No alla Renault in Free to X: perché?

No alla Renault in Free to X: da diversi mesi circola la voce di un interessamento del gruppo francese al network di ricarica. Ora c’è la conferma (e la polemica).

no alla Renault
Luca De Meo, 57 anni: prima che in Renault Group ha ricoperto posizioni di vertice in Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Audi e Seat.

No alla Renault De Meo sbotta: “Andremo in Spagna…”

È stato il numero uno di Renault, Luca De Meo, ad aprire la questione senza tanti peli sulla lingua. In un’intervista al Corriere, il top manager è stato chiamato in causa  su un presunto veto di Giorgia Meloni all’ingresso francese nella rete di ricarica ora controllata da Autostrade per l’Italia. Risposta piccata: “La nostra proposta è buona per l’Italia, potenzierebbe le infrastrutture di ricarica e aiuterebbe gli italiani a viaggiare con l’auto elettrica. Ma se la porta è chiusa, peccato: investiremo in Spagna o altrove”.

Come si sa, Renault è controllata dallo Stato francese e i nostri rapporti con Parigi in questa fase sono tutt’altro che buoni. Ma c’è da chiedersi se questo atteggiamento sovranista in economia faccia veramente bene all’Italia, in particolare in un settore come quello della mobilità elettrica. Gioverebbe a Free to X l’ingresso di un socio di peso come Renault? Vediamo…

no alla Renault
L’ad di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi.

Una delle poche esperienze italiane di successo

In un Paese che non è certamente all’avanguardia nell’auto elettrica, si può dire che Free to X è una delle poche esperienze di successo. In poco più di tre anni, ha installato un centinaio di stazioni di ricarica ad alta potenza nelle nostre principali autostrade, peraltro con colonnine made in Italy come le Alpitronic.

La qualità del servizio viene spesso elogiata, anche e soprattutto dai turisti stranieri che attraversano il Bel Paese, che fuori autostrada trovano a volte situazioni carenti. Perché una società del genere fa gola a Renault? Perché il gruppo francese continua a puntare forte sull’elettrico e continua a misurarsi con competitor che dispongono di reti di ricarica HPC proprie.

Tesla ha i suoi Supercharger, mentre i costruttori tedeschi (più Ford e Hyundai) hanno Ionity. E Volkswagen in joint venture con Enel X ha fondato Ewiva. Consentendo ai clienti di rifornire a prezzi agevolati nei viaggi più lunghi.

no alla Renault
La premier Giorgia Meloni: suo il nient all’ingresso della Renault nel network di ricarica autostradale Free to X?

No alla Renault: gol o autogol?

Perché dunque sbarrare la strada a Renault? Forse al nostro governo sfugge che nell’elettrico l’auto è solo una parte di un ecosistema  che va ben al di là di un motore e un pezzi di lamiera.

Si continua a parlare di portare investimenti stranieri in Italia, ma poi si fanno continui dispetti a chi avrebbe la possibilità di farlo. In primis nei confronti di Stellantis, costretta a rinunciare al nome Milano per il Suv elettrico Alfa Romeo e poi a togliere la bandierina tricolore dalle Fiat Topolino made in Marocco.

È questa la strada giusta? De Meo fa notare senza tanti complimenti che questi atteggiamenti hanno una conseguenza sola: aiutare la gettonatissima Spagna a fare incetta di altri investimenti. Anche nell’elettrico. A meno che si consideri Free to X un’azienda di interesse strategico, il che fa un po’ sorridere.

Noi pensiamo invece che accogliere investitori di peso come Renault sarebbe la giusta valorizzazione del lavoro fatto dal management di Free to X. Al giusto prezzo e condizioni, ovviamente.

 

Visualizza commenti (43)
  1. ma scusate la domanda “non proprio pertinente”… ma installare ad ogni strabenedetta pompa di benzina anche 1 dico 1 sola colonnina ma anche a ricarica lenta… ma che grossi problemi ci possono essere?? Dal punto di vista costi non credo, da assoluto ignorante in materia, che possano essere esorbitanti…

    1. Una colonnina in AC costa al massimo 3 mila euro e può essere allacciata ovunque vi sia un collegamento alla rete elettrica. Una DC costa da 50 mila in su. Non può essere installata troppo distante da una cabine in media tensione che fornisca la potenza necessaria. La prima ricarica lentamente, ha senso solo se in prossimità di residenze, luoghi di lavoro, destinazioni che implichino soste di almeno 2-7 ore. E non tutte le pompe di benzina sono idonee.
      La seconda ricarica velocemente ma richiede comunque soste di 15-40 minuti. Cosa fai nel frattempo? Indispensabile un bar, servizi igienici, un supermercato o un centro commerciale nelle vicinanze.

      1. la cosa divertente e che nei grandi impianti rifornimento, molto affollati per beneficiare di 0.08€/LT in meno…devi aspettare in fila (su 4 linee di pompe benzina/gasolio/GPL) almeno almeno 20 minuti…in auto (per seguire l’avanzamento colonna) respirando i gas di scarico dei tanti mezzi presenti accesi (chi per essere pronto a muoversi..chi per l’ aria condizionata)…
        Mia moglie ha subìto questo simpatico trattamento (per la sua ICE) diverse volte..visto che abbiamo ben 2 di questi impianti vicino casa .

        Poi ci credo non le pare il vero di fare tutti i viaggi con la mia BEV 🤣

  2. Se entra Renault che garanzia abbiamo che utilizzi ancora colonnine made in italy? E se decide di utilizzare colonnine fabbricate in Francia che fine fanno le nostre aziende che producono colonnine e fanno lavorare anche un indotto?

  3. Io non ne so di politiche tra gli stati europei e non ho tempo ne voglia di informarmi, ma mi interesserebbe trovare colonnine in qualsiasi distributore di benzina, senza doverle cercare con app, gogle maps, ecc., per poi trovarle spente, mai attivate o guaste… recentemente ho fatto un paio di piccoli viaggi, 250 e 400 km circa e ho dovuto contare sull’autonomia della MG4, che mi ha sempre riportato a casa. Diverse volte non sono riuscito a ricaricare e sono ripartito. Chi passa all’elettrico deve essere trnquillo di poter ricaricare senza patemi d’animo! Io non ho votato questo governo, ma io credo che in ogni caso dovrebbe essere il governo di tutti.

    1. E’ quello che fanno in Germania dove hanno imposto le colonnine presso i distributori. Ma se lo scrivi qui sul forum ti risponderanno in 10 dandoti del cretino, che non capisci niente e parli così solo perché non hai un’auto elettr … ops no, a te non possono dirlo, tu ce l’hai l’auto elettrica. Oddio e ora come si fa?

      1. mario milanesio

        si fa che te ne compri una,
        o almeno ne noleggi una due mesi,
        la USI
        e poi ci dice cheffigochesarebbe stare tre ore in attesa di completare la ricarica alla stazione di servizio fuori dal venirlo a mangiare un toast e a bere un caffè e a parlare di nulla con la commessa

        provare per credere,
        visto che credere a chi ha provato non lo fai

  4. Al buon DeMeo non resta che provare a chiedere aiuto magari ad E. Musk per partecipare all’espansione della rete SUC in Italia… (tanto le vetture sin qui proposte non si fanno concorrenza diretta… la famosa M.2 è ancora nei sogni notturni).

    Potrebbe pure tentare una rete autonoma … magari coinvolgendo la diffusissima presenza di officine/concessionarie Renault sul territorio italiano…. mettendo magari molte colonnine di ricarica in spazi attigui alle proprie rappresentanze territoriali.

    Quando ho lasciato il settore automotive.. nell’ultima sede ove ho lavorato ci saranno state almeno 16 postazioni di ricarica; data la posizione delle concessionarie in zone semi-periferiche ( quasi sempre zone industriali piene di lavoratori, artigiani, imprenditori) fornire un servizio quasi “a domicilio” non sarebbe male… potrebbero pure attrezzare qualche furgone BEV per il servizio “on demand” come e-GAP …

    1. Invece secondo me va spezzato il legame tra produttore e rete di ricarica. I distributori di carburante sono una casa, le auto a benzina un’altra, appartengono a soggetti diversi e va bene così. A ognuno il suo mestiere.

  5. Sinceramente,secondo il mio parere, l’avvento di un player estero,in questo caso Renault potrebbe aiutare a velocizzare la diffusione della rete e renderla più omogenea,naturalmente il privato che investe vuole sapere dove,come e perché prima di elargire fondi,invece ho il forte dubbio,visto che l’Europa ci sovvenziona,tramite i fondi del PNRR, il governo non voglia nessuno che interferisca, così facendo potranno continuare a impiantare colonnine in posti improbabili,a macchia di leopardo, oppure dimenticarsi di attivarle senza che nessuno abbia da ridire oppure che verifichi se generi un ritorno per l’investimento effettuato,poi sicuramente visto che le aziende sono partecipate dallo stato,i costi previsti dubito che siano rispettati,tutto ciò permette di presentarci a Bruxelles con i nostri numeri alla mano e battere cassa.
    Come dice la Cortellesi è tutto un maGna maGna.

  6. Chissà quanti interessi questo governo a bloccare l’evoluzione e lo sviluppo del settore elettrico. E’ talmente lapalissiano da risultare accecante.

  7. Anche io sono d’accordo nel fare entrare renault però a una condizione non trattabile
    La stato francese esca dall’azionariato di renault

  8. Personalmente ritengo abbia fatto bene. Se Free To X diventasse privata cadrebbe l’unico baluardo pubblico che abbiamo. Ad oggi Free To X fa parte del gruppo Autostrade per l’Italia che è tornato a essere pubblico. Visto come il privato ha gestito i servizi di ricarica (malissimo) e visto che i supercharger di Tesla sono una risposta incompleta al problema della ricarica (prezzi scontati solo per gli acquirenti delle Tesla, vetture che partono da oltre 40000 euro, con accesso limitato a soli pochi supercharger, diffusione scarsa e a macchia di leopardo), se l’unico servizio davvero valido in Italia è gestito dalla cosa pubblica eviterei di rovinarlo e darlo in mano a Renault. Non vedo il valore aggiunto di cedere Free To X a Renault visto che Renault sta dimostrando di concepire l’elettrico come qualcosa di elitario / premium / costoso. Davvero, quale beneficio per noi cittadini? Un -5% sulle tariffe per le Renault e un +10% per tutti gli altri. L’esempio di Tesla con le tariffe differenziate è davvero pessimo, introducendo un esempio di bad economy. Oggi quando mi fermo a un distributore non devo scegliere quello convenzionato con la mia auto per avere il miglior prezzo ma pago 1 litro di carburante al pari di qualunque altra auto ferma al distributore. Se i distributori di carburante fossero dei costruttori d’auto assisteremmo a questa follia dei prezzi differenziata che non dà alcun vantaggio all’utente finale e gonfia le tasche dei privati.

    Cara Renault, puoi benissimo farti la tua rete da te come fanno tutti i tuoi competitor.

    Non so voi, ma io non sono tra quelli che hanno esultato quando il primo luglio TIM ha ceduto la rete a KKR (e una quoticina al Mef).

    1. Per prima cosa non sarebbe una cessione ma una partnership, seconda cosa quasi tutti i SUC Tesla sono aperti a tutti, la differenza è una tariffa leggermente superiore (ma inferiore alle FREETOX) ma che può essere similare ai possessori Tesla con un abbonamento di 10 euro al mese

      1. La partnership … secondo te Renault si limiterebbe a una compartecipazione degli utili e delle spese senza un vantaggio diretto per il suo brand? Tanto vale allora che espande i suoi interessi verso le ciliegie o l’olio di palma …

        La differenza di tariffa è proprio la bad economy di cui parlavo, conosco bene i prezzi praticati da Tesla ai supercharger. Il cattivo esempio è stato ripreso anche da VW per Ionity.

        Il problema nasce dal comma 7 dell’art. 2 della direttiva 2014/94/UE [ https://eur-lex.europa.eu/eli/dir/2014/94/oj/ita/pdf ] che recita così:

        /// «punto di ricarica o di rifornimento accessibile al pubblico»: un punto di ricarica o di rifornimento per la fornitura di combustibile alternativo che garantisce, a livello di Unione, un accesso non discriminatorio a tutti gli utenti. L’accesso non discriminatorio può comprendere condizioni diverse di autenticazione, uso e pagamento ///

        L’art. 4 comma 10 afferma questo:
        /// Gli Stati membri assicurano che i prezzi praticati dagli operatori dei punti di ricarica accessibili al pubblico siano ragionevoli, facilmente e chiaramente comparabili, trasparenti e non discriminatori. ///

        I 2 commi sembrano in contraddizione: il primo parla di diverse condizioni di pagamento, il secondo parla di prezzi non discriminatori. Questa è materia da avvocati ma una possibile interpretazione potrebbe essere questa: il primo comma si riferisce alle condizioni di pagamento intese come modalità, quindi consentirebbe di pagare tramite plug&pay, rfid, tessere diverse che applicano condizioni diverse ma anche tariffe diverse (quindi un abbonamento di una società può essere più vantaggioso dell’abbonamento di un’altra società). Il secondo comma invece si riferisce in modo specifico ai prezzi che dovrebbero essere appunto NON DISCRIMINATORI, quindi non discriminare tra l’utente che guida Tesla e l’utente che guida Leapmotor. E’ solo una mia interpretazione farina del mio sacco ma così su 2 piedi ci vedo gli estremi per approfondire la legittimità di un certo tipo di offerte, sia quelle dei Supercharger di Tesla sia quelle di Ionity.

        D’altro canto la stessa direttiva prevede comunque punti di ricarica non accessibili a tutti:

        /// Per quanto riguarda i punti di ricarica per veicoli elettrici che non sono accessibili a tutti, è opportuno che gli Stati membri mirino a esplorare la fattibilità tecnica e finanziaria delle sinergie grazie a piani di diffusione di
        contatori intelligenti in ottemperanza agli obblighi di cui all’allegato I.2 della direttiva 2009/72/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Gli operatori dei sistemi di distribuzione svolgono un ruolo importante in relazione ai punti di ricarica. Nello sviluppo delle loro mansioni, i gestori dei sistemi di distribuzione, alcuni dei quali possono far parte di un’impresa verticalmente integrata che possiede o gestisce i punti di ricarica, dovrebbero cooperare in modo non discriminatorio con qualsiasi altro proprietario o operatore di punti di ricarica, in particolare fornendo loro le informazioni necessarie per un accesso e un utilizzo efficienti del sistema ///

        In questo caso andrebbe valutato cose si intende per non accessibile a tutti: sono le ricariche dei McDonalds accessibili solo agli utenti dei McDonalds (nome a caso) o possono essere anche i SuperCharger che consentirebbero un accesso discriminatorio solo ai proprietari di Tesla, in violazione degli altri commi citati? Anche qui servirebbe un approfondimento

    2. Enzo ma davvero tu pensi che la gestione delka rete di ricarica in italua va come va perchè è fatta da aziende private???
      Quali sono queste aziende private di grazia? Forse intendi Enel ed Eni? Quelle aziende che sono private solo come capitali ma che prendono tutt’ora ordini diretti dal governo (essendo lo stato italiano il principale azionista)?
      Quindi secondo te è tutta una coincidenza che la situazione si sia completamente ribaltata in coincidenza con la presa di potere dell’attiale governo? Prima ke stesse 2 azuende pseudo-private offrivano ricariche convenuentissime tant’è vero che molti possessori di Tesla, me compreso, per lingo tempo avevano smesso di servirsi ai SUC perchè molto più cari delle tariffe di enel ed eni…
      Poi è salito al potete l’attuale governo ed in pochi mesi sono spariti gli abbonamenti ed il costo della ricarica è triplicato (nonostante quello della materia prima = elettricità sia più che dimezzato…).
      Ma si, di sicuro hai ragione tu, è tutta una coincidenza e la colpa è che eni ed enel sono “private” perciò il governo fa bene a protreggere l’unico network pubblico…

      Non sarà mica invece che sl governo interessa mantenere TUTTO sotto il suo diretto controllo senza possibilità di interferenze esterne così da poter continyare ad affossare la mobilitá elettrucs imponendo quedte tariffe fuori da ogni senso?
      Già hanno l’incognita Tesla che non possono comandare direttamente e che rischia di rovinargli i piani figuriamoci se sono disposti che arrivi un altro a dargli fastidio…

      1. Moreno io capisco l’astio, comprensibile, verso un governo poco attento verso le bev ma sinceramente mi sembra troppo poco per poter dedurre, in modo così automatico e sicuro, che il cambio di prezzi di queste società sia stato deciso dallo stesso governo che chiama insistentemente sia Tesla che le aziende cinesi a costruire le loro elettriche qui da noi. Come se la Meloni la mattina dopo una tazzina di caffè e un bicchiere di latte chiamasse Eni sincerandosi che le sue colonnine restino il più inutilizzate possibili. Per fare un favore poi a chi? A Stellantis con cui i rapporti sono ai ferri corti? Ai costruttori tedeschi? A De Meo a cui nega l’accesso in Free To X? Tutto questo mentre la quota di elettriche è al palo al 3%, non cresce e nel frattempo il governo Meloni è obbligato a giurare alla UE che in Italia per il 2030 circoleranno milioni di auto elettriche?

        Tutto questo mentre nel frattempo Free To X si posiziona come leader in Europa con colonnine che arrivano a 400 kW, tappezzando in tempi record gli autogrill di ricariche ultrafast con un servizio impeccabile e con una rete in perenne espansione, consentendo davvero di viaggiare per l’Italia senza dover entrare ed uscire dall’autostrada come invece di fatto imponeva quasi sempre Tesla?

        Io ho un’altra visione: che questo governo, sia per motivi di bandiera/ideologici sia per motivi pragmatici, vuole che le auto a benzina sopravvivano anche perché sa già che nel 2035 l’Italia non sarà pronta ad una circolazione 100% elettrica su tutte le strade e i disagi per molti cittadini ci saranno. Detto ciò, il governo non ha alcun interesse a rallentare la vendita di auto elettriche, soprattutto quelle oggi costruite in Italia e quelle che lo stesso governo vorrebbe che venissero costruite in Italia, sebbene quando va a strutturare una strategia per spingere sulle elettriche si muove in modo goffo e incapace, facendo più danni che altro.

        1. Caro Enzo davvero ti chiedi a favore di chi si vuole frenare la transizione (che non è solo di mobilitá ma in modo più ampio dal fossile all’elettrico)???

          Chi finanzia i partiti? La lobbi delke rimnovabili o quella dei pettolieri???
          Chi ha salvato a suo tempo la Lega del signor Salvini (guardacaso il più attivo nel contrastare la transiziobe) dal fallimento economico?

          Riguardo Free to X non discuto la bontà della sua rete in termini tecnico o di tempi di realizzazione ma mi sbaglio o c’era un obbligo di aprire la possibilità di entrare nelle aree di servizio anche ad altri operatori per garantire la pluralità ed il libero mercato? Perchè questo obbligo non viene rispettato e si sta in tutti i modi possibili impedendo ad altri di fargli concorrenza?
          Puoi avere una buona rete a lovello tecnico ma se la utilizzi per “imporre” un prezzo fuori dal mercato imledendo contemporaneamente a chiunque altro di ebtrare a farti concorrenza non stai affatto facebdo un servizio a favore della diffusione della mobilitá elettrica ma stai in realtà assicurandoti tutto il contrario… esattamente la stessa cosa che hanno fatto fuori dalle autostrade enel x e be charge: lrima hanno coperto più velocemente possibile il territorio praticando prezzi convenienti per garantirsi che non ci fosse “spazio” per altri e di poter manovrare in condizioni di duopolio (che poi è monopolio visto che chi li comanda è sempre lo stesso) e poi, quando ti sei garabtito che nessun altro ti può intralciare rendi il tutto antieconomico per chi dovresti servire così da acoraggiare più persone possibili…

          L’ibtendo del governo non r quello di guadagnare tempo ler far si che l’italia sia pronta ma di far durare l’uso dei idrocarburi il più a lungo possibile per far continuare a guadagnare i propri finanziatori e continuare a spartirsi allegremente la torta.

          Unica cosa che non avevano previsto e che può rovibargli il liano è proprio quello che tu hai definito “un esempio pessimo”… sto parlando dell’apertura di Tesla agli altri automobilisti. Perchè Tesla è l’unica ad oggi che può riuscire a rompere questo monopolio di stato essendo l’unica che non è “ricattabile” con i contratti di ruoming… ed è una cosa che il “monopolista” non si aspettava perchè ricordo che quabdo il monopolio è stato creato i SUC Tesla erano ad esclusivo uso di chi aveva Tesla ed in pochi prospettavano una possibile apertura perchè l’accesso ai SUC era universalmente condiderato uno dei più importanti (personalmenre è stato di gran lunga il principale) motivi per scegliere di acquistare una Tesla. E veramente in pochi pensavano che Tesla sarebbe stata disposta a perdere questo “bonus attrattivo” dando possibilità a tutti di usufruire dei SUC

    3. Guido Baccarini

      “L’esempio di Tesla con le tariffe differenziate è davvero pessimo” se invece avesse tenuto la rete chiusa ai soli veicoli Tesla (magari usando un protocollo proprietario di ricarica) sarebbe stato meglio?
      Perchè deve praticare gli stessi prezzi agli altri che NON permettono l’ottimizzazione della rete?
      Quando imposti come destinazione, o te la imposta la macchina, un Supercharger, la rete Tesla “sa” che un veicolo arriverà in Supercharger ad una certa ora. Se stanno arrivando in troppi, dirotta gli altri ai successivi (calcolando se sono in rotta e se la macchina vi arriva agevolmente) avvertendo l’utente che l’area è troppo affollata. Cosa che può fare solo a “posteriori” con gli utenti non Tesla (nel senso di: può tenerne conto solo nel momento in cui cominciano a caricare).
      Altra cosa che fa Tesla è massimizzare la velocità di ricarica finchè non hai caricato quanto ti serve per arrivare a destinazione, per poi ridurla a beneficio degli altri, in caso di affollamento, quando hai superato la quota necessaria e stai caricando per motivi differenti dal viaggio impostato nel navigatore: non può farlo per gli altri marchi, perchè non sa dove stanno andando.
      Se una Dacia Spring con caricatore DC da 30kW nelle migliori condizioni impegna uno stallo V4 da 250kW per un’ora? Ci sono veicoli che caricano anche più in fretta di Tesla (le IoniQ ad esempio) ma la maggior parte carica più lentamente e i Supercharger Tesla hanno una percentuale di occupazione giornaliera che è probabilmente quella annuale di Enel-X e BeCharge, perchè dovrebbero fare i “comunisti” e trattare le auto tutte allo stesso modo se tutte le altre auto, indistintamente, non parlano con la rete e il 98% dei veicoli che possono fermarsi (numericamente parlando del parco circolante, non dei modelli esistenti) impegnano lo stallo più (anche il doppio) di Tesla?

      1. Per lo stesso motivo per cui ad Apple e a Microsoft in Europa hanno imposto l’ open garden anziché il closed garden. Il closed garden si ammanta sempre di queste scuse di ottimizzazione che, per carità, hanno anche un fondo di verità. Poi c’è per fortuna il legislatore che interviene e che dice che non possono esistere ristoranti per i bianchi o solo per gli etero. Tutti hanno le loro ragioni ma poi ci sono quelle dello stato.

        La UE ha vietato l’ accesso discriminatorio. Perciò Tesla ha aperto. E se ci sono supercharger per soli utenti Tesla, sospetto siano contra legem.

        Personalmente preferisco vivere in un mondo non discriminatorio che in un mondo discriminatorio con la scusa dell’ ottimizzazione. My 1%.

          1. L’ho fatto ieri sera a cena con mia moglie a cui, brevemente, ho letto qualcosa (i 3 virgolettati della direttiva europea che ho citato anche qui). Mia moglie per inciso è un avvocato specializzato sulla discriminazione, con sentenze molto importanti al riguardo che hanno fatto scuola in tutta Italia (e infatti per quelle sentenze la chiamano anche fuori regione). Ha fatto condannare presidi, università, Poste Italiane, ASL e tante altre istituzioni e società private per la discriminazione, con gli avvocati di controparte che rispondevano come te. La sua risposta è stata: “è discriminazione. Se mi trovi un possessore di auto elettrica non Tesla che vuole fare causa, mi studio le carte e procedo perché, da quello che mi leggi, gli estremi ci sono”. Non è un bluff. Ovviamente, ripeto, conversazione di 60 secondi mentre eravamo a cena fuori, riportando 2 cose veloci, senza un pezzo di carta in mano. Quindi, se vuoi provare, hai il mio indirizzo email … potrebbe essere una bella pubblicità positiva per il sito 😉

          2. Sessanta secondi senza un pezzo di carta in mano. Ottimo approfondimento. Il pezzo di carta (costituzionale, articolo 3) te lo posto io “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. No vedo citata Tesla…

          3. Mia moglie ride. Dice che confondi la discriminazione civile con quella amministrativa che sono cose diverse. La discriminazione amministrativa. Il primo è quello che citi tu, il secondo è quando un ufficio, un esercente, un negozio consente l’accesso ad utenti diversi (a uno sì e a un altro no). Però se vuoi continuare a insegnare la legge ad un avvocato specializzato in discriminazione non c’è problema, siamo qui per imparare. Massimo, Massimo, Massimo …

        1. Guido Baccarini

          …Dunque ora il legislatore interverrà per imporre alle officine autorizzate annesse alla concessionaria Mercedes di riparare anche le BMW e le Audi?
          I Supercharger, costruiti su suolo PRIVATO e non pubblico, senza avere ricevuto contributo pubblico, senza necessitare di concessione, devono sottostare all’obbligo del garante della concorrenza?
          Quale norma avrebbero violato?
          Trovami una sola notizia sul web che confermi che Tesla ha aperto su richiesta UE e non perché questo le porta GUADAGNI.
          Il primo Supercharger aperto a tutti (in Europa) fu in Norvegia perché era l’unico costruito con soldi pubblici, pertanto dovevano usufruirne tutti.
          Ti ricordo che gli stalli sono fatti per le Tesla, il cavo è lungo meno di 1mt e solo chi ha la presa di ricarica posteriore sinistra può caricare sicuramente senza infastidire gli altri.
          Non a caso hanno aperto solo i Supercharger e non tutti gli stalli a tutti perché solo gli stalli perimetrali permettono la ricarica alle auto con connettore non in posizione Tesla senza dare fastidio agli altri (oppure quelli con spazi più ampi).
          La rete Porsche (non Ionity, proprio Porsche), infatti, è aperta a tutti, vero..?

          1. Quindi mi stai dicendo che Iren non può vendere i suoi prodotti energetici dentro Poste Italiane, un soggetto privato che su un suolo privato offre un servizio a privati? Non è così semplice, Guido …

            Ci sono diversi aspetti da considerare, a partire dalla disciplina specifica. Io ripeto a te quello che ho scritto a Massimo. Da una prima lettura della direttiva europea (SENZA considerare com’è stata recepita dai singoli stati, neanche l’ho letto) io ti confermo – dopo aver consultato in 60 secondi un avvocato specializzato in tema di discriminazioni mentre mangiava in riva al lago un piatto di spaghetti allo scoglio – che SEMBREREBBE (ripeto: SEMBREREBBE) sussistere un comportamento discriminatorio. Poi, come sempre, per poter essere sicuri che questo è, occorre studiare attentamente le leggi, vedere bene i soggetti giuridici, etc. etc.

            Tu hai una Tesla, mi pare di ricordare che tua figlia ha la 500e (mi permetto di parlarne pubblicamente perché se ricordo bene ha fatto un video qui su VaiElettrico con Paolo altrimenti non violerei la tua vita privata). Vale per te la stessa offerta già fatta a Massimo (a cui do la precedenza per anzianità, Massimo è anziano 😀 😀 😀 ). Se avete voglia di approfondire, l’avvocato è a disposizione. Dopo aver fatto condannare enti e aziende di ogni ordine e grado, sindaci, banche (tutti per discriminazione), in effetti al portfolio di mia moglie manca ancora una causa nel campo delle auto.

          2. Guido Baccarini

            La vendita di energia elettrica uso domestico dipende da una autorizzazione specifica, normata, con enti pubblici di controllo etc. etc rivolta alla TOTALITÀ della popolazione.
            Poste italiane è concessionario di servizi pubblici rivolti alla TOTALITÀ dell’utenza, alcuni in regime di monopolio grazie a concessione esclusiva.
            Tesla ha una sua rete privata, non esclusiva e non in regime di monopolio come servizio accessorio di altra attività rivolta ad una frazione della popolazione, erogata tramite partner privati con cui ha stretto accordi privati (hotel, centi commerciali, ristoranti etc.) e non rientranti nella fattispecie si servizio pubblico.
            Se per te sono la stessa cosa, ok.

      2. Enzo con questo tuo intervento hai solo dimostrato quanto può essere fazioso un essere umano…

        Come ti è già stato detto i supercharger Tesla sono una rete PRIVATA e non un servizio pubblico… come qualsiasi rete privata può tranquillamente acegliere di servire solo i propri clienti esattamente come esistono le officine monomarca da sempre…
        Non sono state create usando fondi pubblici ma direttamente da questa o quella casa per dare un servizio aggiuntivo ai propri clienti e far proprendere verso di se la scelta…
        Che Tesla abbia deciso di aprire la rete supercharger a tutti è una sua libera scelta non obbligata da nulla e nessuno perchè, ripeto ancora, è una rete PRIVATA costruita da un lrivato con i propri fondi e non è un servizio pubblico dato dallo stwto o per conto dello stato.
        Non so come hai presentato la situazione a tua moglie (semmai davvero è chi hai detto tu essere) visto che hai detto che non ha consuktato direttamente alcun documento… certo se gli dici che Tesla ha fatto la rete con soldi pubblici per poi chiuderla a tutti tranne i suoi clienti gli estremi per un qualche tipo di discriminazione ci sarebbe con tutta probabilitá ma la situaziobe non è affatto questa….

        P.S. qui non hai citata alcuna direttiva europea ma hai solo detto che secondo te ha vietato l’accesso discriminatorio (che detto così poteebbe anche solo dire che gli stalli devono essere progettati in modo da non avere barierr architettoniche che impediscano l’utilizzo ai portatori di handicap….), non c’è un virgolettato o anche solo un riferimento di numero di direttiva ma, ripeto, solo una mera tua opinione.

        1. Moreno sei un ragazzo sveglio e non ho detto a mia moglie che la rete è stata fatta con soldi pubblici, tranquillo. Direttiva 2014/94/UE [ https://eur-lex.europa.eu/eli/dir/2014/94/oj/ita/pdf ] art. 4 comma 10 afferma questo (l’avevo già citato sopra):

          /// Gli Stati membri assicurano che i prezzi praticati dagli operatori dei punti di ricarica accessibili al pubblico siano ragionevoli, facilmente e chiaramente comparabili, trasparenti e non discriminatori. ///

          Secondo te per non discriminatori si intende che Tesla non può discriminare in base alla religione dell’automobilista o in base alla marca dell’auto dell’automobilista (vale SIA per l’accesso SIA per il prezzo praticato)? Respira, libera la mente, senti la forza scorrere dentro di te e poi rispondi con calma. Non è difficile, non serve una laurea in legge, ci puoi arrivare da solo.

          Poi, ripeto, io non ho scritto che Tesla discrimina, voglio essere chiaro. Ho scritto semplicemente che ad una lettura MOLTO superficiale della direttiva europea, SENZA controllare come è stata introdotta nei singoli stati, SENZA controllare la presenza di leggi successive, SENZA verificare come il tutto è stato eventualmente impostato per aggirare un eventuale limite di legge, in tutto ciò ho avuto un dubbio che, chiesto ad un avvocato di una nota associazione dei consumatori esperto in materia di discriminazione mi ha detto che in effetti il dubbio potrebbe essere fondato al punto che a lei piacerebbe approfondire la cosa e valutare/approfondire lo studio ai fini di una causa (ma serve un proprietario di un’auto elettrica non Tesla). Quindi non mi permetto di dire che Tesla discrimina: semplicemente che ci sono gli estremi per iniziare a studiare, che “l’indizio” merita un approfondimento.

          /// Non so come hai presentato la situazione a tua moglie (semmai davvero è chi hai detto tu essere) ///

          Tranquillo, non sono qui a portare clienti a mia moglie, non ne ha bisogno e lavora già troppo così. L’offerta dell’avvocato l’ho fatta solo a Massimo e a Guido, se dovessero decidere di accettare potranno valutare di persona la competenza di mia moglie nel campo della discriminazione.

          Off-off-off-topic: Kamala Harris è (anche) un avvocato. Questo mi fa ben sperare per le sorti degli USA, non dovremmo vedere proposte di legge come quella leghista che prevedeva 5000 euro a chi scriveva avvocatessa o sindaca …

          1. Enzo questa ancora una volta è una tua libera interpetrazione, intendo che Tesla stia discriminando i non propretari Tesla….
            Anche accettando ler buona la tua visione della normativa (che comunque larla solo di prezzi e non di accessibilità) ora ti do la mia di interpretrazione che dimostra tutto il contrario, se vuoi che puoi girarla a tua moglie così magari evita di perdere il suo prezioso tempo dietro alle paturnie del maritino visto che uno che un avvocato non sa neanche dove sta di casa così su 2 piedi ha fornito quella che può benissimo essere una linea difensiva da larte di Tesla in grado di azzerare ogni possibilità di vittoria da parte di tua moglie…
            Comunque ecco la mia interpretrazione: Tesla, come praticamente ogni provaider, ha 2 tariffe, la prima pay per use a lrezzo pieno (quella accessibile a tutti senza abbonamento) e la seconda scontata con abbonamento.
            Tu dici però che i propretari Tesla l’abnonamento non lo pagano ed io ti rispondo che da semlre nei contratti di acquisto di una Tesla c’è scritto che nell’acquisto è compreso l’accesso alla rete supercharger che può facilmente essere interlretrato come “Tesla da abbonamento a vita pagato compreso con l’acquisto dell’auto”.
            Ed ecco che tutti sono esattamente sullo stesso piano perchè tutti pagano la stessa tariffa, l’unica differenza è che un non propretario Tesla, se lo vuole, deve pagarsi l’abbonamento perchè non lo ha mai lagato mentre un lropretario Tesla lo ha già pagato con l’acquisto dell’auto.

            P.S. invece di andare a cercare discriminazioni nei supercharger Tesla, che comunque anche per i non propretari Tesla sono la possibilitá più economica di ricarica fast, io suggerirei alla tua mogliettina di concentrarsi su qualche parola prima dello stesso paragrafo e più precisemte dove si parla di garantire che i prezzi siano ragionevoli perchè proprio i prezzi dei supercharger (anche quelli per i non propretari) dimostrano che quelli di tutti gli altri di ragionevole abbiano ben poco…

          2. Leonardo (R)

            Bravo Moreno, prendersela con Tesla sarebbe la stessa cosa della GdF che fa la multa a un gelataio perché ha regalato un gelato a un bambino che non aveva con se i soldi mentre non si accorge che dall’altra parte della strada c’è una gelateria che vende i gelati facendo uno scontrino sì e uno no.

            (Il mio è soltanto un esempio di pura fantasia, sia chiaro)

          3. Guido Baccarini

            In effetti la legge che hai citato inchioda Enel e soci per via dei prezzi…
            A parte che parla dei punti di ricarica accessibili al pubblico, cioè una fattispecie, non che debbano esserlo…

          4. @Moreno i problemi dei supercharger Tesla sono 2:
            – alcuni NON sono proprio accessibili ai proprietari di veicoli di altri brand
            – la differente politica dei prezzi

            Sul secondo punto, è chiaro che il giochino lo fanno come hai detto, ovvero il produttore si fa carico di un “costo fittizio” per cui omaggia il proprietario di un veicolo di un costo che lui poi “paga” ad un’altra società, sua, del suo gruppo o di cui ha una quota. Ciò nonostante, questa partita di giro funziona poco davanti a un giudice che non si fa di certo fregare da un trucchetto contabile e da 4 soldi come questo o quanto meno è tutto da vedere in tribunale.

            @Guido: i supercharger sono punti di ricarica accessibili al pubblico. Le colonnine all’interno di un parcheggio privato chiuso di un’azienda che offre il servizio di ricarica solo ai suoi dipendenti no, non sono accessibili al pubblico

          5. Enzo ok, già lo sappiamo che a te tesla non va proprio giù….
            Ma se fossi onesti dovresti riconoscere che la politica di fare “sconti” ai propri clienti non l’ha di certo inventata Tesla: da sempre le stazioni Ionity costano di meno se hai certi marchi (quelli che fanno parte del consorzio) o anche A2A da accesso a tariffe agevolate se sei suo cliente residenziale….
            Non è nulla di nuovo ne tantomeno illegale, magari non sarà ti tuo gradimento ma questo non lo rende illegale.
            Ripeto, indipendentemente da ciò che pensi tu, se Tesla reputerà conveniente per se stessa chiudere di nuovo la propria rete ai soli propretari Tesla nessuno può impedirglielo neanche la tua super mogliettina perche la rete Supercharger non è un servizio pubblico… è una rete privata dove il padrone ha tutto il diritto di decidere chi la utilizza e chi no.
            Che poi Tesla non la chiuderà ma anzi tenderà a rendere accessibili a tutti più atalli possibili perchè così conviene a lei non vuol dire che lo fa perchè è obbligata da qualcuno.

  9. E che dobbiamo dire… Continuiamo così, facciamoci del male… Che poi non è certamente sorprendente per chi come Giorgetti and Co. tentano in tutti i modi di affossare il settore, sia mai che qualcuno voglia investire sull’elettrico in Italia, però sul nucleare e aul gas benvenuti a tutti!

  10. Giuseppe Andrea

    Ah, ancora non vi siete accorti che il Governo fa opposizione all’elettrico? In qualsiasi forma, fino a rovinare quanto era già stato fatto

    1. Sono d’accordo con te…ma…. Prove??? Documenti video ecc ecc….??? non facciamo congetture per favore, che di complottisti c’è ne fiat troppi!!!!

      1. Tipo annunciare il bonus a dicembre 2923 ed elargirlo a giugno 2924, bloccando il mercato per circa 7 mesi?

      2. Giuseppe Andrea

        Non bastano tutte le dichiarazioni son prima di salire al governo? Od il continuo ciarlare di Salvini contro l’elettrico, che ti ricordo essere il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti? Se come prova ti aspetti un DL dove scrivono “vogliamo favorire la mobilità endotermica” non la troverai, ma se vai a vedere i tetti di spesa per le vetture elettriche, ibride e termiche mi sembra palese che le vetture a batteria fossero penalizzate. (Per chiarire, io ho una ibrida plugin ordinata 2 anni fa, non ero interessato all’ultimo incentivo ma ho un collega che ha preso una elettrica ed è rientrato a stento, evitando qualsiasi optional per non sforare)

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