La società cinese Desner Auto annuncia la nascita in Italia di FIPA S.p.A., nuova piattaforma industriale che punta a riportare nel nostro Paese la produzione di veicoli urbani elettrici per la micromobilità destinati al mercato europeo. La nuova realtà si occuperà della riqualificazione del sito Lear di Grugliasco.
Il progetto FIPA (Fabbrica Italiana Produzione Autoveicoli), guarda al 2026 come primo orizzonte operativo e potrebbe segnare una svolta industriale per l’automotive urbano italiano, con ricadute anche occupazionali significative.
FIPA, nuovo protagonista della micromobilità elettrica
Negli ultimi anni Desner Auto ha consolidato la propria esperienza nella micromobilità elettrica, collaborando con partner internazionali e contribuendo allo sviluppo di veicoli urbani pensati per un utilizzo reale in città. Lavorando in mercati globalizzati, l’azienda ha accumulato competenze tecniche, industriali e normative che oggi trovano espressione nella neonata FIPA S.p.A., creata con l’obiettivo di riportare in Italia competenze, processi e produzione.
L’idea alla base di FIPA è di costruire una base produttiva europea, riducendo i costi logistici e rafforzando il rapporto diretto con il cliente finale, dalla vendita all’assistenza post-vendita, passando per un’efficiente gestione dei ricambi. Per Angelo Sun, fondatore di Desner e socio di FIPA, non si tratta di una scelta “ideologica” ma di un «cambio di paradigma necessario» per competere in un mercato dell’elettrico sempre più complesso e competitivo.

Si inizia subito coi quadricicli elettrici
L’obiettivo industriale fissato da FIPA è il 2026, anno in cui dovrebbe partire la produzione italiana di quadricicli elettrici (categorie L6 e L7) e veicoli urbani leggeri. Questi veicoli, già presenti nella gamma Desner, sono pensati per la mobilità nelle città europee dove spazi ristretti, costi energetici e esigenze di sostenibilità richiedono soluzioni piccole, efficienti e a zero emissioni.
La produzione punta così a consolidare un segmento che spesso viene trascurato dall’industria automotive tradizionale. I quadricicli e microcar urbane possono infatti rappresentare una valida alternativa alle esigenze di mobilità quotidiana senza sacrificare la sostenibilità. Non è escluso, inoltre, un futuro ritorno al segmento A urbano.

Da Torino verso l’Europa
Nel quadro della riqualificazione industriale, FIPA ha manifestato interesse ufficiale per lo stabilimento Lear di Grugliasco (TO), oggi in crisi dopo anni di riduzione delle commesse e di utilizzo degli ammortizzatori sociali. La proposta di reindustrializzazione mira a dare nuova vita a un sito storico dell’automotive torinese, spostandone la vocazione produttiva dalla componentistica ai quadricicli elettrici.
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Secondo i sindacati e le Istituzioni, l’intesa raggiunta ha già ottenuto un 65% di voti favorevoli in assemblea dei lavoratori, ritenuta una condizione indispensabile per avviare il progetto. L’accordo prevede l’assorbimento di una parte significativa della forza lavoro e la possibilità di riassorbire circa 200 dipendenti nell’arco del 2026 (con altri lavoratori in corso di accompagnamento tramite misure di sostegno al reddito).
Il piano industriale prevede un investimento stimato tra 80 e 100 milioni di euro e la produzione iniziale di circa 20.000 veicoli all’anno nello stabilimento torinese.

Sfide industriali e opportunità occupazionali
Il progetto FIPA e la possibile riqualificazione dello stabilimento Lear si inseriscono in un contesto nazionale dove le politiche per il ritorno della produzione automotive in Italia stanno diventando sempre più rilevanti. Dopo decenni in cui gran parte delle produzioni è stata delocalizzata, iniziative come questa segnano un cambio di prospettiva, puntando sulla valorizzazione del territorio e delle competenze storiche italiane nel settore automotive.
Tuttavia, il percorso non è semplice: la reindustrializzazione di un sito richiede dialogo continuo con Istituzioni, sindacati e comunità locali. I sindacati hanno espresso cautela, sottolineando la necessità di verificare la solidità finanziaria degli investitori e i piani concreti per l’occupazione, oltre a misure di accompagnamento per i lavoratori che non rientrano immediatamente nel progetto.
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L’Italia polo della mobilità green “leggera”?
In prospettiva europea, l’Italia potrebbe così tornare a essere un polo di produzione per segmenti di mobilità urbana leggera, affiancando la tradizionale industria dell’auto con un ecosistema di microveicoli ad alta sostenibilità.
L’interesse di FIPA per Grugliasco, insieme alla potenziale produzione di veicoli destinati a spazi urbani compatti e all’attenzione verso normative europee e sicurezza urbana, testimoniano una visione industriale che va oltre il semplice assemblaggio. Per puntare piuttosto a ricreare valori e capacità manifatturiere italiane nel settore della mobilità elettrica.
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