Home Vaielettrico risponde Non ho garage ma voglio un’elettrica: c’è una soluzione?

Non ho garage ma voglio un’elettrica: c’è una soluzione?

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Una Mini-e nuova fiammante in ricarica presso un lampione nel quartiere londinese di Westminster.
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Pietro guarda avanti: non ha una garage ma già pensa a come ricaricare l’auto elettrica, quando l’acquisterà. Comprare o affittare un garage? Aspettare nuove soluzioni per disporre di una rete di ricarica pubblica capillare e comparabile a quella domestica?  Per ora c’è poco all’orizzonte, se non proposte e ipotesi. Ricordiamo che i quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Buongiorno, vi seguo attentamente e vi ringrazio per la competenza che trovo nei vostri articoli e risposte ai lettori.
Non devo ancora cambiare la mia auto a metano ma sono convinto che le auto con motore termico andranno ad estinguersi piano piano e quindi credo che informarmi su questo mondo con anticipo sia doveroso. Non trovo però risposta ad un dubbio.

Abito in un grande condominio. I vecchi piccoli garage non sono adatti a contenere auto familiari (ho tre figli) e parcheggio in strada dove trovo. E come me quasi tutti: anche le famiglie meno numerose hanno suv che non entrano più.

Acquistando una elettrica so di poter rientrare più velocemente dell’importante investimento caricando a casa. Ma non mi è possibile. Investendo ulteriormente potrei comprare o affittare un box ma da vostri articoli so che poi l’energia del contatore dedicato non sarebbe a buon mercato.
Quali soluzioni si prospettano per le persone nella mia condizione?

Acquistare un garage: nuove regole cercasi

RISPOSTA La sua condizione, caro Pietro, è certamente quella meno favorevole al passaggio all’auto elettrica, come abbiamp più volte sottolineato. Essendo però la condizione di una fascia di automobilisti molto ampia, probabilmente la maggioranza, è inevitabile che il governo prenda provvedimenti se vuoe raggiungere gli obiettivi di elettrificazione già fissati per i prossimi anni (6 milioni di veicoli elettrici entro il 2030 e la totalità entro il 2050). E alcune proposte sono già state avanzate.

garage elettrica

Acquisto o affitto di un garage La legge prevede che l’acquisto di un garage nello stesso Comune di residenza e ubicato in prossimità dell’abitazione principale (quella esente da tassazione, per intenderci) sia sottoposto a un regime fiscale di favore in quanto accatastato come pertinenza della prima casa, anche se in un edificio diverso. Oggi, tuttavia, il contratto di fornitura elettrica non può essere lo stesso dell’abitazione principale (usi domestici residenziali) bensì per “usi diversi”. Oltre  all’installazione di un nuovo contatore e relativi costi fissi,  saranno diverse anche le tariffe. E alla fine la ricarica di un’auto elettrica sarà più onerosa e non troppo dissimile da quella effettuata presso  colonine pubbliche in corrente alternata.  E’ lecito immaginare che l’autorità preposta (ARERA) finirà per disciplinare diversamente questi contratti, uniformando i costi a quelli di un contratto per usi domestici residenziali.

Ricaricare in strada: servono soluzioni innovative

Servono più ricariche e meno costose, anche nei lampioni: qui i charging-point di Ubricity a Londra.

Ricarica in strada In molte città europee, per esempio a Londra e a Valencia, si stanno diffondendo reti di ricarica molto capillari, integrate ai lampioni per la pubblica illuminazione.  Un sistema del genere presenta alcuni problemi (chi eroga il servizio, come vengono fatturate le ricariche, come garantire la sicurezza, come prevenire gli abusi) ma  le soluzioni tecnologiche e organizzative sono già allo studio (leggi).

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19 COMMENTI

  1. Pensa che molti hanno un box ma per l’antincendio non fanno impianto elettrico. Siamo nel 2022 in italia e le follie e la completa mancanza di senso vigono grazie a chi ci obbliga a fare cose insensate.

  2. L’alternativa alla ricarica domestica è la ricarica presso il luogo di lavoro. Tutte le altre condizioni sono molti complicate da gestire, soprattutto sul lungo periodo. All’inizio c’è l’entusiasmo per il giocattolo nuovo ma poi credo che lo stress prenda il sopravvento.

    • E’ esattamente il contrario, Alessandro. All’inizio c’è ansia e stress, poi velocemente si capisce che non ve ne è motivo. La rete di ricarica pubblica è più capillare di quel che sembra; una presa elettrica si trova ovunque, in ogni casa e in ogni sperduto paese; i biberonaggi frequenti quando l’auto è comunque ferma consentono di mantenere le batterie cariche senza perdere un solo minuto.

  3. Secondo me poter caricare a casa è imprescindibile. Certo ci sono le colonnine pubbliche ma spesso le trovo occupate o non ho tempo di stare fermo ad aspettare la carica. Poi ovviamente dipende da quanti km fai e quindi ogni quanto tempo devi quindi ricaricare.

  4. Sarà un consiglio superfluo, ma suggerisco a Pietro di fare un test-drive e verificare se la sua futura auto familiare entra nel box condominiale di proprietà, sarebbe la soluzione ideale. La seconda soluzione sarebbe quella di cercare un compromesso in assemblea condominiale, installando una colonnina in uno spazio comune, ma so già che sarebbe difficile.

  5. Io trovo molto comodo ricaricare in garage, ma nel mio primo mese elettrico non ho potuto farlo perché l’impianto del box non era adeguato, e c’è voluto tempo per i lavori. Durante questo mese abbondante ho ricaricato alle colonnine pubbliche, e non ho mai avuto problemi, si scarica velocemente e comodamente. L’accortezza é quella di vedere dove sono quelle pratiche da raggiungere, fatto ciò secondo me si vive bene anche senza box. Preciso che ho una Twingo elettrica, che carica a 22 kW, non sono mai stato più di un oretta scarsa alla colonnina

  6. Vivo in un condominio con posto auto fisso in garage interrato di proprietà di una società che non mi autorizza ad installare una presa o una walbox. Ho comunque una auto elettrica da cinque mesi con la quale ho percorso 8500 senza problemi di ricarica. È vero che a pochi chilometri da casa ho una stazione di supercharger e ciò mi agevola molto ma ho anche visto che stanno aumentando le colonnine di altri gestori. Direi a Piero di non preoccuparsi più di tanto e passare all’elettrico tranquillamente

    • Le soluzioni esistono sempre, per lei nello specifico penso che il rifiuto da parte del condominio sia ingiustificato, si pone la stessa situazione per molte altre installazioni personali in un condominio, dopo varie lotte il condominio a dovuto cedere. La potrà vincolare su posizione e su aspetti tecnici, ma il divieto mi sembra alquanto fuori luogo essendo la wallbox una cosa oggigiorno normale e necessaria.

      • Purtroppo è difficile da proprietario su un condominio figuriamoci se lo hai in affitto, diciamo che ci vorrebbe degli incentivi e obbligo a tutte le aziende di installare colonnine di ricarica per i propri dipendenti, tanto i parcheggi sono occupati e in quel momento avrebbero un servizio sociale, o se l’azienda non ha posto auto privato per dipendenti, sicuramente ci saranno quelli pubblici come ci sono in tutte le zone artigiani o industriali, ovviamente da 2kwh non serve di più e ovviamente la ricarica al costo di 0,20€ al kWh solo così si potrà fare la transazione, perché i due posti in cui auto resta ferma ore è a casa mentre dormiamo o al lavoro.

        Ovviamente per chi non ha box o garage servito da energia elettrica.

      • da come ha scritto non è il condominio..
        poi non è un garage ma un posto auto fisso ( es. appartamento Y posto auto 10) in un parcheggio sotterraneo (tipo quelli di molti centri commerciali o autorimesse). se è così, bisogna vedere se ci sono regole a cui debbono sottostare questi proprietari o semplicemente non hanno voglia di accordare un trattamento diverso rispetto agli altri.

        PS: per me il garage è il posto dove metto la mia auto e chiudo la saracinesca a chiave

        • Infatti non è il condomino ma la società proprietaria del palazzo. Tecnicamente non ci dovrebbero essere problemi visto che il quadro contatori degli appartamenti so trova nel garage a meno di 20 metri dal mio posto auto e, in teoria, per questo motivo dovrebbe essere in regola con le norme dei vigili del fuoco che obbligano ad avere la possibilità di staccare facilmente la corrente in caso di necessità.

          • Buongiorno Luigi, Per quanto la cosa possa ritenersi una scappatoia, le sottopongo una chiave di lettura che forse potrebbe essere di suo interesse. La sua particolare situazione di inquilino ovviamente complica un pochino la questione, quello che si potrebbe sondare è tentare l’installazione, ovviamente a sue spese, di una presa interbloccata da 16 a, di quelle industriali blu, corredata ovviamente dal suo bravo c16 è servita da un fg16 3×6 mmq. Fatto ciò, salvo miei errori di interpretazione, per quanto riguarda la stretta normativa lei non avrà installato un punto di ricarica poiché la presa interbloccata 16 A è in grado di erogare corrente a non più di 3,7 kw. E ripeto, salvo miei errori di interpretazione potenze minori o uguali a 3,7 kW non sono considerate “punto di ricarica” ma semplicemente una presa di corrente. Tale sistema non richiede particolari aggiornamenti a livello di scheda dell’impianto fermo restando che l’elettricista gioco forte deve rilasciare una dichiarazione in tal senso . Però formalmente quella che viene installata è una presa di corrente supplementare, cosa che se non ricordo male non va a toccare questioni tipo Vigili del Fuoco e quant’altro. Stante che questa presa è collegata con il suo contatore domestico, lei in teoria e per ipotesi ci potrebbe attaccare anche un congelatore chissà quale grosso elettrodomestico. In realtà incidentalmente lei invece ci attaccherà un caricabatterie da 3,7 kW che tramite presa CEE industriale potrà ricaricare la sua vettura nella più totale sicurezza. E in ogni caso 1000 volte meglio di qualsiasi Schuko ipotizzando una ricarica a 16 ampere. Superfluo dire che dovrà fare alzare il suo contatore se vuole ricaricare a tale potenza. Ovvio che non stiamo parlando di una colonnina supercharger, ma poter disporre di un punto di ricarica a 16 ampere in casa è già una prospettiva decisamente interessante… soprattutto rispetto al nulla 😉

          • Ammazza Alessandro che stile! Hai dato una pista a tutti, e già che in pista ci vai davvero! WoW che spettacolo, questi contributi spaccano, bravo e grazie!

          • Ciao Enzo, mi sto informando in materia a 360 gradi perchè sto seguendo la progettazione di massima di un impianto di predisposizione di ricarica ormai per quattro diversi condomini. L’idea ovviamente è quella di avere massima resa con minima spesa. Ho anche mandato una mail a “info vaielettrico” chiedendo se mi danno per favore una mano con certe normative, ma temo che il signor Massimo mi abbia buttato nello spam pensando che lo stia trollando. ☝️😭

          • Non è così, Alessandro. Il fatto è che anche noi non ne sappiamo molto e dobbiamo rivolgerci a interlocutori esterni

      • Il problema è sempre il CPI in questi casi: la wallbox su linea personale la puoi mettere ma ti paghi la ricertificazione prevenzione incendi per l’intera rimessa e quando grande costa parecchio, quindi desisti è vai alle colonnine. La soluzione sarebbe alleggerire le norme… Molto più pericolosa la vecchia presa usata precaria ente dal falegname fai da te in garage con i trucioli di legno ovunque o una wallbox ben fatta e certificata?

        • Come dicevo nella precedente risposta il CPI dovrebbe esserci, considerando che i contatori si trovano praticamente nel garage e che questo supera i 300 mq. Il fatto che non concedano l’autorizzazione però mi fa pensare male. Ora siamo in tre ad avere un sito elettrica, magari l’unione fa la forza.
          Comunque si, avendo i supercharger vicino casa (10 min) il problema finora non si pone e vivo tranquillo

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