Non calano ma aumentano le emissioni nocive dalle navi da crociera. Lo dicono gli esperti dell’associazione tedesca NABU che denunciano il forte aumento delle emissioni di metano per l’uso del Gnl. Che fare? Si punta sull’ammoniaca, ma ricordiamo l’alimentazione elettrica a terra.
Troppe emissioni inquinanti in crociera
il 28 giugno ad Amburgo l’associazione tedesca NABU ha presentato il suo report con sul settore delle crociere. Chiari i risultati: “Aumento delle emissioni di gas serra e alti livelli di inquinamento atmosferico continuano a essere le maggiori preoccupazioni del settore delle crociere”.
C’è ancora tanto da fare come si legge nella classifica (chi meno e chi più inquina) sulle compagnie: “I pionieri di quest’anno sono ancora lontani da una crociera con la coscienza pulita. Tuttavia, ci sono i primi annunci promettenti che fanno sperare in una navigazione da crociera rispettosa dell’ambiente. I fornitori di navi da crociera più piccole, in particolare, stanno facendo progressi in termini di protezione del clima e dell’ambiente, come i primi nella classifica di quest’anno, Hurtigruten e Havila dalla Norvegia“.
Che fare per navigare green? il Gnl non è la soluzione
L’associazione NABU indica la possibilità di usare il metanolo verde per avvicinare le flotte ad un impatto climatico zero. Le navi recentemente ordinate da TUI Cruises e Norwegian Cruise Lines si affidano a questa opzione. “Per fare la sua parte – dice Soenke Diesener, esperto di NABU – nel raggiungimento degli obiettivi climatici di Parigi, l’industria crocieristica deve ridurre drasticamente le emissioni a breve termine. Di fatto però continuano a salire. Desta particolare preoccupazione il forte aumento delle emissioni di metano derivanti dall’uso di Gnl. Queste emissioni prodotte dal Gnl sono oltre 80 volte più dannose per il clima della CO2. Chi parla di tecnologia ponte sta evitando di guardare in faccia i molteplici problemi collegati al Gnl, sia riguardo alla sua produzione con il fracking dannoso per la natura, sia per l’impatto del metano sul clima”.
C’è da cambiare rotta: ‘’L’industria navale continua a risparmiare sui costi di gestione“, utilizza l’olio combustibile pesante, o HFO (Heavy Fuel Oil), un carburante prodotto dallo scarto della lavorazione di altri carburanti che “contiene inquinanti che sarebbero vietati a terra“.
I più virtuosi sono i norvegesi (tanto per cambiare)
Lo studio è stato ripreso in Italia dai Cittadini per l’Aria. Molti duri nel commentare lo studio tedesco: “Al netto dei proclami con cui gli armatori dichiarano di voler abbattere il loro impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, i risultati tardano ancora ad arrivare. La parte centrale della classifica, che vede in testa le norvegesi Hurtigruten e Havila con 9 punti su 14, tende ad avvicinare ormai numerosi armatori. La coda della classifica invece è rappresentata da Carnival, che ricomprende fra l’altro Costa“.
Oltre 20mila persone hanno chiesto agli armatori di cessare l’utilizzo di questo carburante sporco che tutti i giorni causa il riversamento di fumi neri, tossici, sulle nostre città di porto. I cittadini per l’aria avvertono: “Non è accettabile la soluzione che prevede il lavaggio di questi fumi prima dell’uscita dai camini, visto che poi tutto viene sversato in mare, trasferendo il danno ambientale dall’aria all’ambiente marino“.
E non dimentichiamo l’elettrificazione delle banchine
E’ positiva la ricerca di una propulsione navale più rispettosa e meno impattante sulla qualità dell’aria, ma sono altrettanto dannose per la salute dei residenti delle città portuali le emissioni quando le navi sono ormeggiate. Per ridurle basta spegnere i generatori e alimentare i motori da terra. Una pratica sempre più usuale in Nord Europa, ma anche in Germania e Gran Bretagna da giganti delle crociere come Msc che alimenta Msc Virtuosa al Horizon Cruise Terminal del porto di Southampton, mentre Msc Poesia allo scalo Rostock-Warnemünde, in Germania. E in Italia ci sono 700 milioni da spendere con il Pnrr.
I cittadini per l’aria bocciano i biocarburanti
“Dobbiamo dare impulso al più presto a un diverso tipo di turismo anche mostrando alle persone il peso ambientale delle loro vacanze – dichiara invece Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria – e lasciare al passato il gigantismo marittimo che finisce per spostare sulle città di porto il costo non visibile di vacanze a poco prezzo solo per chi le fa”.
Bocciati anche i “biocarburanti, la cui provenienza geografica è non solo mediamente incerta, ma il cui peso ambientale è dannoso a livello globale, come accade per quelli derivanti dalla soia, che sottraggono terra alle coltivazioni alimentari quando, ancora, non causano la distruzione di ambienti vergini e essenziali per il futuro dell’umanità, o ancora dai grassi animali, altra industria il cui peso ambientale è ormai ben chiaro a tutti”.
con 10.000 metri quadri di superficie sulle navi ci potrebbero stare anche un migliaio e passa di pannelli fotovoltaici per 400 kwh , si potrebbe cominciare da li !
Ma il cliente tipo di questa tipologia di vacanza (che personalmente aborro, a prescindere dal carburante che viene usato) è a conoscenza dell’impatto climatico che ha la sua vacanza? E soprattutto, gli interessa? Io temo proprio di no. Ed è un peccato, perché solo da scelte più consapevoli dei clienti può arrivare la spinta agli armatori a cambiare.
Mi sfugge perché ci sarebbero emissioni di metano con il GNL… Perdite? Perché il GNL dovrebbe venire bruciato, non emesso.
Ma scusa, la combustione di metano mica produce emissioni di metano! Sennò in casa nostra salteremmo tutti in aria!! Idem per le auto a GNC, mica emettono metano dai tubi di scarico!!
Le cose sono due: o ci sono perdite, ed andrebbe affrontato quel problema, o quest’associazione tedesca NABU non è in buona fede…
Per essere più dettagliati ecco cosa si legge in una ricerca di Transport&Environment: “Al momento, oltre il 40% delle navi da crociera ordinate ai cantieri navali mondiali è destinato ad essere consegnato con motori a doppia alimentazione a GNL (Gas Naturale Liquefatto). Queste navi sono migliori in termini di inquinanti atmosferici locali, ma sono estremamente dannose dal punto di vista climatico a causa delle perdite di metano dai loro motori, un gas oltre 80 volte più climalterante della CO2”.
Questa associazione ha fatto uno studio sul campo: “Si è dotata di una telecamera a infrarossi con un filtro in grado di rilevare i gas idrocarburi per mostrare le emissioni delle navi a Gnl, combustibile presentato come sostenibile nonostante sia composto per il 90% da metano”. Questa operazione si è svolta con la consulenza della società TCHD che si occupa di rilevazione ottica di gas idrocarburi. “Questa telecamera all’avanguardia è utilizzata negli Stati Uniti per calcolare le perdite di metano delle condotte: il nostro è il primo progetto di questo tipo, concentrato sul Gas naturale liquefatto nel settore marittimo”.
Articolo molto interessante, su un settore poco all’attenzione
Mi piacerebbe se qualcuno lo sa, capire meglio la frase sul metano:
1) hanno sperimento l’uso del metano per i generatori delle navi quando sono nei porti o addirittura per i motori?
2) le alte emissioni (anche se di effetto meno due volte nel tempo, mi pare decanono nell’ordine delle decine di anni) climalteranti del metano si intendono quelle dovute alla fuga in atmosfera dai pozzi e dalle condutture, non quelle dall’uso come carburante, che invece sono relativamente basse, almeno rispetto a petrolio o peggio questi oli pesanti e carbone, è corretto?
c’è qualche aspetto particolare noto di un eventuale uso (temporaneo, di transizione) per da considerare in relazione alle navi?
Eccomi RS, qui una citazione di una ricerca Transport&Environment: ” Al momento, oltre il 40% delle navi da crociera ordinate ai cantieri navali mondiali è destinato ad essere consegnato con motori a doppia alimentazione a GNL (Gas Naturale Liquefatto). Queste navi sono migliori in termini di inquinanti atmosferici locali, ma sono estremamente dannose dal punto di vista climatico a causa delle perdite di metano dai loro motori, un gas oltre 80 volte più climalterante della CO2″
Ribadisco un grande “MAH”… le auto a metano non perdono metano dal motore, sarebbe gravissimo e pericolosissimo. Non vedo perché invece le navi dovrebbero farlo. Che possa esserci qualche perdita nel trasporto ed in fase di rifornimento ok, ma in proporzione a quello consumato dovrebbe essere trascurabile, a meno (chiaro) di problemi seri in fase di trasporto. Il che non significa che il problema in assoluto non ci sia, ma le cose andrebbero dette in modo corretto e non di parte.
O forse i motori delle navi sono dei colabrodo?
C’è l’Organizzazione marittima internazionale che parla di perdite di metano delle navi alimentate a Gnl si attestano tra lo 0,2 e il 3%
le famose percentuali che non dicono nulla..
Insomma, non sono dell’amico al bar…
Mi sembra comunque un’analisi poco obiettiva. Per prima cosa: giustamente distingui tra emissioni climalteranti ed emissioni inquinanti: però il titolo dell’articolo è che aumenta l’inquinamento ed anche il sottotitolo parla di troppe emissioni inquinanti. In secondo luogo: se è vero che ci sono delle perdite (tra l’altro 0,2-0,3% di cosa? Del consumo totale di GNL?), probabilmente bisognerebbe cercare di migliorare lì, piuttosto di demonizzare il GNL. Inoltre, come stiamo messi con un confronto con la situazione ante GNL? Ho capito che si può sempre migliorare, ma anche fare gli estremisti non è proficuo. Non credo che navi da crociera a batteria siano già una soluzione fruibile e comunque richiederebbero nuove navi (le vecchie le buttiamo? Non penso abbia senso parlare di retrofit).
Penso di essere stato abbastanza lineare. Sulle emissioni locali la soluzione è l’elettrificazione da terra che alcune compagnie di crociera come la Msc – non gli estremisti ambientalisti – rivendicano oppure c’è l’esempio di una quindicina di navi Grimaldi che in porto sono alimentate da batteria. In navigazione? Ecco cosa ho riportato: “L’associazione NABU indica la possibilità di usare il metanolo verde per avvicinare le flotte ad un impatto climatico zero. Le navi recentemente ordinate da TUI Cruises e Norwegian Cruise Lines si affidano a questa opzione.” Questa l’alternativa al Gnl e con esempi di compagnie che hanno fatto questo scelta.
Su Gnl? Ecco quanto scritto: “Desta particolare preoccupazione il forte aumento delle emissioni di metano derivanti dall’uso di Gnl. Queste emissioni prodotte dal Gnl sono oltre 80 volte più dannose per il clima della CO2. Chi parla di tecnologia ponte sta evitando di guardare in faccia i molteplici problemi collegati al Gnl, sia riguardo alla sua produzione con il fracking dannoso per la natura, sia per l’impatto del metano sul clima”. Insomma anche l’euro 4 è meglio dell’euro 3 e l’euro 5 meglio dell’euro 4 e l’ibrido è meglio dell’euro 5 e il plugin è ancora meglio ma pure lasciare l’auto a casa e usare piedi, bici, mezzi pubblici è meglio. Ma per fa calare le emissioni la soluzione migliore è elettrificare la flotta delle auto, per l’inquinamento del traffico marittimo spegnere ogni generatore in porto e alimentare da terra con energia rinnovabile e in navigazione puntare come ci indicano da Nabu di puntare su metanolo.
Sicuramente il GNL è peggio dell’elettrico puro da fonti rinnovabili o da centrali a metano,
MA PIUTTOSTO CHE BRUCIARE OLIO PESANTE (o peggio)!?!?!?!?
solo per essere sicuro di aver capito.. per i ‘cittadino per l’aria’ la soluzione è vietare le crociere?
Risponderanno i Cittadini per l’Aria sul vietare o meno, ma non sembra visto che in ogni caso dall’analisi dell’associazione tedesca e dall’associazione italiana si punta il dito sui combustibili pessimi utilizzati. E soprattutto ultra velenosi come ci dicono i medici, i comitati dei cittadini presenti in tutti i porti italiani. E le istituzioni visto che non è un caso che siano stati stanziati 700 milioni per elettrificare le banchine di 41 porti italiani. E ci sono diverse compagnie, veda il link nell’articolo, che chiedono di avere la possibilità di ricaricare in porto per abbattere le emissioni locali nocive. Compagnie che fanno business, ma giustamente vogliono ridurre il loro impatto ambientale.