Non sono un troglodita solo perché guido un’ibrida e non un’elettrica, non fatemi sentire lo scemo del villaggio. È il senso della lunga lettera di Angelo, un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
Angelo assicura di conoscere bene auto elettriche come le Tesla.
Non sono un troglodita e le auto tradizionali non sono il male assoluto
“Leggo e seguo il vostro sito da qualche tempo. Sono stato abbonato per decenni a Quattroruote, ma il passaggio all’elettricità mi pare abbia reso le auto, già di per sé troppo simili da un punto di vista tecnologico, ancora più simili. Quando si libereranno delle forme imposte dal motore termico forse vedremo qualcosa di interessante almeno dal punto di vista estetico. Per anni ho dovuto leggere dell’accanimento della politicaverso le auto che, dopotutto, erano responsabili solo in piccola parte dell’inquinamento. Anche perché, anno dopo anno, miglioravano le loro performance. Adesso per molti sono invece il male assoluto. E senza passare all’elettrico moriremo tutti (che in senso assoluto è anche vero). Non sono uno di quelli terrorizzati dalle nuove tecnologie, le uso ogni giorno e ho un’ibrida da quando la maggior parte degli italiani nemmeno sapeva cosa fosse. Ho visto e mi sono interessato a Tesla quasi da subito ed ero a una mostra a Padova a spiegare ai passanti perché non ci fosse un motore nel cofano“.
L’inquinamento con le EV resta, si sposta solo dalle città
“Quindi: non sono prevenuto, sono informato e cerco di esserlo a 360 gradi. Perché la premessa? Per dire che il discorso elettrico sì o elettrico no, come tutto in Italia è fortemente manicheo, basato su pregiudizi e giudizi di parte.Credo che non esista una tecnologia migliore da nessun punto di vista, nemmeno ambientale. Sapete bene quanti calcoli, anche di enti prestigiosi, sostengono che lungo tutto il ciclo di vita la differenza tra elettrico e termico, soprattutto ibrido, non sia così rimarchevole come inquinamento ambientale generale. Questo considerando la perdita d’energia degli impianti elettrici alla fonte che, soprattutto se continua a non piovere al nord riducendo l’idroelettrico, proviene da idrocarburi. Certo, invece di affumicare le città (dove però restano caldaie vecchi di 30 e rotti anni a ucciderci, per non parlare dei mezzi pesanti) lo si fa altrove. Ma sempre inquinamento resta e sempre idrocarburi bruciati rischiano di essere“.
Una delle stazioni Free to X in autostrada: ora sono circa 55.
Una tecnologia che va bene per chi ha tempo da perdere
“Non parlerò delle terre rare o dei componenti delle batterie, che potrebbero non essere sufficienti per una produzione di massa, il tema è controverso e non avrebbe senso. Dico solo che non esiste una tecnologia migliore. Ogni utente ha esigenze diverse che dipendono da dove vive, da dove ha i parenti e va a lavorare, dalle necessità di spostarsi improvvisamente. Così come credo che chi è legato al termico “perché sì” o peggio “perché faccio come mi pare!” sia fuori dalla storia. E che chi fa passare l’utilizzatore del motore termico come un troglodita sia solo un fervente credente in una religione manicheista. Leggo di quanto sia poetico lasciare l’autostrada e perdere ore in giro a cercar colonnine in ridenti paesi d’ Italia. E sono contento che ci sia chi ha tempo da perdere, buon per lui e il suo gusto dell’avventura. Ma non sentirmi lo scemo del villaggio perché faccio ogni due settimane viaggi di 5 ore e non voglio farlo diventare di 6 o 7. E non ho voglia di cercare chissà dove una colonnina: voglio portare le valigie a casa e rilassarmi“.
Non potete dire “noi siamo i migliori”, l’elettrico è per pochi
“Non si può sostenere né da una parte e né dall’altra “noi siamo i migliori”.Se vivi in una città attrezzata, non si fanno spesso viaggi di centinaia di km e non ci si sposta in paesini abbandonati da decenni dallo Stato, allora l’elettrico è la soluzione migliore. Abbattimento dell’inquinamento percepito, dei costi di manutenzione, dei costi del carburante… Lo sceglierei anche io.Ma per chi non ha il garage, fa tanti km anche in posti dove non c’è da ricaricare e magari ha improvvisi impegni l’elettrico oggi, con tempi di ricarica lunghi. Perché non è che devo preventivare la notte prima se devo correre da una moglie a 500 km, un fratello a 150 o una madre a 700…“Il tempo di un caffè , si dice. Peccato che non mi fermo nemmeno a prendere quello quando viaggio, non ho tempo! Inoltre è il tempo di un caffé se non trovi la fila, altrimenti diventa il tempo di un pranzo“.
Non sono un troglodita né lo scemo del villaggio globale
“Ho visto colonnine in cui aziende spostavano l’auto solo quando una della stessa società era scarica e ricariche occupate 24/7 dalla stessa azienda. Come fai a quel punto in una città che ne ha pochissime? Con la scarsezza di punti di ricarica è semplicemente IMPOSSIBILE da prendere in considerazione. Per questo ho ordinato l‘ennesima ibrida, che permette, se non corro, di andare sia in elettrico che a benzina. Voi ovviamente siete schierati e vi leggo con piacere, però non fatemi sentire lo scemo del villaggio globale. Quando le condizioni lo permetteranno penserò a un’alternativa, oggi non è per tutti. Per esempio. Sto cercando casa e un agente si è presentato con una Tesla magnificandone le doti più volte nel mostrarmi un appartamento. L’ultima volta è venuto con la vecchia Clio diesel della moglie: “L’ho dovuta mettere in carica perché ho fatto più km del previsto“… Non è allucinante avere una nuova tecnologia ed essere costretti a usare il calesse perché non hai calcolato tempi e km col bilancino?“. Angelo
Risposta. Abbiamo scritto decine di volte che l’elettrico non è per tutti, sconsigliando altri lettori che ci chiedevano un parere. Trattiamo tutti con il massimo rispetto e diamo grande spazio a lettere come queste non certo favorevoli alle auto a batterie. Eppure ci sentiamo ancora dire, come in questa mail, che “siamo schierati” e che facciamo sentire troglodita chi non passa all’elettrico. Qualche curiosità però l’avremmo noi: quanti km fa veramente in solo elettrico l’ibrida che ha acquistato? E lo sa Angelo che in autostrada si stanno installando colonnine ovunque, senza bisogno di “poetiche” soste fuori casello? E infine: spiacenti, ma le auto elettriche inquinano molto meno delle ibride, non è questione di “percepito“, ma di porcherie che finiscono nei nostri polmoni.
E se ho un’auto elettrica scarica e all’improvviso devo partire? Guarda il nuovo VIDEOdi Paolo Mariano
Qualcosa mi sfugge, qui si continua a dire da entrambi gli “schieramenti” che l’auto elettrica non è per tutti ma dovrebbe esserlo, altrimenti perché obbligare a costruirle(e arriverà quel momento con investimenti non indifferenti per il cambio di tecnologia)?
Non sei troglodita, non sei lo scemo del villaggio, ma per scrivere una filippica così qualche mania di persecuzione e insicurezza magari ce l’hai, figlio mio…
Comunque rimango dell’idea che una bella canzoncina stempera sempre i toni e ci fa ritrovare il sorriso.
Un turbodiesel vero
che viaggia tante ore
Ti ho detto che l’avevo
Ed era sol per me.
Ma i patti erano chiari
Un bel naftone a me
E tu potevi andare
con la Tesla 3!
Non sono un troglodita -ita -ita!
girare andando a scossa
mi piacerebbe se…
Non sono un troglodita -ita -ita!
Se fosse come il Diesel
Ti giuro lo farei… (la la la la la la)
Secondo me invece parte molto prevenuto, gli consiglio di fare un test drive, o di noleggiare un auto elettrica per una settimana o meglio un mese, e capirebbe che molte delle condizioni che non gli permettono di passare all’elettrico sono già superate:
-colonnine IN autostrada
-alte potenze di ricarica (almeno per le auto più recenti)
-quasi-zero necessità di pianificare (ormai io non pianifico più, ogni volta che prendo l’autostrada c’è sempre un autogrill in più dotato di colonnine).
Se poi compriamo una Ferrari solo perché non si sa mai che un giorno debba correre da moglie/fratello/madre e fare 500 km in 2 ore, beh allora compriamo anche un jet privato che non si sa mai che la madre abbia bisogno quando è in vacanza a New York.
L’inquinamento delle auto non sarà il male maggiore e passare all’elettrico non risolleverà le sorti del nostro pianeta, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Visto che questo passaggio è tutto sommato semplice (più difficile trasformare un’acciaieria o le navi o gli aerei), facciamolo.
Se prendiamo ogni singolo punto della lettera del nostro amico Angelo, “spacchettandoli” e leggendoli ognuno singolarmente, tutto sommato viene difficile dargli torto.
Quello che credo che sfugga a lui e a tante persone che guardano l’argomento vuoi per la prima volta, vuoi in una visione di insieme che per forza di cose spaventa, è che la questione non consta nel tirare una riga e dire “fin qui è stato così, d’ora in avanti sarà colà”.
E’ un processo. Per l’appunto “una transizione”.
Anch’io nutro non pochi dubbi non tanto sulla fattibilità della cosa (fattibilissima) quanto sulle tempistiche che ci siamo imposti.
Ma che questo sia un processo da seguire con pertinacia (lasciando stare le questioni ambientali: gli idrocarburi non sono eterni) e che questo ormai sia il momento di farlo anche se di fonti esauribli ne abbiamo ancora una notevole quantità è un’idea che si acquisisce abbastanza alla svelta se si ha l’onestà di guardare le cose anche solamente piochi centimetri sotto alla linea di galleggiamento. 😉
Io invece sulla velocità nutro pochi dubbi. Il fatto è che l’indole dell’Italia ormai la conosciamo bene: mai fare qualcosa in anticipo e con una pianificazione ordinata.
Quando ci si trova con l’acqua alla gola ci affanneremo a recuperare il tempo perso. Più di qualcuno si farà parecchio male in questo processo, ma tant’è.
Il mio unico cruccio è che il dazio che pagheremo sarà la distruzione di gran parte del nostro tessuto produttivo. Se in questo mio giudizio sarò smentito ne sarò felice ma l’industria automobilistica non si tira su in due giorni basti guardare quanto tempo sta impiegando Tesla per raggiungere volumi produttivi consistenti, e loro hanno tempi da startup, non da carrozzoni come sono diventati molti marchi automobilistici oggi.
I miei dubbi non vertono tanto sui produttori di auto, quanto in particolare
1) sulla “reattività” di tutto quello che ci sta intorno (reti di distribuzione, reti di ricarica, normative per la ricarica domestica, fonti di produzione rinnovabile, disponibilità di accumulo in tempi utili etc etc). Anche all’estero le cose non vanno così spedite come dovrebbero
2) sull’effettiva disponibilità in tempi veramente stretti di batterie, non soltanto in numero sufficiente (quello può anche essere), ma anche a prezzi decisamente meno onerosi di oggi. (con buona pace delle menate sul TCO, che fatto come viene fatto oggi sui segmenti più bassi del mercato rasenta la “scommessa” a mio vedere)
3) sulla convinzione quasi “fideistica” (e avere “fede” nella scienza a mio avviso è un discreto sintax error”) che prestissimo avremo ai prezzi di cui sopra delle batterie in grado di ricaricarsi a velocità maggiori rispetto alle pur valide attuali. Discorso che potrebbe apparire sciocco oggi, dove ci sono quasi più colonnine che automobili e quasi tutti ricarichiamo a casa, ma che un domani il suo significato potrebbe averlo eccome.
Quindi i miei sono iù dubbi sul “come” e non sul “cosa”.
Prontissimo un domani ad ammettere che sono stato un po’ apprensivo eh? 😉
bhe per farle capire che effettivamente è come lei dice “apprensivo” le faccio un esempio surreale ma che le da l’idea delle tempistiche. In italia oggi si vendono ogni anno circa 1,5/1,7 milioni di auto. Diciamo che da domani si vendono solo elettriche (piu che surreale direi fantasia pura) …. per arrivare ad un parco auto completamente elettrico ci vogliono ben piu di 20 anni. Ora le chiedo … visto le tempistiche …. anche se siamo in italia e ..diciamo cosi ce la prendiamo con calma …. veramente lei crede che non abbiamo il tempo per adeguare la rete, le normative ,… bla bla bla …. secondo me abbiamo anche il tempo di fare un pisolino tra una cosa e l’altra … per quanto riguarda le batterie vorrei farle notare che lo sviluppo tecnologico che oggi piu “corre” è proprio quello sulle batterie. Il che implica che materiali e risorse oltre che a migliorare le batterie avremo un piu ampio ventaglio di risorse da utilizzare per produrle …. tutto questo al netto di un concetto di base … le batterie di oggi saranno le miniere di domani … considerando che gia oggi una batteria è riciclabile x almeno l 80% e che con “OGGI” intendo tra qualche anno perche oggi 2023 sono ancora troppo poche le batterie e non c è ancora il problema di produzione ….. ma questo non vuol dire che non ci si deve pensare ovviamente … perche la programmazione del ciclo delle materie prime va studiato, programmato OGGI per avere una filiera industriale efficiente e competitiva domani … se non lo facciamo allora si che america e asia avranno il totale controllo dei cicli produttivi … con buona pace dell industri europea … altro che dell auto di produzione nostrana … la posta in gioco è molto piu alta
-veramente lei crede che non abbiamo il tempo per adeguare la rete, le normative ,… bla bla bla …. –
A parte il fatto che il discorso è un po’ più complesso ma in questo momento non ho modo di dilungarmi, ma se le dico che qualche dubbio ce l’ho… lei mi giudica così male?😂😂😂
-vorrei farle notare che lo sviluppo tecnologico che oggi piu “corre” è proprio quello sulle batterie-
Io le dico che non bisogna avere fede nella scienza e lei stringi stringi mi risponde che bisogna avere fede nella scienza. 😉
Avere fede nella scienza è una contraddizione in termini. Se proprio uno desidera, può avere fede nel buon Dio. Ma la scienza è e deve essere l’esatto opposto di una “religione”. Possiamo serenamente dire che è giusto avere fede nel metodo scientifico. Su questo non ho nulla da obiettare. La scienza e il metodo scientifico sono due cose separate per quanto strettamente interconnesse. È epistemologia di base.
Quindi possiamo serenamente dire che delle eventuali “superbatterie” finché non le vediamo semplicemente non esistono. E non si può basare qualsivoglia programmazione su quello che non esiste. 😉
Chi sono io x giudicare la vita degli altri…sono quello che deve respirare i fumi dell’auto che gli sta davanti…anche ibrida e la vita, libertà degli altri se configge con la mia mi costringe a reagire.Mi pare evidente il tentativo ( come l’altro amico che si è definito vecchio e che ho invitato ad andare in discoteca) di cercarsi un alibi, mettersi in pace la coscienza…capisco benissimo se mancano le risorse se non ci si sente pronti…mi è già capitato di consigliare di aspettare quando si è convinti così come sono fermamente contrario a mettere severi paletti ma, la mancanza di tempo…non la digerisco. Non auguro a NESSUNO di provare quello che si prova in particolare la sera prima e il giorno della risonanza ( sono rimasto profondamente colpito dai tanti bambini in attesa) e nello specifico sarebbe stata una sentenza senza appello…fortunatamente ( x ora) e è andato tutto anche troppo bene…io ho cambiato il modo di guardare le cose…compreso il tempo anche la caduta lenta di una foglia d’albero…è chiaro il concetto!!
A me non mancano le risorse ne non mi sento pronto. La sua libertà è quella di circolare con l’auto elettrica, la mia quella con l’auto ibrida. Oppure dobbiamo tutti seguire come un gregge l’idea che voi avete di essere nel giusto? Il passaggio ad una forma alternativa di trasporto avverrà non per imposizione ma perché la tecnologia ci porterà là, non saranno quattro burocrati europei a costringermi
Io sono sicuro che dalla mia macchina non esce nulla di nocivo per me e per chi mi sta intorno.
Lei può dire altrettanto?
Ecco, quindi la sua libertà da fastidio alla mia, mentre la mia non infastidisce nessuno.
Stiamo devastando il clima, stiamo devastando dei polmoni, però l’estetica delle auto è fondamentale, però le auto endotermiche non sono il male, però…. . Non sono d’accordo con questo ragionamento.
Credo che chi nega i limiti dell’attuale tecnologia alla base dell’auto elettrica non agevoli la diffusone dell’auto elettrica. In questo modo se ne limita il progredire e la corretta applicazione ai bisogni di mobilità per i quali è ottimamente sfruttabile.
I giudizi sugli stili di vita altri nemmeno aiutano. Vedo ogni giorno colleghi già isterici per arrivare in tempo al lavoro e genitori saturi che lanciano bambini a scuola per non fare tardi e poterli tornare a prendere in tempo.
Tutto ciò non è sano e non è bello ma non è che facendo comprare a rate auto che danno un altro pensiero si può fare breccia nella massa.
Ho letto su questo sito di confronti con gli smartphone (c’era chi si ostinava a non volerne sapere e la storia poi ha fatto il suo corso). Ma i cellulari dell’epoca servivano a soddisfare il bisogno di telefonare, e per questo chi aveva bisogno di telefonare non poteva affidarsi a una tecnologia che non arrivava a fine giornata.
Corsi e ricorsi…
Confermo e ne sono pienamente convinto, per le auto elettriche sarà esattamente come per gli smartphone, compresi grandi marchi che svaniranno nel nulla o finiranno ampiamente ridimensionati nell’incredulità dei più.
Devo essere sincero? Non la invidio affatto come dice Iorio qui sotto. Mi rendo conto che sono molto più fortunato di lei, e mi sembra di capire che più che un’auto lei avrebbe bisogno del teletrasporto.
Non sono uno scienziato, ma se la maggior parte della comunità scientifica dice che dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre i gas climalteranti e non solo, io personalmente non sto a guardare cosa fanno gli altri con le caldaie, le navi, gli aerei, le fabbriche e così via, faccio tutto quello che è in mio potere per ridurre tali inquinanti. Poi se la storia mi darà ragione, tanto meglio, altrimenti pazienza.
Penso che tutto il ragionamento, che rispetto, si possa riassumere nella parola “bilancino”. La gente non è mentalmente pronta, potremmo dire educata a dover ragionare per usare l’automobile. Questo è il problema e non c’è nulla da fare. Finché le automobili non si gestiranno come ora ovvero infilando un tubo, schiacciando un grilletto fino al clic di avviso per togliere il tubo, non sarà mai una tecnologia di massa. Non è questione di essere trogloditi è questione di approccio mentale, o ce l’hai, o te lo crei con la volontà o non c’è obbligo che tenga.
Finché le auto elettriche non si riforniranno di benzina non saranno mai una tecnologia di massa.
Non c’è che dire, veramente un concetto ben pensato.
Ne riparliamo quando farà i capricci il primo sceicco.
/// finché le automobili non si gestiranno come ora ovvero infilando un tubo, schiacciando un grilletto fino al clic di avviso per togliere il tubo, non sarà mai una tecnologia di massa \\\ Collegare un’auto a un punto di ricarica (wallbox o colonnina che sia) è paragonabile come complessitá all’infilare un tubo e schiacciare un grilletto.. Il problema di aspettare la fine della ricarica si pone solo nei viaggi lunghi senza colonnine fast lungo il percorso.
Non avere la volontà di crearsi l’approccio mentale che serve a fare sì che le risorse del pianeta durino di più, perché bisognerebbe smontare le pratiche e le abitudini precostituite, ma che semplificherebbero la vita delle prossime generazioni, mi sembra proprio una definizione calzante di troglodita.
Angelo: tu hai scritto cosi tante inesattezze sulla mobilità elettrica che mi viene il dubbio che tu sia sia di parte con una paura boia di rimanere disoccupato, magari perché vendi carburanti!
Ti consiglio di ripensare alle tue posizioni in quanto:
-é falso che le auto a pistoni sia abbia un impatto simile ad una elettrica: visto che per muoversi consuma 1/3 della energia primaria!
-consumando cosi poco (ricordo che col consumo di una auto a pistoni nuovo ben 3 auto elettriche) anche l’inquinamento per produrre l’energia è molto più basso.
-FreeToX, Tesla, EnelX, Ionity ed altri hanno istallato tantissime colonnine di ricarica lungo le autostarter o in prossimità dei caselli.
-é falso che un viaggio di 5 ore si allunghi a 6 o 7: al massimo si allunga di 20/30 minuti
Ciao, sono “tentato” dall’auto elettrica avendo tutte le condizioni favorevoli (monofamiliare con garage, FV da 6 kw, pochi km. giornalieri).
Userei l’auto solo poche volte all’anno per viaggi sopra i 200 km.
Eppure ABRP mi dice che per un viaggio stimato di 4 ore, dovrei aggiungere circa 52 minuti per le 2 ricariche necessarie (simulazione fatta con VW ID.3 58 kW). Quindi si, un viaggio di 5 ore diventa tranquillamente di 6.
Ciononostante forse comprerò davvero una UV, ma non diamo informazioni inesatte.
Strano, per un viaggio Como – Viareggio, 100km/h, id3 58kWh, mi da 3:57 di viaggio e 30 min di ricarica in una sola sosta.
Poco dopo Parma, sulla Cisa.
Se si devono fare 500, 700 o 1000 km, non ci sono solo le auto, esistono anche treni, aerei, bus che per chi non ha tempo da perdere, spesso sono più veloci. Sono d’accordo che per chi fa molti km al giorno, l’auto elettrica non è ancora la soluzione migliore, ma si tratta di una risigata minoranza. La maggioranza delle persone percorre poche decine di km al giorno, un cento…duecento qualche fine settimana e uno due viaggi lunghi per le vacanze in un anno.
Poi dire che le auto elettriche inquinano come un’ibrida, mi sembra esagerato, consiglio di consultare il sito http://www.greecap.com e leggersi le procedure di come sono fatte le valutazioni e non dare retta al primo che scrive dell’università di pinco palla che ha dimostrato che le elettriche inquinano più di un diesel
A costo di risultare stucchevole, sono ancora una volta d’accordo con la risposta della redazione.
Quello che fatico a capire in questi ultimi tempi è l’atteggiamento da Armageddon nei confronti della sparizione del motore termico. Per una ragione o per l’altra i motori termici spariranno, e molto probabilmente lo faranno ben prima di quanto molti si aspettino. Nel frattempo anche le auto ibride hanno una loro dignità, soprattutto se sono pensate per essere parsimoniose nell’uso del carburante, molto meno se sono SUV tipo RAV4 che hanno consumi almeno pari a delle berline ICE (!!!???).
Allo stesso modo non seguo il discorso del lettore quando dice che l’energia va prodotta con fossili in centrale e che purtroppo l’idroelettrico ha prodotto poco recentemente per via della siccità. Tutto vero, ma vale oggi. E domani? In estate mancherà il sole? Occorre ricordare che tra dieci anni la sua ibrida inquinerà ancora come oggi, o molto probabilmente di più perché anche i motori ibridi e i catalizzatori si usurano, e sarà soggetta a limitazioni al traffico in particolare se allora le case automobilistiche avranno auto elettriche nei saloni che vorranno vendere. Mentre già oggi le auto elettriche sono alimentate da un mix con una buona quota di rinnovabili e man mano che la quota aumenterà inquineranno sempre meno.
Per quanto mi riguarda non mi pare giusto usare il termine troglodita per chi non può permettersi un’auto elettrica, ma resta biasimabile la necessità di assolversi se si usa l’auto come se il petrolio non debba finire mai. Purtroppo i tempi sono cambiati e cambieranno ancora, e certamente un giorno o l’altro il motore a combustione lascerà il posto a soluzioni più efficienti.
P.S.: l’immobiliarista che rimane a piedi con una Tesla non si può sentire. Si sarà dimenticato di attaccare la spina la sera prima?
Probabilmente sei la notevole eccezione. E altrettanto probabilmente hai la tendenza a circondarti di notevoli eccezioni, se l’agenzia o chi per esso è la tua.
Ma dopo che ho visto gente che tentava di vendere una villa singola bifamiliare composta da tre unità abitative… (giuro, detto in quest’ordine…)
oppure “ampie ed articolate” villette a schiera che catastalmente erano dei bilocali (piano terra, l’unico accatastato come “locale” con ampia cantina (la sedicente taverna) e mansarda “frazionata” agibile ma non abitabile (le camere da letto al primo piano).
Tutto venduto come “roba buona” e a prezzo pieno ovviamente.
Forse il Sig. Angelo non ha tutti i torti! Elettrico sì, ma ricordiamoci che siamo ancora in transizione. Al giorno d’oggi chi usa l’auto per lavoro e non per andare al lavoro ha bisogno di un mezzo “pratico” che non dia pensieri. Voglio fare un paragone: Il computer. É sicuramente di grande aiuto sul lavoro, ha velocizzato tutto, ma avete mai provato ad usarne uno non efficiente che alle volte per caricare un file impiega 2 minuti in più? Vi manda fuori di testa! Eppure quei due minuti non sono nulla a confronto del tempo che sarebbe impiegato a cercar un faldone in archivio. Ecco immaginate di aver programmato il viaggio di lavoro coi tempi risicati e trovare la colonnina non funzionante, occupata, o avere l’app di collegamento inchiodata…
Mi scusi ma…che vita e la sua? …se va così di corsa sarà uno di quelli che non si accorge se c’è il sole, se piove se è in montagna o al mare figuriamoci se ne sente i profumi o sente la puzza che esce dalle marmitte…cerchi di goderselo il tempo
E lei chi sarebbe per giudicare la vita degli altri? Quindi io le potrei dire che per quanto mi riguarda la situazione è esattamente quella descritta dall’autore dell’articolo avendo esperienza personale: mi va bene l’auto elettrica che ho comprato, nulla da dire, però mi tengo stretta la ibrida che ho in garage perché non ho né tempo né voglia di pianificare anche l’uso dell’auto. Per il tran tran quotidiano va bene l’ev ma non ci penso neppure per scherzo di avere quella come unica auto. Voglio avere la libertà di prendere l’auto quando voglio , quando mi serve e farci tutta la strada che voglio senza impormi lunghe soste obbligate. Con quello che mi costa l’auto deve essere al mio servizio e non io al suo. Siamo in quattro patentati in famiglia, abbiamo 2 auto e uno scooter elettrico , siamo tutti persone attive e non abbiamo tempo da perdere per giocare con pianificazioni varie con app. Magari fossi in pensione o facessi la mia triste vita tutti i giorni casa ufficio ufficio casa potrei pianificare tutto ma così non è quindi fino a quando un’auto elettrica non avrà la stessa usabilità di una ibrida per me il discorso finisce lì. E non solo per me perché sinceramente in giro qui da noi di auto ev se ne vedono veramente poche in proporzione al parco circolante. Sono un troglodita? Pazienza…
Non conosco la situazione personale, e professionale del signore che ha inviato l’articolo, ma le parlo per me, e penso per molti altri: potendo rinunciare al lavoro, che è la causa primaria dell’andare di fretta, andrei molto volentieri al mare o in montagna a sentire i profumi di un ambiente incontaminato, privo degli eccessi antropici della città, non solo per l’inquinamento, ma la stessa presenza ‘fisica’ di una eccessiva concentrazione umana.
Purtroppo però, il reddito universale per non fare nulla, e soprattutto per avere un livello di vita dignitosa, non c’è, forse non ci sarà mai, certamente non per la nostra generazione. A parte per le persone ricche, quelle che ‘amministrano i beni di famiglia’, per usare un’espressione che ho sentito dire, eufemismo per dire che non fanno una mazza, ed hanno i soldi per godersi la vita.
-quelle che ‘amministrano i beni di famiglia’ … eufemismo per dire che non fanno una mazza-
Solo se mi vuol credere, perchè per l’amor del cielo non lo pretnedo… 😉
Ma è un lavoro anche quello. Se fatto seriamente.
Chiaro che andare in miniera, in acciaieria o anche solo sui cantieri edili è leggerissimamente un’altra cosa.
Ma anche quello è un lavoro se affrontato con la dovuta serietà e intraprendenza.
Di quelli che veramente “non fanno una mazza” ne ho conosciuti diversi, glielo assicuro con la massima sincerità.
Partivano da posizioni invidiabili e, in un tempo più o meno breve, si sono trovati tutti sistematicamente col culo per terra o quasi.
x Cavallini
Come l’amico mio (o cuggino?) che correva a perdifiato senza rispettare i limiti di velocità. A chi lo apostrofava rispondeva: “Devo correre, le cambiali che scadono corrono più di me”.
Iorio carissimo,
comprendo il suo discorso, ma con la massima serenità le sottopongo uno spunto.
Ognuno ha la sua testa.
Per esempio, io personalmente da giovanissimo ho provato a lavorare in un ufficio.
Più precisamente in banca. Pagavano anche bene. Per arrivare alla mia postazione dovevo passare attraverso a due porte blindate, chiuse con codice.
Mi sono reso conto abbastanza subito che quel tipo di vita così “certa”, scandita e “regolata” mi avrebbe “ammazzato”.
Prima dentro, e poi forse anche fuori.
Per quanto possa sembrare incredibile, c’è gente che certe situazioni un po’ le cerca. Perchè certi ritmi, ripeto per quanto possa sembrare incredibile, li fanno sentire “vivi” mentre certi altri (che sulla carta sembrerebbero i migliori e forse davvero lo sono) li fanno sentire “morti”.
Poi le cose nell’arco di un’esistenza ovviamente cambiano: bastano un paio di figli (come se fosse poco…) per cambiare tutte le priorità.
Il lavoro in una redazione, specie di motori, mi era assolutamente congeniale.
Purtroppo, come spesso accade, le cose belle non durano per sempre.
Ma anche adesso, che mi occupo di immobili, poter alternare l’ufficio (da dove le scrivo) con situazioni fortemente itineranti e perchè no dei cantieri mi è semplicemente perfetto anche questo. Non lo cambierei per nulla al mondo a sto punto.
Sta di fatto che partire dal presupposto che una cosa sia per forza migliore dell’altra… Non dico che sia “sbagliato”, ma quantomeno è fuorviante se davvero si vuol cercare di capire anche gli altri. 😉
Qualcosa mi sfugge, qui si continua a dire da entrambi gli “schieramenti” che l’auto elettrica non è per tutti ma dovrebbe esserlo, altrimenti perché obbligare a costruirle(e arriverà quel momento con investimenti non indifferenti per il cambio di tecnologia)?
Adesso non è per tutti, perché le autonomie sono limitate e perché non ci sono abbastanza infrastrutture di ricarica
Non sei troglodita, non sei lo scemo del villaggio, ma per scrivere una filippica così qualche mania di persecuzione e insicurezza magari ce l’hai, figlio mio…
Comunque rimango dell’idea che una bella canzoncina stempera sempre i toni e ci fa ritrovare il sorriso.
Un turbodiesel vero
che viaggia tante ore
Ti ho detto che l’avevo
Ed era sol per me.
Ma i patti erano chiari
Un bel naftone a me
E tu potevi andare
con la Tesla 3!
Non sono un troglodita -ita -ita!
girare andando a scossa
mi piacerebbe se…
Non sono un troglodita -ita -ita!
Se fosse come il Diesel
Ti giuro lo farei… (la la la la la la)
Secondo me invece parte molto prevenuto, gli consiglio di fare un test drive, o di noleggiare un auto elettrica per una settimana o meglio un mese, e capirebbe che molte delle condizioni che non gli permettono di passare all’elettrico sono già superate:
-colonnine IN autostrada
-alte potenze di ricarica (almeno per le auto più recenti)
-quasi-zero necessità di pianificare (ormai io non pianifico più, ogni volta che prendo l’autostrada c’è sempre un autogrill in più dotato di colonnine).
Se poi compriamo una Ferrari solo perché non si sa mai che un giorno debba correre da moglie/fratello/madre e fare 500 km in 2 ore, beh allora compriamo anche un jet privato che non si sa mai che la madre abbia bisogno quando è in vacanza a New York.
L’inquinamento delle auto non sarà il male maggiore e passare all’elettrico non risolleverà le sorti del nostro pianeta, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Visto che questo passaggio è tutto sommato semplice (più difficile trasformare un’acciaieria o le navi o gli aerei), facciamolo.
Avvisi quando va a trovare la moglie a 500 km, è la regola.
Se ha un’emergenza e lei è a 500 o 700 km chiamerà qualcun altro o un’ambulanza, elettrico o termico che sia. Non scadiamo nel ridicolo.
Se prendiamo ogni singolo punto della lettera del nostro amico Angelo, “spacchettandoli” e leggendoli ognuno singolarmente, tutto sommato viene difficile dargli torto.
Quello che credo che sfugga a lui e a tante persone che guardano l’argomento vuoi per la prima volta, vuoi in una visione di insieme che per forza di cose spaventa, è che la questione non consta nel tirare una riga e dire “fin qui è stato così, d’ora in avanti sarà colà”.
E’ un processo. Per l’appunto “una transizione”.
Anch’io nutro non pochi dubbi non tanto sulla fattibilità della cosa (fattibilissima) quanto sulle tempistiche che ci siamo imposti.
Ma che questo sia un processo da seguire con pertinacia (lasciando stare le questioni ambientali: gli idrocarburi non sono eterni) e che questo ormai sia il momento di farlo anche se di fonti esauribli ne abbiamo ancora una notevole quantità è un’idea che si acquisisce abbastanza alla svelta se si ha l’onestà di guardare le cose anche solamente piochi centimetri sotto alla linea di galleggiamento. 😉
Io invece sulla velocità nutro pochi dubbi. Il fatto è che l’indole dell’Italia ormai la conosciamo bene: mai fare qualcosa in anticipo e con una pianificazione ordinata.
Quando ci si trova con l’acqua alla gola ci affanneremo a recuperare il tempo perso. Più di qualcuno si farà parecchio male in questo processo, ma tant’è.
Il mio unico cruccio è che il dazio che pagheremo sarà la distruzione di gran parte del nostro tessuto produttivo. Se in questo mio giudizio sarò smentito ne sarò felice ma l’industria automobilistica non si tira su in due giorni basti guardare quanto tempo sta impiegando Tesla per raggiungere volumi produttivi consistenti, e loro hanno tempi da startup, non da carrozzoni come sono diventati molti marchi automobilistici oggi.
-Io invece sulla velocità nutro pochi dubbi-
I miei dubbi non vertono tanto sui produttori di auto, quanto in particolare
1) sulla “reattività” di tutto quello che ci sta intorno (reti di distribuzione, reti di ricarica, normative per la ricarica domestica, fonti di produzione rinnovabile, disponibilità di accumulo in tempi utili etc etc). Anche all’estero le cose non vanno così spedite come dovrebbero
2) sull’effettiva disponibilità in tempi veramente stretti di batterie, non soltanto in numero sufficiente (quello può anche essere), ma anche a prezzi decisamente meno onerosi di oggi. (con buona pace delle menate sul TCO, che fatto come viene fatto oggi sui segmenti più bassi del mercato rasenta la “scommessa” a mio vedere)
3) sulla convinzione quasi “fideistica” (e avere “fede” nella scienza a mio avviso è un discreto sintax error”) che prestissimo avremo ai prezzi di cui sopra delle batterie in grado di ricaricarsi a velocità maggiori rispetto alle pur valide attuali. Discorso che potrebbe apparire sciocco oggi, dove ci sono quasi più colonnine che automobili e quasi tutti ricarichiamo a casa, ma che un domani il suo significato potrebbe averlo eccome.
Quindi i miei sono iù dubbi sul “come” e non sul “cosa”.
Prontissimo un domani ad ammettere che sono stato un po’ apprensivo eh? 😉
bhe per farle capire che effettivamente è come lei dice “apprensivo” le faccio un esempio surreale ma che le da l’idea delle tempistiche. In italia oggi si vendono ogni anno circa 1,5/1,7 milioni di auto. Diciamo che da domani si vendono solo elettriche (piu che surreale direi fantasia pura) …. per arrivare ad un parco auto completamente elettrico ci vogliono ben piu di 20 anni. Ora le chiedo … visto le tempistiche …. anche se siamo in italia e ..diciamo cosi ce la prendiamo con calma …. veramente lei crede che non abbiamo il tempo per adeguare la rete, le normative ,… bla bla bla …. secondo me abbiamo anche il tempo di fare un pisolino tra una cosa e l’altra … per quanto riguarda le batterie vorrei farle notare che lo sviluppo tecnologico che oggi piu “corre” è proprio quello sulle batterie. Il che implica che materiali e risorse oltre che a migliorare le batterie avremo un piu ampio ventaglio di risorse da utilizzare per produrle …. tutto questo al netto di un concetto di base … le batterie di oggi saranno le miniere di domani … considerando che gia oggi una batteria è riciclabile x almeno l 80% e che con “OGGI” intendo tra qualche anno perche oggi 2023 sono ancora troppo poche le batterie e non c è ancora il problema di produzione ….. ma questo non vuol dire che non ci si deve pensare ovviamente … perche la programmazione del ciclo delle materie prime va studiato, programmato OGGI per avere una filiera industriale efficiente e competitiva domani … se non lo facciamo allora si che america e asia avranno il totale controllo dei cicli produttivi … con buona pace dell industri europea … altro che dell auto di produzione nostrana … la posta in gioco è molto piu alta
-veramente lei crede che non abbiamo il tempo per adeguare la rete, le normative ,… bla bla bla …. –
A parte il fatto che il discorso è un po’ più complesso ma in questo momento non ho modo di dilungarmi, ma se le dico che qualche dubbio ce l’ho… lei mi giudica così male?😂😂😂
-vorrei farle notare che lo sviluppo tecnologico che oggi piu “corre” è proprio quello sulle batterie-
Io le dico che non bisogna avere fede nella scienza e lei stringi stringi mi risponde che bisogna avere fede nella scienza. 😉
Avere fede nella scienza è una contraddizione in termini. Se proprio uno desidera, può avere fede nel buon Dio. Ma la scienza è e deve essere l’esatto opposto di una “religione”. Possiamo serenamente dire che è giusto avere fede nel metodo scientifico. Su questo non ho nulla da obiettare. La scienza e il metodo scientifico sono due cose separate per quanto strettamente interconnesse. È epistemologia di base.
Quindi possiamo serenamente dire che delle eventuali “superbatterie” finché non le vediamo semplicemente non esistono. E non si può basare qualsivoglia programmazione su quello che non esiste. 😉
Assolutamente d’accordo Alessandro.
Chi sono io x giudicare la vita degli altri…sono quello che deve respirare i fumi dell’auto che gli sta davanti…anche ibrida e la vita, libertà degli altri se configge con la mia mi costringe a reagire.Mi pare evidente il tentativo ( come l’altro amico che si è definito vecchio e che ho invitato ad andare in discoteca) di cercarsi un alibi, mettersi in pace la coscienza…capisco benissimo se mancano le risorse se non ci si sente pronti…mi è già capitato di consigliare di aspettare quando si è convinti così come sono fermamente contrario a mettere severi paletti ma, la mancanza di tempo…non la digerisco. Non auguro a NESSUNO di provare quello che si prova in particolare la sera prima e il giorno della risonanza ( sono rimasto profondamente colpito dai tanti bambini in attesa) e nello specifico sarebbe stata una sentenza senza appello…fortunatamente ( x ora) e è andato tutto anche troppo bene…io ho cambiato il modo di guardare le cose…compreso il tempo anche la caduta lenta di una foglia d’albero…è chiaro il concetto!!
A me non mancano le risorse ne non mi sento pronto. La sua libertà è quella di circolare con l’auto elettrica, la mia quella con l’auto ibrida. Oppure dobbiamo tutti seguire come un gregge l’idea che voi avete di essere nel giusto? Il passaggio ad una forma alternativa di trasporto avverrà non per imposizione ma perché la tecnologia ci porterà là, non saranno quattro burocrati europei a costringermi
Tu, Ilario, spari là, nel bosco europeo, a casaccio, ma il bufalo ti sta caricando dalle tue spalle. Occhio!
Io sono sicuro che dalla mia macchina non esce nulla di nocivo per me e per chi mi sta intorno.
Lei può dire altrettanto?
Ecco, quindi la sua libertà da fastidio alla mia, mentre la mia non infastidisce nessuno.
Stiamo devastando il clima, stiamo devastando dei polmoni, però l’estetica delle auto è fondamentale, però le auto endotermiche non sono il male, però…. . Non sono d’accordo con questo ragionamento.
Tutti favorevoli all’auto elettrica, ci mancherebbe mica sono dei trogloditi… però fra 100 anni o forse un po’ dopo.
Chissà se in autoscout sono dei fideisti un po’ flinstone:
https://www.autoscout24.it/informare/consigli/tecnologia-e-ambiente/le-auto-elettriche-inquinano/#:~:text=Uno%20studio%20della%20Swedish%20Environmental,kg%20di%20CO2%20nell'ambiente.
Niente di nuovo, intendiamoci…
Chi vede le auto elettriche molto in là nel tempo è destinato a rimanere piuttosto deluso…
Credo che chi nega i limiti dell’attuale tecnologia alla base dell’auto elettrica non agevoli la diffusone dell’auto elettrica. In questo modo se ne limita il progredire e la corretta applicazione ai bisogni di mobilità per i quali è ottimamente sfruttabile.
I giudizi sugli stili di vita altri nemmeno aiutano. Vedo ogni giorno colleghi già isterici per arrivare in tempo al lavoro e genitori saturi che lanciano bambini a scuola per non fare tardi e poterli tornare a prendere in tempo.
Tutto ciò non è sano e non è bello ma non è che facendo comprare a rate auto che danno un altro pensiero si può fare breccia nella massa.
Ho letto su questo sito di confronti con gli smartphone (c’era chi si ostinava a non volerne sapere e la storia poi ha fatto il suo corso). Ma i cellulari dell’epoca servivano a soddisfare il bisogno di telefonare, e per questo chi aveva bisogno di telefonare non poteva affidarsi a una tecnologia che non arrivava a fine giornata.
Corsi e ricorsi…
Confermo e ne sono pienamente convinto, per le auto elettriche sarà esattamente come per gli smartphone, compresi grandi marchi che svaniranno nel nulla o finiranno ampiamente ridimensionati nell’incredulità dei più.
Devo essere sincero? Non la invidio affatto come dice Iorio qui sotto. Mi rendo conto che sono molto più fortunato di lei, e mi sembra di capire che più che un’auto lei avrebbe bisogno del teletrasporto.
Non sono uno scienziato, ma se la maggior parte della comunità scientifica dice che dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre i gas climalteranti e non solo, io personalmente non sto a guardare cosa fanno gli altri con le caldaie, le navi, gli aerei, le fabbriche e così via, faccio tutto quello che è in mio potere per ridurre tali inquinanti. Poi se la storia mi darà ragione, tanto meglio, altrimenti pazienza.
Penso che tutto il ragionamento, che rispetto, si possa riassumere nella parola “bilancino”. La gente non è mentalmente pronta, potremmo dire educata a dover ragionare per usare l’automobile. Questo è il problema e non c’è nulla da fare. Finché le automobili non si gestiranno come ora ovvero infilando un tubo, schiacciando un grilletto fino al clic di avviso per togliere il tubo, non sarà mai una tecnologia di massa. Non è questione di essere trogloditi è questione di approccio mentale, o ce l’hai, o te lo crei con la volontà o non c’è obbligo che tenga.
Finché le auto elettriche non si riforniranno di benzina non saranno mai una tecnologia di massa.
Non c’è che dire, veramente un concetto ben pensato.
Ne riparliamo quando farà i capricci il primo sceicco.
/// finché le automobili non si gestiranno come ora ovvero infilando un tubo, schiacciando un grilletto fino al clic di avviso per togliere il tubo, non sarà mai una tecnologia di massa \\\ Collegare un’auto a un punto di ricarica (wallbox o colonnina che sia) è paragonabile come complessitá all’infilare un tubo e schiacciare un grilletto.. Il problema di aspettare la fine della ricarica si pone solo nei viaggi lunghi senza colonnine fast lungo il percorso.
Non avere la volontà di crearsi l’approccio mentale che serve a fare sì che le risorse del pianeta durino di più, perché bisognerebbe smontare le pratiche e le abitudini precostituite, ma che semplificherebbero la vita delle prossime generazioni, mi sembra proprio una definizione calzante di troglodita.
Angelo: tu hai scritto cosi tante inesattezze sulla mobilità elettrica che mi viene il dubbio che tu sia sia di parte con una paura boia di rimanere disoccupato, magari perché vendi carburanti!
Ti consiglio di ripensare alle tue posizioni in quanto:
-é falso che le auto a pistoni sia abbia un impatto simile ad una elettrica: visto che per muoversi consuma 1/3 della energia primaria!
-consumando cosi poco (ricordo che col consumo di una auto a pistoni nuovo ben 3 auto elettriche) anche l’inquinamento per produrre l’energia è molto più basso.
-FreeToX, Tesla, EnelX, Ionity ed altri hanno istallato tantissime colonnine di ricarica lungo le autostarter o in prossimità dei caselli.
-é falso che un viaggio di 5 ore si allunghi a 6 o 7: al massimo si allunga di 20/30 minuti
Ciao, sono “tentato” dall’auto elettrica avendo tutte le condizioni favorevoli (monofamiliare con garage, FV da 6 kw, pochi km. giornalieri).
Userei l’auto solo poche volte all’anno per viaggi sopra i 200 km.
Eppure ABRP mi dice che per un viaggio stimato di 4 ore, dovrei aggiungere circa 52 minuti per le 2 ricariche necessarie (simulazione fatta con VW ID.3 58 kW). Quindi si, un viaggio di 5 ore diventa tranquillamente di 6.
Ciononostante forse comprerò davvero una UV, ma non diamo informazioni inesatte.
Se compra un UV si ricordi di mettere la crema protettiva!
Scusate, non ho resistito 😂
Strano, per un viaggio Como – Viareggio, 100km/h, id3 58kWh, mi da 3:57 di viaggio e 30 min di ricarica in una sola sosta.
Poco dopo Parma, sulla Cisa.
Se si devono fare 500, 700 o 1000 km, non ci sono solo le auto, esistono anche treni, aerei, bus che per chi non ha tempo da perdere, spesso sono più veloci. Sono d’accordo che per chi fa molti km al giorno, l’auto elettrica non è ancora la soluzione migliore, ma si tratta di una risigata minoranza. La maggioranza delle persone percorre poche decine di km al giorno, un cento…duecento qualche fine settimana e uno due viaggi lunghi per le vacanze in un anno.
Poi dire che le auto elettriche inquinano come un’ibrida, mi sembra esagerato, consiglio di consultare il sito http://www.greecap.com e leggersi le procedure di come sono fatte le valutazioni e non dare retta al primo che scrive dell’università di pinco palla che ha dimostrato che le elettriche inquinano più di un diesel
A costo di risultare stucchevole, sono ancora una volta d’accordo con la risposta della redazione.
Quello che fatico a capire in questi ultimi tempi è l’atteggiamento da Armageddon nei confronti della sparizione del motore termico. Per una ragione o per l’altra i motori termici spariranno, e molto probabilmente lo faranno ben prima di quanto molti si aspettino. Nel frattempo anche le auto ibride hanno una loro dignità, soprattutto se sono pensate per essere parsimoniose nell’uso del carburante, molto meno se sono SUV tipo RAV4 che hanno consumi almeno pari a delle berline ICE (!!!???).
Allo stesso modo non seguo il discorso del lettore quando dice che l’energia va prodotta con fossili in centrale e che purtroppo l’idroelettrico ha prodotto poco recentemente per via della siccità. Tutto vero, ma vale oggi. E domani? In estate mancherà il sole? Occorre ricordare che tra dieci anni la sua ibrida inquinerà ancora come oggi, o molto probabilmente di più perché anche i motori ibridi e i catalizzatori si usurano, e sarà soggetta a limitazioni al traffico in particolare se allora le case automobilistiche avranno auto elettriche nei saloni che vorranno vendere. Mentre già oggi le auto elettriche sono alimentate da un mix con una buona quota di rinnovabili e man mano che la quota aumenterà inquineranno sempre meno.
Per quanto mi riguarda non mi pare giusto usare il termine troglodita per chi non può permettersi un’auto elettrica, ma resta biasimabile la necessità di assolversi se si usa l’auto come se il petrolio non debba finire mai. Purtroppo i tempi sono cambiati e cambieranno ancora, e certamente un giorno o l’altro il motore a combustione lascerà il posto a soluzioni più efficienti.
P.S.: l’immobiliarista che rimane a piedi con una Tesla non si può sentire. Si sarà dimenticato di attaccare la spina la sera prima?
-l’immobiliarista che rimane a piedi con una Tesla non si può sentire. Si sarà dimenticato di attaccare la spina la sera prima?-
Mi creda, salvo le dovute e notevoli eccezioni, gli agenti immobiliari stanno alla base della catena alimentare. Come il plancton.
Alessandro, è la prima volta che mi danno del plancton….
Probabilmente sei la notevole eccezione. E altrettanto probabilmente hai la tendenza a circondarti di notevoli eccezioni, se l’agenzia o chi per esso è la tua.
Ma dopo che ho visto gente che tentava di vendere una villa singola bifamiliare composta da tre unità abitative… (giuro, detto in quest’ordine…)
oppure “ampie ed articolate” villette a schiera che catastalmente erano dei bilocali (piano terra, l’unico accatastato come “locale” con ampia cantina (la sedicente taverna) e mansarda “frazionata” agibile ma non abitabile (le camere da letto al primo piano).
Tutto venduto come “roba buona” e a prezzo pieno ovviamente.
e fossero gli unici esempio, ohimè…
Non che i “costruttori” siano meglio.
Insomma, capirai il giudizio tranchant. 😉
Ma scommetto che lo sai perfettamente.
Scherzavo!
Forse il Sig. Angelo non ha tutti i torti! Elettrico sì, ma ricordiamoci che siamo ancora in transizione. Al giorno d’oggi chi usa l’auto per lavoro e non per andare al lavoro ha bisogno di un mezzo “pratico” che non dia pensieri. Voglio fare un paragone: Il computer. É sicuramente di grande aiuto sul lavoro, ha velocizzato tutto, ma avete mai provato ad usarne uno non efficiente che alle volte per caricare un file impiega 2 minuti in più? Vi manda fuori di testa! Eppure quei due minuti non sono nulla a confronto del tempo che sarebbe impiegato a cercar un faldone in archivio. Ecco immaginate di aver programmato il viaggio di lavoro coi tempi risicati e trovare la colonnina non funzionante, occupata, o avere l’app di collegamento inchiodata…
Sono stato abbonato per decenni a 4 ruote….
Mi scusi ma…che vita e la sua? …se va così di corsa sarà uno di quelli che non si accorge se c’è il sole, se piove se è in montagna o al mare figuriamoci se ne sente i profumi o sente la puzza che esce dalle marmitte…cerchi di goderselo il tempo
E lei chi sarebbe per giudicare la vita degli altri? Quindi io le potrei dire che per quanto mi riguarda la situazione è esattamente quella descritta dall’autore dell’articolo avendo esperienza personale: mi va bene l’auto elettrica che ho comprato, nulla da dire, però mi tengo stretta la ibrida che ho in garage perché non ho né tempo né voglia di pianificare anche l’uso dell’auto. Per il tran tran quotidiano va bene l’ev ma non ci penso neppure per scherzo di avere quella come unica auto. Voglio avere la libertà di prendere l’auto quando voglio , quando mi serve e farci tutta la strada che voglio senza impormi lunghe soste obbligate. Con quello che mi costa l’auto deve essere al mio servizio e non io al suo. Siamo in quattro patentati in famiglia, abbiamo 2 auto e uno scooter elettrico , siamo tutti persone attive e non abbiamo tempo da perdere per giocare con pianificazioni varie con app. Magari fossi in pensione o facessi la mia triste vita tutti i giorni casa ufficio ufficio casa potrei pianificare tutto ma così non è quindi fino a quando un’auto elettrica non avrà la stessa usabilità di una ibrida per me il discorso finisce lì. E non solo per me perché sinceramente in giro qui da noi di auto ev se ne vedono veramente poche in proporzione al parco circolante. Sono un troglodita? Pazienza…
Applausi.
Non conosco la situazione personale, e professionale del signore che ha inviato l’articolo, ma le parlo per me, e penso per molti altri: potendo rinunciare al lavoro, che è la causa primaria dell’andare di fretta, andrei molto volentieri al mare o in montagna a sentire i profumi di un ambiente incontaminato, privo degli eccessi antropici della città, non solo per l’inquinamento, ma la stessa presenza ‘fisica’ di una eccessiva concentrazione umana.
Purtroppo però, il reddito universale per non fare nulla, e soprattutto per avere un livello di vita dignitosa, non c’è, forse non ci sarà mai, certamente non per la nostra generazione. A parte per le persone ricche, quelle che ‘amministrano i beni di famiglia’, per usare un’espressione che ho sentito dire, eufemismo per dire che non fanno una mazza, ed hanno i soldi per godersi la vita.
-quelle che ‘amministrano i beni di famiglia’ … eufemismo per dire che non fanno una mazza-
Solo se mi vuol credere, perchè per l’amor del cielo non lo pretnedo… 😉
Ma è un lavoro anche quello. Se fatto seriamente.
Chiaro che andare in miniera, in acciaieria o anche solo sui cantieri edili è leggerissimamente un’altra cosa.
Ma anche quello è un lavoro se affrontato con la dovuta serietà e intraprendenza.
Di quelli che veramente “non fanno una mazza” ne ho conosciuti diversi, glielo assicuro con la massima sincerità.
Partivano da posizioni invidiabili e, in un tempo più o meno breve, si sono trovati tutti sistematicamente col culo per terra o quasi.
x Cavallini
Come l’amico mio (o cuggino?) che correva a perdifiato senza rispettare i limiti di velocità. A chi lo apostrofava rispondeva: “Devo correre, le cambiali che scadono corrono più di me”.
Iorio carissimo,
comprendo il suo discorso, ma con la massima serenità le sottopongo uno spunto.
Ognuno ha la sua testa.
Per esempio, io personalmente da giovanissimo ho provato a lavorare in un ufficio.
Più precisamente in banca. Pagavano anche bene. Per arrivare alla mia postazione dovevo passare attraverso a due porte blindate, chiuse con codice.
Mi sono reso conto abbastanza subito che quel tipo di vita così “certa”, scandita e “regolata” mi avrebbe “ammazzato”.
Prima dentro, e poi forse anche fuori.
Per quanto possa sembrare incredibile, c’è gente che certe situazioni un po’ le cerca. Perchè certi ritmi, ripeto per quanto possa sembrare incredibile, li fanno sentire “vivi” mentre certi altri (che sulla carta sembrerebbero i migliori e forse davvero lo sono) li fanno sentire “morti”.
Poi le cose nell’arco di un’esistenza ovviamente cambiano: bastano un paio di figli (come se fosse poco…) per cambiare tutte le priorità.
Il lavoro in una redazione, specie di motori, mi era assolutamente congeniale.
Purtroppo, come spesso accade, le cose belle non durano per sempre.
Ma anche adesso, che mi occupo di immobili, poter alternare l’ufficio (da dove le scrivo) con situazioni fortemente itineranti e perchè no dei cantieri mi è semplicemente perfetto anche questo. Non lo cambierei per nulla al mondo a sto punto.
Sta di fatto che partire dal presupposto che una cosa sia per forza migliore dell’altra… Non dico che sia “sbagliato”, ma quantomeno è fuorviante se davvero si vuol cercare di capire anche gli altri. 😉