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No moratoria in Sardegna: “Blocca rinnovabili, allunga carbone”

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La wind farm di Enel Green Power a Portoscuso, nel sud-ovest della Sardegna ( Sulcis-Iglesiente-Guspinese).

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La moratoria di 18 mesi agli impianti eolici e fotovoltaici decisa dalla Regione Sardegna è una perdita di tempo. Fa slittare in avanti la transizione alle energie pulite e lo spegnimento delle centrali più inquinanti e obsolete. Quelle molto pericolose per la salute umana da cui deriva il 75% dell’energia prodotta nell’isola. Questo il punto di vista dei sardi che dicono no al freno a mano tirato dalla giunta regionale con la proposta di legge che, sottolineiamo, deve essere approvata dal consiglio regionale.

La centrale termoelettrica a carbone di Portovesme

A tutto gas e carbone nell’isola del sole e del vento

Abbiamo consultato le fonti regionali relative alla natura dell’energia elettrica prodotta in Sardegna. I dati del terzo monitoraggio pubblicato dalla Regione, sono i numeri del 2020 elaborati nel 2022 e diffusi nel 2023. Questo il quadro: Il 75% dell’energia viene prodotta da fonte termoelettrica tradizionale:  da carbone (33%) e gas naturale (34%). L’energia eolica si ferma al 13%, quella fotovoltaica al 9% e solo il 3% per l’idroelettrica come si legge nel grafico qui sotto.

Un ulteriore dettaglio dal documento regionale: “Effettuando alcune stime in base ai dati forniti dai proprietari di alcuni impianti, appare evidente come il carbone rappresenti ancora una delle fonti più utilizzate negli impianti termoelettrici (51% dei consumi totali), con una corrispondente produzione elettrica pari al 33% del totale, leggermente inferiore alla produzione elettrica da gas di raffineria (34%), i cui consumi rappresentano però solo il 40% dei consumi totali degli impianti termoelettrici“.

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

Sono passati più di tre anni e la situazione non è cambiata di molto, infatti solo due mesi fa il ministro alla sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin in audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera ha detto: “L’obiettivo di abbandono del carbone nel mix di generazione elettrica a partire dal 31 dicembre 2025 potrà sicuramente essere confermato per tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Sardegna, dove sarà realizzabile tra il 2026 e il 2028“. Ancora tre anni in compagnia del velenosissimo carbone.

Vincenzo Tiana ingegnere e responsabile energia di Legambiente Sardegna

Tiana di Legambiente: “Non perdiamo tempo con la moratoria”

In Sardegna non sono tutti d’accordo con lo stop. Il gruppo Sardegna Rinnovabile (Legambiente, Greenpeace, Wwf, Kyoto Club) ha diffuso un documento approvato e firmato da numerosi scienziati, a iniziare dal professor Nicola Armaroli, che chiedono di non approvare la moratoria e sottolineano che il cambiamento “non si affronta fermandosi diciotto mesi, perché  non ce lo possiamo proprio permettere“.

Sul tema abbiamo sentito Vincenzo Tiana, storico presidente di Legambiente Sardegna e oggi responsabile energia dell’associazione. “In tutte le regioni questa proposta ha solo fatto perdere tempo. L’ultima quella dell’Abruzzo è stata annullata dalla Corte Costituzionale che ha sottolineato che la Regione non può rinunciare al proprio ruolo decisionale. La moratoria sposta i termini in modo improprio“.

Si chiede l’operatività della Regione: “Se ci sono molti progetti  l’obiettivo è ottenere il meglio da queste proposte. Ci sono  50 proposte e la giunta regionale deve sentirsi impegnata su questo fronte per minimizzare l’impatto ambientale“. Chiaro: si valutino i progetti e non si fermi il processo.

fotovoltaico
Impianto fotovoltaico

Tanti terreni incolti: “Non c’è nessun assalto”

Abbiamo scritto del dato nazionale dove ci sono milioni di ettari di suolo agricolo abbandonato e incolto (leggi qui). “In Sardegna c’è un’estensione eccezionale di terreni incolti, si tratta di centinaia di migliaia di ettari. Gli impianti eolici e  fotovoltaici scelti con gran rigore devono  migliorare il territorio nel quale saranno collocati. Abbiamo tanto spazio, utilizziamo bene“.

Tiana è convinto: “Non c’è nessun assalto, ci sono tanti progetti ma non autorizzati. In cinque anni si è realizzato solo un impianto e approvati altri due. La Regione Sardegna deve attrezzarsi bene per dare una regolamentazione chiara“.

Guerra all’eolico offshore: un paradosso

L’ultimo punto è dedicato agli impianti offshore che hanno visto la divisione tra la Regione, la giunta precedente di centrodestra, e Legambiente, Greenpeace e Wwf favorevoli ad un impianto posizionato nel sud della Sardegna: “Distano 35 km e quindi non c’è competenza della Regione. Non c’è impatto paesaggistico, da terra si vedono solo dei puntini mentre arriva energia pulita da rinnovabili con vantaggio per i cittadini“.

Alessandra Todde

Dal punto di vista ecologico? “Questi impianti impediscono la pesca a strascico così da aumentare la salvaguardia dei fondali, possono dare un contributo alla ricerca scientifica dove nei generatori si possono posizionare stazioni di ricerca e adottare delle misure specifiche a tutela dell’ambiente“.

Domani (21 maggio) la presidente della Regione Alessandra Todde incontrerà il ministro Pichetto Fratin. Un faccia a faccia molto atteso.

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16 COMMENTI

  1. I detrattori spaventano parlando di 57 GW di progetti, a fronte di un consume medio di 1,6 GW dell’isola, però:

    >> la potenza effettiva media dei progetti, tenendo conto dei vari “capacity factor”, è circa 12 GW, molto meno della “potenza nominale di picco” di 57 GW;
    il vento non sempre è costante al massimo, e lo stesso per il sole, non è sempre “mezzogiorno”

    >> solo una parte dei progetti presentati a Terna supererà l’iter completo e /o non verrà abbandonato dai propri investitori; diciamoarrivano in porto una quota tra il 20% e il 50%, e allora i 12 GW già sono diventati 6 GW

    >> i consumi dell’isola sono 1,6 GW medi; ma riducendo l’uso del metano, gasolio, benzina, carbone, ed elettrificando i servizi e i trasporti, uoi consumi elettrici circa raddppiano, e si arriva 3 GW; se lasciamo spazio alche allo svilppo di aziende, industrie virtuose, data center, parchi scientifici, etc, e non solo al turismo a base di cemento, sipuò ipotizzare un altro raddoppio dei consumi, e siamo appunto a 6 GW

    >> il fotovoltaico richiede circa 1-1,3 ettaro a MW, e non 3 ettari; facendo un conto sui progetto in Sardegna, si trova la classica previsione di utilizzo dello 0,6% della superfcie ( stessi numeri in tutta italia, nesuna invasione degli ultracorpi)

    >> un conto farlocche che gira sui giornali detrattori, una previsione di 8,5 miliardi di incentivi all’anno per questi impianti, verificandolo e ammesso che il dato di partenza sia corretto) ammonta a 960 milioni annui futuri, in linea con i 15 miliardi su scala nazionale attuali; non c’è sproporzione

    già qui se fossi un Sardo, per iniziare ad affrontare più seriamente la faccenda, magari valutando progetto per progetto, comprese compensazioni economiche e opzioni per i residenti di aquisto di quote dei progetti (spesso si fa così),

    metterei una perenne croce sopra a chi mi sta mentendo apertamente in faccia e sui giornali, sapendo di mentire, e a me sembra per la speranza di arricchirsi partecipando a eventuali inutili e costosi lavori per nuovi metanodotti

    un esempio di calcoli sbagliati lo ho visto ad esempio qui:
    https://www.unionesarda.it/news-sardegna/paesaggio-sardo-in-pericolo-il-dossier-3700-pale-eoliche-e-fotovoltaico-su-86212-campi-di-calcio-in4rhjrx

  2. La Sardegna, splendida e orgogliosa, è una delle regioni che secondo me potrebbe rappresentare al meglio le possibilità date da F.E.R.
    Hanno veramente tutto… forti venti costanti lungo tutte le coste, con possibilità di installazione aerogeneratori sia off-shore (fuori vista, come indicato anche nell’articolo) che sui crinali, anche delle zone interne e meno densamente popolate.
    Il fotovoltaico è una possibilità aggiuntiva, anche personalmente non amo molto le grandi estensioni di pannelli… ma le considero un piccolo sopportabile sacrificio per eliminare devastanti ciminiere (da qualsiasi cosa alimentate).
    Viste le superfici degli invasi d’acqua (tra quelli già esistenti e quelli ancora da realizzare), il F.V. Galleggiante sarebbe un’ottimo sistema di doppio uso della medesima risorsa; oltretutto sarebbe da implementare anche nei sempre più indispensabili progetti anti-alluvione (nei terreni incolti che fanno da “bacino di espansione acque meteoriche”).
    Anni fa vidi (mi pare su “TG Leonardo” RAI) con grande interesse gli studi all’Università di Cagliari per le batterie d’accumulo AL SALE… mi pare collegate a primordiali progetti di Comunità Energetiche Rinnovabili. Se arrivassero progetti di moderne e sicure batterie al sale (anziché litio.. ) sarebbero sicuramente integrabili in tutti i contesti; anche grandi impianti ad uso collettivo (centro abitato e/o artigianale) sarebbero anche facilmente “occultabili” con opere edili gradevoli, come un muro di grandi massi che ricordino i Nuraghe..
    Ovviamente i pannelli F.V. sono posizionabili su gran parte degli edifici civili o industriali o agricoli senza ulteriori sprechi di terreno; con l’agrivoltaico poi si mettono a reddito (pur costando di più) pure quelli usati come serre (e mi pare già ne esistano da tempo dedicate all’ortofrutta + produzione elettrica) o riparo per le greggi.
    Capisco che non è facile combattere contro interessi politici e lobby gas/petrolio… ma forse in Sardegna è arrivata l’ora che il popolo sardo pensi a difendere i propri interessi ed il proprio meraviglioso ambiente.. facendosi sentire !!

  3. Al momento in Sardegna ci sono più gruppi industriali che non gradiscono la crescita delle rinnovabili, necessarie tra l’altro anche per spegnere le centrali a carbone:

    – raffineria
    – rigassificatori
    – Eni sta anche aumentando gli ettari a biodiesel (le prime colture le fecero nel 2021 in Sardegna, come test inziale)

    – Mauro Pili (ex politico Forza Italia, ora caporedattore Unione sarda) che è dal 2002 che spera di poter realizzare (se ho capito aveva già creato una sua Società) il gasdotto sottomarino metano Galsi dall’Algeria alla Toscana, passando su terra per la Sardegna per il lungo; in passato a far partire i lavori per il mega-tubo ci sono andati vicini, ma è sfumato (c’è già un altro gasdotto dall’Algeria); ora con l’appoggio del Governo Meloni ci spera di nuovo, la probabilità è bassa, oramai con le rinnovabili puntare sul gas non ha più senso, ma il montepremi sarebbe alto in termini di mega-opere

    – poi c’è il malcontento dei Sardi per le tante aeree occupate e contaminate all’uranio e metalli pesanti dai poligoni militari, e per le tante aree che sono state contaminate da rifiuti industriali o dai rifiuti delle miniere di carbone e delle ceneri delle centrali (ad es. il Sulcis è un’area enorme contaminata, mi pare 500 km2); pare che il Governo stia anche pensanso di imporre il deposito delle scorie nucl italiane all’interno dei poligoni militari in Seardegna; oltre alla speculazione edilizia di grandi gruppi di costruttori delle ville sulle coste; con questi precedenti è relativamente facile soffiare sul fuoco con argomenti del tipo “invasione/sfruttamento/furto/imposizione/etc”

    mi sembra che Mauro Pili scrive da anni decine di articoli sull’Unione Sarda in termini che a me a sembrano o diffamatori sui progetti rinnovabili, o comunque cercando di creare un sentimento negativo e di sospetto anche per i progetti più neutri (neanche i container per lo storage di rete gli piacciono) e diffonde numeri che a me sembrano sbagliati, per dare l’idea di una “invasione” di impianti; di recente se ho capito, ha creato un dossier sui progetti in fase di valutazione, che potrebbe aver aggiunto pressione mediatica

    è in compagnia anche di sedicenti associazioni ambientaliste che ripetono gli stessi argomenti, alcune in parte disinformate o sospettose, altre per me proprio sospette

    per chi ha tempo da buttare (25 min), una recente video-intervista al Dottor Pili che mostra il tipo di argomentazioni anti-rinnovabili che usa:
    https://radiolina.it/podcast/ep-18-intervista-a-mauro-pili-caporedattore-de-lunione-sarda/

    ancora più istruttiva per me la lettura degli articoli sull’Unione Sarda a sua firma, questo sulle batterie:
    https://www.unionesarda.it/news-sardegna/alle-porte-di-cagliari-la-grande-batteria-cinese-fadauwlf

    ma ce ne sono a decine in archivio; a fondo pagina ci sono i numerini per vedere anche le altre pagine dell’archivio..una volta ne avevo letti un po’ e ci sono delle chicche, intese nel suo genere:
    https://www.unionesarda.it/autore/mauro-pili-r5xmwah7

    • Poi occorre aggiungere il fatto che gli indotti di energie sporche presenti sul territorio danno lavoro a persone, amici, parenti ecc., e li è facile che si crei uno zoccolo di resistenza forte di menzogne ben strutturate.

      A mio paese in parte è così.

  4. Prima i soldi poi la salute.

    Io ne so qualcosa, al mio paese:

    – al primo posto la raffineria;
    – al secondo i soldi;
    – al terzo i propri morti;
    – al quarto il Santo Patrono;
    – al quinto Il Signore;

    -se acquisti un auto elettrica molti ti guardano male (qualcuno ti toglie pure il saluto);
    -se chiedi all’elettricista di installarti il fotovoltaico ti mena per il naso con varie motivazioni (pure credibili) fino a quando mangi la foglia;
    -se chiedi al muratore di metterti la linea vita per poi installare il fotovoltaico ti risponde di non mettere i pannelli e che li stanno togliendo tutti;
    -se decanti con un amico ultra cinquantennale l’efficienza della tua vettura ed il fatto che ricaricando da FV viaggi gratis e non emetti inquinanti fa lo scocciato e cambia discorso (poi scopri che un simpatizzante della Lega).

    In sintesi: PRATICAMENTE IL MONDO AL CONTRARIO.

    E io mi chiedo, ma il cervello, il buon senso ecc. dove sono finiti????

  5. Todde può permettersi un provvedimento che tutti, compresa lei, sanno essere incostituzionale perchè non pagherà lei i danni arrecati. Se fosse chiamata a risponderne in solido vedreste che ci penserebbe cento volte.

    • La responsabilità finanziaria dei casini combinati dai politici sarebbe una cosa ottima, ma siccome dovrebbero essere loro stessi che a votare una tale legge, è improbabile che la faranno mai, a meno che una completamente nuova e differente classe politica salga al potere. Non impossibile per carità, ma al momento decisamente improbabile.

  6. Ma se la la Corte Costituzionale con la sentenza del 23 febbraio 2023, n. 27 ha sottolineato che:

    “la disciplina statale disvela in maniera cristallina che, fermo restando il possibile coinvolgimento dei comuni nella definizione dell’atto di programmazione, la regione non può per legge demandare a essi un compito che le è stato assegnato dai principi statali al fine di garantire, nell’ambito dei singoli territori regionali, il delicato contemperamento dei vari interessi implicati e il rispetto dei vincoli imposti alle regioni (e analogamente alle province autonome) per il raggiungimento della quota minima di incremento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.”

    Come possono pensare i vari organi regionali a statuto ordinario e non di legiferare in maniera opposta?
    Capisco la politica ma ci sono sempre dei limiti.

  7. Ma i sardi non si vergognano ? Bruciare carbone nel 2024 per produrre energia elettrica ?
    Capre capre capre

      • Avevo già scritto io al lettore di moderare termini e espressioni certamente non consone. Se non vuole le rinnovabili spieghi perché, leggiamo anche se magari non si condivide

        • Mi scuso per il termine capra.
          Ho origine anche sarda e mi vergogno di come questa regione non sia un’eccellenza nel campo delle rinnovabili.
          Sole e vento, certo !
          Tetti e capannoni, parcheggi coperti da pensiline fotovoltaiche.
          Qualche pala su un crinale a chi da’ fastidio ? Al petroliere di sicuro e a qualche falso ambientalista che preferisce l’orizzonte desolatamente spoglio all’ aria sporca e inquinata.
          Andate in Spagna e Portogallo e guardate cosa hanno fatto, mentre noi pensiamo alle moratoria.

      • Al netto dell’insulto, le pale eoliche proposte sono offshore, a 35km dalla costa, che quindi non è nemmeno sotto la giurisdizione della Sardegna, quindi perchè scaldarsi tanto coi soliti atteggiamenti nimby? Meglio le centrali a combustibile a terra?

        • E’ questo il punto, tanti sono incoscienti ma c’è chi spinge contro pale e panelli – assolutamente non inquinanti, amovibili e riciclabili – perchè vuole non la chiusura delle centrali a terra ma la loro trasformazione ovvero da carbone a gas. Ecco qui gli interessi economici ben evidenti oltre la cortina fumogena

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