Non di solo Suv può vivere l’elettrico: le Case (ora anche Volvo) puntano tutto sulle “ruote alte”. Ma c’è bisogno di citycar, più economiche e sostenibili.
Non di solo Suv…/ La conversione della Volvo
È stato il numero uno, Hakan Samuelsson, a spiegare che nella gamma della Volvo aumenterà la presenza di SUV, a scapito delle tradizionali berline e station wagon. L’ha fatto in un’intervista alla testata inglese AUTOCAR, in cui ha parlato della transizione verso l’annunciato passaggio al solo-elettrico, che dovrà avvenire entro il 2030. Già oggi i Suv, tra XC40 , XC60 e XC90, rappresentano circa tre quarti delle vendite della Casa svedese. Ma ora l’intenzione è di spingere ancora oltre questa quota.

Del resto gli unici modelli elettrici presentati finora sono un Suv, l’ XC40 Recharge P8, e il nuovissimo crossover C40 Recharge. Due sono i fattori che spingono la Volvo in questa direzione. Da una parte il fatto che i veicoli “con le ruote alte” offrono vantaggi in fase di progettazione e produzione. Consentendo di annacquare meglio il costo delle batterie, che continua ad avere un’incidenza elevata sui Listini finali. Dall’altra, ancora più importante, questi veicoli continuano ad essere nel cuore degli acquirenti di tutto il mondo, disposti a pagare prezzi più alti per viaggiare in Suv.
Non di solo Suv…/ Le “ruote alte” contagiano tutti

Poi può essere che invece di Suv si tratti di crossover, che danno comunque l’ebbrezza della “seduta alta”, ma al contempo migliorano di parecchio l’aerodinamica. Magari hanno linee più curve rispetto ai Suv, sempre piuttosto squadrati, ma se non è zuppa è pan bagnato. Un pan bagnato che tutti i costruttori dimostrano di gradire: in queste settimane Renault presenta l’Arkana, Nissan l’Arjia, Volkswagen la ID.4, la BMW la iX3, Skoda la Enyaq…La soluzione ideale per i bilanci delle Case, ma serve anche altro per fare un grande passo avanti sul piano della sostenibilità. Sappiamo che il momento critico per le auto a batterie coincide con la produzione delle batterie. E per i Suv parliamo di pacchi rilevanti, che vanno da un minimo di 60 fino a 100 kWh di capacità, per veicoli che in realtà spesso vengono usati soprattutto per circolare in città. Peraltro con consumi elevati rispetto ad auto più leggere e con profili aerodinamici più efficienti.
Vogliamo le piccole, più economiche e sostenibili

Non solo: oltre che di inquinamento, le nostre città soffrono di congestione. Abbiamo bisogno di un’offerta che includa più citycar, le vecchie utilitarie. Macchine da 3-4 metri con batterie sotto i 40 kWh, leggere e capaci di fare fino a 8 km con un kWh di energia. Macchine che comunque, grazie alla disposizione degli ingombri consentita dall’elettrico, diano un’abitabilità interna “di categoria superiore“. come dice la pubblicità. E che comunque assicurano una sicurezza da 5 stelle, il massimo, nei crash-test europei, oltre a un ottima dotazione di connettività. Se è vero che il futuro è della mobility as a service, e che l’auto verrà più affittata che comprata con utilizzi come il car sharing, c’è un grande spazio per le citycar a batterie. E noi contiamo che l’Italia, che vanta una grande tradizione nella produzione delle “piccole”, possa avere un ruolo fondamentale. Magari concentrando su Torino il polo delle citycar elettriche all’interno del mega-gruppo Stellantis, come diciamo da tempo. Non di solo Suv…
Visto che a quanto pare le citycar non se la passano benissimo, chissá se il “mini-SUV” della Dacia riuscirá a rendere piú appetibile la motorizzazione elettrica nei segmenti inferiori (nonostante le prestazioni non eccezionali che a torto o ragione sono state piuttosto criticate ancora prima dell’arrivo sul mercato)
È il mercato globale che decide se “vogliamo le city-car elettriche ” anziché i suv. Se 3/4 delle vendite Volvo sono suv mica lo decide la casa. Gli investimenti vanno nella direzione di produrre ricavi se poi non combaciano con la sostenibilità ambientale non si può pretendere che una casa ne sia responsabile. Sono le politiche statali che devono preoccuparsi di questi temi.
Concordo. Le case automobilistiche devono vendere e quindi si adeguano alle richieste del mercato. Inoltre è più facile vendere un SUV a 45 o 60 mila euro piuttosto che una citycar a 15-20 mila (grazie agli incentivi ovviamente).
Vedremo se saranno in grado di proporne a prezzi più bassi e se gli incentivi rimarranno in eterno.
Certo l’elettrico in un mondo ideale dovrebbe cominciare dalle citycar, proprio perchè si usano in città e quindi non determinano l’ansia da ricarica dei lunghi viaggi e riducono l’inquinamento dove è maggiore.
Viva l’elettrico e viva le piccole auto, la nostra sola speranza di riportare la decenza sulle strade e non morire affogati in un mare di lamiere.
Sottoscrivo ogni parola dell’articolo.
Le situazioni cambiano.
Il motore elettrico è nato prima di quello termico.Ci abbiamo messo due secoli, ma oggi lo vogliamo quasi tutti.
Raf
Nelle campagne dove abito io le stradelle sono strette strette e quando la mia Punto incontra un SUV è il SUV a finire nel fosso, non io! (Aggiungere rumore di mostro preistorico robot infuriato per la sconfitta)
Molto bene!
Trovo la scelta di un SUV demenziale in un paese di piccole città con strade “diversamente larghe”.
La domanda è poca. Inoltre è normale che se si parte alla conquista di un nuovo mondo, tutti puntino a diventare i re del settore premium e lascino il settore low cost ai cinesi. E’ molto più facile fare veicoli con ampi margini di guadagno destinati a clienti facoltosi, magari sfruttando la già buona posizione del brand, che non competere al ribasso sul settore low cost.
A meno che non si pensi di riuscire a vendere a 33000 (meno incentivi) una Opel Corsa elettrica: non c’è la percezione di fare “un affare” con questi listini.
Le citycar elettriche si fanno con il pacco batterie (standard) a noleggio che si sostituisce in 5 minuti al distributore senza lo stress delle colonnine.Sarà gestito da un’Assicurazione, una Finanziaria con una Card.
Se lo stanno programmando Piaggio, Honda ed altri per le moto perché non si deve fare per le utilitarie?
Così i costi diventano inferiori ai motori termici.
Qual’è il problema? C’è giá il cartello delle…..colonnine?
Raf
L’idea sarebbe buona, ma già provata e miseramente fallita in Israele, partita una dozzina d’anni fa. E abbandonata. Lobby delle colonnine 🥴🤔😇