E’ innovativo un battello ibrido? Non proprio, visto che una sostenibilità maggiore si ottiene con la propulsione elettrica. Questa la premessa doverosa, anche se nella nautica oggi è più difficile realizzare una mobilità full electric rispetto all’automotive, su un battello finanziato anche con soldi pubblici e presentato da Duferco al porto di Lavagna.
Due motori diesel da 100 kW e due elettrici da 30
A vedere le potenze dei motori, due da 100 kW diesel e due elettrici da 30 kW, si nota una chiara preminenza del motore endotermico. Per di più l’alimentazione scelta per il sistema elettrico è a idrogeno tramite fuel cell e batterie al sale, con la speranza che sia rinnovabile, stoccato in serbatoi a idruri metallici.

Il BIIM (battello ibrido innovativo modulare) costruito nei cantieri navali del Tigullio da maggio entrerà nella flotta del Consorzio Cinque Terre Navigazione dei Poeti. La navigazione in elettrico, grazie ai due motori da 30 kW, permetterà di attraversare l’area protetta dove sono vietati i motori termici. Il lato positivo di questa esperienza è il minor disturbo della fauna ittica con la modalità elettrica di navigazione e anche l’abbattimento delle emissioni nocive.
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Il progetto, co-finanziato da Regione Liguria tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020 è gestito da Filse (finanziaria regionale), è stato realizzato da una ATS costituita dalle aziende liguri Duferco Engineering come capofila, Names, Costruzioni Navali Tigullio Castagnola, Vulkan Italia, BluEnergy Revolution e I.Mar.s, con il contributo di UNIGE e RINA.

Alla cerimonia, le dichiarazioni. A cominciare da quella dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti: “Sostenere economicamente la ricerca e lo sviluppo di tecnologie che possano da un lato contribuire ad apportare importanti benefici ambientali e dall’altro a rafforzare la competitività delle nostre aziende, è un asset strategico sui cui abbiamo investito in passato e continueremo a investire con la nuova programmazione Fesr 2021-2027“. Si spera con un’attenzione maggiore al full electric. Nello specifico il progetto del prototipo BIIM è stato co-finanziato per il 50% dell’importo con le risorse regionali del Por Fesr 2014-2020″.
Un prototipo da 2 milioni di euro
Per la realizzazione del prototipo, da 2 milioni di euro, sono stati necessari 18 mesi di lavoro e sono stati impiegati “esclusivamente materiali innovativi ed ecosostenibili come legno, fibre e resine naturali“.
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“Da anni siamo impegnati nel perseguire obiettivi legati alla transizione energetica in tutti i business dove il Gruppo Duferco è impegnato – commenta Ezio Palmisani, Ad di Duferco Engineering -. Il progetto BIIM rappresenta un
esempio concreto di questo modello basato sull’innovazione e la tutela dell’ambiente, una soluzione ottimale per navigare in aree protette o porti sensibili a zero emissioni“.
Un commento sull’applicazione della tecnologia: “La soluzione applicata al battello ibrido, frutto di una stretta collaborazione tra tutte le realtà che compongono l’ATS, può, infatti, essere applicata a qualsiasi imbarcazione convenzionale che abbia lo spazio per installare le nuove apparecchiature, rendendo la nautica da diporto sostenibile, rispettosa dell’ambiente marino e capace di apprezzare il silenzio durante la navigazione con una imbarcazione a motore“.
Un battello dimostrativo
Il BIIM dopo un periodo di test entrerà a far parte della flotta del Consorzio Cinque Terre Navigazione dei Poeti e le modalità di utilizzo, come previsto dal bando, non sarà a scopo di lucro ma puramente dimostrativa; il battello verrà, infatti, impiegato per trasporti interni (ad esempio per gli spostamenti del personale di bordo) e non per fini commerciali.
È un prototipo pensato per cosa?
per poter essere sviluppato verso l’elettrico puro (a batteria, a idrogeno con vari tipi di stoccaggio), verso l’ibrido (viaggio diesel e manovro nel porto o nella zona protetta in elettrico con la sola batteria o idrogeno più fuel Cell piu batteria più idruri e serbatoi a alta pressione o stoccaggio liquido).
Già che c’erano, per non avvantaggiare tecnologicamente nessuno, potevano montare anche una turbina a gas, una a vapore, un bel motore a vapore e una micro centrale nucleare di quarta o quinta generazione. Non si sa ma i come si sviluppa la tecnologia.
Il problema e che questo sistema lo vogliono proporre per il diportismo dove si fanno poche miglia al giorno e per un uso eco bastano le batterie
Essendo un ibrido avrà sicuramente il recupero di energia in discesa 😉