Merlo investe ancora sulla transizione energetica. Su e-Worker propone anche le batterie al litio e per i viticoltori offre in elettrico Cingo M600A-e con sensori che riconoscono la colonnina di ricarica.

Merlo cambia batteria al sollevatore e-Worker: doppia opzione piombo o litio
Sempre più elettrici alla Merlo dove puntano a migliorare i mezzi già sul mercato come e-Worker – ne abbiamo scritto qui al suo lancio e ne abbiamo parlato in un convegno a Fieragricola – grazie al cambio della batteria.
Il sollevatore telescopico che dall’azienda definiscono della «Generazione ZERO» ora inizia una nuova vita. «In una fase iniziale si è deciso di impiegare le batterie al piombo acido ad alte prestazioni. Una tecnologia decisamente matura, conosciuta e utilizzata su larga scala nel mondo dei carrelli elevatori».

Ma il mercato chiede il litio. Una svolta per Merlo «In questo modo si risponde ad alcune esigenze specifiche del mercato e si propone come l’unica azienda ad offrire la doppia configurazione piombo-litio».
I vantaggi del litio secondo Merlo

La motivazione è naturalmente la resa maggiore sull’efficienza energetica, immagazzinano più energia in poco spazio, hanno una maggiore vita utile (3000 cicli vs 1800), possono essere ricaricate rapidamente (o parzialmente) riducendo i tempi di fermo e aumentando la produttività.
«Richiedono anche meno manutenzione rispetto alle batterie al piombo acido e non sono richiesti investimenti legati a charging rooms o evacuatori di fumo. Il ciclo (VDI 2198) utilizzato come standard per la misurazione delle prestazioni dei carrelli elevatori, stabilisce un’autonomia di 7 ore e mezzo».
La soluzione è molto più leggera e per non sbilanciare la macchina la batteria è dotata di una zavorra di circa 700 kg.
In vigneto con l’energia pulita
Nei vigneti tra trattori elettrici e robot avanza la transizione energetica. Su questo fronte Merlo ha presentato da poco Cingo M600A-e.
Una macchina a guida autonoma. Più nel dettaglio un trasportatore cingolato elettrico capace di muoversi in moto autonomo all’interno del filare e di compiere manovre di sterzatura per gestire entrata e uscita dallo stesso.

Merito di sensori che analizzano i dati e permettono la localizzazione ad alta precisione grazie al GPS RTK (Real-Time Kinematics). In sintesi: l’operatore registra un percorso (qualunque sia la lunghezza) all’interno del vigneto e la macchina può ripercorrerlo e compiere lavorazioni specifiche.
Il sensore vede la colonnina e si prepara alla ricarica
Si tratta di una macchina intelligente. L’azionamento dell’atomizzatore avviene in modo autonomo seguendo degli start-points o end-points registrati precedentemente insieme al percorso. «Ciò permette di avere la massima precisione diminuendo così gli sprechi».
Ma si registra pure la posizione della colonnina «così da rendere più immediata la ricarica della batteria». Il software gestisce in modo differente le diverse fasi di lavori fuori e dentro il vigneto. Ecco: «Mantiene la giusta distanza dai filari, si ferma se incontra un ostacolo (anche una persona) per poi cercare nuovi percorsi che poi convergano successivamente sulla traiettoria predefinita».