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Next Generation Italia e mobilità elettrica, MOTUS-E chiede 18,7 miliardi

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Auto elettrica Tesla
Binomio auto elettrica energia rinnovabile

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La transizione green, di cui la mobilità elettrica è parte integrante, è il capitolo più corposo del Recovery Plan, più esattamente del Next Generation Italia, che il governo discuterà  questa sera. In vista del dibattito a Palazzo Chigi, l’Associazione MOTUS-E che rappresenta i protagonisti della mobilità elettrica in Italia, ha presentato un documento di 29 pagine (qui il testo completo) che riassume richieste e suggerimenti per un impiego più efficace dei fondi. MOTUS-E propone 15 interventi nello sviluppo della mobilità sostenibile per un investimento complessivo di 18,7 miliardi entro il 2026.

«Le misure green dell’attuale piano risultano poco ambiziose ed efficaci dal punto di vista dei principi ispiratori del Next Generation EU» dichiara il segretario generale di MOTUS-E Dino Marcozzi. «Con le nostre proposte, vogliamo cogliere l’opportunità offerta dalla mobilità elettrica e dare la giusta spinta al nostro Paese».   La crescita della mobilità elettrica, sostiene MOTUS-E è «un’opportunità che l’Italia non può permettersi di ignorare». Le misure suggerite per la redazione definitiva del Next Generation Italia si muovono quindi su tre dimensioni: ambientale, sociale ed economica.

Prevedono la seguente distribuzione dei fondi: sostegno della domanda 10,93 miliardi di euro; infrastrutture 3,27 miliardi di euro; offerta: 4,51 miliardi di euro.

Next Generation Italia: così la bozza

Nell’ultima versione, la bozza del piano Next Generation Italia che verrà discussa oggi in Consiglio dei Ministri prevede un investimento complessivo di 222,9 miliardi di euro. Sono 33 in più di quelli stanziati dall’Europa, grazie al recupero di fondi di sviluppo e coesione impegnati e non ancora spesi.

Next Generation Italia
Il premier Giuseppe Conte: questa sera il via libera al Nextl Generation Italia

Di questi,  32 miliardi di euro sono dedicati allo sviluppo di infrastrutture per la mobilità sostenibile (trasporto ferroviario e Alta velocità, sistema portuale più efficiente e pulito).

Altri 68,94 miliardi sono destinati alla transizione green. Quattro i filoni.

-Economia circolare: minor uso di materie prime primarie e recupero e riciclo dei rifiuti.

-Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile:  sviluppo di una filiera industriale per l’energia pulita basata su campi eolici e fotovoltaici off-shore; impiego dell’idrogeno verde nei processi industriali (siderurgia); sostegno alla conversione elettrica dei veicoli pubblici e privati, diffusione della mobilità leggera e dei percorsi ciclabili.

-Efficientamento energetico degli edifici: rinnovamento degli impianti e delle costruzioni.

-Tutela del territorio e sviluppo del patrimonio forestale

MOTUS-E, la mobilità merita di più

Per MOTUS-E la sostenibilità nel trasporto passa attraverso una visione a tre dimensioni: energia rinnovabile, elettrificazione, economia circolare nei materiali. Ma in una nuova «Civiltà della mobilità» fatta di razionalizzazione degli spostamenti, intermodalità  e condivisione dei mezzi, l’innovazione si lega strettamente con la digitalizzazione. Il miglioramento della qualità dell’aria ha a che fare con la salute, la sanità, il turismo e la qualità della vita. Infine la tutela della competitività dell’industria italiana dell’automotive nella conversione alle nuove tecnologie ha una forte valenza sociale ed economica, quindi un impatto sulla coesione. Perciò MOTUS-E ritiene che il tema mobilità sia trasversale e possa attingere fondi da altri capitoli del piano Next Generation Italia.

Ev  e rinnovabili vanno a braccetto

Per raggiungere gli obiettivi europei al 2050, scrive MOTUS-E,  l’elettrificazione dei trasporti è indispensabile. L’Italia dovrà dotarsi di 68,4 GW di Fotovoltaico e di 23,8 GW di eolico installatia. Questa energia da una parte non può essere sprecata, visti gli obiettivi di efficienza (-2,6  milioni di tonnellate equivalenti petrolio MTep nel solo settore trasporti, -9,3 MTep il totale al 2030). Dall’altra verrà richiesta un’opportuna quantità di sistemi di accumulo diffusi sul territorio che potranno far fronte alla non programmabilità delle fonti rinnovabili FER.

A parte la maggior efficienza dei veicoli elettrici che trasformano in lavoro il 70% dell’energia elettrica immessa, gli EV  sono di fatto batterie su ruote, che offrono una grandissima opportunità di accumulo. Per questo è possibile pensare ai veicoli elettrici come fondamentali fornitori di flessibilità alle reti elettriche.

Stabilito che l’elettrificazione del trasporto è una delle soluzioni chiave per la decarbonizzazione, MOTUS-E sollecita 15 misure concrete.

Incentivi, limiti & C sul lato domanda

Sul lato dello sviluppo della domanda, bisognerà innanzitutto prorogare strutturalmente l’Ecobonus fino al 2025 per i veicoli a zero e basse emissioni (sotto i 60 gCO2/km). Fissando anche una data precisa per vietare la vendita di veicoli termici come hanno fatto altri Paesi. Il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile dovrebbe poi finanziare con 3,62 milioni il ricambio delle flotte dei mezzi pubblici con 15.000 autobus a batteria e relativi infrastruttura di ricarica in deposito e al capolinea.

incentivi auto elettrica La mobilità condivisa andrebbe incentivata con la riduzione al 10% dellIva sui servizi di sharing elettrici. Altri incentivi fiscali  dovrebbero riguardare le flotte aziendali con emissioni nelle fasce da 0-20 e 21-60 gr/km di CO2. Le agevolazioni andrebbero estese a furgoni e mezzi da trasporto pesante, abbinandole all’installazione di impianti di autoproduzione e di ricarica nei parcheggi e negli edifici aziendali. L’elettrificazione dovrebbe riguardare anche le banchine portuali per il cosiddetto cold ironing e la ricarica batterie dei natanti.

Qui il dettaglio:

 

Offerta: formazione, ricerca e Industria 4.0

Sul fronte dell’offerta e della salvagardia del patrimonio industriale italiano nell’automotive MOTUS-E ritiene fondamentale innanzitutto il sostegno alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie d’avangiardia nell’ambito dei progetti di comune interesse europeo. Per esempio del progetto Battery Alliance. L’Italia dovrebbe candidarsi ad ospitare un impianto sperimentale per il riciclo e il re-purposing delle batterie. La formazione delle competenze dovrebbe avvenire attraverso i dottorati industriali e i corsi specialistici nelle Università, ma anche negli istituti tecnici, con corsi professionalizzanti sulla mobilità elettrica.  L’industria dei veicoli elettrici dovrebbe rientrare nel Nuovo Piano di Industria 4.0 .

La Nuova Fiat 500 elettrica (foto: Media Emea FCA).

Qui il dettaglio

Il New Generation Italia ci dia la ricarica

Sul frionte delle infrastrutture  MOTUS-E sollecita investimenti nello sviluppo di una rete nazionale di impianti pubblici per la ricarica dei veicoli elettrici, in ambito urbano ed extraurbano. Dei circa 19 mila punti di ricarica attuali, il 20% è su suolo privato a uso pubblico – ad esempio nei supermercati o nei centri commerciali – mentre l’80% su suolo pubblico. Il 96% però è in corrente alternata e quindi a ricarica più lenta e solo il 4% è in corrente continua.

colonnine in autostradaQuest’ultima quota deve assolutamente salire per supportare l’impiego dei veicoli elettrici sulle lunghe percorrenze. La rete va poi supportata con una Piattaforma unica nazionale con un database ufficiale aperto che aiuti gli operatori a installare le nuove colonnine in funzione dell’accessibilità degli allacciamenti, la densità del traffico e dei potenziali utenti, la tipologia di area. Una politica tariffaria adegiata  dovrebbe poi contribuire ad aumentare la convenienze economica della trazione elettrica.

Qui il dettaglio

 

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5 COMMENTI

  1. ho visto il video. se si potesse installare un impianto fotovoltaico lungo tutta la rete autostradale e ferroviaria sarebbe un gran passo in avanti. Senza considerare l’impulso economico per le aziende coinvolte. Ad ASPI ed agli altri concessionari nessuno ha mai presentato un progetto simile?

  2. mancano le rinnovabili tutti questi discorsi su ev e colonnine senza rinnovabili valgono Zero ..

    Lo so sono ossessivo ma continuerò a postare questo video finchè
    arriverà agli occhi di qualcuno che “conta”
    la via più breve economica,efficiente per le rinnovabili è …

    LA STRADA E’ LA STRADA PER LE RINNOVABILI e la mobilità elettrica sostenibile
    immensi campi fotovoltaici lungo tangenziali e autostrade
    niente vincoli paesaggistici
    niente vincoli faunistici
    niente sottrazione di terreni all’agricoltura o al selvatico

    logistica estremamente facilitata ed economica
    esempio Coreano , che si può migliorare molto

    https://www.youtube.com/watch?v=LuYsYLqjUtU&feature=emb_logo

    ho fatto un conto spannometrico , una pista ciclabile
    fotovoltaica come quella del video ,sul GRA di Roma , permetterebbe di
    realizzare un campo fototovoltaico di almeno 50 MegaWatt di picco

    facilmente raddoppiablile o triplicabile

    provate a immaginare l’Autostrada A1 fatta così , saranno almeno 500 Km pannellabili

    la rete ferroviaria anche essa pannellabile è lunga 24.299 km
    rete stradale (strade statali, regionali, provinciali, comunali) di 837.493 km,
    una rete autostradale di 6.757 km
    con annessi piazzole di sosta ,distributori e fazzoletti di terra incolta negli svincoli

    fate un po i conti , quanta energia si potrebbe fare , se anche la metà fosse utilizzabile

    se l’energia costasse 0,01 euro a kw alla colonnina …
    allora si che sarebbe RIVOLUZIONE ..
    varrebbe molto di più di qualsiasi incentivo/sconto per l’acquisto
    senza contare l’occupazione per la costruzione dei campi fotovoltaici e il lavoro VERO per la loro manutenzione nel tempo

    my 2 cent

  3. Sperem, se va al potere il piccolo Trump in muserola saranno trivelle e idrogeno grigio travestito da verde a non finire.

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