Non è così facile passare all’elettrico…

Non è così facile passare all’elettrico: Gabriele, un lettore friulano, racconta le vicissitudini di ricarica patite durante un viaggio con la sua 500e. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

Non è così facile: vi racconto un viaggio Pordenone-Trieste in 500e

Non è così facile …Una mia piccola esperienza, per fortuna risolta bene, mi porta lo scorso Week End a fare un piccolo tragitto con la mia Fiat 500e da Pordenone a Trieste . Ebbene decido di andare con la piccolina di famiglia per fare una guida tranquilla e che adoro, anziché prendere il mio Golf Turbo diesel. Solitamente con la piccolina o faccio percorsi in città (di Pordenone dove abito) o al massimo il tragitto per andare al lavoro per 30km. Infatti ho la possibilità di ricarica sia a casa sia al lavoro. Insomma, arrivato a Trieste con il 57% di  carica decido comunque di procedere alla ricerca di un punto di ricarica in centro nelle vicinanze del luogo dove volevo recarmi. Con il computer di bordo vedo presenti delle colonnine proprio a pochissima distanza , niente di più semplice arrivarci con le indicazioni del navigatore e … Trovo sbarrato il piazzale dove eran posizionate delle colonnine per dei giochi che avevano organizzato.

Non è così facilePrime due colonnine inservibili, trovare la terza è una caccia al tesoro

Chiedo, con gentilezza, come avessi potuto risolvere ed in malo modo mi viene risposto: “Qui non si passa, vada altrove dove vuole! “. Con la bufera nella testa procedo a cercare un altra colonnina e, come da indicazioni del navigatore mi dirigo verso un piazzale vicino ma … Non trovo le colonnine perché probabilmente dentro la zona ZTL affianco. Che ne so se si può passare con l’elettrica ?!?!?  Sempre più incazzoso, vado verso un parcheggio multipiano nelle vicinanze della Stazione, indicato sempre dall’impavido navigatore. Ma arrivato lì non capivo se il punto di ricarica con tre colonnine indicate fosse all’esterno o dentro tale multipiano … Insomma, senza una precisa indicazione che semplicemente avrebbero potuto mettere all’esterno , chiamo il servizio informazioni del Parcheggio. Dopo un pochino di attesa mi dicono che le piazzole di sosta predisposte con le colonnine Enel–X sono all’interno al Primo Piano….

non è così facileNon è così facile, tra maleducazione e mancate indicazioni

Entro e in fondo ad un angolino le trovo. Finisce il momento di tensione nervosa e collego la piccolina che volevo caricare per una maggiore sicurezza. Con quella percentuale di carica avrei potuto sì tornarmene a casa, ma avevo un pochino di giretti da fare ancora e non sapevo se darei arrivato al limite minimo… Tutto è bene quel che finisce bene, ma non è stato così semplice purtroppo. Un po’ per mancate indicazioni ( importanti direi !!! )e per una gran dose di maleducazione generale che ho incontrato. Vorrei che mi aiutaste a capire dove ho sbagliato (se ho sbagliato qualcosa ) o come gestirmi più tranquillamente, visto l’accaduto. Sono talmente felice dell’acquisto della Fiat 500e che vorrei davvero vendere la Golf e per passare al completo verso l’elettrico… Dopo questa piccola esperienza sono con alcuni dubbi che mi frullano nella testa. Gabriele Pavani

Risposta. Continuiamo a ricevere segnalazioni di colonnine “imprigionate” in zone inaccessibili perché adibite a fiere o sagre. E qualcuno dovrebbe spiegare com’è possibile autorizzare e installare ricariche in simili location. Quanto alla domanda di Gabriele sugli eventuali errori commessi nel viaggio Pordenone-Trieste, l’unico suggerimento che ci sentiamo di dargli è di avere sempre un piano B. L’Italia è questa, un Paese fatto di inefficienze e scarso (o nullo) rispetto per le esigenze altrui. Serve sempre un manuale di auto-difesa, anche per le ricariche.

Visualizza commenti (30)
  1. anche a roma uguale… oltre a quelle non funzionanti, quelle occupate abusivamente, molte sono in “garage privati a pagamento”, ed è assurdo che Enel X le segni come “accessibili” … certo cosi pago sia il garage che la ricarica !!!!!

    c’è poco da fare, ancora non ci siamo !!!

  2. Eccola, l’ennesima dimostrazione del perché le auto elettriche non sfondano (oltre al fatto di essere “pompate” dall’alto invece che scelte dal basso perché percepite “migliori”): per l’ansia da ricarica.
    Una cosa che, come il fare flop a letto, la gente non ammette MAI ma che traspare da ogni parola di ogni testimonianza sul tema.
    Poi ovviamente parte il circo del “ah io ho il wallet box, ah io posso ricaricare qua qua qua qua e pure qua, ah io dove l’attacco, al tram?, ah io ho la tesla da 837 anni e non mi è mai capitato, ah io…”, ma il punto rimane sempre lo stesso: in Italia, e in moltissimi altri posti, le infrastrutture di ricarica sono assolutamente insufficienti per pensare a una elettrificazione di massa entro il 2030 (che già scivola al 2035), quindi l’unico fenomeno che ci ritroviamo ad analizzare (e sul quale ci piace tanto scannarci) è una piccola élite di pionieri che si butta, per le ragioni più disparate e con le dovute e fortunate eccezioni, in un’impresa al limite del suicida.
    Il resto è tifo da bar, coi politicanti e i loro burattinai dell’ automotive (e i rispettivi ulteriori burattinai della “green economy”) che guardano e sghignazzano.

    1. Sia gentile afiorillo, lei ha ampiamente dimostrato una notevole ignoranza in materia, wallet box ha toccato un picco inarrivabile, ma ci può anche stare, evidentemente non potrà essere esperto come chi l’auto elettrica la guida anche da anni, ma fossi in lei eviterei di venire qui e da profondo ignorante spiegarci i limiti della mobilità elettrica facendoci la morale ipocrita del fallimento della transizione verso una mobilità più sostenibile, a noi che abbiamo a cuore la salute del nostro pianeta e delle persone. A lei evidentemente non piace la mobilità elettrica, una mobilità che al 99,9% non presenta problemi per chi ha un minimo di esperienza (esperienza che come tutto la si fa informandosi ed utilizzandola), ma almeno permetta a me di disprezzare la mobilità a combustibili fossili, poiché non mi piacciono i nocivi e dannosi gas e i fastidiosi rumori che vengono emessi da questa tipologia di auto. Io dopo aver guidato per oltre 33 anni auto con motore termico adesso da un anno e mezzo guido un’auto elettrica, con grandissimi soddisfazione e appagamento, io come il 99,9% dei guidatori elettrici sono felice e sereno, le auguro un giorno di esserlo anche lei, ma se i presupposti sono questi la vedo dura.

    2. Interessante risposta, un mix di sentito dire e “mio cuggggino” . Oggi, Bergamo – Arezzo, ricarica a Casalecchio di Reno, tesla charger 12 minuti. Fatto 2 passi, toilette, ripartito. arrivato a 8 km dalla destinazione, rabbocco ionity, 7 minuti. A destinazione ho a circa 800 metri la ricarica lenta. In sintesi, l’esperienza dell’elettrico andrebbe provata, prima di dire peste e corna di una cosa che non si conosce. È la solita storia della volpe e l’uva, spiace vedere e sentire persone che non sanno nulla perché non hanno provato l’oggetto dell’argomento

  3. Leggendo l’articolo mi è subito venuto la domanda come mai la persona non ha utilizzato delle App per cercare le colonnine?

    Il computer di bordo non è sempre aggiornato e potrebbe dare info inadeguato.

    Con Tesla non è un problema viaggiare con il navigatore di bordo perché è sempre aggiornato essendo sempre collegato al server Tesla. Per gli altri è meno evidente.

    La nostra seconda vettura è la DS 3 E-Tense full Electric e per viaggio più lungo utilizzo le App,ai il navigatore di bordo.

  4. Il titolo corretto sarebbe stato: “Non è così facile passare all’elettrico in questo … di Paese!”

  5. Trieste ha una situazione a dir poco vergognosa per le colonnine, sia come numerosità sia come posizionamenti. Confermo che una è in ZTL inaccessibile. C’è una DC “lenta” da 50 kW molto fuori città, serve l’area di ricerca ma è accessibile a tutti. Non semplice da raggiungere e non di strada per il turista. Ho un collega senza box che era interessato all’elettrico ma a queste condizioni non se la sente. Io per fortuna ho il box e quindi ho fatto il grande passo, ritiro la prox settimana. E se avessi urgenza di ricaricare in DC velocemente, beh c’è la Slovenia dietro l’angolo, ho un SuC a 10 minuti da casa e costa pure meno che Italia. Insomma passerò da fare benzina in Slovenia a ricaricarmi là, cambia l’alimentazione dell’auto ma non le abitudini di noi triestini.

    1. Si’ l’ho pensata anche io continueremo ad andare in Slovenia a fare rifornimento come abbiamo fatto per anni e ancor lo facciamo. Io a Muggia ho delle colonnine vicino a Capodistria 🙂

  6. Guardando Trieste in Google maps, io avrei scelto la carica DC a Duino con Becharge, sulla strada del ritorno. 15-20 minuti di ricarica (forse anche meno) e via di ritorno verso Pordenone con zero problemi. Bisogna sapersi adeguare in fretta

  7. Purtroppo Trieste è servita malissimo per quanto concerne la ricarica. Posso suggerire colonnina con 2 prese AC presso l’ospedale, parcheggio lato strada, mai trovati degli abusivi, oppure l’unica fast, una bitron 50kW EnelXWay presso il centro di ricerca di Padriciano, sopra Trieste.

  8. Oggi passando per caso ho buttato l’occhio su due colonnine becharge installate da anni e mai attivate, c’è la luce verde accesa quindi presumo che adesso funzionino. Il problema è che davanti ci sono ancora le strisce bianche per il parcheggio libero e quindi ovviamente occupate da vetture termiche che a norma di legge potrebbero stare lì per sempre, non c’è neppure zona disco. Vediamo quanto passerà affinché facciano la segnaletica orizzontale corretta, ma tanto poi sono sicuro che sarà difficile che siano libere visto i numerosi bar e ristoranti che ci sono nella zona. Se non puoi caricare a casa o se devi fare lunghi percorsi secondo me l’elettrico ancora avrà grossi problemi

    1. “Se non puoi caricare a casa o se devi fare lunghi percorsi secondo me l’elettrico ancora avrà grossi problemi”

      La prima che hai detto è vera: finché non saranno implementate soluzioni come City Plug di A2A e le ricariche nei lampioni, chi non può caricare da casa sarà sempre in difficoltà.
      La “massa” di auto da sostituire, infatti, è costituita proprio dai milioni di “utilitarie” (auto di segmento A, B e C) di persone che fanno meno di 100 km al giorno e a cui farebbe comodissimo poter ricaricare a casa.

      Non sono invece d’accordo con la seconda: fra FreeToX in tutti gli autogrill delle autostrade di Autostrade per l’Italia (almeno fino sotto Roma) e Supercharger Tesla e stazioni Ionity e di altri appena fuori da molti caselli, per chi fa lunghe percorrenze in autostrada oggi le cose vanno molto meglio di appena uno o due anni fa.

      1. Leonardo (R)

        Non sempre se non puoi caricare a casa l’auto elettrica è un problema.
        Io abito in centro a Torino e di colonnine vicine ne ho quante ne voglio, e anche di gestori diversi, infatti mi posso permettere il lusso di caricare a quella più economica e magari un po’ più lontana, oppure se ho fretta e non voglio sbattermi alla più vicina anche se magari un po’ meno conveniente.
        Il problema è più nelle periferie dove ci sono grossi condomini e molte auto in strada, ma essendo “periferia” le colonnine sono spesso poche, distanti e in posti sfigati: certamente in questi casi non è ancora il caso di passare a una BEV perché poi magari le uniche colonnine abbastanza vicine vanno fuori servizio o sono oggetto di occupazione abusiva e si finisce a dover caricare alle DC, ma in quel caso ovviamente l’auto elettrica produce un’esperienza peggiore anziché migliore rispetto alle ICEV.

        1. antonio Gobbo

          Caricare alle AC è senz’altro meglio economicamente, però la devi avere veramente vicina on modo da tornare a casa a dormire, le AC sono estremamente costose in più comunque devi attendere i famosi 20 – 25 minuti per arrivare are all’80% più il tragitto per arrivarci qualora non sua “sotto casa”. Insomma per ora la ri amica a casa è la soluzione ottimale, le altre molto meno e l’alternativa elettrica va valutata bene caso per caso.

      2. Si, intendevo che facendo lunghi percorsi c’è da ricaricare per strada con la conseguente ricerca di colonnine libere, funzionanti , non occupate abusivamente più districarsi fra app varie e cercare di spuntare prezzi umani. Credo che le auto siano migliorate molto più in fretta della rete di ricarica

  9. A Trieste, complice forse la benzina ultra agevolata, le colonnine sono pochissime e mi pare che l’unica DC sia ben lontana dal centro.

  10. Perdonate ma al di là di tutto ma un distributore di benzina si può sbarrare? Un distributore di gasolio può essere inserito in una ZTL? Può essere nastrato ed interdetto al pubblico?

    Ho guidato per oltre 25 anni ICE, benzina e diesel e NON mi è mai successo in ben oltre 350.000 Km in Italia e all’estero di vedere una cosa simile.

    Ammetto la mia ignoranza ma non capisco come si possa inglobare una colonnina di ricarica in qualcosa che ne interdica l’uso.

    1. Perfettamente d’accordo…

      Bisogna valutare se ci sono gli estremi per denunciare gli enti preposti alle autorizzazioni a chiudere determinate aree o strade per “interrogazione di pubblico servizio” che, data la scarsità, non è facilmente sostituibile

      Non pretendo che qualunque colonnina sia per.forza tenuta libera ..ma SE sono poche…quelle servono!

      Speriamo che le amministrazioni comunali non abbiano sempre la.pessima idea di fare installare colonnine in zone poi difficilmente accessibili a tutti.. (ZTL o aree fiere etc).
      Meglio un po’ fuori dal centro…ma facilmente raggiungibil anche a chi non è della zona (i navigatori aiutano…ma hanno ancora dei limiti)

      1. Capitato proprio a Trieste: manifestazione acquatica (camottaggioà), colonnine sulle Rive vicino a Eataly bloccate.
        Ho spostato le transenne e messo l’auto in carica.

        1. Autarchica come mossa…ma condivido.
          E poi.. sarebbe il colmo che “apparisse” un solerte rappresentante delle forze dell’ordine proprio in quel momento!
          Contro un pericoloso “nazi green” che cerca di ricaricare abusivamente la propria elitaria auto elettrica!

        1. antonio gobbo

          Ho qualche dubbio a riguardo in quanto quando ho cercato chi potrebbe dar luogo a una jnterruzione i pubblico servizi gli esempi che ho trovato sono i seguenti “Commette reato di interruzione di pubblico servizio l’impresa fornitrice di acqua, luce, gas, telefono” ovvero tutti i casi in cui il servizio viene erogato senza possibilità (perlomeno in tempi ragionevoli) di accedere a un servizio alternativo, per la benzina (e anche per le colonnine) basta approvvigionarsi a un altra e fare li il pieno, peraltro se fosse come dici tu allora sarebbe interruzioe anche da parte di chi installa colonnine e o non le ripara per mesi o chi una volta installata non le attiva (perlomeno entro un certo tempo) o no?

    2. Un distributore è su un terreno PRIVATO.
      le colonnine nei parcheggi sono su SUOLO PUBBLICO.
      Quindi la differenza sta tutta lì.
      (tra l’altro una colonnina in un parcheggio ruba un parcheggio anche alle auto elettriche che non hanno bisogno di ricaricare…)

  11. Leonardo (R)

    Il mio piano B è, se butta male con le AC, come mi pare di capire dalla situazione descritta, di non ricaricare subito (soprattutto se al 53%) e di pianificare una sosta su una DC sulla via del ritorno.
    Infatti in questo caso Gabriele avrebbe potuto spendere 10-15 minuti per ricaricare ad una DC nel tragitto di ritorno anziché andare alla ricerca di colonnine AC in posti non conosciuti, cosa che PER ESPERIENZA può far perdere facilmente molto più tempo. Poi magari la DC sulla via del ritorno la si trova vicina a un bar e si può prendere un caffè o una bibita senza neppure accorgersi del (poco) tempo passato a ricaricare.

    1. Al netto di quanto suggerito da Leonardo che sottoscrivo in pieno (quanto mi aiutano i Supercharger!), consiglio di ricercare le colonnine pubbliche disponibili con Nextcharge, app di riferimento in questi casi in tutta Europa, sempre aggiornata e con descrizioni e valutazioni ma anche foto sempre utili. Per tariffe in base all’operatore delle colonnine disponibili riferirsi all’app Tariffev, sempre utile, sempre meglio.

      1. Daniele Sacilotto

        Le uniche colonnine cui si può fare affidamento al 100% sono i Supercharger e le HPC in autostrada. Le AC sono un disastro in Italia, si capisce chiaramente che i gestori non hanno più alcuna convenienza a ripararle (sarà perché dopo gli aumenti le evitiamo come la peste?) perciò vanno considerate un plus: se fruibili bene, sennò piano B senza tanto sbatti.
        Consiglio al mio corregionale di individuare sempre un Supercharger o una FreetoX di strada al ritorno così da non preoccuparsi troppo qualora la AC non funzioni o non sia accessibile. Anche a me è capitata la stessa cosa una volta a Conegliano e l’altra a Bled, in Slovenia. Nel primo caso la AC era stata sepolta dalle giostre e nel secondo per qualche motivo dopo pochi minuti la ricarica si è interrotta, io ero già partito a piedi e me ne sono accorto solo quando sono andato a riprendere la macchina. In entrambi i casi una sosta di 15′ al supercharger di strada al rientro hanno risolto la situazione

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