In provincia di Treviso il sindaco usa la bici elettrica per gli spostamenti del personale comunale. «Lo consiglio ai colleghi, diamo un segnale ai cittadini».
A disposizione anche del personale
Amministrare un comune di 5 mila abitanti in sella ad una bici elettrica si può. Succede a Tarzo in provincia di Treviso, zona collinare della Pedemontana veneta «e infatti la scelta è caduta su un modello che si adattasse al territorio collinare della nostra cittadina». Vincenzo Sacchet, trentacinquenne, già vice sindaco che nella campagna elettorale dello scorso anno aveva promesso che uno dei primi investimenti sarebbe stato l’acquisto di una e-bike per le necessità del personale comunale. Detto fatto, già da un paio di settimane la bici di categoria urban è a disposizione del primo cittadino e di chi ne ha bisogno tra i dipendenti comunali.
Lo consiglia a tutti i sindaci
«Abbiamo scelto questo tipo di bici per dare la possibilità anche alle signore di usarla, un modello più sportivo non sarebbe stato adatto».La scelta costata circa 2 mila euro, oltre ad essere apprezzata dai concittadini, apre una strada nuova nella concezione dell’amministrazione pubblica. Vincenzo Sacchet è stato il primo sindaco nella sua regione e forse in Italia a dotare il parco del comune di un mezzo a pedali elettrico. «Mi sento di consigliarlo a tutti i miei colleghi perché attraverso la nostra scelta possiamo influenzare positivamente anche il resto della cittadinanza». Una bici elettrica non può sostituire del tutto l’auto, indispensabile nei lunghi spostamenti o nelle missioni che contano più partecipanti però «pure il controllo del territorio si può giovare della “lentezza” della bici». In un comune di pochi abitanti come Tarzo, ma che ha un territorio di circa 25 chilometri quadrati, «posso assicurare che sto facendo tanti chilometri per i piccoli spostamenti quotidiani».
<Mille cose si possono fare senza l’auto>
Già perché nei sogni di Sacchet la bici a pedalata assistita dovrà sostituire quanto più possibile l’uso delle auto personali: «Qui di auto blu non ce ne sono, ma credo che anche un sopralluogo da parte di un dipendente dell’ufficio tecnico, oppure andare a ritirare la corrispondenza alle Poste si possano fare comodamente in bicicletta. Ora il tempo non ci sta aiutando, ma presto arriverà la primavera e conto di usare la due ruote al massimo delle sue possibilità». Con una batteria che ha un’autonomia di circa 140 chilometri. L’auspicio è che i dipendenti comunali la usino come mezzo di trasporto per spostarsi in paese. «Mi auguro che anche i consiglieri la usino per muoversi. È un mezzo di trasporto facile e pulito».
Prossime tappe: bike sharing e colonnina di ricarica
Niente auto blu in paese, ma nemmeno tante bici elettriche. «I miei concittadini mi fermano per chiedermi informazioni. Da queste parti siamo ancora un po’ indietro rispetto alle grandi città, dove il fenomeno ha preso piede anche per la facilità di muoversi in pianura e tra il traffico. Sono soprattutto gli anziani ad avere interesse verso il motore elettrico della bicicletta». La decisione di dotarsi di una bicicletta deriva da una precisa intenzione, ci dice Sacchet. «Come sindaco volevo dare il buon esempio non soltanto dal punto di vista dell’abbassamento delle emissioni di gas di scarico, ma anche delle scelta di vita salutari». Il sindaco Sacchet è un appassionato di mobilità alternativa, materia anche della sua tesi di laurea e il pallino dell’elettrico arriva da lontano e vuole andare lontano: «Vista la curiosità suscitata, sto pensando di creare un evento a Tarzo sulle e-bike e la mobilità sostenibile. Ma anche il bike sharing mi interessa». Scelta che si unisce alla volontà personale di passare all’auto elettrica e magari di installare in città anche una colonnina per la ricarica pubblica. Continueremo a seguire le vicende elettriche di Tarzo.