I nuovi dati dell’US Energy Information Administration (EIA) fotografano una transizione che procede spedita negli USA a dispetto dell’Amministrazione Trump. Le rinnovabili sempre in crescita, grazie ad un solare da record. Lo stoccaggio energetico ha segnato un balzo del 59% in capacità installata. Al contrario, carbone, gas e nucleare mostrano segnali di stagnazione.
Trainate soprattutto dal solare, ad oggi tutte le fonti pulite – eolico, solare, idroelettrico, biomassa e geotermico – negli USA raggiungono una quota del 25,6% di produzione elettrica, in crescita rispetto al 24,2% del 2024.
La produzione da gas naturale, pur rimanendo la prima fonte del Paese, è scesa del 3,8%, un dato che segnala l’effetto combinato dell’avanzata delle rinnovabili e di un parco termoelettrico sempre più vecchio.

Solare + eolico: la combo che funziona
Secondo l’ultimo report Electric Power Monthly della EIA, il solare è ormai la fonte in più rapida crescita negli Stati Uniti. Solo a settembre 2025, la produzione da impianti fotovoltaici utility-scale è aumentata del 36% rispetto al 2024, mentre il piccolo fotovoltaico ha segnato un +12,7%.
In totale, il solare ha garantito quasi il 10% dell’elettricità americana del mese, un salto importante in un sistema ancora dominato dal gas.
Rinnovabili da record: per la prima volta la domanda di fossili non cresce
Se il fotovoltaico vola, anche l’eolico rimane una componente essenziale delle rinnovabili USA, contribuendo al 9,8% della generazione elettrica nei primi nove mesi dell’anno.
Complessivamente, solare + eolico hanno fornito il 18,8% dell’elettricità nazionale, superando la produzione da carbone del 15% e quella nucleare del 9,8%. Come in Europa, anche negli Stati Uniti il carbone continua a perdere posizioni, mentre il nucleare appare sostanzialmente stabile, con un calo minimo dello 0,1%.

Storage protagonista: +59% in un anno
La maggiore sorpresa arriva però dai sistemi di accumulo energetico (storage), cresciuti negli Usa del 59,4% tra ottobre 2024 e settembre 2025. Le nuove installazioni hanno aggiunto 13,8 GW, e l’EIA prevede ulteriori 22 GW nei prossimi dodici mesi. Numeri molto superiori agli incrementi europei, dove la frammentazione regolatoria continua a frenare la diffusione dello storage domestico e utility-scale.
Parallelamente, il solare ha aggiunto 31,6 GW utility-scale e quasi 6 GW di piccolo fotovoltaico, con prospettive di crescita ancora maggiori nel 2026. L’eolico, pur in rallentamento rispetto al solare, ha contribuito per 4,8 GW, mentre nei prossimi mesi sono previsti altri 9,6 GW onshore e 800 MW offshore.

Fonti fossili in calo…nonostante Trump
Il quadro diventa più netto osservando i valori negativi della produzione da fonti fossili. Nell’ultimo anno: carbone -3,9 GW, petrolio -0,6 GW, gas naturale +3,4 GW (una crescita marginale), nucleare +46 MW (praticamente nullo).
Nel complesso, gli sforzi dell’amministrazione Trump per rilanciare l’energia nucleare e i combustibili fossili non sembrano al momento avere successo. Le capacità fossili e nucleari sono diminuite di 1,1 GW, mentre le rinnovabili – inclusi storage, idro, biomassa e geotermia – sono aumentate di oltre 56 GW.
Secondo l’EIA, questo divario continuerà ad allargarsi: entro il 2026 sono previsti quasi 68 GW di nuove rinnovabili e accumuli, contro meno di 4 GW di gas.
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