Non mi pento di aver scelto una EV, ma mi accorgo ogni giorno di più che l’Italia non è Paese per le elettriche. Simone ci scrive di nuovo esprimendo la sua delusione per le difficoltà incontrate nella gestione quotidiana della sua Vw ID.3 comprata un anno fa. Non è riuscito ad installare una wallbox nel box condominiale (leggi) per l’ostilità dei vicini, il disinteresse dell’amministratore e la roulette degli incentivi, e subito si è trovato ad affrontare il caro ricarica.
Ora, dopo aver visto l’ultimo video di Mariano, conclude amaramente che «tutto quello che si dice è vero; però, non dovrebbe esserlo». Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it
Guarda il VIDEO di Paolo Mariano “Quando la usi come un diesel e poi racconti in giro che è pessima

Risultato: io faccio circa 100 km al giorno, e per tenere l’auto nel range 20%/80% ricarico alla HPC davanti all’azienda ogni due giorni e 200 km, con relativi tempi di ricarica comunque non agevolissimi.
Se me lo avessero detto all’inizio, forse non avrei acquistato una EV, così come dice Mariano nel video; ma avrei sbagliato, perché le cose positive sono talmente tante che anche questo “svantaggio” oggi lo accetto e lo gestisco (d’altra parte se così non fosse userei l’altra auto di famiglia, una a gasolio, lasciando la EV a chi in famiglia fa meno km di me).
Il punto è che non dovrebbe essere così!
A febbraio del 2023 sono stato ad Amsterdam, ed è piena di auto elettriche! E siccome la città è quello che è (nel suo grande fascino), è ovviamente impensabile che le persone che hanno una EV carichino tutte a casa. E allora ti viene il dubbio: come fanno?
La risposta viene facile guardando la mappa dei punti di ricarica che allego per Amsterdam e, tanto per fare un paragone, per Roma e Milano: ad Amsterdam una rete molto regolare di punti di ricarica in bassa potenza (11 kw) e basso costo al consumo, in uno Stato che non ha praticamente risorse naturali utilizzabili per l’autoproduzione e in cui il reddito è peraltro molto più alto del nostro.
A Roma e Milano una rete molto irregolare di punti di ricarica, a potenza quasi inutile (22 kw per una sosta notturna o lunga non servono quasi a nessuno, tranne a chi ha il rarissimo OBC a 22 kw) e molto cari al consumo.
Usciamo dalla logica delle HPC, serve la ricarica lenta
Ecco allora il punto: secondo me se vogliamo che abbia successo l’auto elettrica non dobbiamo sforzarci di pensare al tipo di utilizzo che ne facciamo, ma uscire dalla logica delle HPC come soluzione per gli spazi urbani, relegandole solo alle autostrade o comunque ad alcuni hub essenziali; e in compenso avere una infrastruttura capillare e sostenibile anche economicamente.
Altrimenti non ci sarà alcuna diffusione di massa.
E purtroppo però si ricade nel solito cul-de-sac dell’uovo o della gallina: le auto non si diffondono finché non c’è l’infrastruttura, ma l’infrastruttura non ha convenienza economica a crearsi finché non ci sono sufficienti auto.
Chi potrebbe farci uscire da questo cul-de-sac? Il Governo, con un sistema di incentivi (non solo economici, ma anche normativi e burocratici) orientato o alla diffusione delle auto, o alla capillarità delle infrastrutture, o a entrambe.
Ma (e sono ironico) ho il sospetto che non sia proprio questo il Governo da cui poterci aspettare qualcosa in questo senso…e nel frattempo siamo così allergici all’auto elettrica che la prossima Panda EV sarà prodotta in Serbia mentre da noi “lentamente muore” Mirafiori.
Perché un sistema di consumo ostile alle EV, rende ostile anche il sistema produttivo che ci gira attorno; e allora la questione non è più solo del guidatore, ma diventa un problema di sopravvivenza di un intero sistema nazionale che ha contribuito a fare la storia dell’automotive, e che mi sembra oggi stia perdendo un treno importante per il futuro„. Simone Rizza
L’auto elettrica è pronta, l’Italia no: è mancato un regista per la rete di ricarica

Wallbox: l’ Ufo piombato in condominio
La ricarica domestica è piombata dal cielo come un ufo senza che fossero adeguate e armonizzate regole condominiali, normative di sicurezza, controlli comunali. Il risultato è un groviglio di norme che rendono un’impresa impossibile l’installazione di una wallbox nella maggior parte dei posti auto privati.
La ricarica pubblica è stata lasciata a lungo in balìa di pochi grandi operatori che hanno installato colonnine pur che sia. Come fossero bandierine per marcare il territorio, ovunque lo consentissero Comuni impreparati a disciplinarle. Il risultato è una rete a macchia di leopardo.
La colonnina giusta? Nel posto sbagliato

Apparentemente adeguata nei numeri, soprattutto al Nord, ma non rispetto alle esigenze reali della clientela. Che avrebbe bisogno di più colonnine a bassa potenza dove sosta di notte e al lavoro, anzichè le inflazionate colonnine quick da 22 kW, che non sono né carne nè pesce. Infatti risultano quasi tutte sottoutilizzate. Qualcosa si sta muovendo solo ora con le City Plug di A2A.
I caricatori HPC piazzati a casaccio nelle città sono un lusso che oggi non potremmo permetterci, quindi uno spreco. Dovrebbero coprire invece tutte le arterie di grande scorrimento. Ma in autostrada sono comparse da appena due anni, quasi tutte di Free to X che è la rete in house di Aspi. E in molti tratti gestiti da altre società, ancora non si vedono. Perché?
Concludendo: ha ragione l’amico Mariano quando dice che l’auto elettrica non va usata come un diesel, ma non ha torto Simone che vorrebbe usarla correttamente, ma si scontra con un “sistema” che non glielo permette.
Quando la rete non piglia pesci…
C’è poi un corollario di non trascurabile impatto: una rete con troppi buche non piglia pesci e se non piglia pesci non rende. Se non rende può sopravvivere solo tartassando i pochi che ci cascano, per lo più costretti dalle circostanze. Ed è proprio questo che sta accadendo da un anno a questa parte.
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Caro Simone,
perdonami ma il tuo (non nell’accezione giuridica del termine) è in tutto e per tutto quello che si definisce un “incauto acquisto”, frutto di un’errata valutazione a priori delle caratteristiche dell’ “ecosistema” all’interno del quale avresti dovuto gestire e far muovere la tua BEV. È inutile adesso parlare di Amsterdam, Oslo o Singapore…..nel bene e nel male, siamo in Italia. E dunque presumo che la situazione delle infrastrutture che avrebbero dovuto supportare la tua BEV tu la conoscessi anche prima dell’acquisto. Così come avresti dovuto annusare da almeno un miglio di distanza il marcio che esala dalla giungla delle regole attualmente vigenti in tema di “wallbox in condominio”.
In più (ed è questo il vero peccato mortale) sei venuto meno sui contenuti della Prima Legge di Mariano, ovvero: NON COMPRARE BEV SE NON LA PUOI RICARICARE IN CASA!
È inutile girare intorno a questo punto anche se ogni tanto, con vorticosi giri di parole ed ardite risalite sugli specchi, lo fa anche il buon Paolo.
Se un potenziale utente di BEV non ha (per i più svariati motivi) la possibilità di ricaricare in casa, la BEV non la dovrebbe comprare. Punto!
Se, ciò malgrado, lo fa, poi deve farsela piacere E BASTA, senza inutili sorvoli su Amsterdam, HPC, problemi di condominio….ma soprattutto, senza pretendere dal Governo di turno il prezzo dei propri errori.
Non sarei così tranchant sullo sconsigliare l’auto elettrica a chi non ha garage/box o non ha modo di approntare il proprio per ospitare una wb. A volte basta avere a tiro una colonnina pubblica nei pressi della propria abitazione o luogo di lavoro (in caso di veicolo utilizzato esclusivamente per gli spostamenti casa-lavoro) per cavarsela egregiamente. Il lettore ha peccato troppo di fiducia avendo come soluzione unica quella di ricarica nel proprio box è vitale informarsi prima sulla fattibilità dell’installazione (contattando anche il proprio amministratore) ma io in tutta onestà non me la sento di metterlo in croce per questo
Mi ricorderò questa risposta quando la benzina forerà di nuovo il tetto dei 2€/L e sentirò gridare il “tagliate le accise”.
Risponderò subito sotto che chi compra una temrica dipende dal petrolio.
Il petrolio è una commodity, come tale è soggetta a quotazione. Se arriva a 100$ e la benzina a 2€ fa parte delle possibilità.
Buongiorno,
poiché la prima regola dell’umiltà prevede che occorra lavorare su sé stessi, non posso che biasimare me stesso per il fatto che nel momento in cui legge, percepisca una sorta di “lamento” relativo alla mia situazione personale, e non invece una riflessione di sistema.
Cosa, questa, che era invece il senso del mio pensiero.
Spendo due righe solo per rassicurare sul fatto che, come anche riportato, sono assolutamente soddisfatto del mio acquisto; e che nonostante le difficoltà, è quello che cercavo. Dunque, non lo considero un incauto acquisto, non riconosco come assoluta la sua cosiddetta “prima legge di Mariano” (anche se non priva di valore pratico), e non ritengo di aver bisogno di usare vorticosi giri di parole o ardite risalite sugli specchi per dire che con la mia mia ID3 sono molto contento.
Per il resto, la mia riflessione si è spinta per oltre la metà del testo a parlare di mappatura del sistema di ricarica pubblico e di gestione della transizione elettrica nell’automotive da parte del “sistema Italia”, ben al di là dei miei crucci quotidiani. Ho citato ad esempio le vicende sintomatiche di Mirafiori e la produzione della prossima Panda elettrica, ma solo per sintesi. Ci sono moltissime situazioni industriali condizionate da una impreparazione culturale a questa transizione. Impreparazione che ci vede piuttosto unici nel panorama europeo e che ci spinge a battaglie di retroguardia che possono avere un senso solo per racimolare voti, ma che non serviranno a prepararci ad una competizione globale sull’automotive di cui stiamo perdendo il treno.
“Pretendere dal Governo il prezzo dei miei errori” è un atteggiamento in effetti che poi porta ad affidarci al populismo. Chiedere invece conto al Governo, o comunque riflettere sulle sue scelte in campo economico/produttivo/di sistema, mi sembra sia qualcosa di diverso.
Certo che non siamo un paese pronto o adatto.
Basti pensare che circa un’ora fa su Radio1 una rappresentante dell’associaizone dei “Consumatori Attivi” invitava la gente a valutare bene prima di buttarsi sul tutto ecologico, in special modo le auto.
Queste le poche parole che sono riuscito a sentire prima della fine del collegamento.
Ma queste Associazioni che interessi difendono?
Chiaro che non si riuscirà a fare massa critica fino a quando non lo decideranno le varie lobbies.
E vorremmo la colonnina diffusa? Seeeee…
Concordo con tutto quello che ha scritto l’utente, mi limito a far notare una cosa. Ho letto il suo precedente intervento in cui lamentava le difficoltà nel far installare una wallbox nel suo garage condominiale (ci sono passato anche io). Tuttavia, diverse persone gli avevano correttamente risposto che la normativa attuale gli permette già ora di installare una nuova canalina senza chiedere alcun permesso condominiale però lui ha preferito rinunciare all’opera per non litigare con alcuni vicini ignoranti. Non capisco proprio il senso di complicarsi la vita e lamentarsi poi su internet quando potrebbe ricaricare comodamente da casa facendo semplicemente rispettare i suoi diritti. Ripeto, conosco bene la situazione essendoci passato in prima persona, ma dopo qualche litigata e alcuni mal di stomaco ormai sono diversi mesi che ho installato una wallbox e l’esperienza d’uso con la mia auto è tutta un’altra cosa. Non posso quindi che consigliargli di fare come me, eventualmente interpellando un legale in modo da sbloccare la situazione.
Buongiorno,
grazie della riflessione.
I commenti ricevuti a quell’articolo, così come anche i successivi articoli nel merito, mi hanno dato in effetti molte informazioni utili.
Per quel che mi riguarda, resta comunque un ragionamento da fare relativo ad un corretto bilanciamento tra opportunità di fare tutto da solo subito (con costi anche importanti) o attendere magari nel frattempo che ci siano altri vicini che siano nella stessa necessità, per favorire una transizione più graduale, e nel frattempo utilizzare la rete pubblica. Non ho ancora una posizione definita.
Detto questo, quello che ho scritto non voleva assomigliare ad una “lamentela”, bensì piuttosto era una riflessione di sistema anche riferita a chi è interessato all’acquisto e utilizzo di una EV e non ha la possibilità della ricarica domestica.
Anche il solo possedere un box non è garanzia automatica di poterlo fare, e questo al di là della mia situazione specifica (non tutti i box hanno linea di corrente, oppure ce l’hanno condivisa a livello di contatore, etc.).
E soprattutto voleva essere un ragionamento riferito al “sistema” che sta attorno alla transizione epocale, anche industriale, che stiamo vivendo, e alle opportunità produttive che stiamo perdendo.
Un tema che penso vada oltre alla mia presupposta “lamentela”.
Grazie della riflessione.
Quante paranoie…quante menate… vicini ostili? vai dall’avvocato o cambia casa, non hai le radici… e le quick no, e le hpc no… ma voi state veramente male…
Buongiorno,
la ringrazio dei commenti costruttivi.
Ha ragione e ha perfettamente colto il senso del mio lungo commento, anche ad esempio in riferimento alle colonnine…mannaggia, è proprio vero, non me ne va bene una!
E trovo tra l’altro molto lucidi i suoi suggerimenti.
Questa sera a casa parlerò con mia moglie e il mio bambino dell’opportunità di “farci meno menate” e di risolvere tutti i nostri problemi facendo causa ai vicini, oppure ancora più semplicemente cambiando casa.
Grazie.
Perché risponde al singolare? Il sig. Gardoni stava parlando con tutti voi, è forse il portavoce? Faccia come me: le scrivo dal Nepal, qui il fotovoltaico, a 5000 mslm produce benissimo e carico la macchina da 0 a 100 in una giornata. Certo, non ci sono le strade e quindi sono costretto a mettere a palla il condizionatore per poterla scaricare (vuol mettere la soddisfazione di caricarla gratis???) e l’elicottero che l’ha portata qui è costato quasi quanto l’auto, ma non ho nessun vicino impiccione o qualcuno che mi dia dei consigli così validi. Se vuole privatamente le mando indirizzo, nella iurta c’è ancora posto.
PS: Starlink funziona benissimo, ho tutto Tesla, anche il cappellino e l’ombrello e il lanciafiamme.
Eh sì di questi tempi con i mutui alle stelle, ottimo momento per comprare casa
“Se non rende può sopravvivere solo tartassando i pochi che ci cascano, per lo più costretti dalle circostanze”
Chiedo scusa: cosa significa “costretti dalle circostanze”?
Immagino gente che ha comprato una EV e la carica sulle colonnine invece che a casa.
Ci riferiamo alle circostanze descritte dal lettore: impossibilità di ricaricare a casa, mancanza di una colonnina a bassa potenza in prossimità della residenza
Sicuramente bisogna lavorare molto sull’infrastruttura. So di andare controcorrente ma io sinceramente non snobberei del tutto le ricariche veloci in città, le trovo comode soprattutto con i prossimi sviluppi tecnologici che dovrebbero migliorare molto la velocità di ricarica in DC. Per il resto, se non si ha la possibilità di ricarica domestica o una colonnina nelle immediate vicinanze della propria abitazione, gestirsi con un’elettrica ad oggi non è facilissimo: complimenti al lettore! Mi si permetta una piccola polemica: Quando facevo presente che è impossibile determinare quanti tra gli italiani che possiedono un box potrebbero davvero installare una wallbox, soprattutto per questione di condomini ostili che ne vietano l’installazione o dei costi folli negli stessi, che in diverse circostanze possono finire tutti in capo al richiedente, sono stato fortemente messo in dubbio. Io tiro fuori un problema perché spero che parlandone si possa informare sempre più persone e magari trovare una chiave di risoluzione, mai per attaccare. Peace
-La ricarica domestica è piombata dal cielo come un ufo senza che fossero adeguate e armonizzate regole condominiali, normative di sicurezza, controlli comunali. Il risultato è un groviglio di norme che rendono un’impresa impossibile l’installazione di una wallbox nella maggior parte dei posti auto privati.-
Personalmente ritengo che, per quanto riguarda l’Italia, la soluzione di quanto evidenziato sopra sia decisamente prioritaria rispetto all’idea di tapezzare l’orbe terracqueo di colonnine.
Che pure ci vogliono, specie in contesti dove percentualmente mancano i posti auto privati rispetto alle abitazioni presenti.
Ma armonizzare, rendere effettivamente praticabili ed economicamente sostenibili le regole che gestiscono l’installazioine di un sistema di ricarica domestico (fosse anche una presa blu con carichino “industriale”) avrebbe un impatto sicuramente più notevole in un contesto dove effettivamente più del 60% della popolazione può disporre in qualche maniera di un posto auto privato.
E che oggi, per un motivo o per l’altro, si troverebbe spesso a dover spendere cifre del tutto prive di senso quand’anche non avesse problemi col vicinato e quand’anche fosse in grado di rispettare la mole ridondante e spesso inutile di norme di sicurezza vere o presunte.
E di conseguenza, comprensibilmente, rinuncia.
Come giustamente detto, “manca un regista”.
sarebbe sufficiente che io chiedo a… Enel, A2A o chicchessia: “Voglio installare nel mio box (all’interno di un condominio) una ricarica a bassa potenza per un’auto elettrica”.
E loro si occupano di tutte le pippe normative, progettuali, installative, fornendomi un referente Tizio Caio che risponde a tutti gli st***zi che si lamentano.
L’amministratore si lamenta? Chiamare Tizio Caio.
Il vicino si lamenta che io ho messo la wallbox? Chiamare Tizio Caio.
Lei la fa troppo semplice. Non funziona così
Non funziona così, però un servizio come chargeguru ci si avvicina parecchio.
Peccato sia caro come il fuoco. Oppure, come minimo, diversamente economico.
E quanto costa “Tizio Caio” che si assume questo onere e che magicamente risolve tutti i problemi?
EV di massa ?
un minimo di progettualità per favore
le ultime statistiche dicono che gli Italiani percorrono mediamente MENO di 10000 km DIECIMILA anno
qualcuno ne farà molti di più
qualcuno molti di meno
i primi non utilizzeranno EV ancora per qualche anno ,a meno che non vogliano risparmiare
i secondi utilizzeranno l’auto per sfizio
possiamo dire che la massa fa 35 km al giorno per lavoro ?
molti di questi percentuale a 2 cifre caricheranno a casa
e gli altri ?
se ci interessa la massa , dobbiamo fare infrastrutture per la massa e auto EV per la massa
il gomito della curva di gauss ..
35×5=175 km per lavoro, facciamo 300 a settimana
per quelli che non hanno il box , serve la carica DC
per almeno 40/50 kWh
dove ?
per i più fortunati ,dopo quelli che caricano a casa,
parcheggio posto di lavoro
e gli altri ?
millemila colonnine sui marciapiedi ,
con casini di scavi e lavori in corso per settimane ,mesi ..
con risse furibonde alle 3 di notte per il posto con colonnina o …
PERCHE’ NON METTERE COLONNINE in DC da 25/50 kW , per una ricarica di mezz’ora o un’ora ,
presso supermercati , ipermercati ,centri commerciali ,fastfood ecc.. ecc..
dove le famiglie medie vanno almeno una volta a settimana ?
i parcheggi di questi luoghi spesso superano i 1000 mq
e si prestano a diventare campi fotovoltaici ,magari con accumulo
my 2 cent per la massa da uno che non appartiene alla massa
Ma certamente!
E si torna, un po’ sotto mentite spoglie, al concetto di “fabbrica della ricarica”.
più che altro faccio riferimento a quell’articolo di qualche giorno fa
dove si legano indissolubilmente le rinnovabili , il fotovoltaico alla ricarica ,
una mini centrale di qualche megawatt picco abbinata alla ricarica
in ogni parcheggio importante
dove le persone , normalmente vanno almeno una volta a settimana
secondo me l’ac è il presente e il futuro prossimo per casa,lavoro ..
ma non ha nessun FUTURO come ricarica pubblica ..
meglio la ricarica in DC nei luoghi citati
anche perchè i tempi di ricarica stanno scendendo di anno in anno
tra qualche lustro il “fare altro” mentre ricarica , sarò storia IMHO
sarà solo per quelli che hanno il box
my 2 cent
magari, invece di invidiare le “sanzioni ” francesi alle auto cinesi – che trovo pericolose per le inevitabili ritorsioni di chi è nostro cliente e fornitore! – bisognerebbe copiare la legge che impone (con incentivi adeguati) la posa di impianti fotovoltaici su tutte le aree di parcheggio grandi .. Con adeguati sistemi di accumulo potrebbero magari sostenere pure lunghe soste e cariche AC.
(https://www.qualenergia.it/articoli/in-francia-fotovoltaico-obbligatorio-grandi-parcheggi/ )
Io stesso, pur avendo posto auto con wallbox 7.5kW (e 6kW notturni) spesso ricarico ai supermercati… ( alcuni danno pure bonus convertibili in ricariche presso le colonnine che hanno nel loro parcheggio … e visto che non ne posso più di piatti, tovagliette ed altre “amenità” … ne approfitto 😉😁)
Tutto vero. Cosa può fare ciascuno di noi, o ancor meglio assieme con questa piccola comunità non sempre concorde ?
Questo governo ce lo dovremmo tenere ancora per anni e la evidente ostilità del ministro che dovrebbe fare da regista non ci devono far rinunciare a fare qualcosa.
Penso che la mobilitazione possa agire su due punti: l’azione sugli amministratori locali contattandoli e rompendo le scatole per posizionare colonnine presso i pali della luce come dice Mariano e come class action per una riduzione delle tariffe. Per le iniziative governative dobbiamo contattare quei rappresentanti delle opposizioni sensibili al tema per cercare di migliorare le normative condominiali. Tatticismi finché non cambia aria. Più che comprare un’auto elettrica una wb e un fotovoltaico non saprei
Sono un frequentatore di Vaielettrico da qualche mese e noto che molti utenti si lamentano sempre del governo che non fa questo, è contro questo, il tale ministro è un …., se non cambia aria è un disastro ecc…. Ora, mi pare che chi eroga contributi e incentiva la diffusione dell’elettrico (per impianti fotovoltaici e per acquisto di Bev) siano le regioni che, guarda caso, sono tutte, o quasi, governate dalla stessa gente che sta al Governo. Io ho appena ricevuto la conferma di un contributo per l’istallazione di un impianto fotovoltaico e mi sto accingendo all’acquisto di due bev (auto+scooter) da un governo regionale (Regione Marche) della stessa pasta di quello nazionale. Come la mettiamo? Forse che il nostro Governo si è trovato rogne lasciate dai precedenti (superbonus, Rdc, …) che non permettano tanti movimenti? Capisco che qualcuno abbia una certa allergia per una determinata parte politica a prescindere, però ritengo che, ogni tanto, pensare a 360 gradi sia meglio e, intellettualmente, più corretto. Saluti
Anche io ho ricevuto il bonus colonnine, ma lo ritengo un contentino rispetto a possibili iniziative a riguardo. Questo blog ha riportato i soldi non erogati per pasticcetti burocratici e mancanza di supporto, prima di tutto di comunicazione. Non voglio entrare troppo nella contrapposizione politica, ma il superbonus aveva tra gli obiettivi il risparmio energetico così come comprare e poter utilizzare un veicolo elettrico dovrebbe avere come obiettivo primario quello di non stare dalla parte della co2
Buongiorno,
grazie della riflessione. Il punto di vista che ho esposto nel mio intervento non si riferiva solo agli incentivi in termini di contributi economici all’acquisto di una elettrica (i quali, comunque, sono anch’essi un bel rebus: il Ministro Urso ne ha promessi di nuovi per quest’anno, ma i contorni sono fumosi e non si sa quando arriveranno, e questo condanna ad una eterna attesa che intanto blocca i possibili acquirenti; e quelli per l’installazione delle wallbox sono stati nel 2023 praticamente impraticabili e resi disponibili tardivamente a causa di una circolare ministeriale che è arrivata solo in ottobre…).
Ma anche e soprattutto in termini normativi: perché l’installazione domestica deve dipendere da una circolare dei VVFF scritta in modo ambiguo, e non da una norma nazionale?
E poi, in termini di target: perché nessun incentivo per le flotte aziendali?
E ancora, in termini anche di pianificazione urbana: le colonnine vengono installate troppo spesso a casaccio e senza un piano regolatore che ne dia un senso.
Quindi sì, ho citato il Governo (il quale comunque un giorno sì e l’altro pure spara a zero contro le auto elettriche – ma magari dopo le elezioni del prossimo maggio si farà meno campagne elettorale) ma vale anche per le amministrazioni locali per competenza.
Ben vengano gli incentivi economici, ma ci deve essere un sistema che faciliti le cose a tutto tondo. Sempre che lo si voglia, certo.
Io non dispero. Prima o poi questo governo (o qualunque arrivi dopo) dovrà fare i conti con la realtà, indipendentemente dagli attori dietro le quinte che gli tirano i fili. E’ la stessa cosa del 2035: alla fine le case automobilistiche (tranne gente come Porsche, che ai fini statistici è irrilevante) si stanno spostando sulle EV con piani più o meno aggressivi, arrivando probabilmente a togliere le ICE anche prima della data prevista.
Non dispero nemmeno io in termini generali. Mi rammarico per la mancanza di slancio italiano. Generalmente fertile di creatività mostra solo poche eccellenze (es. colonnine fast) ma una goccia nel mare rispetto all’oceano mirafiori e al suo futuro.
Purtroppo è lo stesso ragionamento che ho fatto io. Se non avessi potuto installare una wallbox sul parcheggio condominiale NON considererei l’acquisto di una BEV.
Fortunatamente i condomini non hanno avuto nulla da ridire e l’amministratore è stato non solo collaborate ma addirittura propositivo per agevolare una soluzione che andasse bene a tutti.
Per cui appena escono i nuovi incentivi (ho letto che l’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare il 1° FEB) valuterò con attenzione tempi e soluzioni.
Per ora un giro di test-drive: Megane e-tec, Dolphin, MG4.
Ma è un percorso lungo e tortuoso. E i prezzi delle colonnine pubbliche… ti vien voglia di girare allo nel quartiere.