ecochamber molto critica nei confronti del nucleare riceveresti molti più attacchi personali, credimi
ho lavorato e pubblicato in campo scientifico,
ma fai pure, insegnami tu a far di conto (sigh)
vediamo nel merito:
1) quantità accumuli di rete aumenta all’aumentare della quota di rinnovabili variabili, fin qui eri partito bene, ma poi hai sbarellato; il quantitativo necessario satura a una certa proporzione (es. 1:2) e un certo costo massimo, che sia in studi teorici che casi reali, è ormai modesto; riassunto breve:
– rinnovabili 2-7 cents a kwh
– accumuli di rete +2 cents a kwh
– linee trasmissione tra Stati +1 cents a kwh
– centrali metano o carbone 8-16 cents
– centrali nuove nuculare 16-23 cents
2) l’aggiunta di accumuli rende l’energia dei mix rinnovabili dispacciabili h24, questo permette un confronto sul costo LCOE
3) i “link a casaccio”, sono conclusioni recenti di un folto gruppo di analisti noti, IEA, Bloomberg, Lazard, Fraunhofer-Institut, Csiro, pubblicazioni su Nature, etc.
4) la teoria del “nuculare omeopatico”, che in piccole e costosissime quantità, avrebbe però chissà quali effetti moltiplicativi benefici nel mix tali da giustificare l’esborso, è una boiata pazzesca,
smentibile in esempi concreti che faccio spesso
5) le analisi prima di arrivare ai grafici riassuntivi, fanno calcoli ben più complessi di quello che immagini; ma siccome la differenza di costo a favore di rinnovabili+accumuli è così marcata,
risulta significativo anche già solo fare una “approssimazione al primo ordine” (gergo da matematica) e paragonare i costi LCOE
se poi vai a guardare in modo più esatto, trovi che l’approssimazione facendo le medie è anche ottimistica, perchè il nuculare spesso si integrerebbe male con le rinnovabili, sarebbe destinato a fornire sempre meno ore anno, cioè un costo al kwh ancora più alto
Si, era palese che hai una certa dimestichezza con l’ambiente accademico.
Ne ho conosciuti parecchi come te, gonfi di autostima per il titolo e con convinzioni talmente forti da non notare le proprie fallacie logiche.
A volte rientro anche in questa categoria, ma non questa volta.
Anche questa volta siamo nel Loop, non hai quantificato gli accumuli necessari, anzi hai scritto “dispacciabili h24”, il che mi porta a pensare che tu non abbia in mente l’entità del problema, concentrandoti solo su un ciclo giornaliero.
Nessuno dei link che hai mai mandato ha mai chiarito bene questo punto e in generale tendi a interpretare abbastanza liberamente le loro conclusioni (ma sono già contento che hai appena citato solo fonti affidabili, anziché qualche attivista antinuke che hai provato a linkare in passato)
Mi auguro solo che il tuo campo di ricerca sia sufficientemente lontano da queste tematiche, perché soprattutto gli ultimi tuoi commenti hanno evidenziato diverse lacune
se rileggi la la discussione ..forse.. hai travisato una quantità di parole o di sintesi, per poi accusarmi tutto contento di sbagliare o non sapere questo e quello
sopra ho accennato proporzione 1:2,
cioè 1 GW rinnovabili e 2 GW-h accumuli
1:2 è l’ordine di grandezza nei modelli 100% rinnovabili, poi i dettagli dipendono dal mix di rinnovabili e da vari parametri
un confronto sui costi è sensato anche per sistemi 1:1, per ora non serve di più; quando passeremo 80% rinnovabili, serviranno sistemi 1:2, ma i costi saranno scesi
avevo anche fatto un conto concreto di (rinnovabili + accumuli) con stabilizzazione h24, che sostituiscono l’erogazione di un reattore, ma a una frazione del costo
By Reuters (18 nov 2024):
Enel confida che sarà messa a punto fra pochi giorni la nuova società con Ansaldo e Leonardo per lo studio della realizzazione di piccoli reattori nucleari, di cui deterrà la maggioranza.
E’ quanto ha detto l’AD, Flavio Cattaneo, in un incontro con la stampa per presentare il nuovo piano strategico al 2027.
“Sulla newco nucleare la maggioranza sarà nostra e penso che a giorni sarà chiusa. Si concentrerà sullo studio dei nuovi reattori”, ha sottolineato il manager.
Cattaneo, nel corso dell’incontro con gli analisti, ha evidenziato che per il ritorno del nucleare in Italia, ci vorranno non meno di 10-15 anni e per questa ragione non sarà incluso neanche nel nuovo piano che il gigante elettrico presenterà il prossimo anno.
Il numero uno di Enel ha tuttavia sottolineato il nodo di trovare i siti dove realizzare le centrali e delle relative autorizzazioni.
“Bisogna capire se legalmente serve una legge o una autorizzazione. Quella del nucleare è una scelta da parte degli amministratori che magari ti provoca una negatività. Detto questo, la nuova società a Enel serve a prescindere dall’Italia perché se qui rallentasse potrebbe essere organizzato anche all’estero”.
Quello di cui è certo Cattaneo è che con il nucleare i prezzi scendono.
“Se guardiamo in Europa ci sono tre casi, Spagna, Francia e Germania. I primi due hanno il nucleare e il terzo l’ha chiuso. Dove c’è il nucleare i prezzi sono sotto i 50 euro, dove non c’è, come da noi, sono il doppio, mentre dove c’era, come in Germania e poi l’hanno chiuso, i prezzi sono raddoppiati”, ha spiegato.
Quanto allo sviluppo dei data center “avremo ricevuto 40-50 lettere di interesse da fondi e aziende” per la realizzazione dei siti. “C’è molto interesse. Abbiamo due tipi di data center: uno vicino ai luoghi di consumo e uno distante. Adesso stiamo affinando le varie disponibilità anche utilizzando le centrali che dobbiamo chiudere”, ha aggiunto il manager.
“… Dove c’è il nucleare i prezzi sono sotto i 50 euro, dove non c’è, come da noi, sono il doppio,…”
cherry picking.
e il Portogallo? e la Norvegia? e la Danimarca?
La Spagna li vuole chiudere come la Germania ..
La Francia ha fatto una LEGGE che obbliga entro il 2028 di coprire di fotovoltaico i parcheggi grandi pubblici,commerciali e aziendali ..
e entro il 2030 i parcheggi medi
sapevatelo su rieduchescional channell
sono d’accordo con te.
Volevo solo contestualizzare meglio il punto di vista dell’AD di Enel, in quanto dall’articolo di Vai Elettrico sembra quasi far trasparire che Enel non stia facendo nulla in tema nucleare
Affermazioni disonesta quella che attribuisce alla fine del nucleare l’aumento dei prezzo dell’energia in Germania: si finge di non sapere che il costo dell’energia in quel paese è aumentato per via della guerra e della fine della fornitura di metano russo a prezzi molto convenienti…
Cattaneo ripete gli slogan delle campagne di disinformazione
attualmente il PUN in Germania è un discreto 7,5 cents a kwh,
molto meglio dei paesi dell’Est Europa che hanno 20-45% di nuculare
https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=ES&interval=year
il costo del PUN tedesco è composto da una media di costo tra rinnovabili (tutte sotto al loro valore medio PUN), che dal carbone e metano (costo sopra al PUN) che stanno correndo per ridurre più velocemente possibile;
i fossili gli costano e mi pare che già ci pagano pure anche sovratasse di emissione CO2
poi il costo in bolletta domestica ( un po’ meno nelle bollette industriali) lo avevo guardato è alto perché ci sono anche altre parti:
– una sovratassa sui consumi, per incentivare l’autoproduzione (questa forse nel 2025 la toglieranno)
– pagano molto la rete, era obsoleta ed in in via di rapido potenziamento con relative spese, con decreti di urgenza hanno iniziato i lavori
e da “precisini” non fanno debito a bilancio, neppure statale, ogni bilancio annuale deve essere in pareggio, grossi investimenti non vengono spalmati di più nel tempo; questa impostazione li penalizza sul breve, rispetto agli altri Paesi Europei che non si fanno problemi a investire di più, comunque avevo visto una analisi per cui tra 3 anni dovrebbero veder scendere anche le bollette, non solo il PUN
e farebbero più in fretta se possero investire come Stato (non solo come privati) più rapidamente in accumuli, ora ne hanno pochi GW, per il 2025 hanno già richieste autorizzative per 100 GW
se ho capito, il tanto criticato Sholz, aveva però tentato insieme ai Verdi di rompere la loro storica regola di bilancio, spostando 60 miliardi di fondi straordinari (ex-covid) in investimenti virtuosi per accelerare l’uscita dalla crisi del 2020-2022, ma sono stati sgambettati dalla loro corte dei conti (a fine 2023, quando per il buco imprevisto dovettero togliere anche gli incentivi alle auto ) e ora dal partitino dei liberali, sempre sullo stesso tema della regola stretta di bilancio, che in questo momento li penalizza anche in altri settori, non solo energia
qui c’è un podcast sul tema del loro tabù che limita gli investimenti
https://www.ilpost.it/podcasts/globo/la-germania-non-vuole-spendere-con-tonia-mastrobuoni/
Altra palese bufala di Cattaneo: “In Italia non aumentiamo la generazione di energia e aumentiamo il consumo. Questo è un problema“. In realtà i consumi elettrici in Italia diminuiscono da anni e aumenta di qualche GW all’anno la capacità di generazione da fonti rinnovabili. Il picco di consumo fu raggiunto nel 2006 con 340 TWh, l’anno scorso siamo scesi a 306 TWh. Fonte Terna. Possibile che nessuno lo avverta?
infatti, al limite come affermazione andrebbe interpretata,
nel senso che aggiungere più produzione energia anche più rapidamente della crescita dei consumi, aumenterebbe la competizione tra fornitori nella borsa energia, abbassando il costo orario
però di nuovo, per aggiungere molta energia rapidamente e che costi poco come investimenti e costi di esercizio, ci solo giusto le rinnovabili, quelle già mature, e quando superano il 55%, anche gli accumuli di energia iniziano ad aiutano a tagliare il costo orario
Le affermazioni fuorvianti di Cattaneo sono parecchio gravi per la posizione che ricopre, ma provenissero da qualcun altro le considererei al pari del tuo commento.
1) Non esiste nessun PUN tedesco.
In Germania usano un sistema diverso dal Prezzo Unico Nazionale nostrano
2) Il PUN (come anche il prezzo sui mercati spot) non è affatto la media dei costi delle fonti energetiche che compongono il mix.
Il PUN (e il prezzo sui mercati spot) è determinato dal meccanismo del prezzo marginale, o in altre parole è il costo operativo della fonte più costosa usata per soddisfare la domanda in una data ora
3) Credo che tu non abbia ben chiara la differenza tra “costo” e “prezzo”, visto che hai iniziato una frase con “il costo del PUN…” ovvero “il costo del prezzo…” che non ha molto senso
Da una persona così attiva su tematiche energetiche mi sarei aspettato una conoscenza più approfondita di questi temi
@Alex
1) in Germania e nelle altre nazioni esiste un prezzo medio con vari nomi, in un blog italiano è pratico chiamarlo “Pun”
2 e 3) meccanismo del prezzo marginale qui lo conosciamo in molti, e ne parliamo quasi ogni settimana
il costo dell’energia è almeno pari ai costi delle fonti, perchè non possono lavorare in passivo o senza margine per troppo tempo, devono rientrare delle spese; ai vari costi, anche finanziari, si aggiunge il margine di guadagno e il meccanismo di borsa a prezzo marginale
puoi fare tutte le supercazzole sul prezzo marginale, ma se hai una fonte energetica come il nuculare che costa decine di miliardi a GW installato, o semplificando 23 cents a kw-h, a cui poi aggiungere pure il margine di guadagno, prima o poi sono soldi che vanno tirari fuori, ti fa alzare il prezzo energia, cioè le bollette, o in alternativa furbetta, nascondere il costo in più tasse e più debito pubblico
Sono perlopiù d’accordo con te (anche se parte della loro dipendenza dal gas russo dipende proprio dalla decisione di smantellare il nucleare).
Volevo solo contestualizzare meglio le parole dell’AD di Enel, in quanto ritengo che chi legga questo articolo di Vai Elettrico possa erroneamente pensare che Enel non voglia far nulla in tema nucleare
é sintomatico che non vogliono fare nulla con i soldi degli investitori, sanno che è una “sola”,
non sono in nessun cantiere reale
fanno “società e consorzi”, restano in attesa di capire se la campagna lobbististica e mediatica riuscirà a far aprire l’accesso indiscriminato ai soldi pubblici italiani, o se la popolazione fiuterà il pessimo investimento è si opporrà
eh va beh, il complottismo non muore mai 🥱
Il nucleare POTREBBE (io non sono contrario per principio), ripeto POTREBBE essere interessante come baseload da unire a Idro e geo per arrivare a quel 33% di uso notturno di energia a cui poi sommare eolico, accumuli chimico, accumuli fisici e quant’altro.
Ma NON oggi. Oggi il nucleare é inutile per farne abbastanza da farsi notare servono 30 anni da qui a 30 anni ci sarà il deserto industriale in Italia.
O di trova una soluzione che in 10 anni dimezzi il PUN o restano solo servizi e trasformazione come imprese.
Niente da aggiungere. Votai contro il referendum nucleare. OGGI non ha più senso in Italia, prendiamone atto.
e se il baseload fosse fatto con il GEOTERMICO ?
pochi investimenti su cui fare la cresta ?
tempi troppo rapidi di costruzione e messa in rete ?
ci toccasse farci qualcosa di utile, che crea pure ricchezza ;
con questa energia economica rispetto al nuculare !!
Da qualche parte leggevo che, dato che l’Italia ha molti possibili punti in cui creare ottime centrali geotermiche, si è calcolato che il potenziale è intorno ai 115TWh, più di un terzo del nostro fabbisogno, adesso ne produciamo solo 6 TWh.
Trovo assurdo non investirci, altro che nucleare, oltretutto si farebbe molto prima.
Correggetemi se sbaglio.
credo che le tecniche di perforazione per il geotermico migliorano progressivamente ogni anno (e poi più avanti potrebbero anche svoltare proprio con nuove tecniche, trivelle a microonde) cioè la parte difficile, fare i pozzi profondi di prova, diventa un pò meno lento e costoso, si possono tastare anche aree dove serve andare più in profondità, ampliando a dismisura i siti adatti
però per un “piccolo” investitore rimane un alto rischio di investimento, fare i pozzi di prova ancora costano, oltre alle pratiche autorizzative incasinate; andrebbero supportati con contratti CdF inizialmente un po’ alti (ma sempre meno del nuculare).. ci vorrebbe un governo con “visione” e priorità diverse dall’attuale
una puntata di pochi mesi fa di Presa-diretta, mostrava che ci sarebbe una convenienza doppia a fare (anzi rifare, perché in passato erano stati fatti) pozzi geotermici in particolare a Pozzuoli, oltre a fare energia, dovrebbero liberare la pressione sottostante che li deforma ciclicamente il terreno, cioè potrebeb anche fermare il bradisismo che li costa caro in danni sgretolando le case
Scappa da ridere anche a Cattaneo.