Dateci anche e soprattutto le citycar elettriche, non solo le Tesla e i grandi Suv. Si può leggere così la grande simpatia riscossa dalla vecchia Mini in versione solo a batterie, che BMW ha portato al Salone di New York (30 marzo-8 aprile).
Il gioco si fa serio
Si è trattato di poco più di un gioco. Una trovata di marketing a sorpresa per far intendere che comunque anche la nuova Mini nella partita delle emissioni zero ci sarà. Probabilmente già nel 2019. Nel frattempo, godetevi questo gioiellino, come ha scritto la BMW: <La Mini Classic elettrica è il frutto di un viaggio immaginario nel tempo, dove la storia di un modello mitico è arricchito di un nuovo capitolo…in un futuro di sostenibilità che è già iniziato>. Sì, ma questo futuro che è ormai il presente non può essere fatto solo di macchine ‘importanti’, con prezzi da 50-60 mila euro in su. Già la gente tende a identificare l’auto elettrica con la Tesla, che è una macchina nata e pensata soprattutto per il mercato americano, dove le taglie sono notoriamente over. Ma anche la maggior parte degli altri costruttori si è orientata soprattutto sui macchinoni. Con i quali è più facile ammortizzare l’ingombro e, soprattutto, il peso delle batterie.
Le e-citycar, sfida per ingegneri e designer
In Europa, e in Italia in particolare, le città sono congestionate, spesso con strade strette e pochi parcheggi. Servono auto piccole, non troppo costose, senza rumore e senza emissioni nocive. E’ su questo che devono lavorare i costruttori. E chi fabbrica le batterie deve trovare il modo di darcene di più leggere e capaci. E’ la grande sfida che l’auto elettrica ha davanti.
La Mercedes con la Smart l’ha colta in pieno, decidendo che il futuro della sua piccoletta sarà soltanto in elettrico, a partire dal 2019-2020. La Mini è un po’ in ritardo, nonostante fosse partita prima di tutti una decina di anni fa e abbia realizzato nel frattempo almeno tre concept. Ma arriverà e sicuramente sarà una vera Mini. Poi c’è la Fiat 500e, godibilissima e ancora vendicchiata nei soli due stati americani in cui è acquistabile (in Italia si trova solo usata), ma priva di futuro per l’anatema di Sergio Marchionne contro l’elettrico.
Ci sono le piccole Renault in arrivo, tra cui probabilmente la Clio. E soprattutto ci sono le cinesi, ormai in grado di offrire una gamma che va dalle micro alle supercar. Il vero progresso sarà questo: darci in tre metri quel che le auto tradizionali ci hanno sempre dato in quattro. E’ una grande sfida per gli ingegneri. E anche per i designer, che possono liberare spazio mettendo gran parte del motore (le batterie) sotto i nostri piedi. Una sfida che può cambiare, in meglio, il volto sfigurato delle nostre città.
Spesso leggo dell’elettrica che fa i 250 kmh e mi chiedo che senso abbia. Le auto elettriche hanno ragione d’esistere solo se tolgono dalla strada un numero consistente di auto con motore termico e di conseguenza con emissioni inquinanti.
Quindi si, servono auto piccole, d’altro canto l’esperienza di Paolo Attivissimo la dice lunga: “Sto man mano esplorando i limiti di un’auto elettrica ad autonomia limitata come la mia Peugeot iOn usata … L’ho comprata pensando di usarla esclusivamente come city car, per viaggi brevi entro il limite della sua autonomia, ma…” (vedi: https://attivissimo.blogspot.it/2018/03/avventurette-in-auto-elettrica_22.html)