Nonotubi di carbonio, l’autostrada degli ioni
Il tipico elettrodo a carbone attivo attualmente in produzione è realizzato con una miscela di polveri, additivi e leganti. Laddove vengono utilizzati nanotubi di carbonio, sono tipicamente attaccati in un modo confuso, come “spaghetti aggrovigliati”. Ciò fornisce agli ioni portatori di carica un percorso casuale, lungo, caotico e spesso bloccato da attraversare nel loro percorso dal catodo all’anodo e viceversa. I vantaggi delle tecnologia Nawa sono tutti nella brevità e immediatezza del percorso degli ioni. I nanotubi di carbonio allineati verticalmente creano una struttura anodo o catodica più simile a una spazzola per capelli. Ciascuno di questi saldamente radicati viene quindi rivestito con materiale attivo, sia esso ioni di litio o qualcos’altro. Il risultato è una sorta di autostrada lungo la quale gli ioni devono percorrere molto più velocemente una distanza molto più breve.
«La distanza che lo ione deve percorrere è di pochi nanometri attraverso il materiale al litio anzichè micrometri con un semplice elettrodo» ha spiegato Pascal Boulanger, fondatore di Nawa e CTO in un‘intervista a New Atlas.
«Realizzare una batteria è molto difficile _ aggiungeBoulanger _ . Devi padroneggiare molti parametri. Ma se vuoi padroneggiare quei parametri, devi avere la più alta conduttività elettrica. Devi avere la più alta conduttività termica. Devi avere la più alta conduttività ionica. Ed è esattamente ciò che il nostro materiale può portare ai produttori di batterie».
Dall’auto (PSA e Renault?) agli aerei
Il primo cliente su larga scala di Nawa è il produttore francese di batterie Saft, che sta collaborando con PSA e Renault come parte della European Battery Alliance, la cosiddetta “Airbus delle batterie”.
Ma l’incremento di prestazioni ottenibile dalla tecnologia di Nawa rappresenterebbe anche un enorme potenziale balzo in avanti per l’ aviazione elettrica. Qui il peso, la densità di energia e i tempi di ricarica delle odierne batterie al litio stanno finira imponendo enormi limitazioni allo sviluppo e alla fattibilità commerciale degli aerei a zero emissioni.
Ho perso il conto di quanti anni sono passati nel sentir periodicamente reclami di miracoli, di soluzioni magiche e di scienziati ed alchimisti degni di Harry Potter…. fino ad arrivare a tesla con i suoi un milione di km.
Fin quando non entrano in produzione, chi più né ha più né metta….
L’impressione è che finalmente gli investimenti globali sulle batterie hanno preso il volo, dopo anni di freno tirato (dalle compagnie oil?). Mi aspetto grandi cose in pochi anni.
Ma allora sono proprio i consumatori a poter frenare. Se compro un auto elettrica oggi, posso pensare che tra 3 anni sarà già obsoleta proprio perché le batterie dovrebbero fare passi da gigante. E questa sensazione non l’avevo con l’auto termica. Cosa ne pensi?
Cioè l’effetto Osborne. Invece dato il tipo di tecnologia, c’è da vedere che tipo di costi avrà: i materiali nano sono per definizione molto difficili da maneggiare. Questi sono altamenti ingegnerizzati, per essere tutti messi verticalmente e poi ricoperti di materiale attivo. Può essere che sia una soluzione di fascia molto alta e che non vada a competere con altre tecnologie. Infatti si parla di aviazione. Chissà
Sulla stampa anglosassone si stima un costo di dieci volte superiore agli elettrodi tradizionali. Ma il CEO di Nawa dice di aver già sviluppato tecnologie produttive che, se utilizzate su grande scala, abbatteranno i costi dei nanotubi di carbonio verticali fino a livelli competitivi.
Les jeux sont faits, rien ne va plus.
Senza essere Jules Verne è evidente che nei prossimi anni assisteremo a una rivoluzione trasportistica.
Queste batterie stabiliranno il divario tra vetture elettriche utilitaristiche e le carbon nanotubes (CNTs) car che staccheranno le ruote da terra per prendere il volo.
Basta unire la tecnologia elettrica, quella dei droni, la guida autonoma non più nella dimensione terreste ma spaziale e queste batterie e “Les jeux sont faits, rien ne va plus”.
Ogni università ha almeno un gruppo di ricerca.
Quando mai si sono visti investimenti di questa portata?
Le big oil company stanno cambiando come le politiche energetiche e le innovazioni tecnologiche sulle rinnovabili e la mobilità elettrica.
Hanno compreso che non si tornerà indietro dopo anni di successo e guadagni su petrolio e gas hanno iniziato a investire nelle rinnovabili non fossili, dall’eolico all’idrogeno verde.
Siamo in ritardo per passare a una tecnologia così differente e pensare anche di farlo velocemente?
Probabilmente sì, lo constatiamo dagli investimenti.
Fondamentale la spinta del Green Deal, il ruolo della Commissione Ue e il raggiungimento degli accordi di Parigi sul clima.
Tra cinque anni ci siederemo su uno di questi, altro che Tesla Model 3.
Non vedo l’ora di spiccare il volo.
https://www.youtube.com/watch?v=NLUExClKVCM