No ricarica, ma scambio di una batteria scarica con una carica: Stellantis batte anche questa strada e si accorda con Ample per esplorare questa tecnologia.
No ricarica, 5 minuti e riparti con batteria al 100%
Il video con cui Apple spiega come funziona la sua tecnologia di Modular Battery Swapping
Le soste di ricarica sono troppo lunghe? Stellantis gioca la carta del Modular Battery Swapping di Ample. Bastano pochi minuti, la stessa durata di un pieno di benzina, per sostituire la batteria scarica, sostando all’interno di una stazione di scambio. È una tecnologia già in uso da diversi marchi cinesi, Nio in particolare. L’avvio del programma pilota Stellantis-Ample è previsto per il 2024 a Madrid, in Spagna, su una flotta di 100 Fiat 500e nell’ambito del servizio di car sharing Free2move di Stellantis. Le batterie Ample sono progettate per sostituirsi alla batteria originale, grazie a batterie modulari che possono essere inserite in qualsiasi auto Consentendo a Stellantis di integrare questa tecnologia senza dover riprogettare le piattaforme di veicoli. Inoltre Ample assicura che le stazioni di scambio (delle dimensioni simili a un autolavaggio) consentono l’installazione in aree pubbliche in soli tre giorni. Assicurando un’infrastruttura scalabile in breve tempo.

Ma quanti abbracceranno questa soluzione? Le flotte aziendali, forse…
Quando un veicolo elettrico dotato di tecnologia Ample si avvicina a una stazione, questo viene subito riconosciuto dalla stazione stessa, grazie a un abbonamento. Il guidatore avvia il cambio della batteria dall’applicazione, ottenendo una batteria con ricarica completa in meno di 5 minuti. Tra i pregi di questa tecnologia, i due partner citano anche il fatto che la batteria originale viene meno utilizzata e quindi dura più a lungo. Ample è stata fondata nel 2014 e ha sede a San Francisco. Sul sito ufficiale viene descritta come la classica azienda californiana, con un team multietnico fatto da collaboratori provenienti da 24 Paesi, con 14 lingue diverse. Lo slogan è “Electric cars for everyone“, “Auto elettriche per tutti“, con l’idea che più si rende facile e veloce la ricarica e più cadranno le resistenze di molti potenziali clienti. Resta da capire quanti clienti europei accetteranno una soluzione del genere, ideale soprattutto per le flotte aziendali.
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quindi una rete autostradale dove poter swappare ad ogni autogrill significa stoccare migliaia di batterie ogni autogrill perche’ non sai quando , come e dove l’automobilista swappera ‘ ! e poi significa mantenere la carica di migliaia di batterie , ciao stellantis pensane un’altra !!!!!
Credo che questa piattaforma utilizzi batteriefisicamente leggermente più piccole e ad alta densità, e nel telaio della macchina venga montato in officina o in fabbrica un “socket” adattatore, chiamiamola “piastra”
la piastra è specifica per ogni modello di auto, simula la forma del pacco batteria originario e si imbullona al telaio, lo deve predisporre il costruttore dell’auto
ma la piastra al centro ha un incavo e un meccanismo di aggancio standardizzato per ricevere sempre lo stesso tipo di batteria leggermente più piccola come dimesioni fisiche, quella usata dal servizio battery swap
questo dovrebbe permettere di ridurre in parte i costi per adattare e avere la compatibilità su più auto (il telaio non viene modificato), e batterie fisicamente un poco più compatte nei box che eseguono lo swap
la piastra fa perdere qualche kwh di capacità ( a meno che la battereia usata per lo swap non abbia una densità cosi elevata da compensare)
non so se questo trucco è sufficente e rendere la soluzione sostenibile
rimane anche da risolvere il diverso voltaggio dei pacchi batteria di modelli diversi, va fatta qualche modifica agli agli inverter delle auto adattate, almeno alle impostazioni software, perfarle funzionare tutte con lo stesso pacco batterie
Una Zoe chiedeva a partire da 95€ al mese di noleggio.
Un’auto senza batteria, costerebbe quanto di meno? 10.000€?
E in quanti anni li ripaghi, a rate, oltre al costo aggiuntivo del servizio di sostituzione che si aggiunge al costo dell’energia elettrica che ovviamente devo pagare?
Può avere un senso esclusivamente con una rete capillare autostradale, solo per chi viaggia davvero tanto e ha tanta fretta: agli altri conviene la ricarica tradizionale.
Che investimenti serviranno per renderlo efficace?
Personalmente la vedo dura…
Oltre che, lo ripetiamo da sempre qui nei commenti, produrre batterie per poi stoccarle inusate nei centri di scambio è un obbrobrio ambientale. Ci lamentiamo di auto con batterie inutilmente troppo grandi, di chi cambia l’auto pur elettrica troppo spesso, e poi ammassiamo quintali di batterie così?
Secondo me, tempo qualche anno che la tecnologia permetta un 10%-80% in dieci minuti e lo swap sarà inutile. A casa come dici tu perfettamente il problema non si pone già oggi, io con la wallbox carico in poche ore mentre dormo, e sospetto che il kwh di casa mia costi meno dello swap.
Questa idea ha molto potenziale. Compri la macchina con la batteria più piccola e più leggera così la macchina costa meno. Quando hai bisogno di fare lunghi viaggi prendi a noleggio batteria aggiuntiva. Una volta che si scarica la fai scambiare con una piena. Non devi preoccuparti se perde capacità dopo anni di usura. Molta gente nel uso giornaliero non fa 400km ma forse al massimo 50km perché portarsi una batteria più grande.
Io la mia batteria, trattata bene, curata bene non la scambio con nessun’altra.
Per me è follia, forse aveva un senso quando le ricariche erano lente, ma ora?
È quello che ho cercato di spiegare tante volte: battery swap significa obbligatoriamente batteria in affitto, nel male e nel bene. Faccio fatica a figurarmi le gli italiani che si lamentano di ogni abitudine da cambiare accettare di avere una rata per la batteria per tutta la vita.
Infatti questa soluzione piace a chi l’EV non ce l’ha.
Poi chissà con quali costi, no grazie
Concordo.
E mi domando: perché Stellantis, che già parte mezza zoppa nella gara per le auto elettriche (soprattutto come mentalità costruttiva e approccio al cliente, totalmente immodificati da quelli che hanno sempre avuto per le auto termiche), si autocomplica la vita aggiungendo difficoltà ulteriori a quelle in cui già naviga? Perché da un lato costruire auto elettriche adatte al battery swap significa prendersi un carico progettuale e costruttivo in più e quindi spezzettare le proprie risorse progettuali e produttive, e dall’altra costruire in Europa una rete di punti di scambio batterie tanto capillare da motivare davvero qualcuno ad acquistare un’auto con battery swap è un compito titanico che richiederà anni e anni e anni…
Io ho come l’impressione che questa di Stellantis sia una manovra dilatoria, uno scegliere apposta una strada più lunga e complessa per non scontrarsi davvero con la dura realtà: sono arretrati tecnologicamente e soprattutto mentalmente, e non hanno alcuna idea per l’immediato.
E da anni che lo ipotizzo.. anziché fare il pieno fate batterie standard e sostituite il pacco.. un po’ come quando cambi bombola BBQ … Nemmeno credo che serva una stazione tipo autolavaggio… basterebbe un sistema tipo magazzini automatici…
E non sprechi niente.
Unico problema diverrebbe illegale ricarica da casa… (Carichi ed usuri batterie di altri).
Cmq finché i prezzi batterie non senderanno drasticamente questa via sarà irrealizzabile .. già ora vendono a 1€ kWh corrente a colonnina.. se si sorbissero pure usura , rischio e manodopera per il replacement .. mi imp si andrebbe a 3,50€ kWh..
Hai detto la parola magica: “standard”.
Nel mondo ancora primordiale e ribollente della mobilità elettrica, c’è ancora tutto da scoprire e da sfruttare economicamente per il proprio tornaconto.
Parlare oggi di “standard” è missione impossibile.
Con buona pace di chi si preoccupa che si dovranno produrre troppe batterie…..
Una sola parola: finalmente
Ma che cosa significa “la batteria originale viene meno utilizzata e quindi dura più a lungo.”?
Tarapìa tapiòco! Che la batteria della supercazzola originale verrà prematurata con lo scappellamento a destra di Antani e quindi soppaltata a scribài con cofandina. Chiaro, no?